venerdì 28 settembre 2018

RAI 1 - Storie Italiane h. 11:00 del 28/09/2018


Oggi sulla rete 1 della Rai, nella trasmissione Storie Italiane, alle h. 11:00 si è parlato di nuovo di prostituzione in Italia dopo la scoperta di case chiuse, ovviamente illegali, a Milano.
E' l'ennesima scoperta e la discussione fatta in studio fra persone di varie professioni, tutte in perfetta buonafede, ha toccato i vari aspetti del problema, ognuno proponendo la propria idea di soluzione, senza toccare quella che in diversi post, su questo blog, vado proponendo da tempo e che, spero, prima o poi qualche parte politica realista ed illuminata prenda in considerazione.
Il cartello sopra riportato e da me fotografato appare in due elementi, ciascuno per i due sensi di marcia all'inizio della zona incriminata, e riporta l'Ordinanza del Sindaco di Artena il quale di più non poteva fare a Leggi vigenti.

Petizione di cittadini

A tutte le Istituzioni preposte per Legge alla salvaguardia del decoro e della pubblica decenza
i cittadini firmatari presentano una 
petizione
affinché ciascuna Istituzione, per la parte di sua competenza, provveda alla cessazione di quanto avviene da diversi anni sulla 
Strada provinciale 215 Km. 34-38: in pieno giorno donne di colore e tutte della stessa etnia stazionano a bordo strada completamente nude nelle parti intime, mimando con movimenti e gesti osceni atti sessuali, costringendo gli automobilisti in transito quantomeno ad assistere, loro malgrado, ad un inaccettabile spettacolo a luci rosse, a cui, inevitabilmente, sono esposti bambini e minori che si trovano a transitare con i propri familiari.
Si richiama, inoltre, l'attenzione delle Istituzioni preposte alla Sicurezza Stradale, secondo le norme stabilite dal Nuovo Codice della Strada, sul pericolo costituito da codeste donne nude e ammiccanti agli automobilisti in transito, riguardo la "distrazione dell'attenzione degli utenti della strada con pericolo per la sicurezza della circolazione", frase desunta dal verbale elevato dalla Polizia Locale del Comune di Rocca Priora in data 27/12/2016 per un piccolo cartello pubblicitario indicativo di un BAR e ritenuto pericolo di distrazione in applicazione dell'art. 23, c. 1° e 4° e 11°, rif. art. 47 e segg. del Reg. es. DPR 495/92.
Pur non essendo, tali donne nude a bordo strada, assimilabili a "cartelli pubblicitari", innegabilmente costituiscono un richiamo pubblicitario con evidente "offerta di servizi".  

Nome                             Doc. o C.F.                                           Firma               n.tel.                  

Questa l'iniziativa di 102 cittadini disgustati dal fatto che anche i bambini trasportati nelle auto in transito fossero costretti ad assistere a quanto descritto.

