martedì 30 novembre 2021

Geo, Campotosto e il telaio di mia madre

Una delle poche trasmissioni RAI che sono gradevoli da seguire e che ti lasciano qualcosa di positivo è GEO, condotta dalla dolce Sveva Sagramola. 


Oggi con la regia di Silvia Fraticelli, bella biondina che giocava con i miei figli da bambini per i boschi e i prati di Rocca Priora, ci hanno portato a Campotosto, in Abruzzo, dove tanti anni fa hanno costruito delle dighe e un lago artificiale e dove ho dei ricordi.

Una archeologa nativa di Campotosto, invece di dedicarsi agli scavi, si è dedicata alla ricerca di un artigianato autoctono e, con l'aiuto di anziane parenti e signore locali, ha riscoperto l'arte di antiche tessiture domestiche.

A Campotosto c'è già una coltre di neve e la dottoressa-tessitrice, insieme all'aiutante Fosca, ci hanno fatto entrare nel loro Laboratorio-negozio dove hanno installato un antico telaio e dove ci hanno mostrato una parte delle bellissime e variegate produzioni del loro artigianato: coperte e tessuti vari, abiti e addirittura dolci di stoffa tessuta che sembravano veri!



Non è facile comporre l'ordito ma nemmeno tessere, ed io lo so bene perché la mia mamma, classe 1909, nata in Accumoli che non è molto lontano da Campotosto, tanto è vero che era abruzzese ed era in provincia di L'Aquila quando nacque la mia mamma, divenuto poi laziale quando Mussolini creò la provincia di Rieti, tesseva con un telaio proprio come quello visto nel filmato di Geo.

Mi raccontava che aveva tessuto su quel telaio tutto il suo corredo da sposa: lenzuola di canapa e coperte di lana. Una, a disegni rossi e bianco ecru geometrici, è durata fino al 1970... Fra i teli tessuti ripiegati sugli scaffali del Laboratorio della Archeologa tessitrice mi è sembrato di intravvedere un disegno simile a quella coperta... Sono disegni antichi che appartengono a quelle zone dove 60 anni fa sono stata dormendo nella casa, che affacciava proprio sopra le acque del lago, di una cugina di mio padre...

Mia madre mi raccontava di quanto era stato faticoso, per una ragazza magra come era lei, tessere per mesi con quel telaio che mi mostrò, ormai inusato da anni, in una cantina a livello strada della sua casa natale. Mi colpì perché era davvero pesantissimo, di legno... Molto somigliante a quello visto oggi nel servizio di Campotosto.

E mi si stringe un poco il cuore a immaginare quella ragazza magra che dimagrì ancor di più muovendo avanti e indietro l'asse del pesante telaio per poter realizzare il suo corredo di sposa...

Altri ricordi di Campotosto: durante quel breve soggiorno nella casa della cugina di mio padre era ospite un suo zio d'America, influenzato a letto.

Era tornato dopo tanti anni vissuti negli USA dove era emigrato fuggendo dopo un fatto romantico e cruento insieme. Le figlie della cugina di mio padre, Angelica e Maria, mi raccontarono la sua storia con rispetto e pudore... Egli amava tanto una giovane del suo stesso paese, Campotosto, ma uno zio di lei si opponeva irragionevolmente ed egli durante una lite lo ferì con un coltello. Quelli non erano luoghi dove era frequente la violenza, tutt'altro, e la cosa fece un grande scalpore. Egli fuggì, riparò negli USA e non poté più rivedere l'amata andata in sposa ad un altro. Ora, disse con un sorriso pudico la cugina di papà, ha voluto vedere la figlia dell'amata che è morta e la chiamava con il suo nome perché le somiglia...

Angelica è morta tanti anni fa.. Maria emigrò in Canada.. Gli ultimi contatti li ebbi con Maria quando mi sono sposata: era il 1965...


sabato 27 novembre 2021

Per ridere un po': Le comiche: "Chiudiamo, apriamo. Chiudiamo, apriamo? Boh?"

     

"Chiudiamo, apriamo.  Chiudiamo, apriamo? Boh?"



Sea Whatch: "Malta attacca il telefono, Tunisia non è porto sicuro, porto sicuro solo Italia, facciamola breve, sempre con questa manfrina!"







Ministro della Salute del Sudafrica: "Non si devono chiudere i voli per il Covid mutato, a che serve? E' contro il Diritto Internazionale e poi tanto mezza Africa entra in Italia con i traghetti per gli immigrati: navi Ong!"


