mercoledì 27 ottobre 2021

Quantistica, frontiera della Fisica - Un pregevole articolo del giornale LA REPUBBLICA

"L'atomo non si comporta in maniera definita, non è decaduto o non decaduto: è in questo limbo strano, che matematicamente si chiama sovrapposizione degli stati."

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/10/21/news/angelo_bassi_lo_scienziato_italiano_della_fisica_quantistica_che_sfida_einstein_oltre_i_confini_della_fisica-323064521/

"abbiamo imparato che quello che è piccolo non si comporta come quello che è grande. Un atomo si comporta diversamente da un tavolo, anche se un tavolo è fatto di atomi. Il riconoscimento di questa diversità è che per descrivere un tavolo oggi usiamo la fisica classica: un architetto o un ingegnere che vogliono progettarlo conoscono questa fisica, che impariamo tutti a scuola. Se invece vogliamo andare a vedere come si comportano i singoli elementi, la fisica classica non funziona più e ci vuole la meccanica quantistica". E conclude: "È una teoria affascinante, con una potenza quasi ineguagliata nella storia della scienza...". Ma anche con una limitazione: "La teoria pone problemi concettuali nel capire il mondo. Ed è proprio questo l'ostacolo. Perché un atomo si comporta quantisticamente e tanti atomi no? Perché le proprietà quantistiche non si trasportano al mondo classico, nonostante la teoria predica questo? La teoria direbbe che le proprietà quantistiche dovrebbero facilmente entrare nel nostro mondo e noi dovremmo vedere in tutti gli oggetti un po' un comportamento magico, un po' ubiquo, diluito nello spazio. E invece il nostro mondo è una realtà solida: pietre, tavoli, persone che sono qui e non sono lì, fanno una cosa e non fanno l'altra. Il mondo classico è estremamente definito. Il mondo quantistico invece è opaco, vago, di onde che ancora non capiamo bene. Ecco questo è il lavoro che fa parte dei fondamenti della meccanica quantistica: capire i limiti di validità della teoria".

Pensiero mio: forse nel passaggio dallo stato indefinito (quantico) a quello definito della Fisica Classica la materia si stabilizza perdendo il suo stato indefinito?

Angela Merkel e il premier della Baviera Markus Soeder visitano l'Istituto Max Planck di ottica quantistica a Garching, in Germania. 15 settembre 2021  


Sono stata a Garching in Baviera, molti anni fa, accompagnando mio marito in uno dei suoi viaggi di lavoro: egli è un Fisico.

Ricordo che percorrendo la strada che porta a Garching  provenendo da Monaco di Baviera in autobus incrociai un cartello stradale che indicava: Dachau! Rabbrividii pensando alle tristi vicende storiche.



EITAN

 

La sete di denaro di italiani che hanno fatto camminare la funivia del Mottarone in condizioni da roulette russa ha distrutto vite e, fra queste, la mamma di Eitan, il papà, il fratellino, il nonno materno della mamma con sua moglie, quindi  bisnonno di Eitan.

 Ho letto le più discordanti informazioni sui vari giornali, una cosa vergognosa: ancora c’è chi definisce “nonni paterni” i genitori della povera giovane madre defunta che vivono in Israele.

Un giornalismo che disinforma per incompetenza, ignoranza, scarsa intelligenza.

E torno a dire che iscrivono all’Albo cani e porci.

Quindi ho dovuto con la mia intelligenza cercare di carpire la realtà in mezzo a questa confusione creata da incompetenti che dovrebbero fare informazione corretta.

Ed ho capito che Eitan è nato in Israele, che nei primissimi mesi di vita è stato in casa della nonna materna, come accade spesso a chi partorisce ed ha una madre ancora in grado di aiutarla.

i NONNI MATERNI DI EITAN
Questa povera madre oggi non ha più sua figlia e grida disperata che l’Italia gliel’ha uccisa per la criminale mancanza di controlli che ci contraddistingue (pensate al Ponte Morandi!). Ha perso l’altro nipotino che era un amore e suo padre!!!