Questa la denuncia presentata a maggio 2017 accompagnata da 102 firme.
Questo è solo un esempio di ciò che ognuno di noi sa e vede anche in altre strade, spesso notturne, ma molto ormai anche in pieno giorno e in una modalità così sfacciatamente oscena da essere intollerabile per un Paese civile fino a mobilitare le coscienze dei cittadini più civili e coraggiosi.
Coraggiosi perché dietro queste disgraziate persone c'è criminalità, dunque pericolo.
Una politica irresponsabile ha privato degli strumenti legislativi le Forze di Polizia abbandonando il Paese al degrado da Paese alla deriva.
La Chiesa Cattolica è colpevolmente silente sull'argomento, stranamente anche, visto che, a parole, è una religione sessuofoba come poche.
I casi di cui si occupano i media locali sono come quello per il quale io ed altre encomiabili persone abbiamo raccolto le firme, mentre TV e media nazionali dedicano servizi su servizi ai casi eclatanti in cui meglio viene evidenziata la riduzione in schiavitù delle persone fatte prostituire.
A tutto questo c'è rimedio e il rimedio deve essere legislativo, dunque politico.
Può un Paese moderno e civile tollerare tutto questo?
Assolutamente no.
Si deve partire dall'assunto che la prostituzione non si può bandire totalmente. La Storia delle Società Umane lo dimostra. E' come nascondere la cenere sotto il tappeto, come impedire alla gente di defecare.
Dunque va regolamentata.
Nella trasmissione riportata nel titolo del post si sono accapigliati ricadendo sulle Case Chiuse emendate dalla legge Merlin del lontano 1957.  
Errore incomprensibile! Come quando per ogni richiamo alle regole da rispettare o da irrigidire si richiama il fascismo!
Guardare avanti! 1957, anno in cui questa 72enne che scrive faceva la Prima Comunione!!
Posso essere io oggi quella bambina? No, la realtà mi ha cambiata, oggi sono atea ad esempio!
Questo per dire che non si deve tornare a ciò che la senatrice Merlin giustamente intese cambiare restituendo la libertà a quelle donne, ma oggi visto che il fenomeno è dilagato nelle strade e in case illegali ingrassando la criminalità più violenta e pericolosa, riducendo in orribile schiavitù tante persone, oggi, 2018, è ora che la Politica si svegli e metta mano alla materia.
Non case chiuse, ma spazi controllati e regolamentati in cui chi vuole accedere al mercato del sesso e chi vuole vendere prodotti relativi al sesso o vendersi, visto che la prostituzione non è un reato in Italia, può acquistare quel che vuole.
Inutile emettere ordinanze comunali in cui si stabiliscono multe per i clienti delle prostitute, come prospettato da qualcuno anche nella trasmissione di oggi e come hanno fatto molti sindaci, è come fermare l'acqua con le mani... Difficile beccarli sul fatto.. Si sottopongono i Tutori dell'Ordine ad un inutile dispendio di energie. Per pochi che saranno multati tanti la faranno franca.
L'unica soluzione è l'Istituzione di luoghi da chiamare come si vuole: Sexy Center? Come volete. Spazi autorizzati ma soggetti a controllo in modo da non ingenerare situazioni di schiavitù, traffico di droga, violenza. Per il resto DIVIETO ASSOLUTO CON PENE PESANTI E CERTE PER CHI TRASGREDISCE AL DIVIETO DI PROSTITUIRSI FUORI DA QUEI LUOGHI.
Restando vigenti i reati di induzione e sfruttamento della prostituzione, sempre validi deterrenti contro la criminalità, e incrudelendo, in tale disegno di legge, l'adescamento, in quanto va da sé che, istituendo luoghi dove chi vuole prostituirsi può incontrare liberamente i clienti, in luoghi aperti a tutti NON LO PUO' FARE.