Ministro della Salute dell' Italia: "Facciamo entrare tutti e non se ne parla più... dell'Italia intendo.. Per aria e per mare.. E muoia Sansone con tutti i filistei!"
Lamorgese, pseudo Ministro dell'Interno: "Se lo dici tu per me va
 bene tanto faccio entrare tutti                                                                                      comunque! Draghi, lei che dice?"                                                                       

                                                             Draghi: "Io devo spendere i soldi che ci danno, assolutamente! Non posso  sprecarli!  Pensateci voi, fate come     meglio credete! Tanto il virus muta comunque e arriva comunque da aereo o barcone!"                                                                                                                                                                                                                                                                 Ministro della Salute dell' Italia: "Mannaggia, proprio adesso che si sono vaccinati quasi tutti! E mo'chi li sente a questi!"


                                                                        

South Africa variant: "Voli? Eh, eh, eh! Chiudono i voli quando 463 bombe stanno per entrare nel porto sicuro? Ah, ah, ah! Non dicono nemmeno il nome vero, figurati se dicono il paese africano da dove vengono e tutti quelli dove sono passati per arrivare all'imbarco in Libia... Questi italiani sono scemi! Mi fanno ridere!"

venerdì 12 novembre 2021

ENEL Servizio Elettrico Nazionale - Servizio di Maggior Tutela - Leggere la bolletta

 Fate attenzione alla vostra Bolletta Elettrica.

La fiducia che avevamo quali utenti degli Enti Statali o che agiscono in Concessione dallo Stato non ha più motivo di essere.

Accadono strane cose e questo nonostante la APERTURA DEL MERCATO, anzi, forse proprio per questo.

Partiamo dalla mia ultima bolletta elettrica: bimestre OTTOBRE-NOVEMBRE che ho pubblicato qui e su facebook.

Prima nelle innumerevoli pagine di tale DOCUMENTO appariva il costo per KWh. Ora lo cerco nelle n. 6 pagine senza trovare quello che per l'utente è l'ESSENZIALE.

Telefono al n. verde 800900800 e alle h. 17:25 circa di oggi 12 novembre 2021 mi risponde una voce gentile di tale Francesca.

Da lei apprendo che non posso trovare in quelle n. 6 pagine il costo orario dei KW PERCHE' NON C'E'! Verificati i miei dati fiscali ed anagrafici può dirmi il segreto: fino a settembre in fascia 1 (F1) che va dalle h. 08:00 alle h. 19:00 pagavo euro 0,089 per 1 KWh e in fascia 2 (F2) h. 19:00-20:00 e festivi euro 0.075 per 1 KWh.

Ma ad ottobre c'è stato un aumento, ovviamente deciso dal governo, che vedrò nella prossima bolletta: F1 euro 0,21/KWh e F2 euro 0,19/KWh, ma l'Aurorità per l'Energia, ARERA, per alleggerire la botta ha deciso che non ci saranno in bolletta gli ONERI DI SISTEMA.

Ma questa rompicoglioni che scrive ha fatto un altro appunto chiedendo lumi che la gentile operatrice Francesca non ha saputo chiarire:

1) Perché io ho l'ACCISA e una mia amica che vive in Liguria ed ha identico gestore ed identico contratto NON l'ha in bolletta? L'operatrice mi ha lasciato in attesa per informarsi, ma ha detto che poteva solo segnalare la cosa NON CONOSCENDO IL CRITERIO CON CUI L'ACCISA VIENE INSERITA IN BOLLETTA.

MA UN CRITERIO DEVE ESSERCI, NON POSSONO INSERIRLA A PIACERE, A VOLTE SI, A VOLTE NO, NEL LAZIO SI IN LIGURIA NO.

2) l'ALTRO APPUNTO A CUI LA DOLCE FRANCESCA NON HA SAPUTO DARE RISPOSTA (ed è ovvio perché non lo decide certo l'impiegata dell'ENEL!) è: perché l'ACCISA che è un'imposta costituisce imponibile della tassa chiamata IVA?

L'impiegata non era in grado di rispondere perché si applica l'IVA del 10% anche sull'importo dell'IMPOSTA chiamata ACCISA.

Forse perché l'ACCISA È un'imposta che grava sulla quantità dei beni prodotti, a differenza dell'IVA che incide sul valore?

 Ma è in ogni modo un sistema impositivo iniquo quanto non limpido per il cittadino utente che deve valutare, SE VERAMENTE LIBERO DI FARLO, quale gestore è più conveniente nel MERCATO LIBERO!



domenica 7 novembre 2021

Per ridere un po': Le comiche: "Incomprensione"

 

 "Incomprensione"


Poretta Demente Husband: "Poretta mi pare che tuo padre non ci sente o fa finta come ha fatto tutta la vita co' la tu' madre.."






