giovedì 17 gennaio 2013

Yara, Sarah e "Amabili resti"


Il 15 gennaio alle h. 23:00, sulla rete televisiva "Italia 1", abbiamo visto un bellissimo film che, poi, abbiamo scoperto aver ricevuto meritatissimi premi e segnalazioni. Il titolo è "Amabili resti" ed è tratto da un libro della scrittrice Alice Sebold.
Un'immagine del film

Nel vederlo mio marito ed io abbiamo sofferto, ma l'abbiamo visto fino in fondo perché era molto ben recitato. Il nostro pensiero è andato necessariamente a Yara Gambirasio ed anche a Sarah Scazzi. Creature innocenti straziate, per motivi diversi, da mostri umani.
Sarah Scazzi
Mentre per Sarah sono stati individuati gli autori della sua uccisione e dell'atroce disfacimento del suo corpo nei suoi parenti serpenti, per Yara, nonostante il dispiegamento di Forze dell'ordine, volontari che cercavano il suo corpo e ricerca scientifica, si assiste ad una sfortuna nella sfortuna che favorisce il suo assassino.
Yara Gambirasio


Centinaia di persone sono passate nei luoghi dove, del tutto casualmente, sono stati ritrovati i suoi poveri resti senza vederli.
Questo ha favorito il suo assassino, perché se il corpo fosse stato ritrovato prima avrebbe "parlato" molto di più. Comunque da quei resti sono riusciti a ricavare un DNA che né la pioggia, né la neve di mesi sono riusciti ad asportare.
Sembra che questa traccia abbia portato ad un gruppo familiare e, via via scremando, ad un uomo dal DNA più vicino in assoluto a quello del mostro. Dalla traccia genetica sembra che quest'uomo, ormai defunto, possa essere il padre dell'assassino che ha lasciato il suo segno genetico sugli indumenti della povera e sfortunata fanciulla.
I figli legittimi di quest'uomo non hanno però "quel DNA". Si è pensato ad un figlio illegittimo. Chi conosceva l'uomo, possibile padre del mostro, esclude che egli fosse un donnaiolo.
Noi che riceviamo le notizie dai media possiamo pensare cose sbagliate, giacché non abbiamo in mano le vere risultanze dell'inchiesta.
Dunque l'idea che possiamo farci è un'idea molto personale che può essere molto sbagliata.
La mia è la seguente: per la mia esperienza di vita ho visto che, soprattutto nei piccoli centri, nei paesi, in provincia, anche uomini probi che, una volta sposati, non hanno mai dato segno di essere meno che seri, in gioventù possono aver avuto, loro malgrado, figli illegittimi avendo rapporti casuali e fortuiti, sia con donne note nel luogo per costumi facili, sia con donne sposate all'insaputa di tutti e magari in un unico incontro. Queste cose di solito girano di bocca in bocca, frutto di una confidenza fatta ad una persona, che poi l'ha riferita... Dunque anche un uomo serissimo, per pulsioni naturali giovanili, può aver generato un figlio.
La ricerca della madre potrebbe essere facile se la donna fosse una di quelle di facili costumi, che in provincia non è difficile individuare, più difficile, invece, è l'individuazione se trattasi di donna sposata, apparentemente brava madre di famiglia. 
Sempre riflettendo sui dati dei media, ho sempre pensato che la testimonianza di Enrico Tironi, unita a quella dell'anziana guardia giurata e di una signora che passò su Via Rampinelli all'ora indicata da Tironi, sia non solo veritiera ma la possibile scena dell'incontro fra Yara ed il suo assassino.
La trasmissione "Chi l'ha visto?", che ha risolto o ha aiutato gli inquirenti a risolvere tanti casi di omicidio, approfondì il caso della testimonianza del giovane Tironi il quale, impaurito probabilmente dall'incalzare degli interrogatori, immaginabilmente duri, ha finito per ritrattare pur di uscire dall'inchiesta, dicendo che "forse si era sbagliato, non era lei".