mercoledì 26 settembre 2018

L'Italia come la vorrebbero il PD, Boldrini, Grasso, Civati e compagni


Ho votato per 4 volte Renzi prendendo l'auto per raggiungere il seggio, pagando il contributo, l'ultima volta a Sabaudia nemmeno si sapeva dove sarebbe stato allestito il seggio, fino all'ultimo sul sito si dava un locale poi risultato errato: uno scambio serrato di e-mail col responsabile PD della zona e alla fine mia figlia ed io, nonché mio marito e mio genero abbiamo votato in un gazebo allestito nella piazza del Comune... Poi il crollo. Almeno per me e mio marito. Un'altra delusione dopo il fin troppo ridanciano Antonio Di Pietro, perché da ridere c'è ben poco, beato lui...
Forattini, cacciato a suo tempo dal quotidiano La Repubblica per volere di D'Alema (su lui non ho mai coltivato illusioni), ha fatto con il suo genio una vignetta emblematica.
Speriamo in Salvini perché il punto in cui ci ha portato la sinistra è allucinante.
Non voglio fare elenchi di fatti ed eventi. Basta quello che vediamo ogni giorno.
Racconto solo un fatto abituale che vedo sempre quando da Rocca Priora vado nel comune di Albano, dove vive uno dei miei figli, per fare la nonna al mio nipotino di nove anni.  
Scendendo verso Cecchina, zona periferica sulla Nettunense, percorro una strada che si chiama Strada Provinciale 93a e sempre incrocio ragazzi dalla pelle nerissima, ben pasciuti, con abiti nuovi, che rilassati risalgono la strada verso Albano, verso il centro, dove sono i negozi. Oppure li vedo ridiscendere, sempre percorrendo lo stesso marciapiede, per andare a pranzo. Ecco: o escono passeggiando dopo colazione o vanno a pranzo. Li ospita una delle case lungo detta strada che, evidentemente, ha ottenuto il permesso dalle Istituzioni preposte per ricevere il sussidio per ognuno di loro: immigrati!
E penso a questi giovanotti robusti, arrivati qui per forza, perché l'Italia non li ha richiesti, cresciuti non certo negli stenti, perché quelli lasciano il segno e chi è vissuto in Italia al tempo di guerra lo sa e chi è venuto dopo, se ama la verità, basta che si guardi qualche foto post bellica di come erano gli Italiani a cui era mancato da mangiare, e se non sei del tutto scemo non puoi non pensare che ti senti preso per il culo da chi parla di fughe da guerre, di profughi in attesa di rifugio ratificato e che intanto alloggiano, mangiano, vengono ripuliti a spese tue... E se pensi che arrivano a fare i paragoni con gli italiani emigrati, visto che tu hai avuto tuo nonno e sai come è andata, e poi hai conosciuto ragazzi della tua generazione, agricoltori del paese dove passavi le estati, che ugualmente sono andati in Belgio, in Canada e sai dunque che li hanno fatti entrare solo perché gli servivano, con i documenti a posto, non dichiarando a voce mi chiamo Tal dei Tali, ho tot anni, controlla tu se è vero, spendi soldi per farlo, paga ore lavorative di impiegati  per scoprire se ho detto la verità, intanto mi mantieni... Beh! Provo una rabbia forte, concreta, verso tanta ipocrita presa per il culo, e lo dico tranquilla, pensando all'umiltà di quei ragazzi italiani che io ho conosciuto, a cui nessuno ha pagato niente, pur avendo tutti i documenti a posto e che si sono guadagnati tutto lavorando sodo!
Salvini, mantieniti in salute per favore!

Maria Monti

Da: Cinquantamila.it - La Storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Maria Monti ricorda la prima volta che incontrò Giorgio Gaber, «morbo dolce e meraviglioso»: «Era il ’61, io cantavo in una band, "I giullari" e scrivevo canzoni. Un giorno il nostro pianista mi manda a casa un giovanotto che con la chitarra se la cava benino e potrebbe orchestrarle. Apro e mi trovo davanti un ragazzo bellissimo. Gran nasone, ma bellissimo. Con un sorriso così dolce che innamora». Si invaghirono subito l’uno dell’altra: lei ventiquattrenne, lui più giovane di tre anni, presero a comporre canzoni insieme (il brano "Goganga" venne fuori da «una romantica trasferta al mare») e a far l’amore in macchina. Lei lo lasciò tre anni dopo per non diventare «la fidanzata di Gaber»: «Provai un dolore pazzesco, ma dovevo. Accanto a lui stavo diventando l’ombra di me stessa. Di sposarsi non se ne parlava. Il fatto che io avessi tre anni più di lui ai tempi pesava. Io aspettavo un gesto da lui, speravo crescesse e, nel frattempo, continuavo a trovar scuse per la sua immaturità. Non poteva andare avanti. A me s’è spezzato il cuore. Per cinque anni non sono riuscita a pensare che a lui. Lo cercavo in ogni uomo ma non l’ho più trovato. Lui invece tre mesi dopo stava con Ombretta».




Giorgio Gaber e Maria Monti


Quanti, anche della mia età, si ricordano di Maria Monti? Era "culo e camicia" con Giorgio Gaber. Facevano una trasmissione in TV molto seguita e di successo. Poi le cose andarono come lei stessa racconta con franca sincerità.
Lui si innamorò di Ombretta Colli, allora attrice sconosciuta ma molto bella, con un padre orchestrale di night che ebbe problemi con la giustizia per motivi pubblicati sui giornali di allora ma che non ricordo, ricordo solo che scrissero che lui, famoso, lo aiutò.
Mentre poi forse in una canzone alluse a Maria e, se così fu, con lei sarebbe stato cattivo e ingrato, questa la canzone:
L'ho conosciuta una ragazza regolare
era una specie di barista in un caffè
adesso dice che s'è messa a recitare
Oh oh ma pensa te

Andava al mare se ci andava a Bordighera
con le sue amiche in una stanza erano in tre
Adesso dice vado a fare una crociera
ma pensa te

