venerdì 31 maggio 2013

Per non dimenticare

Da: L'Espresso
Idv     Chi è Maruccio, l'uomo del disastro
di Andrea Palladino


Ritratto dell'ex enfant prodige del partito nel Lazio. Spuntato dal nulla e arrivato in pochi anni alla stanza dei bottoni del partito. E ora finito in carcere
(13 novembre 2012)
L'ex capogruppo dell'Idv alla Pisana, Vincenzo Maruccio, è stato arrestato il 13 novembre 2012 con l'accusa di peculato per l'illecita appropriazione di fondi destinati al partito

"Voce del verbo fare". Amava scrivere così sui manifesti elettorali, Vincenzo Maruccio, l'enfant prodige dell'Idv del Lazio, spuntato dal nulla, arrivato in pochi anni prima al potente studio legale romano di Sergio Scicchitano, ombra di Di Pietro, poi nella stanza dei bottoni del partito. Per finire, però, nel registro degli indagati della Procura romana. Con l'accusa di peculato.

Quella poltrona all'assessorato dei Lavori pubblici della giunta Marrazzo l'aveva voluta con forza. Posto chiave, dove si prendono le decisioni fondamentali sulle grandi opere, fra cemento, potere e tanti, tanti soldi. Così, dopo essere stato catapultato dal nulla fino alla giunta regionale per sei mesi, fra il 2009 e il 2010, il trentunenne avvocato di Antonio Di Pietro lascia l'assessorato per la difesa dei consumatori, considerato di serie B, per entrare nel sancta sanctorum dei fondi regionali.

Con un'idea precisa: tutte le grandi opere vanno realizzate, mettendo da parte quei rompiscatole dei comitati cittadini. Sì, dunque, alla striscia di asfalto della nuova autostrada Cisterna-Valmontone, progetto ereditato dal precedente assessore Bruno Astorre, ex Margherita.

Sì al raddoppio della Pontina, sfidando l'opposizione degli ambientalisti. Sì all'espansione dei porti sulla costa laziale, il boccone ghiotto che piace tanto ai grandi investitori. Mafie comprese. La colata di opere, cemento e asfalto finite in mano al giovanissimo avvocato originario di Vibo Valentia non poteva, però, non attirare lo sguardo interessato di quell'area grigia a cavallo tra massoneria e cosche della 'ndrangheta. Siamo nel marzo del 2010, pochi giorni prima delle elezioni regionali, quando Vincenzo Maruccio è assessore della giunta uscente. La Dda di Catanzaro sta monitorando i telefoni di un gruppo di imprenditori calabresi, per un'indagine delicata e riservata sui presunti contatti tra la cosca Mancuso di Vibo Valentia e un'associazione culturale con sede a Roma, in odore di massoneria. Francesco Comerci - ritenuto dal pm Bruni «prestanome per conto di Nicola Tripodi» nella società romana Edil Sud e accusato di associazione mafiosa - parla con Rosario Presti, imprenditore formalmente immacolato.

Spiega di aver incontrato un politico calabrese, attivo a Roma: un'assessore regionale, un pezzo grosso. I magistrati di Catanzaro sembrano non avere dubbi, anche perché all'epoca quel ritratto poteva corrispondere solo a Maruccio, l'uomo che aveva riempito Roma con la "voce del verbo fare" e che, dal niente, era poi stato eletto con 8.030 preferenze. Il contenuto della telefonata sembra chiaro: voti, in cambio di appalti. Un'ombra che si allunga sull'uomo chiave dell'Italia dei valori nel Lazio, uno dei più vicini a Di Pietro, che per ogni questione, ogni dubbio, ogni decisione ripeteva ormai come un disco: «Chiamatemi Maruccio». E lui arrivava, alzandosi dalla doppia poltrona di capogruppo in Regione e di segretario politico.

La bufera scoppia all'improvviso. Quando la Banca d'Italia segnala ai magistrati una serie di movimenti sospetti sul conto corrente dell'Idv della Regione Lazio. Dopo una prima verifica scatta per Maruccio l'iscrizione nel registro degli indagati, con l'accusa di peculato. «Per ora lavoriamo su questo fatto preciso, poi vedremo», commentano i pm, assicurando, però, che gli investigatori stanno ricostruendo passo dopo passo la fulminante ascesa dell'avvocato calabrese. Dietro le bocche cucite dei magistrati si intuisce che l'asse Calabria-Lazio potrebbe risultare estremamente interessante, anche perché non è chiaro che fine abbiano fatto i soldi entrati nei conti di Maruccio. Gli estratti bancari mostrano un vorticoso giro di entrate e uscite, che l'ex capogruppo Idv giustifica con la "normale" attività politica. Acquisto dei condom per il Gay Pride compreso.


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Chissà come saranno contenti gli Italiani di aver pagato con le loro tasse i condom per far divertire gli omosessuali che hanno partecipato a quel raduno che chiamano Gay Pride e che quella persona raffinata ed intelligente che risponde al nome di Franco Zeffirelli in televisione definì "un troiaio".

Il giovane avvocato di Antonio Di Pietro, (l'uomo della legalità non dimentichiamolo), si giustificava con quella benemerita spesa (per lui!) insieme a non ben definite "attività politiche"!  

Ha avuto anche l'inutile (per lui!) assessorato per la difesa dei consumatori. 
Ora capisco ancora meglio perché, pur avendo IdV un suo uomo nel C.d.A. di ACEA ATO2 come Consigliere e Vicepresidente, questi non ha fatto nulla per NON FAR PAGARE agli utenti della mia zona la depurazione fognature + IVA al 10% come io gli avevo segnalato, visto che le fognature NON LE AVEVANO, ed in cambio mi era stato detto da un avvocato cassazionista, messomi a disposizione presso la sede regionale del partito per il problema da me proposto, di indurre i cittadini a fare una class-action perché "ora anche IdV ha una associazione di consumatori". 
Era Maruccio all'assessorato forse "l'associazione di consumatori di IdV"??
I militanti, i tesserati, erano ritenuti dei poveri sciocchi evidentemente.
Ma io non lo sono e rifiutai. Scrissi un dépliant e lo diffusi informando chi pagava le fognature senza averle che l'uomo di IdV non aveva fatto nulla e, se proprio volevano fare un class-action era meglio si rivolgessero alla Federconsumatori. Cosa che personalmente io ho fatto ottenendo giustizia.

Questo era il Partito. 
Ma non tutti i tesserati erano scemi ed ora il Partito non esiste più.
Personalmente non ho mai raccolto firme ai banchetti perché vedevo che i tesserati erano solo "portatori d'acqua".
Ho fatto campagna elettorale, questo sì, anche perché mi fu chiesto di stare in lista per le amministrative.
Me ne sono andata molto tempo prima che venisse fuori lo scandalo Maruccio, come ho ampiamente documentato su questo blog.


