lunedì 30 luglio 2012

Ancora sui falsi non vedenti

A.P.R.I.(onlus) Associazione Piemontese Retinopatici ed Ipovedenti sito web:
http://www.ipovedenti.it email: apri@ipovedenti.it

EDITORIALE: ANCORA FALSI CIECHI IN PIEMONTE 
Ci risiamo: venerdì 27 luglio, su giornali e TV, anche nazionali, campeggiava la "sensazionale" notizia della scoperta, a Torino, oltre ad altri casi, di un'intera famiglia di falsi ciechi. Questi avvenimenti provocano in noi sempre una serie di sentimenti contrastanti che oggettivamente non è facile far passare negli organi di informazione.
Da una parte infatti: chi può essere più felice di noi quando si riescono a smascherare e punire truffatori che rubano risorse a chi ha davvero bisogno e contribuiscono a gettare discredito sulla categoria dei disabili visivi? La nostra associazione difende i diritti dei veri non vedenti, chi usurpa questa condizione, oltre ad essere un miserabile senza scrupoli, danneggia tutti coloro che ogni giorno vivono i problemi della disabilità sulla propria pelle.
Analizzando però i casi più recenti, ed anche quelli torinesi di questi ultimi giorni, non possiamo esimerci dal porci alcune domande. I documenti presentati dai giornali infatti appaiono quasi sempre poco significativi e ben lungi dall'essere "pistole fumanti" in grado di provare il delitto.
C'è, ad esempio, il tizio che faceva le foto agli amici: le ho fatte tante volte anch'io lasciandomi  guidare dalle voci di chi mi stava davanti. Si vede quindi un padre che accompagna  a scuola il figlio di dieci anni: probabilmente era il figlio ad accompagnare il padre in senso fisico. Il genitore voleva magari essere presente per assicurarsi dell'ingresso in aula del ragazzo.
Che dire poi dell'uomo "sorpreso" a fare la spesa al mercato? Non ci vedo nulla di strano anche se non aveva con sè il bastone bianco. E di coloro che ballavano "con disinvoltura" durante una festa di matrimonio? I "veri ciechi" devono forse essere soltanto mummie imbalsamate rinchiuse nel Museo Egizio?
Ciò premesso bisogna però ammettere che esistono anche documenti apparentemente più compromettenti come il video che ci mostra una centralinista che, dopo essere uscita dall'ufficio, ripone il bastone e gli occhiali scuri per rincorrere l'autobus che stava passando.
Si tratta certamente di prove assai più serie. La lunga esperienza associativa mi ha portato a conoscere però anche persone, sicuramente afflitte da gravissimi problemi visivi, che tuttavia non volevano mettere in piazza la loro condizione al di fuori della cerchia di chi stava loro vicino.
C'è stato addirittura chi mi ha confessato di non voler far vedere il bastone in strada per non incoraggiare gli scippatori e i violentatori. Si tratta indubbiamente di posizioni assurde, psicologicamente deboli e francamente insostenibili. Costoro forse meritano di passare qualche guaio in modo da rendersi conto di quali siano i veri rischi a cui sono esposti. Ok. Ma anche di fronte a casi del genere non è assolutamente detto che ci si trovi a che fare con truffatori. Magari frustrati e depressi  sì, ma non necessariamente dei criminali.
Sta di fatto che uno degli inquisiti mi ha telefonato sabato scorso. E' un malato di retinite pigmentosa che conosco da quasi trent'anni. Se ci vedeva poco allora... figuriamoci adesso!
La Guardia di Finanza ha fatto irruzione a casa sua alle sette del mattino. Gli hanno sequestrato, tra l'altro, la sintesi vocale ed altri ausili. Non usa sul computer la sintesi vocale un falso cieco... Ve lo assicuro... Fin quando ci sono possibilità diverse ogni ipovedente preferisce puntare sul proprio residuo visivo.
Non possiamo dunque che rinnovare la nostra fiducia nell'operato della Magistratura ed auspicare, nel contempo, una maggiore prudenza nel gettare la Croce sulle spalle di chi comunque ogni giorno deve affrontare una serie di problemi assolutamente non trascurabili. La nostra associazione quindi si mette completamente a disposizione delle autorità per far comprendere la complessità di quel mondo che si chiama disabilità visiva.

Marco BONGI


Credo che gli oculisti che hanno certificato patologie inesistenti vadano perseguiti con estrema severità, come ho già scritto nel mio post del 6 luglio scorso "Non diciamo fesserie".
Ho visto in TV interviste ad oculisti che difendevano i colleghi che hanno certificato cecità  degne di pensione di invalidità, ma non reali, con argomenti di cui dovrebbero vergognarsi, del tipo: "Gli strumenti in nostro possesso non ci consentono di accertare l'effettiva cecità..." Sono gli ordini provinciali dei medici che dovrebbero essere severi per dimostrare la loro serietà.
Se la retina non è in grado di ricevere la luce gli strumenti lo vedono e come! Questi oculisti andrebbero sospesi solo per quel che hanno detto nelle interviste! E' di questi professionisti la colpa della sofferenza di chi, invece, il bene della vista lo ha veramente compromesso. La Guardia di Finanza non può certo accertare la patologia, non è suo compito, ma deve accertare solo il dolo con i mezzi che ha. Cominciasse a convocare chi ha firmato i certificati medici e chiedesse un esame medico sull'invalido ad un Centro Oculistico per accertare se quanto certificato in precedenza sia vero o meno. Qualora risultasse una certificazione palesemente falsa, non ci sono sciocche giustificazioni "sugli insufficienti mezzi diagnostici" a reggere, ma casomai potrebbero costituire un'aggravante per l'oculista che sostenesse questa tesi e il giudice potrebbe, a buon diritto, prenderla per una presa per il sedere.

lunedì 23 luglio 2012

Noi siamo la nostra cultura


Da: Quotidiano.net

Venezia, pur di non prendere
ordini da un capo donna
egiziano si licenzia

Facchino in un noto hotel della città lagunare

Non poteva accettare, anche per motivi religiosi, che una donna lo comandasse sul lavoro. La direzione dell'hotel non poteva cambiare le funzioni della governante e quindi lui si è licenziato. Poi, ragionandoci, si è trovato un accordo: avrà un collega maschio che farà da ‘collegamento’


