venerdì 14 dicembre 2012

"La più bella sono io" - Novella


Dalla raccolta di Novelle "Le Verità Nascoste"

La più bella sono io!

E’ una storia antica: la bellezza ed il fascino innocenti ed inconsapevoli e l’invidia livida di chi si vede narcisisticamente bella senza quell’aura data dai gesti, dall’espressione del viso, dovuta ad una interiorità che traspare attraverso essi e di cui il soggetto è ignaro e, per questo, più affascinante.
Il mito di queste due figure è espresso persino nelle favole, per mettere in guardia indifese fanciulle dagli strali dell’invidia di chi vuole, a tutti i costi, prevalere: ed ecco l’ingenua Biancaneve e la fin troppo consapevole Grimilde, ecco la mite ed umile Cenerentola non consapevole della sua bellezza esteriore ed interiore di cui, invece, sono perfettamente consapevoli la sua matrigna e le due sorellastre. Le ingenue belle, senza farlo apposta, infliggono con i loro gesti innocenti tremende frustrazioni alle Narcise, rendendole involontariamente ridicole nel loro volersi mettere sempre e comunque in mostra.
Fu così che su una spiaggia mi capitò di vedere la seguente scena: una giovanissima mamma, con un bel viso espressivo, un corpo magro e delle bellissime gambe, se ne stava sotto l’ombrellone accanto alla sua piccola che dormiva all’ombra in una grande cesta. Quella che, dallo scambiarsi delle frasi fra loro, doveva essere sua cognata era molto più in carne, giovane anche lei, ma senza quel po’ di ancora acerbo ed adolescenziale che aveva addosso la mammina, nonostante la maternità. Nonostante le premure per la nipotina, traspariva dalla cognata una sottile ostilità, che si percepiva dal modo in cui si rivolgeva alla mammina. Il tono era di assoluta sicurezza e supremazia, con gesti di grande vanità nell’aggiustarsi il costume, nel riavviarsi i capelli… Mentre l’altra dimostrava la mitezza di chi non vuole conflitti e, invece di inalberarsi alle inutili attenzioni verso la bimba dormiente ed alle altrettanto inutili lezioni che la cognata le dava su come la bimba doveva stare, le rispondeva smussando i suoi subdoli appunti con frasi gentili, senza far trasparire alcun fastidio e senza sottolinearne la gratuità.
La superba aveva un bel volto ma gambe grosse e non perfette come quelle della mamma-adolescente, la linea del suo corpo, non brutto, risultava imperfetta ed il punto di vita un poco largo. Lei però doveva sentirsi bella, anche perché una donna anziana, presumibilmente sua madre, glielo ripeteva in continuazione, come se fosse una bambina da vezzeggiare e, seduta su di una sedia sotto il medesimo ombrellone, la guardava con un sorriso compiaciuto, che risultava imbarazzante per l’osservatore, giacché, come tutte le cose esagerate sfiorava il ridicolo.
Ad un tratto la giovane in carne si irrigidì in una posa plastica, come di chi deve fare una foto. Con una mano si riavviò i capelli, poi la mano tornò a tenersi il ginocchio della gamba che aveva piegato in una posa innaturale. La schiena era dritta in una postura scomoda, visto che era seduta sulla sabbia. La guardai: aveva alzato il breve collo e guardava fintamente il mare appena di lato. Spostai di poco lo sguardo e capii la ragione di quell’improvviso tendersi in quella posa innaturale e leggermente ridicola:  qualche metro oltre il loro ombrellone, vicino alla battigia, un giovane uomo dalla barba bionda guardava verso quell’ombrellone insistentemente. La Narcisa, convinta senza dubbi che guardasse lei, si era messa in posa in tutta la sua presunta avvenenza.


Di quella strana posa e dello sguardo fintamente perso verso il mare piatto di Ostia, si era accorta anche la mite mammina che, meravigliata, seguì il mio stesso sguardo e vide l’uomo che guardava dalla loro parte: si riconobbero e, lui, invogliato dal suo sguardo che lo aveva riconosciuto, si avvicinò all’ombrellone con un timido sorriso sulle labbra. La cognata della giovane mamma lo guardò quasi allarmata, considerandolo ancora un ammiratore della sua bellezza, ma grande fu la sorpresa sul suo viso irrigidito dalla constatazione che quello, ignorandola, rivolse il saluto alla bella mammina dandole del tu, segno inequivocabile che la conosceva e che, dunque, era a lei che erano rivolti i suoi sguardi.
 