IdV: il lupo perde il pelo ma non il vizio

----- Original Message -----
Sent: Friday, May 31, 2013 2:50 PM
Subject: Comunicato del candidato alla Segreteria Nazionale IDV ANTONIO BORGHESI

CONGRESSO IDV: C'E' CHI VUOLE FERMARE IL CAMBIAMENTO?
Cari amici,
il congresso nazionale del partito è l’ultima occasione che abbiamo per invertire la rotta e aprire una fase nuova, in totale rottura con il passato. L’ho detto sin dall’inizio: sogno un partito nuovo, democratico, aperto, con un’organizzazione non più verticistica, ma dal basso. Credo sia il sogno di molti di voi.
Ebbene, alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni, il timore è che vi sia qualcuno che non voglia che tutto questo accada e che, piuttosto, punti ad una Italia dei Valori gattopardesca, dove tutto cambia senza che nulla cambi davvero.
Ho la forte preoccupazione che il congresso possa non svolgersi con la trasparenza e la legalità che questo importante momento di rinascita di Italia dei Valori richiede.
Mi  auguro che, mercoledì prossimo, l’Ufficio di presidenza faccia sentire forte e chiara la sua voce. Diversamente, farò una seria riflessione se continuare o meno questa avventura: che senso avrebbe continuare a giocare un partita non regolare, dove si farebbe strame delle regole?
Ecco il punto. Nell’ultimo mese, nelle ultime settimane, c’è stata una anomala ed abnorme crescita di iscritti. Ciò è accaduto, soprattutto in alcune regioni. Io ho denunciato, ogni giorno, puntualmente queste anomalie. Potete farvene un’idea chiara dall’allegato che vi mando unitamente a questa mia comunicazione.
Alle amministrative, abbiamo presentato le nostre liste in soli 19 comuni su 700 che andavano al voto, peraltro con esiti preoccupanti, nonostante gli entusiasmi di qualcuno. Ebbene, allora come è possibile che, in alcune regioni non ci siamo presentanti per mancanza di persone da mettere in lista ed improvvisamente, in quelle stesse regioni, compaiono centinaia di iscritti?
Ieri, la maggioranza dei garanti dei candidati, al termine della riunione,  ha dichiarato di non poter assicurare il controllo sulla effettiva autenticità di ogni singolo tesseramento del 2013.
In effetti, avendo avuto accesso ai moduli di iscrizione depositati presso la sede, ho potuto constatare come in molti casi le sottoscrizioni sembrano prodotte dalla stessa mano, in altri  mancano riferimenti telefonici , in qualche caso, previa mia telefonata di accertamento, il neo-iscritto non sapeva neanche cosa fosse Italia dei Valori.
Ebbene, io mi chiedo e vi chiedo: che senso ha? E’ evidente che siamo di fronte al vero nodo di questo congresso straordinario. Così non può andare!
Dalle decisioni che saranno assunte nelle sedi opportune dei prossimi giorni, dipenderà la mia decisione di continuare o meno questa battaglia.
Se qualcuno sta truccando le carte, dopo le opportune verifiche, va fatto accomodare alla porta. Senza se e senza ma. Siamo stati il partito della legalità. Ma se non riusciamo a farla rispettare neanche dentro casa nostra, allora niente ha più senso.

Antonio Borghesi
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Antonio Borghesi non si era mai accorto prima dell'andazzo all'interno del Partito di cui anch'io ho fatto parte?
L'on. Ivan Rota mi scrisse e seguì la "sparizione della mia tessera" proprio alle soglie del Congresso Regionale Lazio. Eppure un serio avvocato della mia sede aveva consegnato già da tempo nelle mani della Segretaria del Coordinatore Regionale la mia scheda con firma e pagamento per il rinnovo annuale. Poi, all'improvviso, riapparve.
Che ridere! E non fu l'unico episodio prima di quel Congresso: potrei fare altri nomi di compagne di partito (anche loro poi fuggite)  che hanno vissuto la stessa esperienza.

Siamo stati il partito della legalità. Ma se non riusciamo a farla rispettare neanche dentro casa nostra, allora niente ha più senso.  Scrive Borghesi... Ma quando mai "siamo stati il partito della legalità" caro Borghesi! A parole!
Non la facevano rispettare nemmeno prima la trasparenza e la legalità!
Lei dice che allora niente ha più senso : infatti! E da molto!
Tutte le lettere, anche pubbliche, scritte da tanti tesserati al creatore del Movimento poi Partito a lei non sono mai giunte? Non ne ha mai avuto sentore? Di Pietro le cestinava e basta?
Boh??!

IdV: un cadavere che tenta di risorgere

----- Original Message -----
Sent: Friday, May 31, 2013 12:14 PM
Subject: Comunicato del candidato alla Segreteria Nazionale IDV NICCOLO' RINALDI

Prego non rispondere a questa mail
Nota di Rita Coltellese: e chi risponde? Però lo pubblico!



Le Ali del Gabbiano. 5

Cari amici,
oggi non si può concludere, e nemmeno iniziare questa comunicazione, col consueto "sorriso". Le cose non vanno bene. Il garante della nostra mozione, Luigi Li Gotti, si è dimesso dal suo incarico. Lo stesso ha fatto il garante di Antonio Borghesi. Luigi, un uomo di principi e di grande "esperienza del mondo" ha lasciato il suo ruolo, che non era di rappresentante d lista, ma di garante per l'insieme del Congresso, al cospetto di anomalie nel tesseramento che finora l'Ufficio Uno non è riuscito a chiarire né i garanti a sanare.
Nel suo messaggio di dimissioni, Luigi, che nella vita ha affrontato vicende professionali e politiche molto impegnative, ha scritto di non aver potuto dormire la notte riflettendo su cosa ci stava a fare, e che si è dimesso per "dignità". Trattandosi, il nostro, di un congresso basato sul peso e sul ruolo degli iscritti, ci troviamo di fronte a un macigno.
Nelle scorse settimane, avevo riscontrato di persona alcune anomalie, altre mi erano state riferite, ne avevo fatto qualche accenno nella mia comunicazione senza però mai voler arrivare a denunce pubbliche. Anche altri candidati, e in particolare Antonio Borghesi, hanno sollevato il problema. Avevo chiesto la sospensione dell'Ufficio Uno, data la possibilità, chiamiamola così, di una sua scarsa neutralità. Qualcosa era stato ottenuto. Evidentemente non abbastanza.
Finora del resto non è possibile disporre di un quadro ragionato delle richieste di iscrizione, se una persona come Luigi Li Gotti, che mi aveva anche consigliato di parlare di politica vera e di evitare polemiche sulle meschinità di certi comportamenti, ha deciso che c'è poco da garantire sul processo congressuale, dobbiamo tutti riflettere su come, e se, procedere.

Per ora manteniamo i confronti pubblici tra candidati, e aspettiamo i risultati di una riunione dei garanti convocata per la prossima settimana. Ma certo non si starà a fare gli spaventapasseri mentre alcuni corvi sembrano capaci di rovinare tutto un partito, il suo entusiasmo e la sua umanità.
Niccolò Rinaldi

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Niccolò Rinaldi è Deputato Europeo IdV anche grazie al mio voto.
Per quel che ne so io è persona perbene.
Stanno cercando di rianimare qualcosa che non è mai esistito se non nella speranza e nella credulità della gente come me.
Nulla è cambiato, come si evince già dai prodromi.
Antonio Borghesi è l'unico a cui avevo dato spazio su questo blog qualche post fa per l'autocritica dei suoi messaggi.
Borghesi, Li Gotti e Rinaldi sono fra i pochi che hanno fatto qualcosa di concreto negli ultimi tempi e l'ho commentato nei miei post degli anni precedenti, prima che Giano Bifronte mandasse definitivamente "a puttane" il partito grazie a pupazzi vuoti a cui aveva dato cariche importanti.
Amen.


giovedì 30 maggio 2013

Per Sara Calzolaio Roberta Ragusa è viva: speriamo ci dica pure dov'è!

Da: LEGGO.it

Mercoledì 29 Maggio 2013
PISA - "Roberta Ragusa è viva e tornerà a casa". Lo ha dichiarato in procura durante l'interrogatorio Sara Calzolaio, ormai compagna ufficiale di Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa e unico sospettato della sua scomparsa.
Secondo le indiscrezioni sull'interrogatorio raccolte da Chi l'ha visto?, la Calzolaio avrebbe ribadito l'innocenza di Logli, confermando che la fatidica sera del 14 gennaio 2012 l'uomo sarebbe andato a letto presto senza raccontarle di particolari litigi con Roberta, e che le telefonate che si sono scambiati i due amanti quella sera, e su cui gli inquirenti chiedono spiegazione, non reppresentano una stranezza poiché lei e Logli si sentivano abitualmente al cellulare prima di addormentarsi.
Riguardo al supertestimone Loris Gozzi, che nelle settimane scorse ha dichiarato di aver visto Logli in macchina dopo la mezzanotte, avrebbe dichiarato che si tratta solo di un impostore.
La donna ha poi rifiutato di rilasciare dichiarazioni all'inviata di Chi l'ha visto e non si è voluta far riprendere.

