giovedì 22 novembre 2012

Berlusconi e Di Pietro sono stati i due unici prodotti di Tangentopoli (poiché pulizia morale quella stagione non l'ha prodotta) (Cacciari)

Nel medesimo articolo di Massimo Cacciari su "L'Espresso", da cui ho tratto il frammento che ho commentato nel mio post precedente a questo, c'è la considerazione che ho usato testualmente per il titolo del presente post.

Mi ha colpito perché sintetizza un pensiero che mi si è affacciato diverse volte nella mente in questi ultimi due anni...
Un parallelo fra queste due figure antagoniste che, però, mostrano strani punti di contatto.

Sul fatto che,  mentre si svolgevano i processi di Tangentopoli, sotto sotto tutto continuava come prima, ho già scritto, riportando anche la fonte di confidenze ricevute: una donna, nubile, che aveva una relazione adulterina con un avvocato urbanista con le mani in pasta in questa Italia che ritiene un diritto fingere correttezza e operare con spregiudicatezza. 

Dunque Cacciari non dice nulla di nuovo ammettendo che Tangentopoli NON HA PRODOTTO PULIZIA MORALE: ha prodotto, invece, due partiti costruiti da due uomini apparentemente opposti: Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro.

Entrambi hanno avuto un interesse a farlo.
Berlusconi perché non aveva più il suo sponsor politico: Bettino Craxi.
Di Pietro perché ha pensato bene di sfruttare la fama morale che il suo lavoro, ben protetto da Borrelli, gli aveva dato.
Entrambi si dichiarano, con faccia tosta, cattolici, pur avendo due mogli, una ex ed una in carica, viventi. Nessun cattolico vero si conduce in codesto modo, ritenendo l'unione matrimoniale un Sacramento.
Entrambi danno lavoro a molta gente.
Berlusconi con i soldi di imprenditore, ma non solo, anche con i nostri, visto che prende i soldi che il popolo non gli voleva dare per il partito e con quelli stipendia molta gente: una vera corte.
Di Pietro idem, tranne che lui usa solo i soldi del finanziamento al partito per pagare parecchi raccomandati che hanno trovato, ad esempio nelle sedi regionali di IdV, un modo per lavorare nelle segreterie.
Entrambi ci fanno pagare i loro avvocati.
Ghedini ha avuto in regalo una poltrona pagata da noi in Parlamento anche se ci informano che non ci va mai. Una bella rendita.
Maruccio veniva dallo studio di Scicchitano che segue tutti i processi per querele date o prese ed altro di Di Pietro. Un avvocato di IdV mi disse che la poltrona a Maruccio Di Pietro la doveva dare perché "doveva pagare pegno a Scicchitano".
Peccato che il lauto compenso di Consigliere Regionale a Maruccio lo paghiamo sempre noi contribuenti e, non bastandogli, ha anche rubato ed ora è in carcere.

Distanti, ma vicini.

Lezione di Diritto Costituzionale agli ignoranti


(AGI) - Parigi, 22 nov. - Monti "e' senatore a vita e non si puo' candidare al Parlamento perche' e' gia' parlamentare" spiega il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall'ambasciata italiana a Parigi. " Non e' un particolare da poco, anche se qualche vota lo si dimentica" aggiunge il capo dello Stato rispondendo alle domande dei giornalisti sulla posizione del premier spinto da alcuni a candidarsi e sollecitato a mantenere una posizione di neutralita' da altri.
In punta di Costituzione puntualizza che innanzitutto l'attuale premier non si puo candidare per un seggio parlamentare, essendo gia' senatore a vita. Per il capo dello Stato, tra l'altro, "sicuramente in campagna elettorale" sarebbe preferibile preservare una condizione di terzieta' per il presidente del Consiglio.
  Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la situazione dopo il voto.
Arriva poi una precisazione in risposta al senatore Pdl Carlo Giovanardi, che accusa Napolitano "di aver già dato a Monti l'incarico di formare il nuovo governo".  "Il presidente  non sponsorizza alcuna soluzione di governo per il dopo elezioni - si legge in una nota del Quirinale  - Ha solo richiamato in modo inconfutabile i termini obbiettivi in cui il problema della formazione del nuovo governo si porra' una volta concluso il confronto elettorale nel rapporto tra le forze politiche e il nuovo Capo dello Stato"
DOPO IL VOTO I PARTITI POSSONO COINVOLGERE MONTI
Monti, proprio per il suo status di senatore a vita, "ha un suo studio a Palazzo Giustiniani dove potra' ricevere chiunque, dopo le elezioni, volesse chiedergli un parere, un contributo, o un impegno". "E' verissimo - prosegue il Presidente della Repubblica - che ci sono alcune forze politiche o movimenti, non so come chiamarli perche' la situazione oggi e' fluida, che pensano che Monti potrebbe continuare a fare il presidente del Consiglio, dopo il voto, in un governo politico e non piu' tecnico. E' un diritto o una facolta' che ha qualsiasi partito".
  Ma il Capo dello Stato tiene a precisare quale potrebbe essere l'iter piu' corretto: "dopo le elezioni il mio successore alla Presidenza della Repubblica terra' le consultazioni e in quella sede ogni partito potra' esporre le sue preferenze e le sue proposte sulla personalita' a cui conferire l'incarico". "Bisognera' vedere che specie di governo si fara' - aggiunge il Presidente Napolitano - quali saranno i risultati del voto, altrimenti facciamo tutte ipotesi campate in aria". 

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Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sull'ignoranza costituzionale di certi rappresentanti dei partiti Napolitano li ha dissolti ricordando quello che per molti è ovvio.
Ma prima di aprire bocca questa gente non riflette?
Non ricorda o non sa che un senatore a vita non può candidarsi a fare il deputato o per il Senato, visto che già ci sta "a vita"? 
Un esempio? Massimo Cacciari che così scrive su "L'Espresso" rivolto direttamente al Prof. Mario Monti:
"Presidente, ancora uno sforzo. Dia ascolto alla sua vocazione politica! E se non la possiede, la finga! Si candidi. Solo la sua candidatura a capo di un suo movimento può prosciugare molta astensione, e ancora più consensi attrarre da altre aree politiche in crisi. Solo la sua candidatura può sparigliare i giochi di questi agonizzanti partiti e costringerli a coerenti scelte di alleanza e governo. Lo faccia, se non altro, per salvare le fatiche sopportate fin qui. Virtù insegna che ci si ritira soltanto dopo aver vinto o aver fallito. Non resti a metà: i tiepidi, dice l'Apocalisse, saranno sputati nel giorno del Giudizio."
Cacciari sfoggia la sua cultura umanistica di filosofo con citazioni anche in latino, ma non ha il minimo dubbio sul fatto che un senatore a vita non può fare quello che lui gli chiede.
Faccia il professore di filosofia allora, Cacciari, e non pretenda di fare il politico: ignorante!