lunedì 11 settembre 2023

Un bel matrimonio - Romanzo Giallo a puntate - 10^ puntata

Un bel matrimonio 
10^ puntata

"Il cadavere presenta un livido sulla spalla destra, lividi su entrambe le braccia.. L'autopsia deve dire come provocati.. Io posso solo dire che ci sono." E il Dott. Martin tacque guardando significativamente il Commissario negli occhi.
Questi tacque, ben conscio di quali scenari ciò che gli stava dicendo l'Anatomopatologo della Morgue apriva.
"Se lei rileva segni certi o sospetti di un delitto perseguibile d'ufficio deve darne immediata comunicazione all'Autorità Giudiziaria. - Recitò la formula di legge pacatamente e guardando negli occhi allo stesso modo il Medico.
"Lo sto facendo informalmente, come lei comprende, lasciando a chi è stato incaricato dal Giudice questo onere." Disse Martin, con tono amichevole, anche se gravato dalla consapevolezza che entrambi erano coscienti di qualcosa che scottava.
Roux, abbassando la testa mentre varcava l'uscio, rispose: "Lei lo sta dicendo senza ufficialità, senza conclusioni e certezze a me che sono Polizia giudiziaria. Io opero in funzione di disponibilità verso l'Autorità Giudiziaria e questa ha disposto la perizia ufficiale. Aspettiamo la perizia." E andò via.
Mentre tornava verso il Commissariato pensava che, come Martin, era inutile fare l'eroe suscitando un vespaio: si erano mossi dall'alto e allora facessero loro.

Dopo alcuni giorni il luminare incaricato dal Giudice effettuò l'autopsia e davanti allo sconcerto malcelato del Dott. Martin, che vi assistette essendo dipendente della struttura dove l'esame veniva effettuato, il perito incaricato dal Giudice non ebbe dubbi e scrisse suicidio.
Durante l'esame provò con estrema cautela a far notare al Professore come le ipostasi fossero accentuate e diffuse per la fluidità della massa sanguigna, tipica degli annegati. Ma il Professore non negò l'annegamento attribuendolo allo svenimento dovuto alla perdita di sangue dai polsi. Martin lo vide guardare le foto fatte in loco e il referto del collega intervenuto, dove era evidente che la perdita di sangue era stata minima, senza rilevare e considerare tali fatti. Fu per lui imbarazzante vedere come il perito ignorava anche le sue timide note.
Per il Commissario tale conclusione significò tanto lavoro in meno ma tanto disagio interiore. Il Giudice, avuta la perizia, dispose il rilascio della salma per le esequie che Laurie si era affrettata ad organizzare.
I genitori e il fratello del suicida alla fine del mesto rito disposero per riportare Bruno in Italia dove intendevano tumularlo nella tomba di famiglia in Toscana. Con sorpresa si videro chiedere da Laurie i soldi del funerale... Storditi da tutto firmarono un assegno a lei e uno alla Compagnia aerea per il trasporto della salma.

Fu mentre volavano verso l'Italia distrutti, con Bruno nella stiva, che iniziarono a diradarsi le nebbie dell'orribile botta che i loro cervelli avevano ricevuto e iniziarono ad affacciarsi le prime nebulose domande.
Alla mente di tutti e tre, insieme alle immagini del meraviglioso matrimonio, pieno di gioia e di orgoglio per il loro bellissimo figlio che sposava una donna bella, importante e famosa nella stupenda cornice  della campagna toscana, iniziarono ad apparire insidiosi ricordi recenti: quando Bruno aveva litigato con la moglie mentre erano loro ospiti in visita e lei in francese aveva pronunciato quelle frasi per loro inspiegabili: "Je ne suis pas une salope!"
Fu quello l'inizio di un coacervo di dubbi, di domande senza risposta che aggravarono il loro stato di prostrazione. Laurie si fece viva solo una volta con una telefonata poi non più. La madre di Bruno la chiamò per un reciproco conforto ma lei fu sfuggente alle sue domande e si disse molto presa dal lavoro che la incalzava nei pensieri e nel tempo.
Sempre più la famiglia di origine del povero tecnico del suono non sapeva spiegarsi quel suicidio e si rivolse ad un Medico di famiglia ponendogli le prime domande. Quello chiese di vedere il referto dell'autopsia per poter dire qualcosa, ma loro non l'avevano e riferirono quello che era stato detto loro: Bruno si era suicidato mettendosi dentro la vasca da bagno e tagliandosi le vene dei polsi. Il Medico per pura comprensione verso quelle persone, che conosceva da tempo, cercò di spiegare come si muore dissanguati, chiese se era stato trovato con la testa dentro o fuori dall'acqua, quanto sangue c'era... Ma i poveretti si resero conto che non sapevano nulla, solo cose vaghe. Allora il Medico li consigliò di rivolgersi ad un avvocato che avrebbe potuto far avere loro la documentazione del tragico evento: referto dell'autopsia e foto... Certo per loro sarà tremendo visionare tali documenti... Sono sicuri di volerli vedere? Li avvertì il Medico affranto.
Ma il bisogno di capire quello che per loro appariva inspiegabile fu più forte.