venerdì 30 dicembre 2016

Per ridere un po': Le comiche: La serva


La serva





Porella Graziella: "Ma questa che me dite che è matta me so messa a sentì puro io... Stava ar telefono! Mamma mia! M'è venuto er mar de testa a sentilla! Nun ciò capito niente, ma parlava in italiano e pareva che sapeva tutto lei!  Lasciatela perde a questa!"


Clemente Demente: "E' pazza perché io non j'ò fatto niente e lei dice che sono un cornuto!"











Porella Graziella: "Ma perché poro Clementino che sei così bbono!! Io nun ce l'ho un marito così! Er mio m'ha abbandonato e non me manda manco i sordi pe' i fiji, sto' carognone!







Clemente Demente: "A' matta ha creduto a chiacchiere pe' invidia de' lavoro che giravano su mi' moje!"


A' matta: "Seeeeeeeh! Ma che è colpa mia se la gente mi telefona addirittura a casa per dirmi le gesta di sua moglie?!!! 
Ma quale invidia di lavoro! Una poveretta che fa pena per le stupidaggini che dice... e magari fosse solo gente del lavoro...

Avviso di garanzia inevitabile

Da: Il Corriere della Sera 15 dicembre 2016


LE CARTE

La Procura e gli interventi di Raggi
per «l’ingiusto profitto» dello staff

Sotto esame le nomine di Romeo e dei fratelli Marra. Si procede per abuso d’ufficio. L’accusa è precisa: aver modificato le condizioni contrattuali

L’accusa è precisa: aver modificato le condizioni contrattuali di Salvatore Romeo per fargli «avere un ingiusto profitto». L’accusa di abuso d’ufficio contro Virginia Raggi non è stata ancora formalizzata, ma la strada è tracciata. E quella del capo della segreteria della sindaca di Roma è soltanto una delle nomine finite sotto inchiesta. Le verifiche avviate dai magistrati riguardano anche il ruolo acquisito da Raffaele Marra, potente capo del personale che ha deciso di trovare una collocazione adeguata pure a suo fratello. La sua posizione sembra essersi aggravata dopo gli accertamenti affidati ai poliziotti della squadra mobile. È proprio l’esposto di Carla Raineri — magistrato milanese che insieme all’assessore al Bilancio Marcello Minenna decise di dimettersi da capo di gabinetto a tre mesi dall’ingresso in Campidoglio — a ricostruire quanto accaduto l’estate scorsa.