Non è che porto l'anello al naso
non è che mangio soltanto riso
non è che viaggio col foglio rosa
vien qui a far le canzoni a me
ma pensa te

Adesso sai che cosa chiede se vuol bere
eri una vita che bevevi i tuoi frappè
beve champagne e fa la scena di scialare
Oh yea Ma pensa te

Si presentava col cognome e con il nome
adesso dice come sta sono Janet
I beg your pardon dice che vuol dire come
Boh ma pensa te

Non è che porto l'anello al naso
non è che vengo dal paradiso
non è che sto tutto il giorno in casa
Vien qui a far le canzoni a me
ma pensa te

In cinquecento e via si andava all'idroscalo
adesso dice ci ho il mio giro a Saint Tropez
No no niente macchina alle quattro prendo un volo
Oh yea ma pensa te

A Barcellona quest'estate la corrida
se faccio a tempo vengo sì ma non so se
lei che a san Siro urlava porco arbitro giuda
ma pensa te

Non è che porto l'anello al naso
non è che aspetto la fin del mese
non è che in fronte ci ho scritto coso
vien qui a far le canzoni a me
figurati te

Non è che porto l'anello al naso
non è che mangio soltanto riso
non è che viaggio col foglio rosa
vien qui a far le canzoni a me
figurati te

Non è che porto l'anello al naso
non è che vengo dal paradiso
non è che sto tutto il giorno in casa
vien qui a far le canzoni a me
ma pensa te

Il titolo è: "Ma pensa te". Ma forse Maria non c'entra niente, è un mio pensiero, giacché lei le canzoni con lui le ha scritte veramente... E dopo ha anche recitato come attrice e molto bene.
Maria Monti con Rod Steiger nel film di Sergio Leone "Giù la testa"


Maria Monti con il suo innamorato Giorgio Gaber e Enzo Iannacci

Maria Monti in uno spettacolo teatrale. Ha lavorato anche in spettacoli con Paolo Poli.

Maria Monti oggi.
La sua è sempre stata una bellezza raffinata ed intelligente, non da bellona, pur avendo un florido seno.

Mi dispiacque anni fa vedere un servizio in una trasmissione televisiva in cui ella attraversava un periodo lungo di inattività, inspiegabilmente dimenticata nonostante le sue ottime doti artistiche, e versava in serissime difficoltà economiche, raccontando al cronista che un giorno era stata per svenire dalla fame avendo mangiato solo un cartoccetto di olive! 
Un mondo, quello artistico, a volte inspiegabile dove si dimostra solidarietà a persone come Franco Califano e Laura Antonelli, che hanno lavorato sempre sperperando i lauti guadagni, e si lascia nell'oblio chi ha doti artistiche e non ha avuto grandi introiti. Per questi artisti si che è valido applicare la legge Bacchelli.


giovedì 20 settembre 2018

La storia tragicomica di Squily Brata e Nullo Strano - Novelle Nuove - Episodi 7 e 8

La storia tragicomica di Squily Brata e Nullo Strano
da Novelle Nuove
Nullo Strano
 
Squily Brata


Episodio 7 - Rapporti stretti con Vilma e Rodolfo.