2 commenti presenti

beh
allora vuol dire che l\'hanno rapita.... ma certe persone credono che la gente sia completamente deficiente?
Commento inviato il 2013-05-30 alle 14:32:12 da cinziamercandelli

roba da non credere!
Ah ah ah roberta ragusa e' viva e tornera' a casa logli e andato a letto presto e quindi e 'innocente e gozi è un impostore insieme alla moglie e alla suocera. A proposito, scusate dimenticavo: io sono la regina d'inghilterra e il mio amante napoleone bonaparte. Uha uha ua ua ....che ridere!!!!!!
Commento inviato il 2013-05-30 alle 04:57:20 da lucas59

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Ha ragione Loris Gozzi ad aver avuto paura fin dall'inizio e a non aver voluto andare subito da chi indaga sulla sparizione, in una freddissima notte di gennaio 2012, di una mamma che è uscita di casa nel gelo senza prendere la sua auto, i documenti e neppure un cappotto per coprirsi. Manca, sembra, solo un pigiama rosa, con cui la sua bambina di 10 anni sembra dica di averla vista prima di andare a dormire.
Bisogna scrivere sempre SEMBRA, perché non possiamo leggere le carte degli interrogatori ed abbiamo solo le inchieste giornalistiche e questa è gente che querela, così ha detto Marco Liorni su RAI 1. La querela, ha detto, l'hanno sporta i Logli contro un giornale che aveva scritto che l'amante di Antonio Logli (questo si può scrivere dato che Logli risulta sposato, in Chiesa addirittura, con Roberta Ragusa), tale Sara Calzolaio, viveva con lui. Evidentemente per loro non è vero, anche se la trasmissione di RAI 3 "Chi l'ha Visto" ha riportato indiscrezioni sull'interrogatorio reso ai magistrati dalla signorina Sara, che avrebbe detto di occuparsi del Logli e dei suoi figli presentemente. Boh?!
Inoltre, come scrive anche Leggo.it, la medesima trasmissione ha riportato la dichiarazione della baby-sitter-impiegata dell'Autoscuola, di cui è (o no? Forse dobbiamo scrivere era?) proprietaria Roberta in società con il suocero, in cui si dice convinta che Roberta è viva.
Tutti si chiedono da quale fantascienza abbia tratto codesta convinzione e come pensa che per la gente di comune buonsenso questo possa essere credibile. In quale mondo parallelo dove si può vivere invisibili e senza documenti pensa che sia la sua amica e datrice di lavoro, alla quale con tanta disinvoltura ella mentiva tutti i giorni senza star male né punto né poco?!

Un commento però mi scappa proprio sul suo aspetto: hanno scritto e detto che è una ragazza "acqua e sapone", e in effetti non ha trucco e questo la dice lunga sull'"acqua cheta che sfonda i ponti", ma per il resto meraviglia la sua linea con il baricentro basso e largo e le gambe con il ginocchio valgo!
Misteri della psiche maschile!
Ma dopo Carlo di Inghilterra che si era fatto per amante la signora Camilla, sposata e convivente con un ufficiale di Sua Maestà, non bisogna meravigliarsi più di niente e bisogna rassegnarsi al fatto che proprio non si può capire tutto!!! 

mercoledì 29 maggio 2013

Franca Rame è morta a 84 anni

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=zzh7FmmNDAM

Quello che Franca Rame non dice all'inizio di questo monologo è che, da grande artista quale è, ha scritto il monologo del suo martirio, subìto molto tempo prima e di cui io lessi la triste cronaca sui giornali. Per molto tempo non se ne è parlato più finché lei non è riuscita a riparlarne attraverso questa costruzione artistica.
Pare che furono dei fascisti in un'epoca in cui il fascismo non c'è più, per sfregio verso una donna di sinistra ed il suo impegno sociale in favore dei detenuti.

Non avevo le sue idee politiche ma l'ammiravo perché era una Grande Donna vera, sincera, piena di dignità.

martedì 28 maggio 2013

Little Tony

Da: Leonardo.it

Cristiana Ciacci a Tgcom24
A poche ore dalla morte di Little Tony, è la figlia Cristiana Ciacci a parlare ai microfoni di Tgcom24 raccontando gli ultimi giorni di suo padre e quello che è accaduto la sera del 27 maggio a Villa Margherita dove era ricoverato:

“Ero con lui quando è successo l’inevitabile. Da una piccola parte provo sollievo per lui perchè soffriva davvero tanto. Vedere una persona che ami soffrire così chiedi la pace.  Avevamo un grande rapporto, cresciuto negli anni e molto, molto forte. Era molto legato ai miei figli, chiedeva sempre di loro ma ha chiesto di non vederli. Non voleva che si sapesse che fosse malato e non ha voluto la camera ardente anche se credo che potesse essere una cosa bella per tutti i suoi fan. Ha voluto una cosa riservata. Spero venga ricordato come persona di spettacolo e umanità, quello che è sempre stato”

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Non ho avuto la "fortuna" di poter stare accanto a mio padre quando la sua vita è cessata e questo mi ha lasciato un segno interiore. Pur non sperando più che ci sia qualcuno che ci ascolta ho silenziosamente pregato di poterlo fare almeno per mia madre... Ed è avvenuto. Sarà stato un caso... o, per chi crede e spera, sono stata esaudita. Non è stato bello però e mi ha lasciato comunque un senso di colpa per non aver fatto abbastanza per lei... Tutto ci sfugge dalle mani... anche quando ci mettiamo tutta la buona volontà e le migliori intenzioni... Pensiamo di poter fare qualcosa... ma forse dovremmo solo accettare che quello che possiamo fare è ben poco...

Questo vecchio ragazzo, così ben invecchiato, che aveva superato un infarto, è stato sconfitto dal solito cancro.
Da giovane ho sfiorato la possibilità di conoscerlo e... ho rifiutato. Molti penseranno che sono una sciocca e lo penseranno ancora di più quando dirò il motivo: avevo 17 anni e lui era già famoso, era Little Tony. Un gruppo di amici frequentava la sua casa e mi disse se volevo andare, ma io rifiutai perché temevo di... compromettere la mia reputazione di ragazza perbene! Ero una "bacchettona" forse, non so, ma questo caratterino rigido mi è rimasto fino ad ora... Lui aveva fama di "sciupafemmene" e non mi sembrava prudente andare a casa sua. Molte penseranno e pensarono anche allora: "Che scema!" Oggi so che era un gran bravo ragazzo, anche molto romantico perché ha amato una sola donna tutta la vita, pur avendo un aspetto affascinante e una professione che gli dava immense possibilità.
Cantava benissimo, ballava in modo sexy ed elegante.
Una sera un'amica del gruppo che lo conosceva mi disse: "Vieni, c'è Tony, è in macchina, te lo presento." Guardai l'auto, lui era seduto ed anche da seduto si vedeva che non doveva essere molto alto: vidi solo il suo "capoccione". Mi trassi indietro e la mia amica desistette.

Oggi sento che un altro pezzo dei miei anni se ne è andato. Se ne stanno andando tutti quelli della mia generazione... Molti amici e parenti non sono mai arrivati ai 70... si sono fermati prima... ai 60, 66, ecc.. Io sono ancora qui... ed ogni giorno è un regalo.

Senza parole

Link a questo video:
http://video.ilmessaggero.it/index.jsp?videoId=8567&idSezione=13

Il video non è più direttamente visibile, ma inserendo sulla barra del vostro browser il link sopra riportato potrete vedere un salvataggio eccezionale e di cosa sono capaci certi esseri della specie umana...

