sabato 25 luglio 2020

"La Monaca" di Agnello Hornby, quasi un plagio..



Il libro è in gran parte una copia del testo di Enrichetta Caracciolo "Memorie di una monaca napoletana". Alcune situazioni e dialoghi si ritrovano quasi testualmente in questa opera precedente. Il testo della Hornby però non regge il confronto con quello della Caracciolo, fortemente drammatico anche per la sua natura di memoir. Le poche parti originali della Hornby sono molto sentimentali e banali.
26/10/2013





Questo commento della lettrice Margherita Arzillo mi ha colpito e sono andata a verificare, non conoscendo il testo richiamato, scoprendo la vita di una donna eccezionale, appunto Enrichetta Caracciolo.
Sto ancora leggendo il libro commentato dalla Arzillo e debbo sempre riconoscere che Simonetta Agnello Hornby ha una ottima padronanza della scrittura, come ho potuto constatare leggendo altri suoi libri come "La Mennulara" e "Il veleno dell'oleandro". Ma in questo che sto leggendo avevo sentito una mancanza di spontaneità, avvertito una costruzione, non sempre giustificata dalla necessaria documentazione storica ricca di particolari ed ineccepibile, e quello che scrive la Arzillo non fa onore a questa brava scrittrice.
Oltre alla puntigliosa ricostruzione storica dei luoghi e della società del tempo di cui narra, la Agnello Hornby usa dei vocaboli ricercati per indicare oggetti, situazioni e luoghi specifici, segno di una grande e raffinata documentazione.
Leggendo avevo avvertito richiami a libri già letti, come "Storia di una capinera" di Giovanni Verga, ravvisando nella madre di Agata, la protagonista del libro "La Monaca", la matrigna dell'infelice monacata a forza "capinera".
Ora, grazie alla lettrice Margherita Arzillo, scopro una storia vera di una sacrificata al chiostro: Enrichetta Caracciolo. Ma costei si ribella e si riscatta come persona, come donna, combattendo contro un mondo di becchini che vogliono seppellirla a tutti i costi dentro un abito monacale che soffoca e uccide.
Enrichetta Caracciolo
Nobildonna colta, progressista e dalla spiccata personalità, Enrichetta è oggi considerata tra le più note protagoniste femminili del Risorgimento italiano nonché figura di riferimento per il movimento femminista.
Costretta come molte sfortunate ragazze di "buona famiglia" del suo tempo alla monacazione contro la propria volontà, lottò a lungo con sofferenza e caparbietà per liberarsi dai voti, si fece ben presto fama di pericolosa rivoluzionaria e divenne un'attiva garibaldina. La maggior parte delle notizie che si posseggono sulla sua vita provengono dall'opera autobiografica Misteri del chiostro napoletano, apparsa per la prima volta a Firenze nel 1864 e più conosciuta in tempi recenti con il titolo: "Diario di una monaca napoletana".
Se si leggono i cenni biografici di questa donna forte si scopre che la sua vita segue passo passo le vicende narrate dalla Agnello Hornby su Agata, la protagonista di "La Monaca"... Addirittura le due monache sorelle del padre... La madre che si risposa senza che lei sappia nulla... Quasi un plagio..



Nido di rondine finito male


Tutti gli anni abbiamo il piacere di veder tornare le rondini nella nostra villa di Sabaudia.
Non avveniva nella villetta più piccola, oggi affittata, non avviene nella nostra villa in collina.
Questo posto è particolarmente gradito alle rondini e a noi fa piacere accoglierle, tanto che, oltre a lasciare intatti i nidi che lasciano, sosteniamo quelli più precari, come i due in foto, allocati in fondo alla scala che porta al nostro garage.
Quello che appare a sinistra nella foto quest'anno è stato scelto da una rondine per far nascere 4 cuccioli. Dico da una rondine perché ne ho vista sempre solo una, forse perché il nido è particolarmente piccolo, forse il compagno dormiva in un altro dei numerosi nidi in altri luoghi della casa... O forse si accucciava talmente bene che non si vedeva.. Non so e confesso la mia ignoranza in etologia.
Per non disturbarlo abbiamo disattivato la luce che si vede nella foto, in modo che gli uccellini potessero usufruire del buio notturno.
Una mattina, scendendo in garage, trovo sul penultimo gradino della scala a salire un corpicino implume, non più lungo di 5 cm.: è un pulcino morto.
Mi chiedo dispiaciuta come possa essere finito lì qualora caduto dal nido e non sotto di esso, giù, nel pianerottolo prospiciente il garage. Penso al cane di mia figlia, ma poi subito lo escludo: se lo avesse prelevato dopo la caduta non lo avrebbe portato tenendolo in bocca fino quasi al secondo pianerottolo in salita.
Penso che non ce l'ha fatta, come accade spesso in natura, e i genitori stessi lo hanno tolto dal nido per salvaguardare gli altri cuccioli lasciandolo cadere poi su quel gradino più in alto..
Guardo verso il nido e vedo tre testoline tese con i becchi spalancati, quasi isterici nella richiesta di cibo. 
Penso ai genitori: che si decidano a nutrirli!
Non passo spesso di lì ma quando passo non vedo mai la scena, di solito frequente, dei genitori che nutrono i cuccioli. Non me ne curo più di tanto: la natura va lasciata fare.
Martedì 21 partiamo per la Calabria e il nido è lì con le tre testoline a becco aperto.
Giovedì sera siamo di nuovo qui: davanti alla porta interna del garage vedo una macchia scura, già con una piccola pozza di liquame, ormai secco, sotto una sagoma che sembra un pulcino caduto dal soprastante nido. Desolata penso che è caduto ancora implume, ma da un po', e il caldo ha fatto il resto. Alzo gli occhi al nido e non c'è anima viva: dove sono i due superstiti? Il mio olfatto sensibile sente un lieve odore che di solito in quel punto non c'è. Temo che i due cuccioli rimasti siano morti nel nido. Ne parlo a mio marito e a mio genero: dico che bisogna prendere una scala, verificare il mio sospetto e toglierli da lì per evitare insetti ed altro..
L'indomani mio genero sale sulla scala e mi informa che i due cadaverini sono lì dentro, togliendoli.
Inutile dire che sono triste e non capisco cosa possa essere accaduto. Penso ad una malattia che ha indotto i genitori ad abbandonare il nido.. Ma sembravano così pieni di energia i tre con i beccucci aperti.. Mio genero fa l'ipotesi di una morte di chi doveva nutrirli.. Ci sono predatori di rondini ho letto: falchi, il barbagianni, i gabbiani, i merli, i ratti, gli scoiattoli, le donnole, i procioni, il gatto domestico, i serpenti, le rane, i pesci (quando si avvicinano all'acqua per bere), le formiche (che predano il nido). Quali di questi? O nessuno e i motivi sono altri?