Musulmani in preghiera (Ansa)

Venezia, 23 luglio 2012 - Per motivi legati alla sua rigida visione religiosa, considerava un’onta insopportabile il fatto di prendere ordini da una donna. Tanto che avrebbe pure rinunciato al posto di lavoro. Protagonista della vicenda, riportata dal ‘Gazzettino’, un facchino egiziano musulmano di un famoso albergo di Venezia, che doveva rispondere al suo diretto superiore, una governante.
“Quando ha fatto presente il suo problema, dettato dalla sua rigida visione religiosa, la direzione gli ha spiegato che certo non poteva cambiare mansioni a chi era lì da anni, svolgendo adeguatamente i suoi compiti - sottolinea il quotidiano - e che dunque, se avesse voluto lavorare in quell’albergo avrebbe dovuto accettare di adattarsi alle modalità lavorative italiane”.
“A quel punto l’uomo, pur di non prendere ordini dalla collega ha preso carta e penna e ha rassegnato le dimissioni”, prosegue. Ma poi l’egiziano è tornato sui suoi passi e la direzione dell’hotel ha deciso di salvargli il posto trovando una mediazione: “Durante i suoi turni di lavoro - riporta il ‘Gazzettino’ - sarà presente, oltre alla governante, anche un collega maschio che farà da ‘collegamento’, comunicando all’egiziano le mansioni da svolgere”.

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Noi siamo la nostra cultura... Non si può certo condannare chi è stato educato in un certo modo... Si può solo cercare di comprendere e di mediare...
Nell'unica vacanza che ho accettato di fare sul Mar Rosso, in Egitto, a patto che si andasse anche a Luxor a visitare il sito archeologico, in uno dei camerieri che servivano ai tavoli del bellissimo Residence che ci ospitava ho constatato lo stesso sentimento di questo facchino egiziano che lavora presso di noi.
Un giorno ci fu un piccolo contrattempo ed un gruppetto di ospiti, costituito da uomini e donne, circondò questo giovane alto e dall'aspetto piacevole chiedendogli informazioni. In particolare io scandii bene, anche per gli altri che si esprimevano più confusamente, la domanda. Con disappunto notai che non mi rispondeva direttamente ma, guardando oltre la mia testa, come se io non ci fossi, rispondeva agli uomini presenti. Ripetei... ma alla fine capii che lui riteneva di non dovermi proprio rispondere in quanto donna...
Naturalmente non tutto il personale del Residence-Hotel si comportava così, pur essendo tutti rigorosamente uomini: non c'era personale femminile. Quel cameriere aveva un problema in più con la sua cultura che altri erano riusciti a superare evidentemente.


Luxor

Egitto oggi


domenica 15 luglio 2012

Essere o apparire - raccolta "Le verità nascoste"


Essere o apparire

Normalmente suo marito non badava molto a quello che la gente diceva o faceva, era un vero uomo di scienza e dava importanza solo a cose relative alla conoscenza.
Lei, la moglie, invece era più portata per le scienze umane, la interessavano la medicina, la psicologia e scriveva anche. Per questo era un'attenta osservatrice dell'agire delle persone. Eppure su Valentino si sbagliò. Lo aveva sopravvalutato perché si interessava di poesia, di letteratura e di teatro. Gli piaceva cucinare ed invitare quanta più gente possibile a casa sua, senza particolari selezioni. 
"Perché non ti fai crescere la barba, - disse un giorno all'uomo che lavorava nel campo della Scienza pagato per questo dallo Stato - poi ti metti a fumare la pipa. Così ti dai anche un aspetto da scienziato." 
L'altro lo guardò pensando che scherzasse con un sorrisetto incredulo che gli increspava le labbra.
"Per "sembrare" uno scienziato?" Chiese divertito.
Ma Valentino non scherzava e spiegò convinto: "Così ti dai anche un "look" da scienziato: con la barba e la pipa."
Il professore e ricercatore si schermì: "Non ha senso. Non è che uno con la barba e la pipa diventa automaticamente anche uno che si occupa di scienza..."
"Ma così ti dai un'aria da scienziato!" Insistette Valentino.
L'altro lo guardò indeciso se pensare che era un poverello intellettivamente parlando o se era soltanto un fesso superficiale... ma non sapeva cosa era meglio delle due.
"Valentino - gli disse - se uno si occupa di Scienza nella vita è uno scienziato. Se uno ha barba e pipa ma non lavora nel campo della scienza è solo uno che ha barba e pipa."
"Ma non hai capito! Proprio perché sei uno scienziato devi darti anche un "look" da uomo di scienza!"
Il professore-ricercatore aveva un aspetto fine e professorale, suo malgrado, ma non capiva proprio perché secondo colui doveva preoccuparsi di cercare un aspetto artefatto per sembrarlo di più.
Quando con aria ironica, ma non cattiva,  lo riferì a sua moglie quella ci andò giù pesante: "Ma questo è un cretino! Che scemenza è mai questa! Ora bisogna atteggiarsi! Lo fanno i cretini!"
"Beh, a me fa ridere e penso anch'io che sia uno stupido Valentino, però pensa ad Einstein: con tutti quei capelli in disordine, le boccacce, le scarpe senza calzini..."
"Ma pensa ad Enrico Fermi, invece, senza bizzarrie, eppure era un vero genio, più di Einstein che arrivò alla relatività dopo il lavoro preparatorio di altri." Concluse perentoria la moglie. "Albert Einstein era un tipo strano di suo: uno che va oltre oceano con una cugina e cresce i figli di questa e non i suoi non è normale."
"Tanti padri si disinteressano dei propri figli..." Provò a dire suo marito.
"E non sono affettivamente naturali, non sono giusti, e Einstein non lo era. Per questo poi aveva quell'aspetto bizzarro, perché era strano, spero per lui che non abbia cercato di "avere un look" come dice quello scemo di Valentino!" 



