sabato 13 ottobre 2018

Storie dal Paese di Babiloburo - Una Scuola a Babiloburo

Storie dal Paese di Babiloburo


Una Scuola a Babiloburo


Babiloburo è un Paese che è stato chiamato così giacché è governato da una Babilonia Burocratica costituita da burocrati inamovibili, impunibili, insensati, che applicano regole contraddittorie, irrazionali in modo perentorio a cui tutto il popolo deve attenersi, sballottato da un ufficio all'altro, da un burocrate all'altro. I babiloburi escono di casa con il cuore stretto dalla più assoluta incertezza quando debbono affrontare una qualsivoglia pratica che regola la loro vita. Spesso i babiloburi non hanno un lavoro, oppure ce l'hanno ma il futuro è incerto, potrebbero essere licenziati, sono per questo sfruttati, lavorano anche 14, 15, 16 ore al giorno! Mentre i burocrati che comandano l'organizzazione della vita del Paese lavorano solo in alcune ore, in alcuni casi non più di 36 ore settimanali, e il loro lavoro è garantito per tutta la vita.
Questo rende i burocrati di Babiloburo potentissimi e neppure il sistema politico riesce a toccarli.

A Babiloburo non solo i burocrati non pagano ma neppure i politici se fanno danni all'erario. Ci sono categorie preposte a pagare per gli errori dei burocrati e dei politici. Queste categorie sono lo sfogatoio del popolo ignorante che denuncia e vuole un responsabile a tutti i costi e il comodo scarico di loro colpe dei burocrati e dei politici.
Capisco che è difficile per noi Italiani capire un simile Paese burocratizzato insensatamente e in cui paga qualcuno a posto di un altro. In Italia questo non potrebbe mai accadere!
Avevamo già illustrato il funzionamento della Scuola a Babiloburo e sotto riportiamo il link del nostro articolo per chi volesse rileggerselo. Ma oggi vogliamo raccontare la storia di una Scuola qualsiasi di Babiloburo, una storia che farà capire meglio la commistione fra burocrazia e politica e come né l'una né l'altra paghino mai e le pseudo regole di questa Babilonia di Paese scaraventino tutto sui capri espiatori incolpevoli.
Esiste a Babiloburo una Religione-Stato molto potente, che predica la povertà ma è immensamente ricca. La politica cerca di andarci d'accordo perché tale religione ha molti seguaci. In una ridente cittadina di Babiloburo tale Religione-Stato gestiva una scuola dove anche genitori atei iscrivevano i propri figli per status symbol. Questo da conto della sua potenza! Un bel giorno fu eletto un sindaco, era il farmacista della cittadina, molto prono agli interessi della Religione-Stato, e i monaci che gestivano la scuola decisero di venderla allo Stato di Babiloburo e in particolare al sindaco che l'avrebbe pagata con le casse del comune. 
L'edificio che ospitava la Scuola, che tanti soldi aveva fruttato ai monaci, grazie alle esose rette che anche gli atei pagavano per sentire i propri figli accolti in quella che loro ritenevano una scuola di élite, era un ex convento risalente all'immediato dopoguerra, 70 anni prima, e al momento della vendita presentava alcuni problemi strutturali e di capienza, dunque avrebbe avuto bisogno di corpose e costose ristrutturazioni. La Religione-Stato, a cui i monaci versavano gran parte dei proventi, non era disponibile a spendere alcunché e il carico di quell'edificio se lo prese il comune della ridente cittadina a spese dei contribuenti babiloburi. Qualcuno protestò di fronte all'enorme cifra pagata per un palazzo da ristrutturare: 17 miliardi di lire babiloburensi!  Ma il Sindaco, prono alla Religione-Stato, pagò e iniziò anche a spendere ancora sull'edificio per adibirlo a Scuola per i bambini dai 3 ai 13 anni.
Nessuno si accorse di alcune mancanze di Legge o, se se ne accorse, fece finta di non vedere. Le porte-finestre che davano sulla stretta strada dove transitavano automobili erano senza maniglie antincendio e venivano tenute chiuse per evitare malaugurate uscite dei bambini. Nessuno si chiedeva in caso di incendio cosa sarebbe accaduto. Solo il portone di ingresso aveva la sorveglianza essendo ormai la Scuola diventata statale e quindi con il personale ridotto all'osso. Le scale antincendio invece di uscire sul retro, dove c'era un vasto terreno erboso in cui  in caso di evacuazione avrebbero potuto essere ospitate agevolmente 1.500 persone, fra Direttore, Insegnanti, personale dipendente vario e studenti, finivano in uno stretto cortile laterale il cui cancello d'ingresso dava sulla stretta strada trafficata.
Tutto procedette senza scosse finché non arrivò una Direttrice del Ministero di Babiloburo che applicava alla lettera la norma scritta.