Poretta Demente: "Tutta la vita no, perché j'a pure menato, poi s'è arreso." 


Poretta Demente Husband: "Vabbè, ma per me fa finta oppure è tutto scemo, oppure tutte e due le cose. Sta dentro una casa enorme che è pure tua e io ci devo pagare le tasse: ce deve da' un po' di soldi.
Guarda io ho cercato di farglielo capire con delicatezza quando ha telefonato per chiedere come stavamo prima di passarti il telefono.. : "Stiamo bene, - gli ho detto - certo ora con l'eredità di Poretta mi ha sballato l'ISEE: ho perso tanti benefici che come artigiano a partita IVA potevo avere, mica dichiaravo tutto.. Faccio tanti lavori senza fattura.. Ma adesso risulta na' proprietà che a me non mi frutta niente perché la mia compagna convivente ha ereditato... E poi ci pago l'IMU per la parte di Poretta perché le risulta seconda casa".


Nullo Strano (alias Clemente Demente): "Ma puro io co' quei du' sordi che piglio da' reversibilità de Squily Brata (alias Schizzosa Invidiosa) m'è aumentata l'aliquota IRPEF e mo' pago de' più." (Sorride parlando al telefono). 

Poretta Demente: "Mo' jo dico io e je dico de' venì su a portacceli così se fa puro n'po' de mare".



Poretta Demente Husband: "Si, va be', però solo pochi giorni eh?"

Poretta Demente: "Nun te preoccupà, tanto nun po' sta tanto perché se scotta. Je devo sempre mette a crema, è così bianco!"


Poretta Demente Husband: "Ah beh certo! E poi non può lasciare troppo la "villa prestigiosa"... Che non si vende.. e la sta a fa' diventà la casa del buiaccaro."

Poretta Demente: "Prestigiosa non è mai stata: è quella matta de mi' sorella, che ha preso da mamma, che ha fatto fa l'annuncio così pe' qua' bagnarola de piscina che c'hai interrato tu.. Meno male che quello dell'Immobiliare j'ha suggerito de' non mette la foto del terrazzo abusivo che manco se po' sanà... L'urtima pazzia de' mi madre fori da ogni condono.. A meno che non ne faranno n'artro... Ma n'tanto stamo così.. Che nemmeno se potrebbe rogità co' l'abuso.."


sabato 6 novembre 2021

Novella pubblicata nella Raccolta "Mostri e ritratti" - La Giudìa

 LA "GIUDIA"


"Pare na' "giudìa", è vero?" E fece la sua risatella fra il disarmante ed il cattivello.

Mia nonna era una vecchietta rinsecchita che vestiva ancora alla "paesana": con il fazzolettone ed il grembiule. Faceva la svanita quando le faceva comodo ma, ogni tanto, se ne usciva con qualche piccola malignità su qualcuno ed allora ti accorgevi che non era la vecchina innocua che voleva apparire.

La "giudìa" era la mia migliore amica di allora ed era una bella ragazzona mora di carnagione che nei tratti, evidentemente, a mia nonna richiamava la "facies" ebraica ed antichi, da me insospettati, pregiudizi la inducevano a chiamarla con quel termine fra il popolano ed il dispregiativo. La mia amica si chiamava Pamela e confesso che non sono in grado di distinguere "facies" particolari nei miei connazionali di cultura o religione ebraica. Pamela, comunque, era di cultura e religione cattolica. 

Non è casuale per me scrivere cultura o religione, invece di cultura e religione: perché una persona può ricevere un tipo di educazione religiosa che rimarrà comunque nel suo bagaglio culturale, ma non necessariamente professerà in seguito quella religione, magari perché il suo pensiero si evolverà in modo diverso dalle sue radici. Dire, dunque, che Pamela era di cultura e religione cattolica, significa che era credente secondo i canoni di quella religione.

Pamela era alta, imponente e, per il gusto antico, una bella ragazza. Dietro la sua aria scanzonata ed indisponente si nascondevano un'insicurezza quasi patologica ed una confusione di idee che ancora dura.

Ci eravamo conosciute in classe, banalmente. Lei era arrogante, non le andava di studiare e passava il tempo ad irridere gli altri con una ragazza con la quale aveva subito legato: Miranda. Le ritenevo due sceme e mi erano francamente antipatiche. Non mi è mai piaciuta la gente che trae il suo divertimento dal dileggio degli altri. Si divertivano a fare scherzi sciocchi del tipo "attaccare la gomma da masticare sul bavero del cappotto di una compagna", oppure "staccare il soprabito di qualcuno dall'attaccapanni e gettarlo in terra".