Lo spreco continua checché ne dica Monti


Da: Silvia O:
A Savona, la plebe ,  per fare un'ecografia deve aspettare fino a gennaio 2014 (pubblicato la scorsa settimana su "Il Secolo XIX")
In rete questa notizia scandalosa la si trova ovunque. Riporto un link a caso:

LA SANITA’ SI TAGLIA (MA NON PER I PRIVILEGIATI DI PALAZZO CHIGI)

By Mario Giordano On luglio 10, 2012
La sanità si taglia. Per tutti? Ma no, non scherziamo: i privilegiati di Palazzo Chigi potranno continuare ad avere il loro ambulatorio privato: 12 medici specialisti, 9 infermieri, sette impiegati, cinque funzionari, 8 collaboratori e un numero elevato di consulenti che si occupano solo ed esclusivamente dei 1.300 dipendenti del palazzo del governo. Una struttura che, stando a quanto scrive il Fatto quotidiano, costa alla macchina dello Stato 3 milioni di euro l’anno (oltre ai costi delle visite intascati dai medici a libro di Palazzo Chigi). E che consente ai 1.300 privilegiati un trattamento di favore: basta prendere un appuntamento e la visita è garantita in tempi rapidissimi (spesso anche il giorno dopo) a prezzi politici in uno dei due ambulatori (uno proprio dentro Palazzo Chigi, al secondo piano, e uno nella sede della Presidenza del Consiglio di via della Mercede). Fa un certo effetto sapere che mentre si parla di risparmiare 500 milioni sulle siringhe e sulle lenzuola dei letti d’ospedale nessuno pensi di toccare questo privilegio. Ma la legge, una volta, non era uguale per tutti?

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Dice bene Silvia O.: la plebe. E' da troppo tempo che siamo trattati come tale in questa democrazia incompiuta.
E' giusto contenere gli sprechi della spesa pubblica, perché ce ne sono, e chiunque abbia onestamente lavorato e lavori in una struttura pubblica lo sa molto bene. I primi colpevoli sono coloro che hanno responsabilità di comando e possono, dunque, in tale posizione decidere sulla spesa. Sotto di loro i disonesti che vedono il comportamento scorretto di chi sta loro sopra e se ne approfittano facendo altrettanto nel loro piccolo, sicuri del sottaciuto e silente ricatto del "se lo fai tu, ed io lo so, lo faccio pure io e stai attento a non riprendermi se no ti denuncio scoprendo i tuoi altarini".
Nella sanità ci sono mille modi per rubare, perché di fatto di furto si tratta. Ad esempio esistono costosi dispositivi medici usa e getta che personale infermieristico o paramedico deve aprire per passarlo al medico che deve compiere un qualsivoglia atto sanitario e, volutamente, perché prende "regali" dal rappresentante del fornitore che spinge per avere sempre più ordinazioni in modo da aumentare il suo guadagno a percentuale, nell'aprire la confezione "inavvertitamente" spezza il costoso pezzo, allora bisogna aprirne un altro...
Basterebbe controllare questi sospetti errori o mettere delle multe e il "business" si fermerebbe perché l'infermiere o il paramedico direbbero al rappresentante: "Non lo posso fare questo giuochino, perché ci rimetto."
Dunque la colpa dell'andazzo vergognoso ricade sempre su chi comanda che, se fosse persona integerrima, potrebbe agire con rigore verso chi si comporta in modo lasso. Il problema è che integerrimo, chi consente queste cose, non lo è!
La ripulitura dovrebbe essere capillare e, naturalmente, tagliare i privilegi come quelli denunciati in numerosi articoli che, però, continuano nel menefreghismo più totale e senza vergogna. Anzi, la vergogna cosa è? Sparirà presto dal vocabolario italiano come la parola ormai andata in disuso e che mio padre usava spesso: galantuomo!
Due galantuomini. L'Italia non li ha difesi abbastanza: la specie si estingue.


giovedì 12 luglio 2012

Miserie umane e nobili intenti

Da: La Provincia di Cremona

Recensione del libro "I pappagalli" di Filippo Bologna


dom 8 luglio 2012

Per chi crede però che comunque tutto sia una combine, che il mondo della letteratura sia ormai puro commercio e che gli scrittori siano uomini più deboli e vanitosi degli altri, come certo capita, questa nera commedia di Filippo Bologna arriva a proposito per divertire, raccontando le vicende di tre autori in corsa proprio per il più importante premio italiano. È Arbasino che ha stigmatizzato la carriera dello scrittore da Giovane promessa a Solito stronzo per finire Venerato maestro e Bologna gioca su queste diverse età, attribuendole a tre diversi personaggi, l’Esordiente, Lo Scrittore e il Maestro, che non hanno altro nome, incastrandosi in un gioco narrativo che è certo parodistico, ma venato di nero e capace di tingersi di satira, riuscendo a raccontare fatti e sentimenti che si fanno esemplari. Certo molte sono cose risapute, specie nell'ambiente editoriale, ma qui le tre figure riacquistano una loro vivacità e verità, che sono la qualità del libro, al di là del contingente e della ricerca di identificazioni, con lo Strega o meno. Tutti e tre sono mossi dalla vanità e dall’ambizione di vincere per ottenere una pubblica consacrazione del loro talento letterario, che esiste, ma da cui manovre e ragioni del premio in gran parte prescindono. Tutti e tre cercano di fare leva sulla propria condizione, narcisisticamente, come se in gioco non ci fosse un premio letterario, ma la stessa loro vita. Tutti e tre si rendono ridicoli, o meglio, nel serio raccontarceli di Bologna, risultano meschinamente comici.
 Filippo Bologna
‘I pappagalli’
Fandango, 300 pagine
16.50 euro