Beppe Grillo: analisi perfetta

Da: Repubblica.it

IL GIORNO DOPO le amministrative, il risveglio è amaro per il Movimento 5 stelle. Voti dimezzati, analisi divergenti. E arriva l'autocritica di Beppe Grillo, capo politico del movimento, con un post sul blog intitolato "Vi capisco": "Il M5s ha commesso errori, chissà quanti, ma è stato l'unico a restituire, nella storia della Repubblica, 42 milioni di euro allo Stato, a tagliare lo stipendio dei parlamentari e a destinare i tre quarti di quello dei consiglieri regionali siciliani alla microimpresa". Il leader rivolge poi una critica agli elettori di Pd e Pdl, i partiti che "li rassicurano ma in realtà hanno distrutto il Paese".

"Paese diviso".
Grillo parla di "due Italie", sottolineando che "la prima è interessata giustamente allo status quo. Si vota per se stessi e poi per il paese. Nella nostra bandiera c'è scritto 'teniamo famiglia'. In questi mesi non ho sentito casi di funzionari pubblici, pluripensionati o dirigenti di partecipate che si siano suicidati. Invece, giornalmente, sfrattati, imprenditori falliti, disoccupati si danno fuoco, si buttano dalla finestra o si impiccano. Queste due italie sono legate tra loro come gemelli siamesi, come la sabbia di una clessidra". "L'Italia A", prosegue Grillo, "non può vivere senza il contributo fiscale dell'Italia B, ma quest'ultima sta morendo, ogni minuto un'impresa ci lascia per sempre. Vi capisco comunque, la pensione, in particolare se doppia o superiore ai 5.000 euro, è davvero importante. Lo stipendio vi fa sopravvivere, che sia pubblico o politico non ha importanza". E conclude: "L'autunno freddo è vicino e forse, per allora, l'Italia A capirà che votando chi li rassicura, ma in realtà ha distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno. Vi capisco, avete fatto bene". Segue un post scriptum: "Ringrazio tutti coloro che hanno 'rischiato' dando il loro voto al M5s, che avrà a seguito di queste elezioni dove si presenta in 199 comuni, in quasi tutti per la prima volta, circa 3/400 nuovi consiglieri, raddoppiando quelli attuali".

L'intelligentissima, lucida, amara ironia di Beppe Grillo la condivido pienamente.
L'unica cosa che posso dirgli dal mio piccolo blog è che, forse, molti non hanno votato M5S perché dopo il successo nelle politiche si aspettavano azioni più incisive. Ci sono problemi urgenti da risolvere e forse chi ha votato M5S si aspettava soluzioni.
Forse li hanno visti troppo temporeggiatori... forse...
Comunque chi ha votato lo ha fatto per le ragioni che Grillo scrive sul suo blog e che Repubblica.it ha riportato nel suo articolo. Chi non è andato a votare è stanco e non crede che serva più a niente.

Nel piccolo comune dove risiedo non si votava, quindi io sono stata solo a guardare. Comunque qui tutto è fermo come in una palude. Il Sindaco ignora i problemi e i bisogni: nella mia strada non fa pulire i marciapiedi da anni. Sono ricoperti di erba e calcinacci piuttosto grossi... Eppure sono costati un bel po'! Hanno pagato in passato parcelle a soggetti esterni al Comune che "li hanno progettati": era pubblicato a suo tempo sul sito del Comune stesso... così l'ho saputo. Chissà come mai non lo poteva fare un qualsiasi geometra dell'Ufficio Tecnico Comunale per risparmiare... Però ora si risparmia sulla pulizia. Non ci sono soldi neppure per una pulizia almeno biennale! La prova di quanto scrivo sono le foto che ho fatto a codesti luoghi molto tempo fa e che ho pubblicato su questo blog. Tutto è rimasto uguale: come in palude... fermo...
Abbiamo chiesto personalmente e per iscritto un poco di vernice bianca per la sicurezza stradale: là dove la nostra strada sfocia su una statale non c'è più segnaletica orizzontale... Lo sbracamento della società comporta che la gente entri contromano, parcheggi di traverso chiudendo il lume stradale e costringendo chi rispetta il Codice della Strada ad andare contromano oppure a non proseguire...
Ma non ci sono soldi, evidentemente, e niente segnaletica...
Oggi ho consegnato il Mod. 730 al CAAF CGIL e mi hanno detto che da CUD INPS il mio comune aveva incassato più IRPEF comunale del dovuto da me... Mi verrà restituita... Almeno questo. In un precedente post avevo conteggiato quanti soldi l'anno mio marito ed io versiamo a questo comune... per averne niente!
Intorno a noi continua un visibile andazzo di abusivismo edilizio. Tutti evasori di IMU e TARSU avendo metri quadrati che il comune si guarda bene dall'accertare...
Una volta ho chiamato i Vigili Urbani perché un signore, non contento di aver costruito un'intera dépéndence nel suo giardino senza nemmeno rispettare per decenza i 3 metri canonici dal confine con proprietà condominiali, aveva anche aperto uno scarico verso la griglia della raccolta delle acque piovane condominiali nell'intento di riversarci le acque (?) del bagnetto della dépéndence. Ho fotografato tutto naturalmente.
Un solerte e scafato impiegato comunale mi ha consigliato di protocollare la segnalazione presso il loro ufficio. Ciò nonostante tale segnalazione non si trovava più nell'Ufficio dei Vigili Urbani dove l'Ufficio Protocollo l'aveva inviata... Dietro mia insistenza è saltata fuori. Sempre dietro mia insistenza finalmente, a mesi di distanza, sono venuti due Vigili. L'esito dell'ispezione non mi è stato comunicato ma forse vale la pena di ricordare il cipiglio con cui la vigilessa mi ha detto: "Lei si fa carico di dire che questa casa (la dépéndence) è abusiva!" Debbo dire che non ho potuto non sorridere, solo sorridere per educazione... ed ho risposto:"Se non lo fosse voi al Comune dovreste avere la concessione edilizia che gli avete dato oppure la pratica di condono. Siete Voi che avete il controllo del territorio... o no?"
In questa zona si può costruire solo se si posseggono oltre 5.000 metri quadrati di terreno, almeno. 
Non compare mai alcun cartello con numero di concessioni, direttore lavori ecc. ecc..
Da tempo non c'è stato più alcun condono edilizio e la  dépéndence, esempio emblematico della situazione, è sorta dopo l'ultimo (foto fatta con giornale "La Repubblica" aperto sulla data del momento inizio lavori).
Essa non può neppure rientrare nell'aumento di cubatura del 20% delle abitazioni esistenti, (ammesso che in questa zona sia stato accettato), trovandosi ben distante dalla abitazione principale e, entrambe le distinte costruzioni, in 1.500 metri quadri scarsi di terreno.
Ma alle prossime elezioni comunali andrò a votare! Ci potete giurare! Sperando che ci sia un candidato a 5 Stelle!

lunedì 27 maggio 2013

Fiorito solo poco più di 3 anni! In appello, vedrete, diminuiranno...