Non gradivo i loro stupidi scherzi, ma la mia aria seria ed indispettita le divertiva ancora di più.

L'anno scolastico seguente ci fu una ridistribuzione delle sezioni: Pamela, io e poche altre, fra cui non c'era Miranda, fummo messe in una sezione diversa, mentre il grosso della nostra classe rimase in sezione "N".

Per caso finimmo per metterci nello stesso banco, giacché eravamo le uniche rimaste da sole e nessuna di noi voleva mettersi in un banco con una "nuova". Scoprii così che era una comica irresistibile: durante le lezioni si nascondeva dietro le compagne, eravamo all'ultimo banco, e diceva cose esilaranti che mi facevano ridere mio malgrado. Per questa ragione fui ripresa più volte dagli insegnanti ed, in generale, la mia condotta ne risentì. Però avevo bisogno di allegria, a casa mia non ne avevo molta, e lei me la dava.

Cominciammo a frequentarci anche fuori dalla scuola. Andavo a casa sua a studiare o lei veniva a casa mia. In realtà con Pamela era difficile studiare, non le andava e trovava mille scuse per distrarsi e continuare a scherzare ed a divagare.

La sua casa si trovava in un quartiere borghese medio alto, a mezza costa di uno dei colli della città. Era una bella casa, grande e ben arredata. Sua madre era una sorridente signora, tonda come una palla, che fumava molto e cucinava molto bene. Il padre era un distinto ed enigmatico signore: parlava a voce bassa ed era molto gentile. Il suo unico fratello, più piccolo di lei di un paio d'anni, era un ragazzo un po’ viziato, buono, ma un po’ troppo sicuro di sé ed irriverente.

Devo dire che, dopo aver visto la sua casa, avevo avuto un poco di vergogna ad invitarla a casa mia.

La mia casa era di tutt'altro tenore: niente salone, né doppi servizi, né accurate rifiniture; la mia era una piccola casa piccolo borghese. Siccome non l'invitavo, un giorno venne lei, spontaneamente: così ruppe i miei indugi.

Pamela aveva un gran bisogno d'amicizia e d'affetto. Univa, però, ad una calda umanità, un comportamento strano e difficile da accettare. Diceva cose inaccettabili con innocente e provocatoria arroganza e non si sapeva se bisognava riderne, tanto apparivano assurde, o arrabbiarsi.

Il mondo per lei era diviso in classi sociali a seconda del livello culturale e delle possibilità economiche. Eravamo negli anni 1964, 1965, e l'Italia aveva lasciato il classismo insieme al fascismo, idee così facevano solo ridere, soprattutto se le differenze di classe erano attribuite sulla base di diversità minime, quali ad esempio avere una laurea o non averla, avere un diploma o aver studiato solo fino alla licenza media, essere un impiegato di "gruppo B" rispetto ad uno di "gruppo C" e così via.

Pamela si mostrava sprezzante verso un giovane, che pure le piaceva tanto, definendolo "il figlio della sarta e del falegname", anche se questo ragazzo, che studiava nella nostra stessa scuola, era benestante proprio grazie al lavoro dei due bravi artigiani che erano i suoi genitori. "Il figlio della sarta e del falegname" non era attratto da lei, era incuriosito, piuttosto, dai suoi modi originali. Il suo fare irridente e, apparentemente, anticonformista, lo divertiva, la sua corte lo lusingava. E sì, perché Pamela, quando un ragazzo le piaceva, lo corteggiava.

Io le dicevo che era matta e ridevo della sua incoscienza.

Però, prendendola un po’ più sul serio, trovavo che non aveva dignità. Va bene che faceva tutto per scherzo, ma perseguiva il suo scopo con fatti concreti: telefonate continue, richieste di uscire insieme, atteggiamenti e discorsi spregiudicati. Paolo, così si chiamava il nostro compagno di scuola, non si tirava indietro; il suo atteggiamento era quello divertito di chi si dice:" Vediamo questa che vuole e dove vuole arrivare." Ma Pamela lo sapeva dove voleva arrivare e, soprattutto, cosa voleva veramente?

La sua contraddizione era evidente: da una parte faceva tutto con estrema leggerezza, come di chi non gliene importa niente, dall'altra si scopriva poi che soffriva come chi si era illuso di poter avere in cambio amore vero.