Confesso che non conoscevo questo scrittore (d'altra parte è impossibile conoscere tutti gli scrittori di tutto il mondo presenti e passati) e, ascoltando la trasmissione di Radio 3 dedicata alla scrittura  mentre guidavo, ho scoperto un uomo molto intelligente, con una bellissima voce, che parlava di questo suo ultimo libro illustrandone i contenuti. Mi è subito piaciuta la sua interpretazione della realtà a lui nota: ciascuno di noi dovrebbe scrivere della propria esperienza, e lui in questo libro ne scrive in un modo che, nel mio piccolo, sento come anche mio; vedere con un occhio un po' moralistico, forse, le storture, le debolezze, le meschinità degli esseri umani. Ovviamente ciascuno conosce quelle dell'ambiente in cui si muove ed in cui, forse per migliori aspettative, si rimane delusi e si è costretti a ridimensionare. E' quello che ho fatto con il mio secondo libro "Il Romanzo dell'Università" e chi l'ha letto, e con cui ho potuto parlare, mi ha detto che è perfettamente riuscito nella sua ironica analisi, a tratti un poco amara.
Dunque, riflettendo su questo libro di Filippo Bologna, viene da dire che non esistono "eroi", persone "superiori" in nessun mondo, nemmeno in quello della Cultura, ma forse è più facile trovarne nel mondo ovunque, anche in ambienti umili e privi di cultura letteraria, scientifica o accademica, nella forma di anime nobili e di grande dignità mimetizzate in figure umane apparentemente insignificanti.



L'eredità di Lucio Dalla

Da: Sky.it - 4 luglio 2012
Lucio Dalla non aveva fatto testamento. Il patrimonio milionario del cantautore bolognese morto in Svizzera lo scorso primo marzo, pochi giorni prima del suo 69esimo compleanno, andrà così ai suoi cinque cugini, eredi legittimi. Resta dunque escluso Marco Alemanno, compagno di Dalla.
Gli eredi, se vorranno, ora potranno fare la Fondazione Lucio Dalla che, "se rispecchierà la sua volontà" potrà contare sul sostegno dell'Entourage del cantante. A dirlo è l'avvocato di Dalla, Eugenio D'Andrea: "Siamo disponibili a raccogliere l'immensa eredità artistica lasciata da Lucio e a lavorare insieme alla sua famiglia. Ci piacerebbe portare avanti la sua volontà, il suo spirito e la sua arte".

Il patrimonio dell'artista  - Lo si è appreso a margine della curatela dei beni da parte del commercialista Massimo Gambini, che ha fatto l'inventario dei beni dell'artista. Beni che vanno a comporre un patrimonio ricchissimo, che va dall'appartamento di 2.000 metri quadrati su tre piani in via D'Azeglio a Bologna in cui Dalla viveva con Alemanno, alla villa della isole Tremiti alle case di Milo, sull'Etna, e Pesaro, a quadri di valore (tra gli altri di Aspertini, Ontani, Paladino), alla barca di 22 metri, ai diritti d'autore, per arrivare alle due società di produzione - la Assistime spa e la Pressing Line srl - di cui il cantautore era socio.

Alemanno: i parenti fanno finta che io non esista - Alemanno una ventina di giorni fa, in una intervista al Corriere della Sera, aveva rotto il riserbo totale tenuto sino a quel momento e polemizzato con i cugini di Dalla: "I parenti fanno finta che io non esista, negano l'evidenza, da due mesi non ho più contatti diretti". Alemanno ha continuato a vivere nella casa di via D'Azeglio: "Sono prigioniero nella mia casa - si era sfogato - se devo andare in un altro spazio della proprietà, dove ci sono i miei oggetti o le opere d'arte che Lucio mi ha regalato, deve esserci un testimone, attento chissà che non rubi nulla. Mi hanno tolto le chiavi, hanno cambiato le serrature. C'è un curatore, che sta in mezzo tra me e i cugini".

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Dalla non ha voluto palesare i suoi gusti sessuali ed affettivi in vita e, dunque, forse sarà stato per questo che il giovane convivente Marco Alemanno affermava di vivere con lui per motivi artistici e che al funerale di Lucio (di cui riportiamo una foto) gli era accanto una giovane amica per fuorviare la realtà e proporsi come possibile fidanzata.
Ora, passi che uno non voglia far sapere gli affari propri a tutti, essendo anche un personaggio che vive dell'ammirazione del pubblico, ma Lucio Dalla non era certo uno sprovveduto e, se avesse voluto riconoscere a questo giovane un ruolo pensando al suo futuro, visto che lui si avvicinava ai settanta anni mentre Marco Alemanno  aveva ben 37 anni meno di lui, avrebbe potuto farlo benissimo facendo un semplice testamento. Poteva lasciargli tutto o in parte il suo patrimonio, in quanto il Codice Civile parla chiarissimo in tal senso. Il problema della successione diretta si pone solo nel caso ci siano propri figli, mogli in carica o genitori viventi, nel qual caso c'è una riserva sul patrimonio in quanto trattasi di eredi legittimi. Ma chi non ha né figli, né mogli, né genitori in vita, come era Lucio Dalla, può lasciare tutto il suo patrimonio a chi vuole, dividendolo come vuole fra persone diverse se lo desidera, e nessun cugino potrà reclamarlo in quanto non erede legittimo e diretto. Il Codice Civile chiama eredi fratelli e cugini solo se il de cuius non ha lasciato alcuna disposizione testamentaria, quindi in vacatio definisce una scala di priorità: prima i fratelli, se defunti i loro figli e così via in linea. In assenza dei fratelli subentrano i cugini. 
Dunque Lucio Dalla a quasi 69 anni non si è curato affatto di chi gli stava accanto. La risposta a questo la sa soltanto lui: era un insensibile e un gretto che in fondo in fondo pensava che i suoi parenti erano comunque sangue del suo sangue e tanto valeva che ci pensasse il Codice Civile alla sua eredità? Oppure avvertiva che poi fra sé e quel ragazzo non c'era un vero amore disinteressato? In entrambi i casi è indubbio che non ha inteso tutelarlo in alcun modo, neppure scrivendo due righe per un piccolo lascito... La legge gli dava ampia possibilità di disporre nella qualità e nella quantità del suo patrimonio e poi, volendo, lasciare il resto alle disposizioni del Codice. Ma non l'ha fatto, e su questo dovrebbe riflettere il suo giovane amico. Non sta certo ai parenti di Lucio pensare a lui se Lucio non ci ha pensato affatto. 

mercoledì 11 luglio 2012

Sabaudia: attentato alla raccolta differenziata

Newsletter circolo Larus

Novità da laruslegambiente.it


Ancora una discarica... (by Administrator, published Mercoledì 11 Luglio 2012 00:10)





Questa è la triste immagine che centinaia di cittadini e turisti sono costretti a vedere tra la migliara 56 e la migliara 58, in direzione Sant'Isidoro.