Eh, si, perché i nonni della madre di Eitan erano nella infausta cabina felicemente in vacanza. La povera nonna materna di Eitan grida “Mi hanno ucciso anche mio padre”, ma non dice “i miei genitori” e da questo si capisce che quando gli pseudo giornalisti scrivono che sono morti i bisnonni di Eitan non hanno colto quanto gridato dalla nonna materna, ed è evidente che la moglie del bisnonno di Eitan era probabilmente la seconda moglie.

Ma questi pseudo giornalisti si preoccupano di precisare che i nonni materni di Eitan sono separati, che la moglie lo denunciò per maltrattamenti, che il bisnonno era un uomo molto ricco… Gossip, imprecisione e confusione!

Questo non è giornalismo, è imbrattatura di carta e della TV.

A questo punto mi chiedo chi fosse la signora che un servizio RAI ha intervistato in Italia e che parlava in perfetto italiano definita dalla scritta che è comparsa “nonna paterna di Eitan”!

Se così fosse, ma il dubbio è comprensibile, sarebbe la madre del papà morto e della zia che lo vuole in Italia, quella si sicuramente sorella del papà di Eitan a cui presumibilmente deve la vita perché potrebbe averlo coperto ed avvolto con il suo grande corpo attutendone i danni traumatici.

Altri due aspetti mi hanno colpito: l’iscrizione, voluta dai genitori, ad una scuola gestita da suore cattoliche. Una scelta strana anche per chi ebreo non è se non condivide l’insegnamento di quel tipo di scuole. Io, nata cattolica, non ho voluto che i miei figli andassero in simili scuole, solo la mancanza di posti nelle Scuole Materne dello Stato italiano mi ha costretta a mandare i miei figli in scuole di suore, da cui li ho tolti per le scuole elementari, ad eccezione di un figlio, perché nato a febbraio, che avrebbe perso un anno per poter essere iscritto al compimento dei 6 anni alla Scuola statale,  invece una scuola privata gestita da preti me l’ha accettato anche se i 6 anni li avrebbe compiuti qualche mese dopo l’inizio dell’anno scolastico. Infine un secondo figlio l’ho dovuto ritirare dalla scuola comunale in terza elementare, durante l’anno scolastico, a causa di una maestra folle e un Direttore scolastico peggio di lei ed iscriverlo nella medesima scuola privata gestita da preti cattolici dove già andava il fratellino. Ma questa è un’altra storia su cui ho scritto anche una novella dal titolo “Direttore Didattico Fabi” che potete leggere anche su questo Blog.

Gali Peleg sorella della mamma di Eitan 

Il secondo aspetto è la vergognosa insinuazione che il rapimento di Eitan da parte del nonno e la guerra con la zia paterna sia per avere i soldi del risarcimento che spetta ad Eitan. Insinuazione triste e squallida vista la tragedia che questa creatura ha vissuto e sta vivendo e che non tiene conto nemmeno della legge e della logica.

La zia paterna Aya a cui il Tribunale dei Minori ha affidato Eitan essendo rimasto solo in Italia, ferito e ricoverato in ospedale,

La vita del bisnonno materno di Eitan non vede il bimbo, suo pronipote, come parte lesa ma sua figlia, la nonna materna che grida il suo dolore. Inoltre se egli era realmente un uomo ricco, come qualcuno ha scritto, non saranno i soldi che mancheranno alla povera nonna israeliana. Non conosco la legge israeliana in fatto di Eredità, ma in genere in quasi tutti gli ordinamenti i figli ereditano dai genitori.

Sui risarcimenti che i disgraziati italiani dovranno pagare ai superstiti si entra nel Codice Penale prima e poi nel Civile e le parti superstiti danneggiate da un simile crimine i Codici le individuano senza dubbi, e sicuramente Eitan è il danneggiato principale, ma non è detto che la legge non riconosca anche ai nonni materni il danno di aver loro ucciso una figlia.

Pubblico sotto un sito serio di informazione che chiarisce ogni notizia cialtrona.