“Ciao Raffaello.” Lo salutò con un sottile imbarazzo la graziosa creatura, porgendogli la mano. Lui la guardava quasi con amore, ma era in imbarazzo anche lui per la presenza della donna anziana sulla sedia che lo guardava senza simpatia e per l’altra, a cui volgeva ormai le spalle per poter chinarsi sulla ragazza che conosceva. 
“Mi sono sposata.” Informò sempre con impaccio la giovane.
“Questa è la tua bambina?” Chiese lui trepidamente chinandosi verso la cesta in cui la piccola dormiva cullata da una lieve brezza marina.
“Sì, - disse lei timidamente – ha un anno.”
Lui la guardò con intensa emozione, come l’aveva osservata prima ed a lungo dalla battigia.
“Cosa fai di bello?” Chiese lei sotto lo sguardo duro della Narcisa incapace di celare la sua sorpresa.
“Ho aperto uno studio di Consulente del lavoro.” Rispose Raffaello.
“Proprio quello che volevi fare. – Disse lei. – Io invece non lavoro… Sai… la bambina.”
“Certo, capisco.“ Sentendo lo sguardo malevolo delle due donne, la più giovane e la vecchia , su di sé, cercò di essere breve e di sintetizzare le sue emozioni in un ricordo: “Ricordi quel giorno sulla giostra al Foro Italico?”
Lei arrossì appena: “Certo. C’era anche tuo fratello maggiore e me lo presentasti.”
Lui la guardò intensamente, con sentimento. Era evidente che il fatto che lei non avesse dimenticato gli faceva piacere. La salutò e se ne andò, ignorando completamente le due ostili spettatrici.
La matriarca e le invidiose
Lei sentì il bisogno di spiegare con imbarazzo, chissà perché, quell’incontro. In fondo non era tenuta a farlo, pensai, visto come si erano comportate quelle due dimostrando, con l’espressione dei loro volti, una immotivata ostilità. Avrebbero potuto avere un atteggiamento più naturale, osservando un incontro casuale fra due persone che si conoscevano e, forse, allora il giovane biondo le avrebbe anche fatte cenno di un saluto. Ma è difficile salutare chi ti guarda con un grugno come quello delle due donne. L’invidia rende brutti, pensai, ecco il simbolismo di Grimilde che diventa una strega… 
“Era un mio ex compagno di scuola.” Stava dicendo timidamente la giovane rivolta alla cognata che aveva abbandonato la posa plastica. Ma il silenzio immotivato di lei e l’assenza di qualsiasi domanda o commento, resero ancora più evidenti lo scorno della povera Narcisa.  

A proposito di Morte della Democrazia...


Giovedì 13 dicembre 2012 ricevo da Astrid Lima, Coordinatrice del Comitato Acqua Pubblica Castelli Romani, il sotto riportato Comunicato:

COMUNICATO STAMPA
«Stanno uccidendo il referendum». Attivisti acqua ricostruiscono scena del crimine davanti all'Authority

Gli attivisti del Coordinamento Romano Acqua Pubblica hanno organizzato questa mattina la ricostruzione della scena del crimine dell'omicidio dei referendum davanti alla sede romana dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas. In questi giorni infatti l'Authority è in procinto di varare la nuova tariffa idrica che cancellerà di fatto i risultati dei referendum del giugno 2011 reinserendo sotto mentite spoglie il profitto garantito per i gestori abrogato dal voto della maggioranza degli italiani.
I manifestanti hanno portato striscioni, sagome raffiguranti i cittadini che hanno votato per l'acqua pubblica nel 2011, oggi minacciati dal crimine che l'Autorithy sta tentando di compiere in barba alla volontà popolare. La mobilitazione contro la nuova tariffa idrica andrà avanti ad oltranza e in tutta Italia, a partire dalla Manifestazione Nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua prevista per il prossimo sabato a Reggio Emilia.
Quella di oggi è solo la prima di una serie di iniziative per ribadire con forza che il voto degli italiani non è stato uno scherzo e che ogni tentativo di annullarlo troverà una mobilitazione sociale diffusa pronta a contrastarlo. Indietro non si torna. 