Da una parte disprezzava Paolo catalogandolo come appartenente ad una classe sociale inferiore, dall'altra gli correva dietro pur sapendolo fidanzato ufficialmente con una nostra compagna di classe che era anche sua amica.

"Ma se è fidanzato perché gli corri dietro? Non pensi a Lia che è tua amica? Non è leale e, scusami, nemmeno dignitoso, perché lui è impegnato e poi tu sei donna e lui uomo." Le dicevo, cercando di impostare un discorso serio, nonostante il suo sorriso fra il sarcastico e l'ironico.

"Io gli piaccio, se no non ci starebbe." Mi rispondeva con un sorriso di sfida.

"Un maschio ci sta sempre, ma come pensi che ti consideri?"

Le dava appuntamenti che poi non rispettava: ero scandalizzata dalla sua assoluta mancanza di amor proprio.

"Se vuoi che gli altri ti diano valore devi dartelo tu per prima, lo capisci?"


*****


Non so fino a che punto spinse i suoi rapporti con Paolo, di certo, almeno una volta, ebbero contatti molto intimi, ma lui non lasciò mai la fidanzata, si limitò a stare al gioco.

Tutto in Pamela era così: lei disprezzava l'oggetto dei suoi interessi o desideri, però si buttava nel rapporto umiliandosi con l'aria di divertirsi un mondo.

Scoprii molto presto che era tutta una difesa, inutile per altro, perché soffriva e perdeva, sempre. Non riusciva ad avere né orgoglio, né dignità, né amor proprio. Cercava di supplire a questo inalberando un'arroganza irridente e, a volte, persino villana, una spregiudicatezza che nel profondo di sé non esisteva affatto, anzi era affetta da sensi di colpa e vergogne incredibili per non essere, da tempo, più vergine.

Aveva buttato via sé stessa con un tale che non l'aveva mai amata, né rispettata e glielo aveva sempre detto francamente.

Barava con sé stessa dunque, perché aveva paura di affrontare la realtà, come molti. Aveva paura di dirsi: "Non mi ha amato il primo ed io sono stata stupida a continuare a rincorrere chi non m'ama." Le era mancata la forza di carattere per imporsi di stare sola, ad attendere qualcosa di dignitoso che avrebbe potuto anche non arrivare mai. A nulla valeva sminuire gli oggetti dei suoi desideri deridendoli o disprezzandoli quando, umiliandosi per essi, si poneva al disotto, finendo, nell'intimo, per scendere a livelli di disistima di sé che le provocavano un'insanabile insicurezza.

Ma perché affrontava la realtà a quel modo? Forse, come sempre, la risposta, oltre che in lei, in come era costruita, era anche nella sua famiglia, nei rapporti fra i genitori e fra lei e questi ultimi.

Frequentandola scoprii che anche su questi rapporti Pamela aveva mentito a sé stessa ed agli altri, cercando di modificare, con una realtà di fantasia, la realtà che non le piaceva e che temeva di affrontare.

Dei suoi genitori diceva: "Il sabato sera escono, vanno a far visita ad amici, giocano a carte, stanno sempre insieme."

In realtà la madre, sempre sorridente e gentile con me, via via che si entrava in confidenza, si lasciava sfuggire frasi pungenti, a volte addirittura acide, all'indirizzo del marito.

Passava il tempo e mi resi conto che quell'atteggiamento era costante e non frutto di un momento di lite o di tensione fra i coniugi. Da alcune frasi mi resi conto che la frattura era antica, cronica ed insanabile. Il padre, un vero signore, gentilissimo, era distaccato, ironico, indifferente alla moglie. Notai che non la conduceva mai con sé nei frequenti viaggi di lavoro che faceva.

Una volta mi stava mostrando delle foto di un suo recente viaggio a Vienna e gliene sfuggì una che forse pensava di aver già tolta dal mazzo: c'era una donna bionda, con un gran petto, a riempire il panorama. Più che la foto in sé, poteva essere una collega o chiunque altro, fu la sua reazione ad insospettirmi: tolse via la foto in fretta, senza lasciarmi il tempo di vederla meglio come le altre.