 

Deborah Fait risponde ai lettori
Eitan è un bambino israeliano

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 settembre 2021
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Eitan è un bambino israeliano»

 

www.jerusalemonline.com

 

La famiglia Biran. L'unico sopravvissuto alla tragedia della funivia è Eitan, di 6 anni

 

Gentilissima Signora Fait, dire che sono sconcertata dai commenti di IC è un pallido eufemismo. Un bambino di sei anni, che già vive la tragedia spaventosa della perdita dei genitori e del fratellino in un disastro cagionato, sino a prova contraria, da criminale inosservanza delle più elementari misure di sicurezza, è stato ‘prelevato’ dal nonno materno in occasione di una visita e portato all’estero, all’insaputa della zia paterna e contro i provvedimenti del giudice italiano (competente, secondo una convenzione internazionale cui anche Israele aderisce, in quanto giudice del luogo in cui si trovava, anzi risiedeva, il minore nel momento in cui è rimasto orfano). Certo, il Paese estero è Israele, in cui Eitan Biran è nato e di cui è cittadino (mi piacerebbe sapere se è vero che ha anche la cittadinanza italiana, come ho letto in alcuni giornali), ma, secondo tutti gli articoli che ho potuto leggere, sia italiani che israeliani in lingua inglese, il bambino è cresciuto in Italia sin dai primi mesi di vita, con i genitori che da anni studiavano a Pavia, anche se immagino che sia stato più volte in Israele in occasione di vacanze e festività, come è normale in epoca di viaggi aerei di massa (almeno prima della pandemia). Si può certamente discutere se, per aiutarlo a superare il trauma, sia meglio la continuità, almeno temporanea, con l’ambiente in cui è cresciuto o un taglio netto, ma non posso condividere la difesa o, peggio, l’approvazione di un gesto arbitrario, in totale spregio della nostra legge (come se fossimo l’Afghanistan dei talebani, da cui fuggire con qualunque mezzo). Si può anche discutere sull’opportunità dell’iscrizione di Eitan in una scuola cattolica, ma non ho trovato smentite alla notizia, pubblicata da diversi quotidiani che hanno inviato cronisti in loco (e non si tratta di Avvenire), che in quello stesso Istituto delle Canossiane il bambino già aveva frequentato la scuola materna ed era stato iscritto alla prima elementare dai suoi genitori in gennaio (periodo consueto per le iscrizioni scolastiche). Quanto all’osservazione sul passato militare del nonno materno, non è una malevola pennellata di colore: si parla specificamente di un ‘lungo passato militare’ (si intende forse ‘di carriera’ o comunque qualcosa di più del servizio di leva e dei richiami dei riservisti?) e anche di un impiego nella ElAl e se ne parla del quadro della ricostruzione di come il signor Peleg ha organizzato ed attuato, in modo tecnicamente perfetto, l’espatrio di un minore senza l’autorizzazione della zia tutrice e malgrado un divieto di espatrio, scegliendo il percorso meno sorvegliato (alcuni hanno parlato di tecniche di ‘esfiltrazione’, termine che indica il portare persone fuori da un territorio nemico per metterle in salvo). L’unica cosa che mi conforta è che ora, in Israele, sia la magistratura che le autorità preposte alla tutela dell’infanzia sanno di dover vigilare sul benessere di Eitan e sulla condotta dei suoi parenti e confido che siano in grado di farlo. Augurando ad Eitan ogni bene, Le porgo i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

 

***

 