Gli contestarono che, dato che il suo cellulare a quell'ora era agganciato ad un'altra cella, lui non poteva essere lì, dunque aveva mentito. In realtà l'inchiesta giornalistica di "Chi l'ha visto?" mandò in onda un'intervista audio con l'amico con cui Tironi quella sera stava intrattenendosi con dei video giochi. Egli disse che Enrico Tironi era tornato a casa sua, allontanandosi una mezz'oretta, per prendere un DVD o un video gioco che aveva a casa, per poi tornare nell'abitazione dell'amico. Probabilmente in quella mezz'ora non aveva con sé il cellulare, che era rimasto a casa dell'amico. Normale, quindi, che non avesse agganciato la cella della zona di Via Rampinelli. E fu in quel passare per tornare un attimo a casa sua che Enrico disse di averla vista ferma, sorridente, parlare con due uomini, uno più alto ed uno più basso. 
La guardia giurata, da una maggiore distanza, vide un frammento successivo a questo flash visto da Tironi, udendo grida di donna e un uomo che apparentemente l'abbracciava.
Poteva essere l'assassino che, fermata Yara con una scusa qualsiasi, ottenuta una sua momentanea attenzione con qualche frase scherzosa che l'aveva fatta sorridere, ora voleva trattenerla e lei, ribellandosi, sia stata ghermita e trascinata poi in un'auto?
Quei due uomini erano stati visti prima che incontrassero, a mio avviso fortuitamente, la piccola, da una signora che li ha descritti molto bene. Uno dei due, quello più basso, doveva essere un po' alticcio e quello più alto lo beffeggiava per il suo stato.
Ma cosa ci facevano quei due uomini in una strada, Via Rampinelli, priva di negozi, residenziale? Erano forse operai che erano andati a visionare un possibile lavoro in qualche casa di quella strada, dopo la chiusura serale del cantiere in cui lavoravano? 
Sicuramente chi indaga deve aver esplorato questa possibilità: se qualcuno degli abitanti di quella strada quella sera ha consultato qualche persona per un possibile lavoro edile all'interno della propria casa, oppure se l'avevano consultata in precedenza e poi, come spesso accade, la persona aveva detto "mi dia l'indirizzo, passerò una di queste sere per vedere il lavoro da fare". Magari poi sono passati in due e colui che aveva sollecitato un preventivo per un lavoretto quella sera non c'era e non li ha visti, ma può ricordare se avesse richiesto in quel periodo a qualche operaio di venire a visionare un eventuale lavoro.
Sicuramente avranno indagato anche in questo senso. E' comunque possibile che, non sapendo esattamente dove era la casa, abbiano lasciato la macchina in un punto della strada dove poi hanno incrociato Yara. Tironi parlò di un'auto con gli stop accesi, poco più avanti rispetto al punto in cui ha riferito di aver visto la scena che ha descritto.
L'uomo alto aveva un'apparente età di 40 anni, ha riferito la signora a cui sono passati vicino. Plausibile se il possibile padre era nato nel 1938. 
Questa è una possibile realtà che mi è tornata in mente vedendo il film "Amabili resti", storia dell'uccisione, previa violenza carnale, ed occultamento dei resti di una deliziosa quattordicenne.
Anche qui l'assassino viene sfiorato dai sospetti, dall'intuito del padre della piccola, ma la polizia dice che le prove non ci sono.
Anche qui una prima superficiale visita nella casa del mostro fa ignorare un braccialetto appartenuto alla vittima. Siamo negli USA, ma gli errori della Polizia nelle inchieste appartengono a tutto il mondo. Vedasi fatti recenti in Svizzera, Francia e Gran Bretagna. Per questo il film, tratto dal romanzo la cui scrittrice subì violenza ma riuscì a salvarsi dal mostro che l'aveva ghermita, è estremamente realistico. Lo è meno nella parte poetico-consolatoria in cui fa vagare la fanciulla uccisa in un limbo prima del paradiso, un limbo in cui vagano le altre bambine uccise dal mostro seriale.  

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