Ingenuamente parlai di questo episodio con Pamela e lei, con gli occhi feriti da una rivelazione non tanto ignota, ma inalberando, sia pure forzatamente, uno dei suoi sfrontati sorrisi, chiamò in causa il fratello, con mio grande disappunto. Pensandoci, in seguito, capii che anche quella era stata una manovra difensiva. Non sapendo assolutamente affrontare la realtà già nota, chiamò il fratello come per sfrontato gioco, per metterlo fra sé e la realtà che l'inconsapevole amica le gettava addosso. Non sapendo, in quella circostanza, come sfuggirla ancora ignorandola, camuffandola, tentò una strenua, goffa, penosa difesa, tirando in mezzo il fratello adolescente:

"Sai che papà a Vienna era con una donna? Fatti mostrare la foto!" Il fratello non rideva come lei ma, ferito da un'uguale situazione familiare, aiutato da un carattere arrogante e dall'incoscienza dell'età, andò dritto dal padre. Io ero costernata: tutto ciò mi qualificava come spia agli occhi del gentile signore e mentre ero ospite in casa loro. Non avrei mai immaginato che la mia amica mi esponesse così: pensavo di poter contare su una complice ed amichevole confidenza. Invece, visto che mi ero permessa di schiudere il tappo della fogna e di sentirne, per un attimo, il fetore, la mia amica mi puniva in modo sado-masochista.

Questa componente del suo carattere, sadismo e masochismo insieme, sarà presente in tutti i suoi rapporti umani, in particolare con l'uomo che poi sposerà, portandola al fallimento di tutti i suoi rapporti affettivi.

Con "fair-play" tutto inglese, il padre "dribblò" la spedizione del figlio sedicenne mostrandogli un'altra foto e dicendo che, probabilmente, io avevo visto male. Il ragazzino tornò rassicurato. Pamela, visto che il tappo era stato rimesso al suo posto, sogghignò sfottendomi:"Ah! Ah! Ah! Adesso mio padre penserà che sei una spia! Ah! Ah! Ah!" Ero umiliata e mortificata: la mia totale inesperienza sul peggio della vita mi aveva portato ad espormi dentro una situazione familiare piena di veleni.

Quest'episodio arrivò anche alla madre: e qui Pamela non riuscì a mettere il tappo. La signora, nonostante la sua aria tonda e rassicurante, smesso il bel sorriso, fumando nervosamente, disse qualcosa in più su suo marito, rispetto al solito, che mi svelò che lei era amara e nervosa perché da anni sapeva di venire sistematicamente tradita.

Perché Pamela costruiva, invece, un idillio fantastico fra i genitori?

Fra i due chi sbagliava era il padre, eppure lei lo prediligeva. Dimostrava questa scelta abbracciando ciecamente tutte le sue idee classiste, ed i relativi complessi di inferiorità nei riguardi di chi, a torto o a ragione, riteneva essere di classe sociale superiore. Mostrava verso la madre, che non aveva un diploma come suo padre, un sottile disprezzo. Non voleva essere come lei, una delle tante donne oneste e cornute; tentava, allora, di comportarsi in modo spregiudicato, pensando così di sfuggire a quel destino; entrando, invece, in contrasto con sé stessa, con la sua natura che era onesta, di qui i complessi perché non era più vergine.


*****


Aveva idealizzato il ragazzo a cui aveva regalato la sua innocenza perché figlio di un professore universitario, direttore di un istituto di ricerca, e con lui aveva idealizzato anche la sorella, che era sua amica.

"Non mi pare una persona perbene uno che si approfitta di una ragazza che è innamorata di lui per usarla come donna da letto! Doveva rispettare un sentimento che non si sentiva di contraccambiare! Invece, prima fa i suoi comodi, poi ti fa anche le prediche, per di più! Ma ti rendi conto che è un ipocrita ed un vigliacco?" Le dicevo senza mezzi termini, proprio perché ero un'amica vera.

Lei sorrideva con una smorfia, sapeva che quella era la verità, ma non riusciva a modificare in niente il suo giudizio su quella persona.

"Cosa fà?! Il "boy-scout"?! Bene!! Ambiente cattolico...Va a Messa....E bravo! Però va a letto con una ragazza che la prima volta che è andata con lui era vergine ed aveva solo sedici anni! E le dice che non sono fatti l'uno per l'altra, che non la sposerà mai, però continua ad andarci a letto! Ma che brava persona! Infatti ti fa le prediche, pure.....?!"

"Sì, mi dice che non devo andare con lui...."

"A me questa persona fa schifo!" Dicevo indignata.

"E sua sorella?" - Incalzavo. - "Te la raccomando! Tu dici che è tua grande e cara amica. Ma che amica è se non vuole che stai con il fratello? Un'amica vera sarebbe felice di avere come cognata una sua amica, una persona che conosce ed a cui vuole bene."

"Lei dice che non siamo adatti l'uno per l'altra."