PECULATO - art. 314 Codice Penale
1. Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del
suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa
mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.
2. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito
al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è
stata immediatamente restituita.
La norma punisce i comportamenti disonesti di dipendenti pubblici che usano per fini
personali beni appartenenti alla Pubblica Amministrazione (P.A.) o appartenenti a privati
ma destinati ad essere utilizzati per porre in essere un servizio pubblico.
● A tutela di chi?
Ciò che il legislatore ha voluto tutelare introducendo questo reato, perciò, è
innanzitutto il valore della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità
della P.A., che discende dall’art. 97 della Costituzione.
E’ evidente infatti che, se tali comportamenti non fossero puniti, la P.A. - e dunque,
ognuno di noi in quanto cittadino e contribuente - sosterrebbe delle spese per
procurare un vantaggio non ai cittadini nella loro generalità o allo Stato nell’interesse
del quale essa agisce, bensì ad un singolo (il dipendente pubblico) e senza che tale
beneficio sia basato su una previsione di legge (quindi decisa dal Parlamento, organo
rappresentativo dei cittadini).
In secondo luogo, la norma tutela il patrimonio (ovvero l’insieme dei beni)
affidati alla P.A.
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Da: L'Espresso

Tre anni a Fiorito: 'Rileggo Proust'

di Martino Villosio
Il Batman pensiero: che in carcere ha rinfrescato i classici della letteratura, ha imparato ad apprezzare Grillo e ora ammette lo sbaglio di aver 'abbandonato la contestazione per l'istituzione'. Intervista all'ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale del Lazio, condannato a tre anni e quattro mesi:

Vi risparmio "l'intervista": il copione si ripete e il messaggio che il Paese ne riceve è devastante.
Pochi conservano comunque e soffrendo la propria integrità, rispondendo ormai solo alla propria coscienza, all'immagine interna che hanno di sé.
Tutti dicono che si deve rubare molto e la si farà franca.
La vergogna fra poco sparirà come vocabolo dai dizionari, come è andato in disuso il vocabolo GALANTUOMO, parola che sentivo spesso sulla bocca di mio padre. Erano gli anni dal 1950 al 1970... poi è iniziato un inarrestabile declino.
Guai a non dare il buon esempio! Più si ricoprono posti di responsabilità più si è chiamati a darlo: altrimenti sarà una valanga senza freni e la società scivolerà sempre più in basso.

In questi anni i politici per primi hanno dato pessimo esempio riducendo la Politica ad esercizio esecrabile di arricchimento personale con tutti i mezzi: anche quelli legislativi, varando leggi che consentono loro non solo di avere facilitazioni e prebende al di fuori della equivalente realtà europea, ma anche di avere enormi disponibilità di denaro pubblico per le "loro attività politiche" che, insieme ai "rimborsi elettorali", varati calpestando il risultato di un referendum, saccheggiano grandemente le casse dello Stato.

Il cittadino, per contro, si è visto succhiare il sangue da una tassazione spietata senza ritorno di servizi.

Basta vedere i treni dove la gente è costretta a salire per andare ogni giorno al lavoro (quando ce l'ha) in posti lontani da dove abita: carri bestiame che spesso saltano l'orario lasciando la gente nello smarrimento.

Dopo i politici metterei subito la classe spesso antagonista: i magistrati.
Spesso, troppo spesso, danno un pessimo esempio dando pene risibili a chi ha fatto tanto del male, sia al pubblico denaro che a privati con violenza...
L'aspettativa di giustizia di chi si comporta bene ne rimane ferita.
Questo già basta per capire l'enorme danno sulla Società.
Chi continuerà a comportarsi bene? Solo chi lo fa per sé stesso, come ho scritto all'inizio di questo post.
Non c'è nessuna speranza di venire ben governati, per questo si cominciano a disertare le urne...
Non c'è speranza di giustizia né fiducia nella magistratura: per questo il Referendum sulla responsabilità civile dei giudici aveva dato quel risultato, anch'esso disatteso da una leggina ridicola in cui chi paga per l'errore del magistrato è sempre lo Stato con le sue casse... quindi sempre noi contribuenti.

Cronache di Pazzie Quotidiane - Solo un'informazione...

Solo un'informazione...


Nella ridente cittadina di mare il Sindaco aveva realizzato una perfetta raccolta differenziata dei rifiuti.
Marina e suo marito avevano preso i cestini colorati, i sacchetti colorati, l'ordinanza esplicativa ed il calendario dei ritiri.
Tutto funzionava alla perfezione con grande soddisfazione della coppia molto civile e, soprattutto lei, ecologista!
Nella ridente cittadina di mare c'erano lungo il litorale vari Consorzi: agglomerati di case vacanze e non, organizzati con un Consiglio Direttivo ed un Presidente che si preoccupavano di far funzionare l'interno di tali Consorzi.
Quando la Presidente del Consorzio, dove abitavano Marina e suo marito, comunicò che gli sfalci dei giardini potevano anche essere portati nello slargo del Consorzio adiacente al loro, perché così aveva comunicato il Sindaco, si meravigliarono un poco, ma trovarono comoda quella possibilità in quanto funzionava solo il sabato quando di solito falciavano il loro giardinetto.
Ma non poterono mai usufruire di quel punto raccolta perché, quando si decisero a farlo, il cassone del sabato non c'era più. Era stato dismesso ed al suo posto, nonostante i cartelli informativi, c'erano sparuti sacchi lasciati da gente che, arrivata fin lì, li aveva  mollati ugualmente per non riportarseli indietro. 
"I soliti incivili!" Aveva commentato disgustata Marina.
Fino ad allora avevano usato l'altro sistema: chiamare la Ditta Appaltatrice che ritirava gli sfalci fissando una data in cui gli addetti sarebbero passati per tale necessità. 
La Presidente del loro Consorzio non comunicò una sostituzione del centro di raccolta settimanale, né ebbero la possibilità di saperlo dal numero verde della Ditta Appaltatrice, né dal Comune, andando alla casa al mare solo di sabato...
E' vero, avrebbero potuto telefonare durante la settimana per avere questa informazione... Ma si sa, durante la settimana si è altrove e si pensa ad altre cose...
Così quel sabato, dopo aver tentato di nuovo con il numero verde, lei disse: "Possiamo chiedere a qualcuno del Consorzio "Capolecce", forse loro sanno qualcosa visto che il centro di raccolta era proprio lì."
Nello slargo c'erano potature di una palma gettate lì dai soliti incivili e un paio di sacchi di incorreggibili che si ostinavano a lasciarveli anche senza la presenza del cassone di raccolta.
Marina lesse i nuovi cartelli: uno comunicava un numero verde per il ritiro di rifiuti ingombranti, l'altro era del Presidente del Consorzio "Capolecce" che pregava di non lasciare lì i rifiuti di erba e che il nuovo sistema di raccolta era esposto sulla loro bacheca.
"Andiamo a leggere la loro bacheca." Propose Marina al marito. "Visto che la nostra Presidente, nella nostra, non ha messo nessun avviso su questo argomento!" Aggiunse polemica.
Si avviarono, ma la bacheca, che avrebbe dovuto stare all'inizio delle strade consortili, non c'era. Percorsero allora un tratto del viale d'ingresso dopo aver superato un'insegna che comunicava la presenza all'interno di una Pizzeria/Trattoria/Bar... Ad un tratto suo marito disse:"Ci sono delle persone, - indicando a destra un gruppetto fuori da un cancello - chiediamo a loro."
"Chiedo io." Fece Marina. E aspettò che lui si fermasse con l'auto per scendere. Ma lui, visti due signori molto distinti alla sua sinistra, abbassò il finestrino e chiese ad uno di loro: "Scusi, il centro di raccolta per gli sfalci non c'è più. Sa dove l'hanno spostato?"
L'uomo distinto si chinò verso il finestrino e rispose: "Non dovete portare i rifiuti qui! Voi qui non ci dovete entrare!"
Il marito di Marina provò a spiegare meglio, capendo che colui era caduto in un equivoco: "No, ma non vogliamo portare qui i rifiuti... chiedevo un'informazione su..." Ma quello non lo fece spiegare e continuò nella sua idea dandogli sulla voce: "Qui non ci dovete venire. Qui non ci dovete entrare..." Sbraitava. Mentre l'altro signore accanto a lui taceva guardandolo sbraitare con l'aria di chi non solidarizza, anche se pure lui abitava in quel luogo. Il marito di Marina tentò un altro paio di volte di spiegare quello che voleva chiedere, ma quello sembrava sordo e ripeteva le stesse frasi come un disco. A questo punto, dato che il marito di Marina era un poco fumantino, smise di tentare di spiegarsi e si arrabbiò: "Lei è un maleducato, un incivile, ma che modo è..." E fece per muovere l'auto ed andar via. Ma Marina, che si riteneva una grande comunicatrice, aprì lo sportello, scese e si rivolse all'uomo: "Guardi che mio marito non si è fatto capire bene... noi donne comunichiamo meglio.. lui chiedeva soltanto dove..." Ma quello sempre come un disco un po' veemente la interruppe ripetendo: "E' da un anno che qui non si fa più la raccolta, qui non ci dovete venire, qui non potete entrare..." L'altro signore taceva imbarazzato e lo guardava tenendo le braccia conserte.
"Ma sì, lo sappiamo... - provò a spiegarsi la donna - infatti chiedevamo un'informazione..."
Ma quello sembrava non udire, interrompeva di nuovo ripetendo come se parlasse da solo: "Dovete andare a prendere i sacchetti, i cestini alla Ditta..." 
"Ma lo so non è questo..."
"La Ditta, dovete andare alla Ditta, qui non ci dovete entrare!"
"Ma andiamo via! - Disse il marito fra il corrucciato e lo scandalizzato richiamando sua moglie. - Ma lascia perdere, ma lascia stare questo maleducato!"
Ma l'ostinata comunicatrice rispondeva all'ossesso: "Abbiamo chiamato la Ditta, ma non risponde, e nemmeno il Comune."
E quello in continuità, senza pause: "Eh! Certo se venite di sabato, se venite solo il sabato e la domenica! Dovete venire durante la settimana! Se venite solo il sabato e la domenica!"
A Marina cominciava a venire da ridere. Aveva una reazione opposta a quella di suo marito perché quell'uomo ascoltava solo se stesso e ripeteva quello che aveva appena detto in modo ossessivo. "Ma lei non ascolta! - Gli disse Marina. - Lei non comunica!" Ma quello ripeteva le cose che aveva appena dette, le stesse frasi, interrompendo e non ascoltando. Intanto sentendo quello che, ahimé per lei, doveva essere suo marito, o comunque persona con lei convivente, sbraitare, una donna anziana con lunghi capelli biondi si era affacciata al cancello di fronte e rispose lei alle tronche spiegazioni e domande di Marina, avendo, almeno lei, capito benissimo la richiesta di informazioni anche se sentita a distanza, e rispose: "Si lasciano fuori dal cancello il giorno del ritiro dell'umido."
"Ah! Ecco, questo volevamo sapere, questa è l'informazione."
"Passano loro. Ritirano a domicilio."
"Senza avvisare?" Marina  approfittò della normalità della donna togliendosi ogni dubbio sulla nuova procedura.
E quella tranquilla ripeté: "Senza avvisare come si faceva prima. Si lasciano fuori lo stesso giorno dell'umido."
"Grazie, - fece Marina risalendo in macchina - è quello che volevamo sapere." 
Per tutto il tempo di quel breve scambio di frasi fra le due donne il compulsivo aveva continuato ossessivamente a ripetere le stesse frasi, l'altro signore sempre in distaccato silenzio guardandolo imbarazzato, e il marito di Marina sempre scocciatissimo che le diceva "Lascia andare... andiamo via.. dai andiamo!"
"Sei rimasta a parlare con quel villano!" La rimproverò.
"Ma che villano, - disse lei ridendo - quello era matto! Ma una persona normale come fa a dire "Qui non ci dovete entrare"?! C'è addirittura un bar... una pizzeria.. se i gestori lo sentono gli menano!"
"Non era matto, era un cafone!" Continuava ad arrabbiarsi il marito.
"Ma no! Ti dico che era un matto! Ma come fa a dire alla gente che "non debbono venire solo il sabato e la domenica"?! Ma la gente viene quando gli pare!"
"Comunque era un cafone e tu non dovevi parlarci!" Continuò lui corrucciato.
Lei rideva: "Ma uno così, che non ti fa parlare, che non comunica e getta fuori frasi a getto continuo in modo ossessivo, ripetendo e ripetendo, non ascolta, emette e non riceve... Come faccio ad arrabbiarmi, ad offendermi... è un poveretto e a me fa ridere! Hai visto la moglie? E' uscita sul cancello perché lo aveva sentito... povera lei... lo conosce... e in due parole ci ha dato l'informazione che ci serviva, mentre lui continuava ad abbaiare le sue frasi ossessive." 




