mercoledì 12 ottobre 2016

Ricostruzione dopo terremoto Italia Centrale

Rita Coltellese *** Scrivere: Italia: Paese dell'Emergenza, mai della Prevenzione

Inizio con il rimando, tramite il link sopra pubblicato, al post che ho scritto il 30 agosto scorso sul terremoto della zona più orientale del Lazio, là dove esso confina con le Marche ad est, con l'Umbria a nord e con l'Abruzzo a sud. 
E' zona ad alto rischio sismico e già nel 1978, quando chiesi una licenza edilizia al Comune di Accumoli per costruire un basamento in muratura dove poggiare una casetta prefabbricata in legno, dovetti applicare tutte le regole antisismiche stabilite per quei luoghi.
Non completai la costruzione in legno ma tutta la muratura si.
Persino per il muro di cinta che doveva circondare la proprietà dovetti pagare un progetto da presentare al comune che stese un geometra di Amatrice. Il muro non poteva essere alto più di cm. 50 per le Leggi antisimiche e il progetto doveva essere firmato e presentato da un geometra.
Poi feci scelte diverse e non completai la casetta prefabbricata. Pochi anni fa ho venduto quella costruzione non completata e le mie ultime proprietà in quei luoghi.
Dunque trovo giusto quello che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha detto sulla ricostruzione post-terremoto: verranno risarciti sia i proprietari di case residenti che non residenti. Trovo logico che egli pensi che per ricostruire un territorio debbano essere aiutate tutte le componenti di quel territorio.
Prima di tutto le attività produttive: coloro che vivono lì ed hanno attività agricole e/o di allevamento animali; poi certamente chi vi risiede anche se non ha attività produttive legate strettamente al territorio, poi anche chi ha case adibite solo a vacanza e non vi risiede stabilmente, giacché comunque costituisce una componente, sia pure stagionale, che fa vivere il territorio e vi paga tasse sulla casa.
Penso, però, che nel distribuire i risarcimenti NON si possa NON tener conto di eventuali lavori edilizi apportati alle abitazioni senza i dovuti permessi comunali. 
Dico questo perché, pur nella disgrazia, non si può premiare l'uso diffuso di infischiarsene delle Leggi dell'edilizia e dei regolamenti, fatti per prevenire disastri. Non a caso alcune abitazioni sono rimaste in piedi.
Un conto sono le vecchie case, magari rimbiancate per abbellirle come case-vacanza, un conto, invece, sono le ristrutturazioni delle antiche case fatte senza i dovuti criteri antisismici, sfuggendo ai controlli del comune, in un fai-da-te incosciente e abusivo che sposta tramezzi, rifà tetti che poggiano su vecchie strutture, apre finestre dove non c'erano, costruisce balconi e terrazzini che poggiano su muri antichi, costruiti quando le Leggi antisismiche ancora non c'erano...
Ecco, in questi casi, non credo che si possa meritarsi il risarcimento per l'intera casa, se si è contribuito ad averla appesantita e resa instabile con lavori in abuso.
So di antiche stalle divenute abitazioni con lavori in muratura fai-da-te senza l'ombra di una richiesta di licenza edilizia, dunque senza alcun controllo dell'Ente Comune, che ignora la diversa destinazione d'uso... L'assenza di controlli da parte dei comuni ha consentito addirittura che su terreni o aie sorgessero intere case dal nulla, senza alcun progetto o disegno presentato al comune..
Insomma l'italico abusivismo sparso per tutta la nazione non risparmia le zone ad alto rischio sismico, e l'abuso NON va premiato. 
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella sua ultima visita presso i luoghi del terremoto

Bergeggi, Liguria, domenica 9 ottobre 2016



Bergeggi è uno dei tanti meravigliosi luoghi della Liguria, da qualche anno vi si svolge una gara di nuoto corale, bellissima e spettacolare.

