domenica 8 gennaio 2017

Storie che toccano il cuore

Il Libro: "Vai e vivrai" - Titolo orginale: "Va, vis et deviens", Alain Dugrand avec Radu Mihaileanu, Paris, Grasset, 2005, 296 p. (ISBN 2-246-67101-9)

Vai e vivrai è una storia ad alto potenziale emotivo (la costruzione di un'identità attraverso il gioco incrociato di verità e menzogna). Fa da sfondo una scena umana poco nota ma di grandissimo interesse, vale a dire i falasha, vale a dire gli ebrei neri, vessati come altri popoli compresi tra Etiopia e Sudan, dalla fame e dalla violenza. Negli anni ottanta i falasha sono diventati oggetto della cosiddetta ‟operazione Mosè” che, grazie al duplice intervento di Israele e Stati Uniti, li ha voluti ricondurre in Terra Santa come legittimi discendenti del popolo di Israele. In un campo profughi, una madre falasha tiene in grembo il figlio moribondo. Poco più in là una madre cristiana la osserva: sa che i falasha partiranno (perché solo loro?), sa che dove andranno potranno finalmente avere un futuro. È così che guardando il proprio figliolo emaciato lo spinge a raggiungere la donna falasha, a sostituirsi al ragazzino appena morto. Lui non vorrebbe, si attacca alle vesti della madre, ma infine parte. Gerusalemme. Durante il viaggio ha sentito una bambina chiedere alla mamma: ‟È vero che quando saremo là diventeremo tutti bianchi?”. ‟Sì, a Gerusalemme scorrono ruscelli di latte e miele, è il paradiso.” Va da sé che non sarà così: adottato, come orfano, da una famiglia sefardita francese passa gli ultimi anni dell'infanzia nel terrore che siano scoperte le sue due menzogne (il non essere un orfano e il non essere ebreo) e la sola verità: quella di essere un nero. Ma il tempo porta nuovi stimoli di conoscenza, la fascinazione della cultura occidentale, l'amore. E al contempo la guerra nei territori occupati, il razzismo, un mondo senza pace. In fondo a lui, le radici materne restano intatte, e ogni giorno dovrà venire a patti con il sogno di tornare a riabbracciare la madre naturale, o comunque con la realtà di essere, quale che sia la sua nazionalità o appartenenza, un etiope salvato dalla morte.

Il film Vai e vivrai di Radu Mihaileanu è stato presentato al 55° Festival internazionale di Berlino 2005


Radu Mihaileanu è un ebreo romeno di nazionalità francese. Ha vissuto in Francia ed in Israele.


La velocità delle informazioni ci porta in tempo reale quello che accade nel mondo e ci immerge in tante realtà lontane di dolore, di sopraffazioni e di violenza.
Volenti o nolenti scopriamo che non c'è civiltà raggiunta e forse non la raggiungeremo mai in tutto il pianeta.
La recente tenera straziante immagine di una creaturina morta annegata durante la fuga della sua famiglia, ci ha fatto scoprire che esistono i Rohingya.
Su Wikipedia leggiamo: sono un gruppo etnico, di religione islamica, che parla ilrohingya, una lingua indoeuropea[11] del ramo delle lingue indoarie, strettamente legata alla lingua chittagong e più alla lontana allalingua bengalese. La loro origine è molto discussa: alcuni ritengono indigeni dello stato di Rakhine (noto anche come Arakan o Rohangin lingua Rohingya) in Birmania, mentre altri sostengono che siano immigrati musulmani che, in origine, vivevano in Bangladesh[12][13] e che, in seguito, si sarebbero spostati in Birmania durante il periodo del dominio britannico.
I Rohingya sono linguisticamente legati alle parlate degli Indo-Ariani di India e Bangladesh, in contrapposizione alle lingue in prevalenzasino-tibetane del Myanmar. A partire dal 2012, circa 800 000 Rohingya vivono in Myanmar. Secondo i rapporti delle Nazioni Uniteessi sono una delle minoranze più perseguitate nel mondo.[14] Molti Rohingya sono stati relegati in ghetti o sono fuggiti in campi profughi in Bangladesh e sulla zona di confine tra Thailandia e Myanmar. Più di 100 000 Rohingya vivono in campi per sfollati, anche perché le autorità hanno proibito loro di lasciarli.[15] I Rohingya hanno catturato l'attenzione internazionale sulla scia di alcune rivolte svoltesi nel 2012.
Bambini rohingya
Sono bambini come tutti gli altri

Perché non c'è accettazione? Perché non si deve convivere ghettizzando dei popoli, piccoli o grandi che siano, solo per il loro modo di vivere, il colore della pelle, le tradizioni, la religione, la lingua?
Posso capire il rifiuto solo nel caso in cui un popolo costituisca una minaccia vera e concreta di violenza per gli altri, oppure di delinquenziale parassitismo, ma la ghettizzazione avviene invece solo per le ragioni di diversità delle tradizioni, della religione, del colore della pelle... E questo è semplicemente disumano.
L'uomo piccolo e meschino rifiuta un intero popolo solo perché ha un'origine diversa dalla sua, perché non appartiene alle sue tradizioni... alla sua tribù praticamente. L'uomo rimasto nel suo interno tribale rifiuta, a chi sente diverso, di vivere.
E' di una di queste dolorose realtà che si parla nel libro "Vai e vivrai" che, essendo un romanzo, non è una storia vera ma verosimile, visto quello che hanno dovuto soffrire e ancora soffrono i falasha. 
Bambini falasha
Sono bambini come tutti gli altri
Ognuno ha il diritto di vivere. Forse sono i sentimenti, veramente ispirati al cristianesimo, dei miei genitori ad aver radicato in me questo dolore nel leggere a quali sofferenze debbono essere sottoposti esseri umani, solo perché alla nascita qualcuno ha già applicato loro un'etichetta: sei falasha, sei rohingya, sei ebreo, sei tutsi, sei sciita, sei hutu, sei sunnita, sei cristiano, sei musulmano...
Ma cosa importa? E' l'innata cattiveria insita nell'uomo che crea la ghettizzazione, il tentativo di mettere a margine qualcun altro; ne abbiamo un esempio in quello che stupidamente chiamano "bullismo": no, è solo la parte cattiva e meschina dell'animo umano, che sui grandi numeri ghettizza un popolo pacifico che chiede solo di vivere. Così si diventa assassini reciprocamente, in alcuni casi, oppure si fugge perché più deboli.. e si vive senza terra e patria scacciati dal pianeta, dove non c'è posto per te.
Questo è indicibile, per me. E credo che non cambierà mai, purtroppo. Perché la malvagità è innata nell'animo umano.
Nel libro si scopre che anche gli ebrei hanno estremismi inaccettabili, convinzioni radicate su libri scritti millenni fa...
Nessun progresso della Scienza ha cambiato menti arcaiche, nessuna visione della cruda realtà di un piccolo pianeta che gira vorticosamente su sé stesso e che prende luce e calore da una stella piccola, mentre astri immensi e lontani anni luce pullulano intorno uno spazio buio, vuoto, inspiegabile. Essi si aggrappano a tradizioni risalenti a quando l'uomo non aveva alcuna contezza di dove effettivamente si trovasse... del Silenzio e della Solitudine che lo circondano. Si aggrappano a parole scritte da uomini che si sono creati fole, riti, dogmi, per organizzare le loro piccole, brevi esistenze.. E su queste basi si affrontano, si uccidono, si discriminano, negano ad altri il diritto di vivere. 


Terra, un pianeta abitabile grazie ai cicli geologici