domenica 26 maggio 2013

Tutti a casa!

L'ex tesoriere della Margherita arrestato per appropriazione indebita ha ringraziato i frati per l'ospitalità: «Sono commosso»

PER APPROFONDIRE tagtribunale, lusi, convento, margherita
Lusi all'ingresso del convento
ROMA - È tornato in libertà per decisione della quarta sezione del Tribunale penale che lo sta processando per l'accusa di appropriazione indebita di 25 milioni di euro sottratti ai fondi del gruppo politico Margherita il senatore Luigi Lusi.

I giudici hanno accolto un'istanza degli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, ritenendo, alla luce di quanto emerso dalla istruttoria dibattimentale, che non ci siano più esigenze cautelari che dal 18 settembre dello scorso anno hanno visto Lusi detenuto agli arresti domiciliari nel convento di Santa Maria dei Bisognosi a Carsoli.

La decisione di scarcerare Lusi è stata presa nel corso di una nuova udienza del processo, alla quale come le precedenti udienze, Lusi era presente.

Ascoltando la lettura del provvedimento del Tribunale il senatore Lusi, che da sempre segue lo svolgimento del processo, è stato colto da commozione ed ha abbracciato gli avvocati Petrucci e Archidiacono suoi difensori. Secondo i due penalisti, «il Tribunale ha preso atto del fatto che si è conclusa ormai l'istruttoria dibattimentale e perciò è possibile il provvedimento. Riteniamo che l'impianto accusatorio si stia incrinando, quanto meno sull'aspetto dell'associazione a delinquere».

Come si è detto Lusi attualmente era detenuto agli arresti domiciliari presso il convento di Santa Maria dei Bisognosi a Carsoli. Tornerà nel convento per recuperare i suoi effetti personali e domani tornerà a Roma per riunirsi alla moglie.

Anche Lusi ha voluto commentare la decisione del Tribunale dicendo: «Sono commosso, continuerò a seguire il processo come ho fatto fino ad oggi con la massima serenità e fiducia nel Tribunale».

In galera ci rimangono solo i piccoli ladri: Maruccio e Fiorito sono già usciti e dichiarano tutti che "hanno tanta fiducia nella giustizia di questi giudici".
Chi non ha più fiducia invece sono i cittadini che pagano le tasse, anche esageratamente, e aspettano di riavere il credito di imposta riconosciutogli dall'Agenzia delle Entrate da gennaio e gli impiegati rispondono "che non sanno quando gli verranno restituiti i soldi pagati in più".
Che conforto sapere: che a noi ci impongono di pagare anche più di quello che dobbiamo, che anche quando lo Stato riconosce il credito a noi dovuto ci risponde che non sa quando riavremo i nostri soldi, e nel frattempo i giudici lasciano liberi nelle loro ricche case coloro che si sono approfittati del denaro pubblico!
Un giro perverso che dice molto bene in che Stato viviamo. 

venerdì 24 maggio 2013

"La Grande Bellezza" a Cannes


Appreso che il film italiano "La Grande Bellezza" usciva subito nelle sale di tutta l'Italia, ieri sono andata a vederlo.
Mio marito aveva visto come me i servizi sul Festival di Cannes dai telegiornali e, quando gliel'ho proposto, mi ha detto: "Deve essere "una palla", ma se vuoi..." .
Mio marito ed io abbiamo gusti diversi in fatto di cinema e a volte mi adatto io, a volte lui, a volte troviamo qualcosa che ci accomuna, come i film di Carlo Verdone ad esempio. Solo ormai anziana ho cominciato a dirgli: "Vai con Francesca." Nostra figlia ha gusti simili ai suoi e non disdegna film di fantascienza e di azione. Della fantascienza amo alcune cose, ma non film in cui non c'è una vera storia, plausibile anche nella costruzione fantastica.
I film che piacciono a me sono di sovente di fattura europea e trattano di psicologie umane, senza scoppi violenti e scene esageratamente movimentate.
Questo film "La Grande Bellezza" un denominatore che ci accomunava l'aveva: Roma.
Amiamo entrambi Roma, di un amore che non può essere quello di Paolo Sorrentino né di nessuno che non sia nato e cresciuto nel cuore di Roma come noi due, e per questo abbiamo scelto più di trenta anni fa di starne un po' distanti... ma solo un poco.
Quando ami certi luoghi e ne hai conosciuto la bellezza e la magia degli anni della ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'umiltà e la speranza della gente, non è facile accettare l'invasione di tanta arroganza, volgarità e sporcizia venuta da fuori. Si assiste al degrado di una città, che certo ne ha viste tante nei secoli, ma questi tempi non sono dei migliori della sua Storia millennaria.
Paolo Sorrentino la filma con l'ammirazione di chi ne è rimasto affascinato venendo da fuori: conquistato dalle sue bellezze architettoniche e artistiche, e questo "amore" lo dimostra per come la riprende in questo film dalla splendida fotografia.
Ma la società che egli esplora non è "tutta" Roma, non è il suo cuore.
Basilica di Santa Agnese a Piazza Navona: uno dei luoghi fotografati nel film di Sorrentino