Lungo la strada che porta a Sabaudia assistiamo ad un vero e proprio immondezzaio. Una discarica a cielo aperto che emana un odore nauseabondo e che qualche irresponsabile ha voluto realizzare sul ciglio della strada. Rifiuti di vario genere abbandonati in grandi quantità e che non sono certo il biglietto da visita che la città di Sabaudia merita.

Il circolo Larus provvederà a presentare un esposto formale alle autorità e alla Procura della Repubblica, auspicando la pronta individuazione del responsabile.

Chiediamo inoltre un pronto intervento delle autorità per la bonifica dell'area e una più attenta sorverglianza, perchè episodi di questa natura non si ripetano più in futuro.

Il direttivo del circolo Larus Legambiente di Sabaudia 

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Aggiungo a questa informazione la mia senza foto, anche se, passando in auto per andare a S. Felice Circeo da Sabaudia e ritorno, volevo dire a mio marito: "Fermati che faccio una foto con il mio cellulare a questa immagine indecorosa!"
In un luogo non distante da questo denunciato dal Circolo Larus Legambiente di Sabaudia, ed esattamente nell'ultimo tratto della Via Litoranea, prima che questa finisca per diramarsi a sinistra verso S. Felice ed a destra verso Torre Paola, c'è un uguale maleodorante spettacolo all'altezza di alcuni locali pubblici, ben in vista sul lato destro della via andando in direzione di Sabaudia. La località della Via Litoranea dove è questo indecoroso spettacolo si trova, grossomodo, fra Molella e Mezzomonte. 
Il Sindaco di Sabaudia ha, insieme al suo Consiglio ed alla sua Giunta, inaugurato un servizio di Nettezza Urbana per rifiuti differenziati a partire dal 1° marzo di questo anno. Nell'Ordinanza che ha firmato e diramato ha precisato che per chi non ottempererà alle regole, necessarie perché il Servizio funzioni, ci sono multe salate. 
Invito il Sig. Sindaco a non lesinarle: possono essere un ottimo introito per le casse del Comune e un elemento di sicura disincentivazione a continuare l'imbrattamento della pubblica via.
Se il Comune non farà questo verrà meno ad un preciso compito e non potrà che aspettarsi che gli autori di tanto scempio vanificheranno la benemerita iniziativa della Raccolta Differenziata. 



venerdì 6 luglio 2012

Usura, leggi sopra leggi...

Da: ASCA


Lazio/Usura: maxi audizione alla Pisana su nuova legge regionale

06 Luglio 2012 - 14:45

(ASCA) - Roma, 6 lug - La commissione Affari istituzionali del Lazio, presieduta da Stefano Galetto (Pdl), ha tenuto una maxi audizione sulla proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale, relativa al contrasto ai fenomeni del sovraindebitamento e dell'usura. Un'iniziativa che fa seguito alla decisione, assunta nel corso dell'ultima seduta della Commissione, di fare delle proposta di legge n.319 del 21 marzo 2012 il testo di riferimento, in presenza di analoghi interventi legislativi presentati dai consiglieri Mario Mei (Api) e Annamaria Tedeschi (Idv).

''Il nostro obiettivo - ha spiegato Galetto in apertura di giornata - e' quello di mettere in campo una legge quanto piu' condivisa possibile, a partire dai soggetti che quotidianamente si confrontano con la piaga dell'usura, ovvero le numerose associazioni e fondazioni presenti oggi alla Pisana. Avremo modo, inoltre, di valutare attentamente i contributi migliorativi provenienti dalle altre due proposte di legge attualmente depositate sul tema del contrasto al sovraindebitamento''.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ancora su questa Legge Regionale! Debbono giustificare i soldi che paghiamo per mantenere un Consiglio Regionale, poi uno Provinciale, poi uno Comunale... Basta una legge ed applicarla bene e ne è stata varata una sull'usura dal Parlamento proprio questo anno, migliorando, dicono, quelle che già c'erano... Vedere il post precedente sull'argomento.
La summa di leggi in Italia, lo dicono anche all'estero, crea solo confusione nell'applicazione delle norme.
La gente continua  a rivolgersi all'"amico di famiglia", al buon conoscente... e l'usura ingrassa un sottobosco di delinquenza non sempre appartenente alla criminalità organizzata, ma strisciante, che si maschera in modo viscido e... ingrassa. Redditi che non giustificano certi tenori di vita andrebbero indagati... perché l'usuraio non mette nella denuncia dei redditi i suoi squallidi proventi.
Gli usurati sono spesso figure paurose, impaurite, non certo degli eroi, pronti a negare e  a coprire i loro aguzzini.
Vorrei proprio vedere cosa possono fare leggi su leggi regionali quando ce ne sono già di nazionali... E' la fiera dell'inutile e dell'inconcludenza.
L'usuraio

Sorrentino porta alla luce una società corrotta, con mano ferma sia dal punto di vista della sceneggiatura che da quello della regia.
Una delle vittime dell'usura... e ...dei suoi desideri...

Rimborso bollo?