"Ah! Certo, lei può giudicare dall'alto della sua maturità ed esperienza!" - Ironizzavo io. - "Perché non ha diciotto anni come te, vero?"

Pamela sorrideva con aria sorniona, sapeva che avevo ragione, ma non cambiava niente.

"E poi questa sorella che fa anche lei "la guida" nell'organizzazione cattolica degli "scouts" e non ritiene che l'obbligo del fratello sarebbe quello di sposarti! Questa è la gente che tu ritieni migliore di te: due ipocriti! Tu non hai un briciolo di amor proprio! Io un'amica così la cancellerei dalla mia esistenza!"

Ma per Pamela quei due molluschi avevano il grande merito di appartenere ad uno strato della borghesia "colta", e questo era per lei un valore che appannava tutto il resto.


*****


Anni dopo sposò un bravo ragazzo: ben educato, ragioniere, figlio di brava gente, padre impiegato. Cominciò a mortificarlo fin dall'inizio. Lui era innamorato di lei. Lei no. Aveva ancora dentro il mito del "boy-scout".

Con lui era arrogante, prepotente, insultante. Lo umiliava in pubblico deridendo lui e la sua famiglia, anche se non c'era nulla da irridere.

Una volta provai a dirle:"In fondo ti ha sposato anche se tu...."

"E allora?!" - Mi aggredì lei. - "Perché lui era vergine forse?!"

"Ma c'è un pò di differenza, non credi?" E ripensavo a quando era corsa, terrorizzata, a farsi le analisi temendo di essere incinta e, vigliaccamente, mi aveva chiesto se davo il mio nome al posto del suo al laboratorio di analisi:

"Perché?" Chiesi sorpresa e ferita da quella incredibile richiesta.

"Perché dal nome risulterà che avrò fatto il test di gravidanza."

Era il 1964 e un simile fatto, se risultava da un registro di analisi, poteva essere infamante per la reputazione di una giovane donna. Mi aveva chiesto di esserle vicino e, da amica, lo ero: l'avevo accompagnata, pensavo alla gravità del fatto in sé, ma non avevo pensato a quest'altra implicazione. Fui colpita che in quel momento pensasse agli altri, che potessero scoprire chi era veramente, che se ne vergognasse. La sua sfrontatezza, che si divertiva ad ostentare anche con me, con la quale amava scandalizzare, era scomparsa: tremava vilmente al pensiero che "si potesse sapere", che risultasse in qualche modo, da qualche parte, che lei aveva avuto bisogno di accertarsi se era incinta o no. 

"E tu vorresti che dessi il mio?!" Sottolineai, esterrefatta dal suo mostruoso egocentrismo.

Si confuse, senza sapere cosa rispondermi. Incapace di assumersi la responsabilità del suo agire, pretendeva di nascondersi dietro il nome di un'amica ancora innocente.

 

*****

Presentò a suo marito l'ex amante. Organizzò disinvolte uscite insieme. Lui, il marito, era certo un debole. Avevano la stessa età e lui, come tutti i ragazzi, era forse un po’ più immaturo di lei. Ma con gli anni lui si disgustò completamente. Paradossalmente non si separarono, ma era un matrimonio fondato sui tradimenti dichiarati di lui, per vendetta, e su uscite di lei con questo e con quello, anche col vecchio e mai maturato "boy-scout", il quale però non diceva niente a sua moglie. Pamela, invece, non nascondeva nulla a suo marito: in sua presenza telefonava al vecchio "boy-scout" e lo informava quando usciva con lui o con altri. A letto non andava con nessuno. Credo, più che altro, perché fisicamente era diventata una montagna di grasso e cellulite. Vestita reggeva ancora, ma il suo aspetto "a nudo", evidentemente, la dissuadeva dal tentare ogni forma di tradimento. Era, comunque, un rapporto sado-masochista quello fra lei ed il marito. Restavano insieme perché avevano paura che al di là di quel loro rapporto fatto di graffi e di dolore non c'era che il buio e la solitudine.

Se lei lo avesse amato e rispettato avrebbero potuto essere felici, ma una volta formatesi le ferite delle offese non si rimarginavano mai, rinnovate dalle liti, da nuove offese e ripicche, tradimenti di lui e meschine vendette.


*****

E la guida scout? Colei che faceva, con altezzosa benevolenza, le prediche a Pamela perché non andasse a letto con suo fratello?

Aveva sposato, dopo nove anni di fidanzamento, un ragazzo timido e scontroso, molto egoista. Dopo due anni di matrimonio erano in mano agli avvocati: separazione, divorzio.