Sant'Agnese in Agone

1652 - 1657
Dalla chiesa eretta a Sant'Agnese (= La Pura). La via nel sec. XVII era detta di Gaspare Rivaldi, nome del proprietario di una casa. - Nel detto sec., nell'isola dell'attuale palazzo Pamphilj, quasi a metà, era uno stretto vicolo detto Pamphili, e nel sec. XVI, nella stessa isola, un altro vicolo chiamato 'Da Parione a piazza Navona'. La chiesa venne costruita nel luogo stesso ove, nello stadio di Domiziano, era la cella lupanare, luogo di perdizione, ancora visibile nei sotterranei. Agnese, della illustre famiglia Clodia, di 13 anni, per ordine di Sempronio, prefetto di Roma, fu qui condotta il 21 gennaio 303 (secondo altri nelle persecuzioni di Decio, 250 e 251) perché sacrificasse agli dei; Ella a tale imposizione rispose:
'Feriscimi, dunque, acciò il mio sangue ammorzi la fiamma che arde innanzi all'idolo',
e la risposta le fruttò il martirio. Narra Prudenzio, che fu denudata e ceduta alla libidine dei persecutori ma ad un tratto i biondi capelli della giovane la ricoprirono tutta di un aureo manto impenetrabile, celandone cosi le nudità.





Ci sono tante "Rome": in una città grande questo è normale...
La Roma delle periferie degradate, che però non esiste più tanto come quella descritta da Pasolini e dai registi del neorealismo: ora la società che vive anche a Tor Bella Monaca è mista. A punte di degrado sociale si mischiano operai e piccola borghesia che abitano e vivono lo stesso quartiere della città. Così è per altre zone periferiche.
Anche il cuore, il centro, è cambiato: molte abitazioni sono diventate uffici o sono state acquistate dagli stranieri. Chi ancora resiste e ci vive descrive rumori e chiasso di notte che rende il luogo, un tempo meraviglioso, invivibile.
Ma la Roma di cui si occupa Sorrentino in questo film è la Roma dei ricchi, di una ricchezza non si sa da quale ascendente conquistata o, se recente, "come" costruita... E in questa molle non necessità di lavorare veramente, rispettando impegni ed orari, preoccupandosi di risolvere problemi quotidiani, con ansia e stress, sta il treno di vita che conduce il protagonista e la gente di cui si circonda.
Gente che Sorrentino deve aver conosciuto bene, e lo dico da persona che scrive, gente la cui mostruosità psicologica lo ha colpito e la dipinge senza pietà, semplicemente descrivendola e facendo così affiorare situazioni grottesche e comiche, quando non addirittura repellenti.
Gep (o all'americana Jep) è ricco e vive in una bellissima casa con terrazza con affaccio sul Colosseo. Una vista che già basta a stordirti di bellezza. Non è un cattivo uomo, anzi. E' un raffinato, ma si lascia vivere mollemente frequentando e invitando a casa sua gente moralmente sfatta... in disfacimento... putrescente.
Perché? E' una sua scelta. Dunque non fa pietà nel suo vuoto, dato che se lo cerca. Potrebbe scegliere in modo diverso, libero dai lacci della necessità, e selezionare chi frequentare. Questo suo lasciarsi vivere mi ricorda un personaggio de "Gli Indifferenti", il più bel libro di Alberto Moravia, e più esattamente mi ricorda l'indifferenza del figlio e fratello che, pur vedendo lo sfascio intorno a sé, non agisce per cambiare le cose, nemmeno tenta.
Questa anestesia morale non assolve il protagonista della storia, il personaggio che Sorrentino ha scelto per descrivere tanti altri personaggi, tutti di un particolare ambiente.
L'ambiente non solo degli straricchi, ma anche di chi non lo è e squallidamente gravita nelle loro feste, sperando di trarne sostentamento e vantaggi per le proprie, spesso fumose, "attività", oppure per le proprie speranze di successo in un indefinito ambito culturale o dello spettacolo.
Gli attori sono tutti bravissimi. Persino Giorgio Pasotti, persino Sabrina Ferilli a cui si chiede, come sempre alla belle donne nel Cinema, di mostrare quanto più possibile del suo corpo.
Alla fine non si può non pensare a Fellini, anche se questo a Sorrentino non fa piacere: è inevitabile. Forse perché anche lui non era romano e Roma l'ha vista e vissuta come chi le radici le aveva altrove... le radici a cui, alla fine del film, fa riferimento Sorrentino. 
"Cosa ne pensi?" Ho chiesto a mio marito all'uscita.
"Questo film aveva due protagoniste - mi ha risposto - una splendida ed una malinconica: quella splendida era Roma, quella malinconica, che accompagna il film fin dall'inizio, è la musica."
Sono stata d'accordo: la musica è il filo conduttore che accompagna una grande malinconia. 
Sabrina Ferilli
Giorgio Pasotti








Pamela Villoresi

Alcuni degli attori che danno vita ai personaggi del film "La Grande Bellezza"
Franco Graziosi


mercoledì 22 maggio 2013

Il senso della vita


Da: TGCOM 24

Genova, 17enne si uccide per amore e lo annuncia su Facebook: m'ha lasciato, mi sparo

Dramma in un'abitazione di Prà. Il corpo trovato dalla madre della vittima. Inutili i tentativi di soccorso. Rientrato l'allarme per la fidanzata del giovane che in un primo tempo sembrava essere scomparsa

foto LaPresse
14:09 - Un ragazzo di 17 anni si è sparato con la pistola del padre: è successo in una abitazione di Prà nel ponente genovese. Il giovane è stato trasportato in condizioni disperate all'ospedale San Martino. Poche ore dopo è morto. Alla base del terribile gesto ci sarebbe una delusione d'amore. Sul suo profilo Facebook la vittima aveva scritto: "Mi ha lasciato, mi sparo".
A scoprire la motivazione del gesto sono stati i carabinieri che sono riusciti ad aprire il suo computer e a visitare il suo profilo Facebook. Lì il ragazzo aveva postato un messaggio: "Mi ha lasciato, sono disperato, mi sparo".

Il corpo del ragazzo è stato trovato nella camera da letto dei genitori. A trovarlo la madre corsa nella stanza dopo aver sentito lo sparo.

In un primo momento era scattato l'allarme anche per la fidanzata del 17enne, che risultava scomparsa: si pensava infatti che il giovane potesse averle fatto del male prima di suicidarsi. La ragazza è invece stata rintracciata e sta bene.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non viviamo in pieno Romanticismo ma in un'epoca molto concreta e tecnologica... eppure possono ancora accadere di queste cose...
Attimi di vita che, se passano, dopo ci si può ridere sopra meravigliati di quanta importanza abbiamo potuto dare a quei sentimenti così intensi eppure così fugaci. Come dei forti e brevi temporali. Effetti della crescita ormonale che influenza necessariamente la psiche.
Se il papà non avesse avuto in casa quella pistola, se il ragazzo non ne avesse avuto facile accesso... tutto sarebbe passato con un acuto e breve dolore, come lo scroscio di un temporale d'estate... Così non è stato e chi soffrirà per sempre è la madre, chi ne avrà rimorso sarà sempre lei, anche se vittima innocente di un dolore devastante... e il padre per quella pistola...
Ho sempre pensato che se hai un'arma prima o poi la usi... Meglio non tenerla. Tanto se entrano i ladri non sarà quella a salvarti. Meglio gli allarmi, le inferriate, le telecamere...