Post del 03/04/2011: Lettere da "La Repubblica" del 3 novembre 2010Servizi e cittadino
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Da quando ho toccato questo argomento, si vede dalla data, è passato OLTRE UN ANNO!!!
CHE PAESE E' MAI IL NOSTRO IN CUI POSSONO ACCADERE COSE DI QUESTO GENERE?
Fra i due episodi riportati in quel post del 3 aprile 2011, riguardanti il Bollo Auto, ci sono 30 anni! E nulla è cambiato nella sordità, inefficienza e vizio degli apparati dello Stato nei riguardi del CITTADINO.
Eh, si, perché ci dicono che siamo CITTADINI ad ogni piè sospinto, ma constatiamo di essere SUDDITI di un Apparato Statale indistinto ogni giorno.
Non mi arrendo a tutto questo e combatterò fino alla morte perché questo cambi. Molti dicono che è inutile e cercano LE VIE TRAVERSE DELLE CONOSCENZE, DELLA RACCOMANDAZIONE, PER OTTENERE I NOSTRI SEMPLICI  DIRITTI. Tanto valeva allora restare Regno delle Due Sicilie, Stato Pontificio, Ducato di qualcosa... Non importa se morirò senza aver cambiato nulla, posso solo non essere complice di questo andazzo ripugnante. L'ho testimoniato nello svolgimento del mio lavoro di Funzionario Statale, lo testimonio nel mio agire da cittadino interessandomi anche a problemi civili comuni a tutti. Dunque parliamo di quest'altra storia vergognosa di un bollo auto fatto pagare per inefficienza di Apparati Statali, riconosciuto come errore dagli stessi, e non ancora restituito dopo 2 ANNI! Ricordo la storia:
la pubblicità della Fiat invoglia ad acquistare un'auto GPL entro il 31/12/2008; rottamando un'auto da E0 ad E2 si poteva usufruire di uno sconto e dell'esenzione dal bollo auto per anni 3. Il tutto regolamentato da una legge dello Stato: n. 31/2008.
Il 22/12/2008 acquistiamo l'Auto GPL E4 rottamando la nostra vecchia auto benzina che risponde ai requisiti normativi richiesti. Usufruiamo dello sconto e stiamo tranquilli per tre anni per il bollo, finché...... un giorno, casualmente, presso uno sportello ACI non scopriamo che, invece, l'auto GPL risulta sui loro terminali scoperta di bollo sia per il 2009 che per il 2010 e che dobbiamo pagare il tutto con la mora. Paghiamo poi cerchiamo di capire cosa sia accaduto. Una prima visita alla Guardia di Finanza di Frascati mi fa scoprire che anche loro sono impreparati. Un volenteroso maresciallo si mette al computer e cerca di capire cosa dice la legge, arrivando alla conclusione che avevamo diritto ma si è sbagliato, forse, il Concessionario. Ma il Concessionario invece ha svolto bene la pratica e sarà il servizio (efficiente!) di INFOBOLLO LAZIO a svelare l'arcano con una esauriente e-mail: la pratica è ferma presso il Ministero delle Finanze (da più di 2 anni!!) e, finché non l'avrà esaminata e non avrà decretato che l'acquisto aveva diritto a tutti i benefici di legge, la nostra auto risulterà sempre scoperta di bollo!! Abbiamo chiesto il rimborso dopo aver consultato un avvocato della Federconsumatori. Raccomandata, questa volta alla Regione Lazio, corredata da una denuncia presentata alla G.F.. Telefonate varie da cui si apprende che: due funzionari si palleggiano l'esame della pratica di rimborso, che ci vorrà da un anno ad un anno e mezzo ecc. ecc. ecc.. 
AGGIORNAMENTO: 

----- Original Message -----
Sent: Tuesday, May 08, 2012 11:07 AM
Subject: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

Gent.mo Sig. Gianluca Barberito,

non ho ancora ricevuto il rimborso di metà o quel che resta dei pagamenti impropriamente richiestimi da una sede ACI per gli anni 2009 e 2010.
La novità, che spero le sia già stata notificata dal Dott. Papi dell'ACI, è che parte della cifra dovutami a rimborso è stata quietanzata dall'ACI come copertura del bollo auto 2012, con lettera che le invio in allegato.
Per la rimanente cifra più gli interessi maturati, come da lei spiegatomi nella sua e-mail dell'11/06/2011, sono in attesa del rimborso.
Qualora il mandato di pagamento sia già stato emesso, la prego gentilmente di farmi sapere la data in modo che io possa controllare presso la mia banca.
In attesa di un suo cortese riscontro, porgo

Cordiali saluti.

Rita Coltellese




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Sent: Wednesday, May 09, 2012 7:25 AM
Subject: Re: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

DA AREA TRIBUTI E CONTENZIOSO
IL RIMBORSO E' IN FASE DI LIQUIDAZIONE.
NEL CORSO DELL' ESERCIZIO FINANZIARIO 2012 SARA' EFFETTUATA LA RELATIVA RICHIESTA DI MANDATO.AL TERMINE LA SOMMA DI € 174,66 ( SOMMA DEI 2 RIMBORSI DI € 151,92 E 22,74 ), A CUI SI AGGIUNGERANNO I RELATIVI INTERESSI LEGALI, SARA' ACCREDITATA SUL C/C SEGNALATO.




----- Original Message -----
Sent: Wednesday, May 09, 2012 9:56 AM
Subject: Re: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

La ringrazio per la celere risposta ma non capisco il conteggio effettuato.
Le due ricevute dei pagamenti impropri del bollo auto 2009 e 2010, le cui fotocopie sono nella pratica in Vs. possessso, riportano i seguenti importi:
per il 2009 euro 186,49
per il 2010 euro 153,79.
Tali somme, come potete vedere sulle ricevute medesime, comprendono anche SANZIONI ed INTERESSI non certo dovuti, visto che il bollo stesso era esente. Posso avere documentazione dei conteggi effettuati? Nel mandato di pagamento so, per esperienza di Funzionario della Pubblica Amministrazione, che compare solo la cifra da accreditare, dunque, dopo tanta attesa credo sia diritto del cittadino sapere da cosa deriva la cifra rimborsata che, da quanto lei scrive mi sembra inferiore a quanto dovuto, anche detratto il bollo 2012 già quietanzato.
Grazie.
In attesa di cortese risposta, porgo
Distinti saluti.