Lo stipendio triplicato
Romeo è un semplice dipendente comunale, ma con l’arrivo di Raggi in Comune la sua carriera subisce un’impennata. Diventa il responsabile della segreteria, il suo compenso passa da 39 mila euro a 120 mila euro, poi ridotti a 97 mila dopo la delibera dell’Anac di Raffaele Cantone. Scrive Raineri nella denuncia consegnata lo scorso settembre al procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e all’aggiunto Paolo Ielo: «La delibera è stata portata in giunta il 9 agosto 2016 senza essere prima passata al vaglio del Gabinetto, come avviene di norma per un esame di legittimità. Inusualmente è approdata direttamente in giunta quando io e gli assessori eravamo seduti al tavolo nella Sala delle bandiere e nessuno ne ha illustrato i contenuti prima di porla al voto». Ed ecco l’accusa: «La posizione “Romeo” era stata (deliberatamente?!) inserita all’interno di una più vasta delibera contenente altre due posizioni di collaboratori e l’emolumento non era stato (deliberatamente?!) esplicitato nel quantum, ma determinato con un rinvio per relationem a categorie contrattuali di non immediata percezione. Ciò non ha indotto gli assessori a una particolare attenzione. In realtà il dottor Romeo acquisiva tout court funzioni dirigenziali mai ricoperte in precedenza».
Rischi penali Ci furono diverse riunioni sulla riorganizzazione del Comune e Raineri racconta di aver allertato la sindaca sui rischi che si correvano seguendo quella procedura. Anticipando quello che sarebbe poi diventato il cuore dell’indagine. Infatti sottolinea di aver «illustrato a Raggi che doveva ritenersi impossibile per un dipendente assunto a tempo indeterminato ricorrere all’istituto dell’aspettativa per poi essere assunto dal medesimo ente a tempo determinato, e la invitai a revocare la delibera». Raineri è un magistrato, conosce evidentemente bene le procedure. Per questo «rappresentai che un siffatto comportamento avrebbe potuto configurare una ipotesi di abuso d’ufficio laddove un tale meccanismo fosse stato posto in essere allo scopo di attribuire al dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile (nella specie Salvatore Romeo aveva più che triplicato il proprio stipendio)».
L’amica di Raggi - La discussione sull’opportunità di procedere finì così negli uffici dell’Avvocatura capitolina. Ma anche in questo caso non tutto sarebbe andato liscio. Ed è ancora Raineri a ricostruire l’accaduto: «La sindaca non volle sentire ragioni. Disse che avrebbe consultato l’Avvocatura. Il professor Minenna e io aderimmo all’ipotesi, ma lei chiese al capo dell’Avvocatura un preventivo parere solo orale e quando realizzò che l’avvocato Murra era di avviso contrario (cioè favorevole alla mia tesi) non gli commissionò il parere scritto». Murra sarà interrogato questa mattina dai magistrati e dovrà chiarire anche altre circostanze contenute nell’esposto. Dieci giorni dopo a Raggi fu infatti consegnato il parere dell’avvocato amministrativista Aristide Police secondo il quale non esisteva «alcuna ragione che possa giustificare il mutamento del rapporto di servizio di un proprio dipendente o meglio, la duplicazione di tale rapporto». Ma lei decise evidentemente di ignorare anche questo e — lo specifica Raineri — «si rivolse a una giovane avvocatessa sua amica (che di lì a poco avrebbe reclutato) la quale trovò un precedente costituito da un altro parere dell’Avvocatura capitolina e da un regolamento del Comune di Firenze», mai recepito dal Campidoglio.
L’indagine Anac - Il 21 dicembre l’Anticorruzione esaminerà la delibera che designa Renato Marra, fratello di Raffaele, a responsabile del Turismo del Comune. Quella del capo del Personale — contestato dagli stessi 5 Stelle anche per i trascorsi con l’ex sindaco Alemanno — è una posizione che sembra aggravarsi. Agli atti dell’inchiesta ci sarebbero irregolarità compiute ottenendo benefici già prima dell’arrivo di Raggi in Campidoglio, comprese le spese di trasferte e missioni. E avrebbe chiesto e ottenuto la «cacciata» della responsabile del personale che gli aveva rifiutato nuovi stage.

Solo gli imbecilli non prendono atto dei fatti e continuano a vedere come oro colato quello che è semplice ottone. Virginia Raggi non è la prima persona su cui mi sono dovuta ricredere e quando l'ho fatto l'ho detto pubblicamente, come pubblicamente avevo sostenuto persone che credevo corrette.
Roma non meritava questo. Su questo blog avevo scritto schiettamente che, pur stimando Giachetti, egli scontava il fatto di essere stato dentro l'amministrazione politica del Comune di Roma senza accorgersi di molte cose, un esempio uscito proprio in campagna elettorale è stato lo scandalo "Affittopoli" che durava da decenni!
Raggi, con la sua faccetta pulitina, è nei fatti ben altro. Mettersi sotto i piedi regole e leggi è esattamente il contrario di quello che il Movimento 5 Stelle si prefiggeva.
Capisco che decapitare Roma inviando un avviso di garanzia all'attuale Sindaca possa creare qualche imbarazzo ai magistrati, temendo che in codesta azione si possa adombrare chissà quale destabilizzazione politica, ma la magistratura libera e indipendente non deve temere di agire liberamente quando ci sono così palesi reati. L'abuso d'ufficio è stato depenalizzato da Renzi, insieme ad altri gravi reati: una delle cose sbagliate che ha fatto il suo governo.
Se per questo Raggi la passerà liscia la china del degrado civile e morale di questo Paese sarà totale, la capacità di reazione, al calpestare delle regole da parte di chi sale ad un qualsiasi potere, sarà da elettroencefalogramma piatto.