Come vigilare sui figli amatissimi... Come preservarli anche da sé stessi, da un momento che sarebbe passato e lui ne avrebbe riso in futuro... Non ho ricette, l'unica cosa che ho fatto con i miei figli adolescenti è stato parlare, parlare, parlare... sempre e comunque. Ci ho rimesso un poco in autorità... per quella ci vuole un po' di distanza... ma, con un poco di fortuna, mi è andata bene.

martedì 21 maggio 2013

Antonio Borghesi unico in IdV a fare autocritica


IL CONFLITTO DI INTERESSI. IDV RILANCI L’ARMONIA
La questione del "conflitto d'interessi" è una delle battaglie che Idv ha combattuto da sempre nella consapevolezza che rappresenti un cancro che rischia di distruggere il nostro Paese. Non mi riferisco solo a quello, evidente, di Silvio Berlusconi, imprenditore con interessi diffusi, dai governi del quale non è stata approvata mai legge che non incidesse quasi sempre a favore delle sue aziende. Dalle sue emittenti televisive è noto che, unitamente ai suoi giornali destinatari degli ingenti contributi all'editoria, controlla ad oggi l'informazione in un contesto arricchito da assicurazioni, elettronica (gestita anche da suo fratello Paolo),etc… Per non parlare poi di tutte le leggi ad personam, fatte per ostacolare il lavoro dei magistrati nei suoi processi; e rimane nei fatti eleggibile anche alla faccia di una legge di ben 50 anni fa...
Ma se Berlusconi è l'emblema del conflitto d'interessi, questo fenomeno ammorba l’intero sistema della nostra democrazia, e per noi di Italia dei Valori è da sempre un cancro da combattere ad ogni livello: dal geometra che al mattino fa il sindaco firmando licenze edilizie ed al pomeriggio nel suo studio fa i progetti, a tutti coloro che sono al tempo stesso controllori e controllati, e cosa via.
Il nostro partito si è segnalato infatti come quello che più ha lottato fuori e dentro il Parlamento contro il conflitto d'interessi, ma in questo momento di autoanalisi non può sottacere che nella sua storia ha purtroppo tollerato conflitti d'interesse rilevanti, che persistono inverosimilmente tuttora.
Un esempio ultimo: i candidati al parlamento che siano anche sindaci sono obbligati a dimettersi un mese prima della presentazione delle liste perché giustamente considerati in conflitto d'interesse, potendo abusare della loro posizione per spingere i cittadini a votare per loro. In Italia dei Valori i componenti dell'Ufficio di Presidenza che si sono candidati alla Segreteria Nazionale non solo non lo hanno fatto 30 giorni prima ma hanno mantenuto tuttora la loro posizione.
E’ stata imbarazzante la riunione di Lunedì tra Ufficio di Presidenza e candidati: può un candidato, in qualità di componente dell'Ufficio di Presidenza deliberare le regole per i candidati, a cui egli stesso dovrà poi assoggettarsi in qualità di candidato?
Addirittura un candidato ricopre il ruolo più esposto in quanto Responsabile Nazionale degli Enti Locali ( al netto degli incarichi di responsabile nazionale di un dipartimento tematico, e fino al giorno della riunione Commissario in due regioni): eppure non ha sentito il bisogno di risolvere questa contraddizione.
Il suo tour elettorale viene addirittura pubblicizzato sui social network, comunicato a volte come dirigente di Partito (quale membro dell’ Ufficio di Presidenza), e a volte come Responsabile degli Enti Locali generando una situazione che va oltre il conflitto d'interessi sottacendo la sua autentica posizione attuale : candidato alla Segreteria Nazionale.
Certo è che le sue visite con un cappello piuttosto che un altro, che gli conferisce il potere di trattare con candidati sindaci, anche degli altri partiti, di discutere di futuri assessorati e persino di società partecipate dai comuni, imbarazza un po’ noi tutti dal momento che ci troviamo un sistema personalistico in allestimento e relativa rete di equilibri ed alleanze politiche, e che impegnerà comunque la nuova segreteria; sempre che non sia da Ignazio Messina ex facto già allestita …
Tale è l’evidenza conflittuale a terzi che il partito mostra in questa fase precongressuale, che ho ricevuto diverse richieste di chiarimento da autorevoli esponenti di altri partiti che mi chiedono la ragione di questa contraddizione: non ho saputo loro rispondere, per invece a mia volta chiedermi se non stiamo ripercorrendo la vecchia strada, incoscienti di dove ci ha portato.
Ora mi chiedo: possiamo immaginare che in futuro, il Segretario nazionale, potrà evitare i conflitti d'interesse fuori e dentro il partito, con la credibilità di difendere la nostra storica battaglia non essendo stato capace di eliminare i suoi storici? Candidati, che erano anche commissari in parecchie regioni, si sono dimessi da quel l'incarico, però qualcuno ha preteso di nominare il suo successore individuandolo tra coloro che ne avevano sostenuto la candidatura ed ovviamente non potrà che essere grato (procurando voti) per essere poi così riconfermato! La base è sfinita da queste faccende che ammorbano l’organizzazione interna del nostro partito, una parte enorme del consenso l’abbiamo perso e ci è ostile proprio per situazioni come questa.
Durante una fase così delicata come quella congressuale, in un momento di emergenza, in cui il rinnovamento dovrebbe essere l’obiettivo di tutti, purtroppo dobbiamo registrare cheancora questo è il livello di antinomia che si sta consumando dentro il partito.
Ma di quale rinnovamento si vuole dibattere se l’unico ed esclusivo palese obiettivo risulta un gattopardesco cambiamento di vertice?
Meno male che qualcuno tra i candidati si compiace del fatto di aver firmato un Codice di comportamento:
Ben prima di questo dovrebbe essere rispettato il “codice etico” .
Una particolare forma di conflitto d'interessi è il famiglismo, fenomeno che ha generato malcontenti talvolta forti, ma tollerato nel nostro partito in tutto il territorio: il caso di Cristiano Di Pietro (persona invece che si è conquistato il proprio merito sul campo), è finito per diventare l’ emblema di un fenomeno contemporaneamente legittimato e tollerato dal nostro partito, cioè la gestione del territorio da parte di intere famiglie . A partire dal in Piemonte dove due coniugi (uno senatore ed uno capogruppo al consiglio regionale) hanno dominato la scena, dove il figlio ventenne di un deputato viene eletto consigliere comunale di Torino; per arrivare in Liguria dove la moglie di un deputato è stata vicepresidente della regione. E così a seguire nel Lazio un consigliere provinciale nomina il cognato in una società partecipata della provincia, etc etc ... Non fosse per i casi di cronaca che queste affinità elettive hanno finito per generare, con effetti devastanti per il partito, io mi chiedo come non si senta il bisogno di un qualsiasi ravvedimento operoso.
Invece no: sento un profluvio di slogan, di intenti e intenzioni per un futuro che si sta già così manovrando e ricostruendo … ma mai la coscienza di guardarsi dentro, prima di proporsi fuori, per rinnovare il presente: il presente di un Partito, signori miei, che non esiste più se non nell’ atavica ambizione di pochi a gestire il consenso di molti. Ma che ha da tempo cessato, per questo, il suo ruolo primario di proporre il meglio di sé, quei valori che lo caratterizzano: uno su tutti l’etica.

Antonio Borghesi