Rita Coltellese



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Sent: Thursday, May 10, 2012 9:13 AM
Subject: Re: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

DA AREA TRIBUTI E CONTENZIOSO
IL CONTEGGIO E' IL SEGUENTE:
IL RIMBORSO DI € 151,92 SI RIFERISCE AL PAGAMENTO EFFETTUATO IL 24.05.2010 DI € 151,92 ( AL NETTO DEL COSTO ESAZIONE ) , RIFERITO ALL' ANNO 2010.
IL RIMBORSO DI € 22,74 SI RIFERISCE AL PAGAMENTO EFFETTUATO SEMPRE IL 24.05.2010 DI € 184,62 ( AL NETTO DEL COSTO ESAZIONE ) , RIFERITO ALL' ANNO 2009, CHE E' STATO ATTRIBUITO  AL 2012 E RISULTA ECCEDENTE PER QUELLA CIFRA.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI SI PUO' COMUNQUE RIVOLGERE AL NOSTRO CENTRO ASSISTENZA TASSE AUTOMOBILISTICHE :
TEL. 199727575       FAX 199121515       MAIL infobollo@lazio.aci.it



----- Original Message -----
Sent: Thursday, May 10, 2012 9:36 AM
Subject: Re: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

La ringrazio.

Rita Coltellese

Da: Rita.Coltellese@gmail.com [mailto:rita.coltellese@gmail.com]
Inviato: giovedì 10 maggio 2012 9.57
A: Infobollo Lazio
Oggetto: Fw: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese

A seguito di una lunga Via Crucis burocratica finalmente, nel corso di questo anno finanziario 2012, potrò riavere i miei soldi.
Mi rivolgo al Vs. Servizio, che si è rivelato il più efficiente in assoluto in tutta questa brutta storia (conservo tutte le Vs. risposte alle mie e-mail: la prima del 15/06/2010, l'ultima del 27/09/2010), su consiglio del Sig. Barberito.
Questa la domanda: PERCHE' IL RIMBORSO DI QUANTO DA ME PAGATO E NON DOVUTO NON COMPRENDE I COSTI DI ESAZIONE? QUALE E' LA "RATIO"  DI TALE CONTEGGIO? L'ERRORE NON E' DEL CONTRIBUENTE MA DELLO STATO INEFFICIENTE CHE SUI TERMINALI DELL'ACI DAVA L'AUTO IN OGGETTO INDICATA SCOPERTA DI BOLLO QUANDO AVREBBE DOVUTO AVERNE REGISTRATA L'ESENZIONE.
Vi ringrazio e attendo fiduciosa la risposta.

Rita Coltellese


 ----- Original Message -----
Sent: Friday, May 11, 2012 2:56 PM
Subject: R: Pratica rimborso bollo auto DT997ZM anni 2009 e 2010 Rita Coltellese 

Gentile Signora,


In merito alla Sua richiesta La informiamo che il costo esazione, in caso di rimborso per pagamento doppio, eccedente o non dovuto, non è rimborsabile.

Restiamo a Sua disposizione per ogni necessità futura inviandoLe i migliori saluti. 

Centro Assistenza Tasse Automobilistiche ACI - Regione Lazio
Dd*
_____________________________________________


Come si evince dalla testimonianza chiarissima di queste ultime e-mail, nonostante l'indubbia buona volontà ed efficienza del Servizio di INFOBOLLO Lazio e di  funzionari come il Sig. Barberito della Regione Lazio e del Dott. Papi dell'ACI, "qualcosa", che andrebbe indagato , nella macchina burocratica rende una pratica un MOSTRO AMMINISTRATIVO che ingloba l'ignaro CITTADINO che NULLA HA FATTO, solo acquistato un'auto fidandosi delle allettanti offerte delle agevolazioni statali, e lo trascina in un vortice di PERDITA DEL SUO TEMPO e soldi spesi nella speranza di recuperare quanto gli è stato TOLTO. 
La scelta altrimenti è una sola: accettare di farsi togliere dallo Stato soldi che non erano dovuti oltre quelli, onerosi, delle imposte e tasse già debitamente pagate perché gli spettano di dovere.

Non diciamo fesserie

Da: La Repubblica

Catania, scoperti 5 falsi ciechi
uno faceva zig zag con la moto

di Rosa Maria Di Natale

CATANIA -  A  spasso per le vie di Catania a piedi o in motorino, oppure  occupati in impegnative partite di calcio balilla: passavano così le loro giornate cinque finti ciechi scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza di Catania dopo una lunga serie di pedinamenti.