Roma, 13 dicembre 2012

--"Le azioni imperiali non si chiamano mai per il nome. Il pensiero colonizzatore sorge come espressione dell'invisibile, negazione sistematica della sua propria esistenza". 
 "Jamais se chamam pelo nome as ações imperiais. Pensamento colonizador surge como expressão do invisível, negação sistemática de sua própria existência"  
 Theotonio de Paiva 
Il mio voto va rispettato, dicono i cartelli. Poi: "27 milioni 
hanno votato per il Referendum, deve essere rispettato"

"Scippano la Democrazia"
Esattamente come per il Referendum sulla Responsabilità Civile dei Giudici, come per il Referendum sul Finanziamento Pubblico dei Partiti... Ci fanno andare a votare, paghiamo un botto per tutto il sistema elettorale dei seggi, chi ha indetto il Referendum ha diritto ad un rimborso di euro 500.000... Poi, se esce un risultato che a chi ha ammazzato la Democrazia non piace, lo si calpesta strafregandosene!

La nostra democrazia è morta e non ce ne siamo ancora accorti

Non vorrei apparirvi catastrofica, siamo vicini al Natale... Ma ora ho accumulato troppi sintomi sulla nostra democrazia che, più che apparente come molti la definiscono, è proprio morta.

Morta, defunta, inesistente.
Avevo già scritto un post intitolato "La dittatura dei Partiti" il 12 febbraio 2012. Mi cito:


Di fatto, invece, i partiti politici si sono a poco a poco impadroniti della nostra democrazia varando, tutti d'accordo, leggi a loro favore e CONTRO il vero interesse del popolo, alterando così il dettato Costituzionale.

Il potere distorcente che esercitano ha piegato la rigida norma costituzionale, di volta in volta, alle loro necessità ed interessi, con scuse circonvolute, illogiche e non credibili fino all'impudenza, tanto che il popolo paziente non crede più a niente di quel che fanno e dicono, eccezion fatta da quella parte di popolo che, all'interno o all'esterno di essi, spera di trarre vantaggio e protezione sociale dai partiti stessi. Infine c'è una percentuale minoritaria di idealisti illusi che sperano sempre che i partiti possano migliorare.

Nel presente siamo giunti al punto più basso della credibilità di queste aggregazioni di potere tanto che, per salvare il Paese, si è dovuti ricorrere ad un Governo messo insieme da una persona colta, preparata e moralmente a posto. 
I partiti, coscienti del disastro provocato dalla loro egoistica gestione della Cosa Pubblica, hanno acconsentito, con l'eccezione di un partito impudente più degli altri, la Lega Nord, e di un altro che parla bene e razzola male, Italia dei Valori, a che la cosiddetta "volontà popolare" venisse esautorata e che governasse qualcuno  NON eletto dal popolo.

Ma, in realtà, dove sta questa concretezza della volontà popolare? E, al di là della attuale da tutti esecreta legge elettorale, si è mai concretizzata realmente, in modo veramente pragmatico, la volontà popolare?

E' innegabile che in passato abbiamo avuto qualche personalità politica pulita. Era l'epoca in cui i partiti si reggevano sulle tessere. Certo non si poteva pretendere la perfezione, c'erano sempre anomalie, ma ora siamo al marciume e il popolo dovrebbe con liste civiche a livello nazionale riappropriarsi della Cosa Pubblica, oppure rassegnarsi a farsi governare ALMENO da chi CI CAPISCE.

A questa classe egemone così lassa con sé stessa, si aggiunge un sistema di Apparati Statali, Parastatali, Finti Privatizzati, che operano un sistematico calpestamento del Diritto del Cittadino, (che però non lo è più perché la Democrazia è morta), ignorandone ogni istanza legittima, intendendosi per legittima sancita in primis dalla Costituzione, poi da una serie infinita di Leggi tutte bellamente disattese, ignorate, eluse, interpretate a piacere, ma mai dalla parte dell'ormai esautorato cittadino.