Vilma nella sua incommensurabile stupida furbizia pensava che assecondando Squily, che tanto si dava da fare per piacerle offrendole i suoi servigi pompati come potentissimi, avrebbe potuto carpirle l'agognata pensione. Come molte persone ignoranti non capiva che i poteri di Squily si fermavano alla richiesta di un favore a questo o a quello degli ometti da cui si faceva sbattere, e l'aver ottenuto una buona sistemazione per il figlio per il servizio militare in un'arma ritenuta privilegiata  la faceva illudere di poter chiedere anche altro.
Così insieme al marito, finto medico dentista, accondiscendeva a tutte le richieste della donna accettando di comportarsi come un burattino di cui l'immorale donna tirava i fili.
Nullo, dal canto suo, si adattava a tutto quello che faceva la moglie, aduso a fare il burattino sempre. L'uomo era così immerso in quel ruolo che aveva accettato da non rendersi conto che in qualcuno poteva anche suscitare scandalo e riprovazione. Per questo riteneva ad esempio Maria assolutamente pazza per il suo rifiuto a frequentarli. Immerso in quella realtà non capiva più la normalità, anche perché c'era gente, come Vilma e Rodolfo, disponibili a recitare qualunque parte in una malata finzione anche soltanto per qualche piccolo vantaggio.
Così accettarono di mettersi seduti sul retro dell'abitazione di Squily con lei e Nullo per recitare una scenetta la cui regista era sempre la mitomane mentre Nullo fungeva da silenziosa comparsa. 
Squily Brata: "Maria è matta! E' una poveretta! Come si fa a credere che io ho l'amante! Si sa che nei posti di lavoro basta che ti vai a prende il caffè insieme e subito dicono che siete amanti! E' matta, d'altra parte è de' famiglia!" Diceva con tono disinvolto recitando la parte della donna di mondo.
Rodolfo (finto scandalizzato): "Ma io non capisco!" Rodolfo parla in modo affettato, in italiano, dandosi arie di persona raffinata, però sta in buona compagnia con l'elementare Nullo che parla con pesante calata romana e, nonostante la sua posa di raffinatezza, non mostra alcun interesse per una frequentazione con lo scienziato padre dell'amico di suo figlio.  Strano? Non per Maria, né per l'amico di suo figlio, che hanno visto le mire che Squily ha manifestato fin da subito nei riguardi dello pseudo dentista, appena ha saputo che era ricco, e pensano che lui finga di nulla ma la lasci fare.
Vilma (in imbarazzo, perché conosce un po' Maria e quello che dice l'invadente Squily non le risulta): "Ma chi di famiglia? Il padre?"
Squily Brata (con compiaciuta malignità):  "No, la madre!"
Maria, per il cui beneficio la scenetta è recitata a voce più che udibile, pensa con disgusto due cose: "Questa mitomane che gira dicendo stupidaggini infantili senza rendersi conto di essere una parodia di essere umano si permette di dire che mia madre non sta bene di testa. Anche se fosse, sempre meglio di lei sta; mia madre sta per conto suo e non gira dicendo pazzie qui e altrove. Poi sta fresca a far passare per pazzi tutti quelli che sanno che razza di puttana è! Quei due si prestano a questa sceneggiata pensando di ricavare qualcosa da questa psicotica: la donna sperando in una pensione impossibile se non ha i contributi sufficienti e lui... Si presterà perché è incapace di essere una persona autentica... Che bella congerie.. Con quel Nullo silente che sembra il pupo nella mano del puparo, e il puparo è questa pazza!"
La scenetta che, nelle intenzioni della mitomane, pretendeva ridarle una verginità  si concluse con una strana presa di coscienza di Vilma la quale, alla sarcastica frase di Squily: "E' una poveretta!" Detta con un tono di commiserazione verso Maria, con imbarazzo proferì: "Ma poveretti siamo noi che stamo qui a fa' sta' cosa."
Maria, nel sentirla, pensò: "Ma chi te lo ha fatto fare? Vale così poco la tua dignità?"
Indubbiamente capiva sempre più il disagio dell'amico di suo figlio quando doveva dire qualcosa che riguardava i suoi genitori. 
Un giorno lo aveva incontrato all'università dove lei lavorava e dove lui, stentatamente, cercava di conseguire un titolo di studio che gli consentisse di rilevare lo studio del padre senza bisogno di gente iscritta all'Albo a fare da prestanome.
Da quando i suoi genitori si erano fatti abbindolare dalla mitomane egli si era defilato e non si faceva vedere più.
Maria stava uscendo con una sua collega dal Policlinico Universitario e con la coda dell'occhio vide il giovane poco dietro di loro. Continuò a parlare con la collega senza dare le viste di averlo visto ed osservò il suo comportamento: invece di chiamarla e salutarla, dato che da dietro la vedeva bene essendo Maria solo pochi passi più avanti, egli rallentò il suo passo fino quasi a fermarsi, nella speranza di non essere stato visto evidentemente. Ma dovendo andare nella stessa direzione delle due donne che lo precedevano, all'edificio della Facoltà che ospitava gli Uffici, camminò dietro di loro lentissimamente, in modo innaturale, fino a che, giunti all'esterno degli uffici egli tirò dritto e Maria e la sua collega presero una strada in leggera salita per raggiungere il loro Ufficio. A questo punto Maria, che si era studiata la situazione comprendendo benissimo la ragione del defilarsi del giovane, si voltò studiatamente e lo chiamò per nome aggiungendo: "Non si saluta più?!" La presenza della collega, a cui aveva raccontato tutte le anomalie di Squily Brata e di chi le ruotava intorno, le fece gioco perché, facendo scoprire la reticenza dell'amico di suo figlio a farsi notare da lei, portava alla luce una situazione che non era solo frutto di una sua personalissima impressione.
Imbarazzatissimo egli provò a dire che non l'aveva vista, ma Maria, implacabile, non lo graziò: "Difficile visto che ti precedevo di pochi passi fin da dentro il Policlinico! - Poi andò subito al dunque per non farsi sfuggire l'occasione di portare il test di quell'amicizia di suo figlio fino in fondo - "Come va con quei pazzi dei miei vicini di casa?"
Il giovane figlio di Vilma e di Rodolfo: "Che lei è una squilibrata non vi è alcun dubbio.  Lui non sembra..."
Maria pensò malignamente: "Sono contenta per te che ti sei accorto che Squily è una squilibrata dato che ci studi pure medicina... Quanto a lui appunto... sembra normale, ma non lo è visto come vive."
Ma disse: "Squily mi ha detto delle cose incredibili dei tuoi genitori. Li cerca, viene a casa vostra anche con doni, ma ne parla malissimo. Mi ha detto che tua madre va a fare la donna di servizio ad ore.. Come è possibile visto il vostro evidente benessere? Che i tuoi sono separati in casa... Come è possibile se tua madre mi ha mostrato tutta casa vostra e, con particolare orgoglio, la camera matrimoniale, dicendomi che la sera lei e tuo padre vedono la TV insieme dal lettone?"
Il giovane con un'espressione seria e in totale difensiva rispose: "Ognuno creda pure quel che vuole."
Finalmente riuscì a liberarsi da quell'imbarazzante situazione e Maria lo salutò portando dentro di sé la netta certezza che quello che diceva la mitomane in fondo doveva essere vero.
La collega a cui aveva raccontato le vicende di quelle anormali persone commentò contrariata: "Hai fatto male Maria a tenerlo lì a dirgli quelle cose. Se i genitori sono quelli che sono che vuoi che ti dicesse? Hai visto? Non ha detto che quello che dice quella pazza non è vero. D'altra parte se la frequentano, nonostante quella li sputtani pure in giro,  già ti dice che gente può essere. "
Maria: "L'assurdo dell'assurdo è che quella pazza parla delle anomalie di quella coppia vivendo come vive con il marito!"
La collega: "Ma proprio per quello parla degli altri! E' anormale e dunque come puoi aspettarti coerenza. Quella vive male e cerca altri come lei per sentirsi meno disgraziata. " 

