giovedì 17 marzo 2016

Paesi nordici... fari di civiltà!

Ogni tempo ha le sue mode, le sue propagande che vogliono indirizzare il pensiero comune...
Io sono al 70esimo giro... intendo della Terra intorno al Sole.. e qualcosa ho visto, sentito, letto, imparato. 
Negli anni 50, 60 del secolo appena passato non c'era tutta questa grande ammirazione per i Paesi del Nord Europa nel pensiero comune. Non c'era il complesso dell'"Italietta" che si doveva adeguare a tali fari di civiltà! L'unica cosa che gli invidiavano i maschi era la libertà sessuale delle ragazze che qui non c'era. In realtà c'erano quelle che facevano tutto lo stesso.. ma sotto sotto, e in generale il costume imponeva la verginità da perdere solo dopo il matrimonio, rigorosamente religioso. Quindi dei nordici in Italia si apprezzava solo il mito delle tedesche, delle svedesi, delle norvegesi ecc..
Ora, invece, dobbiamo adeguarci a tutto perché qualcuno ha scoperto che sono più civili di noi!
Poi c'è il legame dell'Europa!! Dobbiamo adeguarci e omologarci!
Salvo poi scoprire che ad esempio la Norvegia si è tenuta la sua corona, schifando l'euro, e sta in Europa, come anche la Gran Bretagna ad esempio, solo per quello che ad essa conviene!
Ma qui si continua ad avere il complesso dell'arretratezza! Noi siamo arretrati, dobbiamo stare al passo con i costumi di questi Paesi del Nord!! 

Da: La Repubblica:   Norvegia: il saluto nazista di Breivik che accusa lo Stato di "disumanità" di ANDREA TARQUINI 15 marzo 2016
Norvegia: il saluto nazista di Breivik che accusa lo Stato di "disumanità"
In aula il saluto nazista di Anders Behring Breivik, il killer di Utoya (afp)
Il killer di Utoya nell'aula di tribunale allestita nel carcere di Skien: al via il processo intentato dall'uomo per "condizioni di detenzione al limite della tortura psicologica"
E' ENTRATO in aula spavaldo come sempre, testa rasata e con la stessa espressione gelida che aveva in volto quando quasi cinque anni fa massacrò le sue giovani vittime. E non appena gli agenti lo hanno liberato dalle manette, ha teso il braccio destro irrigidendosi nel saluto nazista. Così, poche ore fa, è iniziato nella palestra del carcere di Skien - nel sud della Norvegia - il processo intentato dal killer di UtoyaAnders Behring Breivik, allo Stato norvegese, da lui accusato di "condizioni inumane di detenzione, al limite della tortura psicologica".
        
Breivik fu condannato nel 2012 a 21 anni di reclusione, prolungabili nel caso che egli al termine della pena venga giudicato ancora pericoloso. Il 22 luglio 2011, aveva compiuto la sua duplice strage, in nome della sua dichiarata fede nazista. Indossando un'uniforme nera, imbracciando diverse armi, prima aveva piazzato bombe nel pieno centro della capitale norvegese Oslo, distruggendo l'ufficio del primo ministro e causando la morte di 8 persone. Poi con un canotto a motore aveva raggiunto l'isola di Utoya, a un braccio di mare dalla costa dove sorgono gli ultimi sobborghi residenziali di Oslo. Là si stava tenendo la tradizionale festa estiva del movimento giovanile del partito laburista (socialdemocratico) norvegese, allora al governo. Breivik ingannando tutti aveva chiamato l'appello, poi aveva cominciato a uccidere. Con mitra e fucile a pompa, senza risparmiare nessuno. Sessantanove giovani caddero, poi egli chiamò per radio la polizia e qualificandosi come 'comandante Breivik' si arrese.
Gli agenti arrivarono solo allora: le forze dell’ordine mostrarono un'impreparazione totale, non trovavano neanche gli elicotteri per far sbarcare i loro commandos sull'isola. La strage, più ancora dell'assassinio dell'ex premier socialdemocratico svedese Olof Palme trent'anni fa, fu uno shock per il mondo intero e un durissimo colpo al modello scandinavo: i civilissimi paesi del nord si scoprirono vulnerabili alla violenza politica più brutale come il resto del pianeta.
        