Andiamo a degli esempi concreti. Alcuni. Perché la serie è infinita e ciascuno di voi, che mi leggete, potreste aggiungerne.

INPS - Noi non abbiamo "diritti acquisiti" intoccabili come la Classe Partitica. Noi non possiamo cumulare più di 2 pensioni e la seconda viene decurtata perché esiste la prima.

Se siamo dipendenti di un Ente NON privato e versiamo contributi per più di 40 anni gli anni eccedenti vengono incamerati dall'INPS e non conteggiati ai fini pensionistici. (Fidatevi, è successo a mio marito che, dipendente CNR, ha provato con ogni mezzo a farsi riconoscere i 3 anni di versamenti oltre i 40, gli hanno detto di no e, se avesse continuato a rimanere nel suo ruolo di Primo Ricercatore fino all'età che il suo ruolo gli consentiva, cioè 67 anni di età, l'INPS avrebbe continuato a prendere i suoi contributi pensionistici a fondo perduto). Dato che gli avevano rubato già 3 anni e non volendo regalargliene altri 3, egli se ne è andato presentando le dimissioni a 64.

Se volesse aprire una ditta individuale la legge pretende i versamenti INAIL, e va bene per coprire eventuali infortuni, ma pretende anche versamenti INPS! Perché se già è oltre il top previsto e percepisce già una pensione?
A quali fini?
Leggi che hanno un solo fine e senso: dammi i soldi e basta!

Ma abbiamo detto che la democrazia è defunta. Quindi o emigriamo o restiamo qui a sentirne il triste lezzo.

Sanità - Per ripianare un buco non più ripianabile perché dobbiamo mantenere anche gli ospedali del Vaticano con le nostre tasse (vedi il Gemelli, es. Roma), (ma hanno chiuso il S. Giacomo, riducono i posti letto del S. Filippo Neri ecc.) studiano come risicare sui pseudo-cittadini mettendo regole miserabili quanto assurde.
Esempio: siete diabetici? Ovviamente non si guarisce dal diabete, dunque che senso ha far scadere il "Piano Terapeutico" ogni anno? Una persona diabetica fa spendere troppo in aghi e striscioline fai-da-te per misurare la glicemia senza intasare i Laboratori di Analisi troppo spesso? Basta dare un tetto annuo di questo materiale di consumo a cui il diabetico potrà accedere con una semplice ricetta del medico di base. Invece, per "risparmiare", il diabetico deve andare dallo specialista che dovrà fargli un Piano Terapeutico nuovo per altri 12 mesi... Il diabetico è esente dal pagamento del ticket sanitario sia per le analisi di laboratorio sia per la visita specialistica ... Dunque dove sta il risparmio in questa cervellotica regola? Anzi, è il contrario, perché a questo punto il malato si servirà più spesso delle analisi cliniche che non paga. O forse questa regola nasconde un intento truffaldino? Se il malato cronico chiede una visita oggi nel Centro che gli ha fatto la diagnosi, la ottiene per luglio 2013. Fidatevi, ho ben due casi di oggi accertati. Fino a quella data il malato non potrà avere il "Piano Terapeutico" che può fare solo il Diabetologo! L'intento è forse di fargli pagare il materiale di consumo da oggi fino a luglio 2013?! Il dubbio è legittimo.

