mercoledì 10 agosto 2016

Giuseppe Rinaldi "Vertigo"


Da: Marida Caterini Informazione.it


"Vertigo.Gli abissi dell'anima", dal 10 agosto su Rai 3

 Venerdì, 22 Luglio 2016 09:16 -  Scritto da  

Mercoledì 10 agosto su Rai 3 in prima serata va in onda un nuovo programma. Il titolo è Vertigo. Gli abissi dell'anima. Autore e conduttore è il giornalista Giuseppe Rinaldi, autore di Chi l'ha visto?
Vertigo è un vero e proprio viaggio nelle profondità dell'animo umano. Un'inchiesta che documenta gli stati d'animo che possono portare a patologie psicologiche  e dipendenze da soldi, da droghe, da potere, ma anche da ossessioni.
I telespettatori incontreranno persone comuni, che sveleranno a cuore aperto gli errori della loro esistenza. C'è chi racconta come la dipendenza da un tavolo da gioco o dalle slot machine abbia rovinato non solo la propria vita, ma anche quella di figli e spesso dell'intera famiglia. Altri racconteranno quanto sia stato difficile emergere dal tunnel della droga e dalla bramosia di potere e sesso che li ha portati a compiere azioni delle quali successivamente si sono amaramente pentiti.
Giuseppe Rinaldi con questo programma occupa la stessa collocazione di Chi l'ha visto?, al quale ha fatto seguito una sorta di spin off chiamato Speciale Chi l'ha visto? che andrà in onda fino alla conclusione di luglio.
Il mese di agosto è dedicato a questo esperimento interessante e certamente di grande impatto emotivo, in un periodo tradizionalmente dedicato alle repliche e all'intrattenimento più nazionalpopolare.
Rinaldi verrà a contatto con un'umanità dolente, che racconterà le pagine più segrete della propria esistenza. Realizzerà un viaggio da nord a sud, attraverso tutta l'Italia, per documentare fino a quanto si può spingere una persona che ha incontrato sulla propria strada il demone del vizio. Verranno raccontate storie anche cruente, spesso difficili da elaborare da parte del pubblico. Vicende di grande sofferenza, soprattutto nella fase in cui i protagonisti hanno cercato di riemergere e di salvarsi, eludendo così il pericolo di perdere la propria dignità di uomo e di donna. Conosceremo ragazze ossessionate dalla perfezione del corpo che hanno avuto un rapporto malato con il cibo, incontreremo giovani che si sono persi per la dipendenza dalle nuove tecnologie. Ma spesso queste vicende hanno avuto un happy ending, che serve da monito per chi magari ha avuto le medesime esperienze e non riese a trovare la forza di riappropriarsi della propria volontà.
Giuseppe Rinaldi
Nutro una grande ammirazione per il giornalista Giuseppe Rinaldi. Da molti anni seguo il suo lavoro attraverso la trasmissione "Chi l'ha visto". Ammiro il suo rigore, la sua innegabile bravura nel saper affrontare con un equilibrio eccezionale casi tragici, rapportandosi a persone che hanno commesso crimini orrendi, riuscendo a dialogarci fino a farli svelare e uscire dalla menzogna in cui si sono avvolti come in un bozzolo per coprire il loro vero volto.
Oltre alla grande intelligenza e professionalità, Rinaldi ha delle doti di carattere che gli consentono una sensibilità ed un intuito fuori dal comune con i quali è riuscito persino a convincere Ferdinando Carretta, che aveva sterminato la famiglia, a costituirsi.
Se fosse statunitense avrebbe già vinto il Premio Pulitzer, in Italia abbiamo il Premio Italia.... Chissà...
Giuseppe Rinaldi, di sovente chiamato semplicemente Pino, è persona garbata, misurata; in tempi di sbracamento televisivo egli con sincerità, che si avverte perché non si compiace, non si atteggia, non indulge ad alcun opportunismo di maniera, esprime le sue opinioni nel rispetto delle altrui: ne ha dato un saggio stamane nella edizione estiva di "Agorà", quando ha detto al sindaco di Firenze la sua opinione sul licenziamento del Direttore di QS, anch'egli presente in studio per collegamento esterno, contraria (come la mia) a quella, a mio avviso afflitta da conformismo, del giovane sindaco, il quale riteneva giusto il licenziamento per aver usato, il Direttore, un termine affettuosamente consolatorio per le atlete escluse dal medagliere olimpico della disciplina tiro con l'arco: "cicciottelle".
Non le atlete se ne sono adontate, bensì lo stupidario del WEB e l'editore ha inteso tagliare la testa al povero giornalista, che tanto, vista la difficoltà della professione di chi scrive a farsi pagare, ne trova subito un altro.
Viviamo tempi di code di paglia che bruciano anche senza cerino..
Stasera seguirò la nuova trasmissione di Rinaldi, dato che è raro trovare qualità nella TV in generale.
Occuparsi di dolore, come ebbe a dichiarare tempo fa in una intervista Federica Sciarelli, amareggia. Ma i giornalisti di classe non possono non immergersi nella realtà indagandola e informandoci. Di dolore personale Pino Rinaldi purtroppo se ne intende, avendo perso prematuramente per un tumore la giovane e bellissima moglie alcuni anni fa: la giornalista Laura Mambelli.



Laura Mambelli