La donna si accorse subito che da un locale avevano ricavato un'aula contravvenendo a quanto scritto sulle mappe e contro i verbali dei Vigili del Fuoco. Allarmata fece immediatamente spostare gli alunni in locali più sicuri. Non vogliamo annoiare il lettore con il lungo elenco delle anomalie che la nuova Direttrice trovò e segnalò al Comune che, intanto, aveva cambiato molti Sindaci. Nessuno chiese conto al farmacista che aveva fatto questo grande favore alla Religione-Stato di accollare sulle spalle dei contribuenti un simile stabile! Così va a Babiloburo! Mica è l'Italia! 
La Direttrice che applicava la Legge e le norme fu vista un po' come una scocciatrice. Ma nonostante il suo rigore, siccome siamo a Babiloburo, qualcosa le sfuggì!
Ci fu un terremoto. Soprattutto i piani alti, dove la Direttrice aveva i suoi Uffici, tremarono da morire, avendo anch'essi seri problemi strutturali. La donna fece evacuare tutti, ma non potendo farlo dove sarebbe stato logico e normale, nel grande terreno sul retro, fece scendere tutti dove finiva la scala antincendio: nello stretto cortile a lato dell'edificio, pur rendendosi perfettamente conto che dai cornicioni poteva staccarsi qualcosa o, peggio, il muro della scuola crollare sugli sfollati. Inutile chiedersi chi e perché non aveva previsto l'evacuazione nel terreno sul retro, dove le persone avrebbero potuto stare più discoste dall'edificio... La donna dovette usare i mezzi che qualcuno aveva approntato in un modo non comprensibile.  
Alla scossa di terremoto nella cittadina si era scatenato il panico. Frotte di genitori si precipitarono a reclamare i propri figli. Le insegnanti dovevano consegnarli con grano salis e tornare nelle classi a prendere le cartelle ivi lasciate per l'ovvia necessità di raggiungere prima possibile l'esterno; ma alcuni genitori isterici pretendevano di averli subito, senza indugio, qualcuno dette in escandescenze e chiamò i Carabinieri. Ebbene si, anche Babiloburo ha dei militi simili ai nostri Carabinieri. Venne uno dalla vicina caserma che era anche padre di uno degli studenti e fece un verbale, perché non si sa, dato che la scuola aveva quella scala antincendio, aveva quel cortile, e che le insegnanti non potevano gettare i bambini in mezzo alla stretta e trafficata via senza i dovuti controlli.
Risultato, a seguito di detto verbale, arrivarono l'ispettore della Sanità e i Vigili del Fuoco. L'edificio era a rischio sismico, ma questo non poterono attribuirlo alla Direttrice dato che degli edifici scolastici a Babiloburo si occupano Comuni ed altri Enti Territoriali. Né se la presero con il sindaco che aveva fatto ricca la già ricchissima Religione-Stato, ma scoprirono all'improvviso che le porte a due battenti, che davano sulla stretta via trafficata, non avevano le maniglie antincendio che consentissero una rapida uscita come da legge. Il Comune fu multato per questo con l'obbligo di ottemperare al più presto! Erano anni che quelle porte stavano così! I Vigili del Fuoco perché non lo avevano segnalato? Come avevano potuto dare il permesso di agibilità alla scuola?
Domande senza risposta a Babiloburo.
Il Comune pagò la multa con le casse comunali. Nessuna legge o regola babiloburense stabiliva che dovesse pagarla il Sindaco di tasca propria! Eppure il comune era inadempiente, ma anche i Vigili del Fuoco lo erano dato che era loro compito rilasciare l'agibilità dopo ispezione. 
Ed ecco l'anomalia più grossa, tenetevi perché in Italia questo non potrebbe accadere mai!
Fu multata la Direttrice per 1.300 lire babiloburensi equivalenti più o meno a 1.300 euro italiani! Con le casse della Scuola? Nooo!! Con il suo stipendio! La Direttrice ha pochi soldi nelle casse della Scuola e mai potrebbe toccarli per cose diverse da quelle stabilite nei capitoli di spesa! E la multa l'ispettore l'ha elevata a lei personalmente, così dicono le regole a Babiloburo!
Vi chiederete esterrefatti perché visto che i maniglioni li doveva mettere il Comune e i Direttori delle Scuole a Babiloburo non possono fare nulla sull'edificio scolastico: non è di loro competenza e sarebbero denunciati!
Ma allora? Perché in mancanza dei maniglioni inesistenti ella avrebbe dovuto tenere il paletto che tiene la mezza porta, delle porte a due battenti prospicienti la strada, alzato!!! Avete capito bene! Alzato! Inutile obiettare che a questo punto tanta richiamata sicurezza sull'incolumità dei bambini non esisteva più, potendo questi catapultarsi in mezzo alla strada bastando un'uscita dalla classe sul corridoio! Per non parlare del fatto che, non avendo un sorvegliante su ogni porta ma solo sul portone di ingresso, chiunque, ladri, pedofili, chi vi pare, poteva introdursi indisturbato! E che dire dei giorni di pioggia e vento, per non parlare della neve? Si ammaleranno tutti pensò la Direttrice... Ma poi pensò che era veramente troppo doversi preoccupare tanto visto che avevano punito lei che si era dovuta togliere dallo stipendio 1.300 euro!
Lei che nulla aveva fatto. 




Rita Coltellese *** Scrivere: Storie dal Paese di Babiloburo - La Scuola a Babil...