TELECOM - Carrozzone finto privatizzato. Infiniti sono i casi delle sue vessazioni nei riguardi dell'utente. Se cerca di sfuggire incorre in un "libero mercato" che libero non è: Telecom detiene il monopolio di tutte le infrastrutture. Ho già portato il mio esempio. Linea ADSL Alice sparita dal 1°maggio 2012 fino al 15. Una via crucis di telefonate ai poveri "Avatar" del 187. Sono come quel ridicolo avatar che appare a destra della pagina Internet del 187 e che io tacito levando l'audio, perché è di una incommensurabile idiozia. Gli "Avatar", messi a dire cose non vere come robot sia in voce che per scritto, non hanno nemmeno il diritto di avere un cognome: si firmano di volta in volta Silvia, Laura ecc.. Hanno un protocollo di cose senza senso da ripetere al non-cittadino-utente-senza-diritti, il quale si trova così davanti un muro di gomma che non riesce a penetrare neppure con delle raccomandate postali. Telecom risponde solo tramite "Avatar", dunque non aspettatevi logica, debbono rispondere sempre cose da imbonitori. Credo che abbiano un protocollo di frasi prefatte e non possono uscire da lì. Non ce l'ho con loro, che magari sono pure laureati e stanno lì perché il lavoro non c'è, ce l'ho con l'Apparato finto privatizzato TELECOM.
Il diktat è: tratta l'utente da deficente! Dagli pure del tu, perché non è nessuno, deve pagare e basta. Qualsiasi cosa fa ha torto. 
Il 18 maggio, dopo aver acclarato il VERO motivo dell'interruzione della linea ed aver nel frattempo accumulato un volume di fax al 187 (oltre le telefonate), abbiamo inviato la raccomandata che ho riportato integralmente nel mio post dal titolo "Telecom zero in condotta", stessa data della raccomandata..
In essa si spiegava che, grazie alle competenze di due persone esperte della materia, ci si era accorti che i furbi (o distratti?) della Telecom avevano cambiato il settaggio del protocollo di trasmissione della linea ADSL. Dal testo della raccomandata:
Telecom aveva cambiato in vari distretti telefonicima non in tutti, il protocollo di trasmissionePPPoA sostituendolo con quello PPPoEsenza dare alcun avvertimento o messaggio agli utenti, e che l'odissea da me sperimentata era stata già vissuta da altri utenti.
Modificato il settaggio del mio router da come era e doveva essere prima del 1 maggio 2012, al nuovo e mai comunicato PPPoE , tutti i computer della mia abitazione hanno potuto di nuovo accedere al web ed alla posta. 
Il nostro router, dunque, non era rotto. Telecom ha inviato un tecnico che ha messo un loro router (una vera schifezza ma settato con il protocollo giusto) e voilà! "Vede, funziona, comperate questo." Purtroppo per loro ogni tanto c'è qualcuno esperto ed abbiamo scoperto il giochino. Giochino che, ho appreso, spesso gli riesce e la gente è costretta a comperare la loro schifosa scatoletta che non vale un c...zo, per poi scoprire, andando dal fornitore abituale, che il proprio router lì, nel negozio, funzionava benissimo!
Si conta sulla ovvia ignoranza tecnica. Questa, a mio avviso, è truffa. 
Nel frattempo, con una immaginazione incredibile, Telecom spedisce per posta una lettera datata 17 maggio e da noi ricevuta qualche giorno dopo, in cui afferma che "c'è un guasto molto complesso" e che ci rifonderà come da contratto. Ovviamente qualche giorno dopo riceverà la nostra raccomandata. Dunque le due missive, quasi contemporanee, non si parlano. Alla raccomandata nessuno risponde. Chiamiamo il 187 per avere notizie e ci sentiamo dire una "prefatta" parzialmente in carattere con la versione della lettera del 17 maggio: "Per i guasti particolarmente complessi il contratto non prevede risarcimento del canone."
Ma io insisto, insisto, ed insisto, perché a farmi trattare da scema non ci sto. La lettera del 17 maggio l'ho pubblicata nel post: "Telecom dissociata?" del 26 giugno.
Ora l'ultima versione è: "Era rotto il modem." Niente più lettere per posta, è troppo compromettente, nessuna risposta sul settaggio del protocollo di trasmissione, solo gli  "Avatar" senza cognome del 187 che ripetono: "Reclamo evaso. Era rotto il modem."
Ma la cittadina che è in me e non si rassegna alla morte della democrazia risponde:
ADSL-Reclamo
note: Vs. risposta C9246942 insoddisfacente, non veritiera e arbitraria. Rispondere con argomenti tecnici a quanto da noi scritto nella racc. del 18-05-2012. Vs. risposta falsa su ns. modem rotto contraddice Vs.lettera datata 17-05-2012 in cui scrivete "guasto complesso". Se il 17-05-2012 ammettevate un "guasto complesso" come fate ora a dire che è il modem dell'utente? Vergognatevi. Rispondete sui protocolli cambiati in PPPoE senza avvertire l'utente!

Il linguaggio da robot è dovuto al fatto che si hanno a disposizione solo 500 battute!