Ad inchiodare i cinque furbi, e cioè G. M., di anni 47, dichiarata cieca dal 1999; G. S., di anni 39, dichiarato cieco dal 2009; P. E., di anni 36, dichiarata cieca dal 2008; B. N., di anni 42, dichiarato cieco dal 1991; N. G., di anni 30, dichiarato "cieco parziale" dal 2009, sono stati i filmati degli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica. Una truffa che, secondo quanto accertato dai finanzieri, ammonterebbe  a quasi mezzo milione di euro ai danni delle casse dell'Inps. L'indagine è stata resa possibile dall'analisi di numerose notizie ricavate dalle banche dati successivamente riscontrate  attraverso accurati pedinamenti dei sospettati.
I cinque erano riusciti a far credere ai medici di essere ciechi, e così si sono garantiti assegni di invalidità e indennità di accompagnamento riscossi, in alcuni casi, anche da più di venti anni. Ora i loro beni saranno sequestrati.
Le immagini registrate documentano i presunti ciechi che passeggiano per le vie della città, evitando ostacoli e salendo e scendendo dalle scalinate.
Uno degli indagati, che da alcuni anni percepisce una pensione di invalidità per cecità cosiddetta parziale, è stato ripreso alla guida di un motorino mentre procedeva a 'zig zag' per il traffico cittadino.
(05 luglio 2012) 
!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non sono le prime notizie che escono su "finti" ciechi, sparsi un po' dovunque nella Penisola, che fingendosi privi della vista o quasi percepiscono pensioni di invalidità in maniera fraudolenta.
Quello che negli articoli non viene citato mai, tranne in questo, è il ruolo degli oculisti che hanno, necessariamente, certificato la cecità (o quasi) inesistente.
In questo caso vengono citati come medici ai quali i finti invalidi    "erano riusciti a far credere " di essere menomati.
Ora la cosa è così inverosimile che ci sono tre possibilità:
1) i giornalisti sono di crassa ignoranza scientifica e grande superficialità nello scrivere tali notizie;
2) i medici che hanno firmato tali certificazioni, qualora indotti veramente in errore, debbono essere  radiati dall'Albo per manifesta incapacità allo svolgimento della professione di Ippocrate;
3) i medici sono complici corrotti dei truffatori dello Stato e vanno perseguiti e sospesi dall'esercizio della professione per false certificazioni.
L'occhio umano cieco o quasi ha segni inequivocabili all'esame oftalmico effettuato con le strumentazioni in uso agli oculisti.
Strumenti che rivelano sia eventuali lesioni alla cornea che al cristallino, per non parlare dell'esame del fondo dell'occhio che consente la visione di eventuali lesioni retiniche.
Dunque che non si nascondano dietro ad un dito i professionisti che hanno firmato la certificazione necessaria ad ottenere l'invalidità a causa della vista: essi sono colpevoli e correi e, qualora dichiarassero di essere stati ingannati, vadano ad appendere la specializzazione in oftalmologia e/o oculistica al cesso.
Esiste, inoltre, la Commissione Medica che, in base alla certificazione (in questi casi fasulla), esamina se tale certificazione sia valida o meno per ottenere la pensione di invalidità!
Dunque sono un bel po' di medici ad "essere tratti in inganno"!!
E come possono questi signori esercitare la professione se il loro giudizio scientifico può essere così grossolanamente ingannato?
Non c'è scampo, dunque, o vanno processati per truffa o vanno radiati o sospesi. Comunque puniti e sanzionati.
Chi scrive sa cosa vuol dire non vedere bene, essendo affetta dalla nascita da lesioni alla retina di entrambi gli occhi per una corioretinite maculare che, nell'occhio destro, ha leso la visione centrale conservando la periferica e nel sinistro, fortunatamente, il contrario. Posso guidare l'auto ma, da sempre, la patente deve essere rinnovata ogni 5 anni e dopo aver passato la visita presso la Commissione Medica per gli Invalidi; ed ho una invalidità del solo 37%. Non avevo bisogno di dire io agli oculisti come vedevo e come vedo, ma sono loro che lo dicono a me esaminando i miei occhi, loro stabiliscono quante diottrie ho per occhio...
Dunque è evidente il dolo dei medici che hanno consentito con le loro certificazioni queste truffe.

mercoledì 4 luglio 2012

ACEA non paga le imprese, fa pagare agli utenti Servizi non resi, ma usa i soldi per ingrassare i Dirigenti


IL CASO

Acea, distribuiti i bonus del 2011
Cinque milioni di premi ai dirigenti

Circa 50mila euro a testa, a dispetto degli utili in calo. Interrogazione del pd Valeriani "Fornitori non pagati per far scattare i benefit"

di GIOVANNA VITALE 3 luglio 2012
Premi a pioggia per tutti i dirigenti di Acea. Circa cinque milioni di euro distribuiti a un centinaio di manager  -  in media 50mila euro a testa, chi più chi meno a seconda della posizione aziendale e della retribuzione fissa  -  per aver raggiunto gli obbiettivi del 2011. E ciò a dispetto di un bilancio chiuso con l'impennata dell'indebitamento, una forte diminuzione di utili e fatturato, il dimezzamento del valore del titolo: parametri che certo non testimoniano a favore del management. Il quale, però, mentre tutto crollava, è riuscito a mettere in salvo i suoi bonus. 

Resta solo da capire come abbia fatto. Se i mezzi utilizzati per coronare la meta siano stati ortodossi. Oppure, come si vocifera a piazzale Ostiense, il frutto  -  del tutto lecito, per carità  -  di un maquillage contabile. Esattamente la domanda che ora il consigliere del Pd Massimiliano Valeriani ha intenzione di rivolgere al sindaco Alemanno in una interrogazione urgente che stamattina, in occasione dell'ennesimo round sulla cessione del 21% di Acea, verrà depositata in aula Giulio Cesare. "Poiché la posizione finanziaria netta è, insieme al Mol, l'obbiettivo da raggiungere per far scattare i bonus, non vorrei che tale obbiettivo fosse stato conseguito attraverso alchimie di bilancio, ossia grazie al mancato pagamento di centinaia di fornitori così da far apparire il debito migliore di quello che è". Una pratica che sarebbe stata messa in atto durante tutto il 2011, ma  intensificata nell'ultimo semestre: è allora che i tempi di pagamento hanno cominciato ad allungarsi ben oltre i 180 giorni, uno slittamento che ha alleggerito  appunto  la posizione finanziaria netta del gruppo. Facendo scattare i premi dei dirigenti. 

Ma c'è di più. "Non solo i pagamenti avvengono ormai con termini oltre i 6 mesi, ma altri mesi vengono impiegati per contabilizzare i lavori eseguiti dalle imprese e per formalizzare lo Stato Avanzamento Lavori (Sal), il titolo necessario per emettere fattura", racconta Valeriani. "Perciò, un lavoro eseguito a gennaio 2012 che ricade in un Sal trimestrale e quindi con chiusura a marzo 2012, darebbe diritto all'emissione del certificato di pagamento entro 45 giorni come da regolamento dei lavori pubblici. Invece in Acea i Sal e i relativi certificati di pagamento vengono emessi con 4/6 mesi di ritardo: dunque, per un lavoro fatto a gennaio, un'impresa riesce ad emettere fattura dopo 9/10 mesi e viene pagata 180 giorni dopo la ricezione della stessa. Lavoro fatto ad inizio 2012, incasso ad aprile 2013, in media 16 mesi!". Ecco perché è necessario che il sindaco si informi e magari intervenga. "Per tentare di restituire un po' di normalità a un'azienda ormai fuori controllo, come dimostra anche l'uscita di scena di due direttori chiave come Donnarumma e Barberis".

Anche i C.d.A. dei vari ATO di ACEA hanno usufruito delle regalie?