"Divorzio?! Come?! La cattolica!" Dissi malignamente io.

Pamela sorrise benevolmente. Quando avevo ragione non diceva mai niente.

Poi la ex guida scout ebbe un secondo marito.

"Come?! Ma il primo matrimonio, celebrato in Chiesa, non era un Sacramento? Davanti a Dio è bigama! Peccato mortale!"

Pamela sorrideva sempre benevolmente: lei, però, non giudicava mai le macroscopiche contraddizioni, l'arrogante ipocrisia, i guasti ed i fallimenti esistenziali dei membri di quella famiglia. Era feroce solo con il marito: l'unico che l'aveva amata veramente.

Poi la ex guida scout divorziò per la seconda volta: io mi sganasciai dalle risate. Pamela no. Mi disse: "Quando mi incontra, sai, mi fa ancora le prediche." Questa volta, però, le sfuggì un risolino derisorio. Effettivamente certa gente è senza ritegno.

Poi la ex guida scout ebbe un amante, poi un altro.....Sempre continuando a frequentare la Chiesa.

Il suo primo marito, intanto, si suicidò. Io rimasi sconvolta: mi dispiacque perché lo conoscevo anch'io, anche se non lo vedevo da molti anni. Chiesi a Pamela: "Cosa dicono quei due: l'ex-moglie e suo fratello che era suo amico?"

"Niente." Fu la risposta. "Evitano l'argomento. Ma un giorno  gliel'ho chiesto io."

"E cosa ti hanno detto?"

"Né lei, né lui capiscono perché l'abbia fatto."

"Davvero?!" Sorrisi con sarcasmo. "Chissà perché l'hai saputo da me che Pietro si era suicidato. Loro non ti avevano detto nulla. Lui che ti racconta dei suoi tradimenti infantili e si vanta della pazienza di sua moglie, ma tace sulla fine di un amico che è stato suo cognato; lei che ti telefonava per raccontarti dei suoi viaggi, dei suoi amanti e non ti diceva niente di un evento così atroce: suo marito, sposato davanti a Dio in pompa magna, divorziato, che si è sparato un colpo in testa con un fucile." 



Esempio di vergognosa bolletta elettrica tipo

 

Ognuno di noi penso che sia arcistufo di come veniamo governati.
Continuano a romperci le scatole con l'esempio degli altri Paesi Europei, con le imposizioni che ci arrivano dall'UE, poi ci mazzolano con fatture elettriche che non hanno uguali con il resto di Europa: schizofrenia o presa per i fondelli del popolo? Fate voi.
Analisi della fattura:
il costo del consumo di Kwh, già alto in Italia rispetto al resto d'Europa, è di euro 72,48
ma la bolletta viene quasi raddoppiata fino ad arrivare a euro 114,67 per una serie di voci che definisco vergognose, balzelli imposti da un sistema iniquo che nessun governo cambia, anzi, il governo Renzi ha peggiorato facendoci pagare gli sprechi della RAI, fra cui gli stipendi faraonici di persone spesso lasciate senza fare niente, addebitandoci il cosiddetto "canone" in bolletta.
Il falsissimo Movimento 5 Stelle, che per anni ha tuonato contro il canone RAI incitando la gente a non pagarlo, è al governo dal 2018 e ha passato tre governi senza peritarsi di toglierlo o riformarne l'imposizione, anzi mantenendo la scelta scellerata di Renzi.
Un vero schifo.
Potrebbero far pagare una tessera a punti per fruire dei programmi che si desidera vedere, invece dell'inviso canone, in modo che ognuno spende quello che vuole nel seguire la RAI.
Ma se ne guardano bene perché non potrebbero più mantenere le loro clientele messe lì dalla politica o da motivi inconfessabili.
L'ENEL, carrozzone che ha la concessione delle infrastrutture della rete elettrica del Paese, mette le voci che vuole per far lievitare la grassazione dell'utenza e il governo lascia fare.
Quasi 20 euro per "trasportare l'energia", manco la portassero in spalla! E per gestire il contatore! Che ormai lo leggono da centrale! Dove sono i costi?
"Oneri di sistema": voce oscura visto che già ci hanno messo tutto:
Iva, Imposte(?), Accisa...
Per non parlare dell'imponibile IVA che è una cifra non si sa bene da cosa ricavata: cosa secondo questi costituisce voce su cui si deve applicare l'IVA? Dovrebbero essere solo gli effettivi consumi, ma così non è, dato che il consumo è poco più di 70 euro e loro applicano l'IVA su 90 euro circa.
Vomito.