Morte di Trifone e Teresa - Le armi a casa di Ruotolo

Da: Pianeta Notizie  di 

Fonte: Settimanale Giallo di Gian Pietro Fiore

I carabinieri sono andati a Somma Vesuviana per perquisire la casa dove Giosuè Ruotolo vive insieme con i genitori e con i nonni. Ebbene, da quella casa i carabinieri sono usciti con sacchi di materiale importantissimo: hanno sequestrato infatti due fucili da caccia, una pistola e numerosissime munizioni. Un arsenale. Stando alle informazioni trapelate, quelle armi apparterrebbero al nonno di Giosuè, un anziano e malato signore, ed erano custodite in 
un edificio attiguo a quello in cui risiede la famiglia Ruotolo. La notizia del sequestro, che vi scriviamo in esclusiva, assume una notevole importanza nell’ambito dell’inchiesta sul duplice omicidio.
E vi spieghiamo perché. Si ritiene che la Beretta calibro 7.65, semiautomatica con caricatore monofilare con cui l’assassino ha ammazzato senza pietà Teresa e Trifone, sia un modello appartenuto a una fornitura militare della Prima guerra mondiale. I pezzi di pistola trovati nel lago di San Valentino appartengono proprio a una vecchia arma. E vecchie armi, come vi svela ora Giallo, sono state trovate in casa di Ruotolo, e appartengono proprio a suo nonno. Il sequestro di due fucili e una pistola a casa dei Ruotolo dimostra, inoltre, che in quell’ambiente domestico c’era disponibilità di armi e munizioni. In queste ore gli investigatori, in trasferta a Somma Vesuviana, stanno cercando di capire, anche attraverso una serie di interrogatori, se l’anziano nonno di Giosuè abbia posseduto in passato anche una Beretta 7.65, cioè il modello che è servito per uccidere Teresa e Trifone. Non è semplice scoprirlo e per questo sono state avviate delle indagini dettagliate.

Da: Il Gazzettino di Pordenone - un anno fa

La vecchia Beretta, una leggera e maneggevole 7,65 concepita per gli ufficiali di seconda linea e successivamente riconvertita per uso civile, nonostante sia così datata ha una matricola, come tutte le pistole che all'epoca uscivano dalla fabbrica d'armi Pietro Beretta. Come se la sia procurata l'autore del duplice delitto resta un mistero. Ce l'aveva in casa qualche parente? È un'arma ereditata da qualche nonno ufficiale del Regio esercito? Gli accertamenti sulla pistola si sono spostati a Somma Vesuviana, dove vive la famiglia del caporale Giosuè Ruotolo, il ventiseienne del 132° Reggimento carri sospettato di aver ucciso i fidanzati e raggiunto da un avviso di garanzia per duplice omicidio e porto abusivo di armi. Il giovane è incensurato e privo di porto d'armi.


Non ho trovato notizie sulle risultanze della perizia effettuata dagli inquirenti sulle armi a suo tempo sequestrate in casa paterna di Giosuè Ruotolo.
Sembra che queste armi, appartenute al nonno di Ruotolo, fossero custodite in un edificio adiacente alla casa, sempre e comunque della famiglia del processando.
Sicuramente il padre di Ruotolo sarà stato interrogato durante le indagini e gli sarà stata mostrata la pistola rinvenuta nel laghetto non lontano dal luogo del delitto. Gli sarà stato chiesto se la riconosceva come un'arma appartenuta a suo padre, nonno dell'indagato poi rinviato a giudizio. Durante il processo si saprà la risposta dell'uomo.
Sembra che quel tipo di pistola fosse in dotazione dell'esercito nella Grande Guerra. Molti militari non riconsegnano le armi in dotazione dichiarando di averle smarrite durante il conflitto, per poi conservarle per ricordo o per collezionismo. 
Ricordo quando la insostituibile trasmissione "Chi l'ha visto?" si occupò subito del caso. In un servizio da loro effettuato e mandato in onda in una puntata capii perché i Carabinieri esploravano insistentemente quel laghetto, dove poi la pistola fu ritrovata divisa in due pezzi. Nel filmato che andò in onda intervistarono un signore che fungeva da guardiano notturno del parco dove era il laghetto. Egli disse che era un pregiudicato che aveva scontato il suo debito con la società e ora aveva quel lavoro onesto; fece capire che, proprio per i suoi trascorsi, non potevano sfuggirgli certe stranezze, tipo che, di sera tardi, qualcuno getti un oggetto non proprio inconsistente in un laghetto per poi scomparire subito, eclissarsi.
Doveva essere stato lui ad indirizzare i Carabinieri in quel posto, non poteva essere casuale la ricerca così mirata ed insistente, finché non l'hanno trovata: prima un pezzo poi, insistendo ancora, anche l'altro.