Breivik è entrato poco prima delle 9 locali e italiane nell'aula allestita per il processo da lui voluto nella palestra del carcere di massima sicurezza di Skien, a un centinaio di chilometri da Oslo. E subito ha approfittato per lanciare il suo messaggio: il saluto hitleriano, appunto. Per questo il dibattimento, che dovrebbe concludersi venerdì, si svolgerà quasi integralmente a porte chiuse: le autorità riconoscono i diritti del condannato, ma non vogliono offrirgli una tribuna mediatica per lanciare i suoi messaggi di odio.
Breivik ha oggi 37 anni. Il suo avvocato Oystein Storrvik ha detto alla Agenbce France Presse che egli "è estremamente stressato dalle condizioni di isolamento totale in cui vive…una delle sue decisioni più importanti era di studiare in prigione, stava seguendo un corso di scienze politiche per corrispondenza, lo ha interrotto perché l'isolamento influisce in modo molto negativo sulla sua salute psicologica; ha solo un’ora d'aria al giorno, persino il caffè gli viene servito freddo". Il massacratore, tramite i suoi avvocati, accusa il governo norvegese (nel frattempo passato dopo le ultime elezioni in mano ai conservatori della premier  Erna Solberg con i populisti come junior partner) di violare alcune clausole della Convenzione europea sui diritti dell’uomo. Non è vero, replica il ministro della giustizia: le sue condizioni di detenzione sono pienamente nei limiti di quanto è permesso dalla convenzione.
La parola tocca ora ai giudici. Breivik, secondo i media locali, in realtà non spera di ottenere più comunicazioni col mondo esterno, ma punta ad avere ancora più lusso, e spera appunto di lanciare messaggi ai suoi simpatizzanti della galassia neonazista mondiale, per i quali è un eroe, proprio nel momento in cui la crisi dei migranti e dei partiti storici alimenta movimenti populisti e razzisti ovunque. Dapprima detenuto nella prigione di Ila, egli fu poi trasferito nel 2013 nel supercarcere di Skien. L'isolamento totale è stato deciso per impedirgli di organizzare una rete neonazista o di contattare i movimenti a lui affini in Norvegia e nel mondo, ma anche per garantire la sua sicurezza personale. Molti detenuti comuni infatti si sono detti desiderosi di ucciderlo. Breivik vive in un ampio spazio tre stanze più servizi: ha una camera da letto, una stanzetta-palestra con attrezzi, l’angolo-cucina, e la stanza-ufficio con televisione e computer senza collegamento a internet.

69 ragazzi, tutte le foto dei loro giovani visi furono pubblicate su tutti i giornali del mondo. Più 8 morti nell'episodio precedente di poco la strage...
Sono felice di non essere norvegese, sono felice di non appartenere a "quella" civiltà che condanna a soli 21 anni di carcere, che sembra un hotel, un mostro.
Sono felice di essere incivilmente orripilata da questo Stato così "civile" da consentire a un orribile soggetto, che ha spento tutte quelle vite, di proclamarsi affatto pentito, di presentarsi, con superbia e arroganza inaudite, con il saluto nazista in un'aula di tribunale, chiedendo i danni "per essere trattato in modo disumano", (lui così umano!), in un appartamento come descritto nell'articolo!!!
Gli unici NORMALI e CIVILI in questa storia sono i detenuti comuni desiderosi di ucciderlo ! 
Confesso con orgoglio che sono arretrata ed incivile e ritengo in piena coscienza che mi vergognerei ad appartenere ad uno Stato che si fa trattare così da un criminale genocida, uno Stato che gli da solo 21 anni PER AVER TRUCIDATO 77 PERSONE, uno Stato che lo detiene in un carcere comodo e si fa prendere per i fondelli accettando anche di essere processato PERCHE' LO TRATTA MALE!
E' umiliante per un cittadino norvegese appartenere ad uno Stato che considera tutto questo "civile"!