Carissima Deborah, sono italiano ma apprezzo e stimo Israele e il suo popolo (quasi tutto, i sinistri, lì come qua mi sono indigesti): ho avuto anche la fortuna di visitarlo (3 volte) accompagnato da amici israeliani di Ramat Gan. mi sono commosso sulle alture del Golan, rievocando l'eroismo di IDF che ha resistito alle aggressioni siriane, alla fine prevalendo. Credo che tu stia descrivendo la vicenda di Eitan nella giusta luce: questo disgraziato paese che è il mio paese ha distrutto la vita dei genitori, del fratellino, dei bisnonni materni di Eitan. Li ha uccisi con la sua superficialità che ha permesso a quella funivia di funzionare contro tutte le norme e il buon senso. La magistratura che in Italia è l'unico potere reale è ferma nelle indagini per conflitti interni. Ma la magistratura che ha deciso l'affidamento del piccolo alla zia paterna, negando l'esistenza di tutti gli altri parenti israeliani, la stessa magistratura che interferisce con atti di imperio in questioni che vorrebbero tutto un altro approccio (la magistratura di Bibbiano, per intenderci) ha deciso che il futuro del piccolo deve essere italiano, allevato da una zia che non ama Israele (Eretz Yisrael) come tanti sinistri che, pur essendo ebrei, odiano Israele. *Eitan è israeliano*, è nato lì, era temporaneamente in Italia, i suoi cari sono sepolti lì, tutti i suoi parenti sono lì, ma la zia che vive in Italia (per motivi suoi) vuole sradicare il piccolo nipote e trova un magistrato che la sostiene. Che senso ha tutto ciò? il nonno non ha consegnato il passaporto perchè è un documento israeliano, è partito dalla Svizzera che non è UE, e i solerti (vendicativi) giudici italiani non possono interferire con le leggi di altri paesi. devono ricorrere a una convenzione voluta contro i mariti islamici che in caso di separazione sottraggono il figlio italiano alla *madre *italiana perchè così vuole la legge islamica. Che cosa c'entra con questa vicenda che è tutta israeliana? i genitori sono morti e la consuetudine vuole che i nonni materni si prendano cura degli orfani. Ma in Italia non si possono criticare i magistrati perchè si offendono e il loro delirio di onnipotenza ne risulta offuscato. io sento un forte odore di antisemitismo. il partito di maggioranza, in Parlamento, è filo iraniano (Grillo ha una moglie iraniana), l'ex PM e ministro degli esteri D'Alema sostiene che Hamas e Hezbollah non sono terroristi, non più tardi di ieri. Oltre a uccidergli la famiglia vogliono sequestrare il piccolo Eitan ed educarlo in questo ambiente ostile? Ma tutto è possibile in un  paese dove il figlio di una delle vittime della sinistra è diventato direttore del giornale che ha istigato all'odio contro suo padre. Povera Italia. Spero che ci sia un giudice a Gerusalemme (anche se lì come qui la magistratura è fortemente politicizzata) che riconosca che l'Italia non c'entra nulla con il futuro del piccolo Eitan: la sua casa è Israele ed il suo futuro è lì. in Italia sarebbe uno straniero infelice e  discriminato. Noi italiani dobbiamo solo chiedere scusa per il disastro che abbiamo combinato e che qualche sinistro che odia Israele vuole continuare a perpetrare. Shalom

 Luigi Mis

 

Gentili Amici,

avete scritto due lettere molto interessanti, l'una è l'opposto dell'altra ma in sostanza entrambe dicono la stessa cosa: Eitan è un bimbo israeliano, è ebreo, non credo sia un bene recidere le sue radici e mi par di capire che la pensate esattamente come me. E' vero che andava dalle suore anche alla scuola materna ma aveva i genitori che poi lo riportavano alla realtà della sua identità ebraica.Pare che la zia paterna non abbia un forte legame con Israele e le tradizioni del suo popolo quindi se rimarrà affidato a lei perderà un importante bagaglio culturale. Io sono molto sicura che il futuro di Eitan sia in Israele e sono molto dispiaciuta al pensiero delle tante peripezie che ancora si giocheranno sulla pelle di quel povero bambino. Spero in un giudice intelligente e rispettoso dei valori culturali di un popolo. Il nonno avrà anche sbagliato nelle modalità del prelevamento ma dobbiamo pensare che l'unico bene che gli rimane è quel bambino dal momento che la funivia e l'incuria dei colpevoli gli hanno portato via tutta la famiglia in un colpo solo.Invece di dipingerlo come un criminale credo che i media farebbero meglio a parlare di un padre disperato per la morte della figlia e del nipotino più piccolo.

Un cordiale shalom