sabato 6 giugno 2015

Dissociazione mentale di fronte ad un dramma oscuro

Da: Il Corriere del Veneto

IL MISTERO DELLO STUDENTE VOLATO DALLA FINESTRA DELL’HOTEL

La morte di Domenico a Milano
Gaffe del prof: la gita è andata bene 
Ma sul sito della scuola tolta la frase

Dal documento pubblicato sul sito della scuola, dopo il caso sollevato dal Corriere del Veneto, è stato tolto il passaggio incriminato

SOPRA IL TESTO DI CUI SI PARLA NELL'ARTICOLO INGRANDITO
SOTTO APPARE COME PUBBLICATO   

PADOVA Inutile negarlo. Non sono pochi quelli che pensano che i compagni di classe di Domenico Maurantonio, almeno alcuni di loro, nascondano qualcosa in merito alla tragica scomparsa del giovane studente padovano, precipitato dal quinto piano dell’Hotel Da Vinci di Milano, nella notte tra sabato 9 e domenica 10 maggio scorsi. Tanti, insomma, credono che se non altro una parte della quinta E del liceo scientifico Nievo in quei giorni in gita all’Expo non abbia ancora raccontato tutta la verità. Anche la preside dell’istituto Maria Grazia Rubini ha di recente cominciato a nutrire più di qualche sospetto nei confronti dei ragazzi, da lei stessa definiti «i figli della migliore borghesia di Padova». «Se hanno sbagliato — le sue parole — vanno compresi e perdonati». Intanto, a distanza di più di tre settimane dalla morte (per ora senza un perché) di Maurantonio, emerge un documento interessante per provare a capire il profilo dei giovani di cui stiamo parlando.
Si tratta del testo, di 58 pagine e datato 15 maggio (cinque giorni dopo la scomparsa di Domenico), con cui il consiglio di classe della quinta E, ricapitolando quanto successo nell’ultimo anno scolastico, presenta i ragazzi al prossimo esame di maturità. Nella relazione, spicca la clamorosa «gaffe» del professore di disegno e storia dell’Arte, Luigi Boscardin (il testo integrale nella foto a sinistra) in cui in sostanza dice che in quella gita a Milano, in cui è morto Domenico, è andato tutto bene. «Con sincera partecipazione ed entusiasmo la classe ha contribuito al buon esito della visita all’Expo di Milano nei giorni 9 e 10 maggio». Cioè i giorni della morte di Domenico. Ma sul sito dell’Istituto Nievo, che fino a martedì sera pubblicava la relazione integrale, «gaffe» compresa, dopo che è esploso il caso, dal documento online è stato tolto il passaggio incriminato.
«La classe — scrive la professoressa di Storia e Filosofia, Anna Marcellan — ha confermato vivacità intellettuale e discrete capacità logiche, ma non sempre vi è stata la disponibilità ad un lavoro rigoroso di assimilazione e rielaborazione di quanto veniva proposto durante le lezioni. Una parte ha sottovalutato l’importanza dell’applicazione costante allo studio, confidando nelle proprie capacità di recuperare, in tempi brevi, quanto non realizzato con il lavoro quotidiano. A marzo il consiglio ha con forza richiamato gli studenti ad un impegno adeguato e costante, in modo da migliorare i risultati che apparivano inferiori alle loro possibilità. Il comportamento di una parte della classe è stato corretto — osserva la docente — mentre si è evidenziata la necessità di richiamare altri alunni alla concentrazione e al rispetto delle regole».
Questo il giudizio della professoressa di Italiano e Latino, Rita Spadavecchia: «La classe ha dimostrato una partecipazione non particolarmente attiva al dialogo educativo e un limitato interesse, o comunque non costruttivo, per la disciplina. Mancano, in generale, motivazioni più autentiche e personali allo studio. Le lezioni hanno avuto, per lo più, carattere di spiegazioni ex cathedra, nonostante i ripetuti e insistenti tentativi di sollecitare un dialogo e una riflessione collettiva, anche per la fatica da parte di alcuni a mantenere un comportamento disciplinato e consono. Solo una parte è pervenuta a un metodo di studio autonomo e proficuo. Il resto degli alunni possiede invece una preparazione abbastanza scolastica e superficiale. Si sono poi evidenziati atteggiamenti d’insofferenza e ciò ha reso difficile la mia attività, con frequenti casi di scontro con gli alunni».