Episodio 8 - Scoppia il bubbone


Marito di Maria: "Pronto, Maria."
Maria: " Ciao, che succede, non mi chiami mai in ufficio.." 
Marito di Maria: "Sono molto imbarazzato e sbalordito. Ha telefonato qui Vilma, la madre di quell'amico di nostro figlio..."
Maria: "E che vuole? Dopo tanto tempo.  Non saluta nemmeno il nostro figlio minore che pure la conosce benissimo.. Era stupitissimo per averla vista vicino casa nostra con Squily Brata e lo aveva palesemente ignorato per dare soddisfazione  alla mitomane che ci odia."
Marito di Maria con tono fra lo stupito e l'imbarazzato"Ha telefonato qui a casa e cercava te.  Io le ho detto che non c'eri, che eri al lavoro..."
Maria: "Per fortuna. Non capisco proprio cosa voglia da me."
Marito di Maria: "Ti ho chiamato perché non potevo aspettare di raccontarti, quello che poi mi ha detto, quando ritornerai dall'ufficio... E' allucinante, anche se avevamo visto e intuito tante cose, scoprire che era tutto vero e anche di più mi sbalordisce."
Maria: "Certo per chiamarmi in ufficio deve averti davvero turbato.."
Il marito di Maria è una persona seria, dedita alla Scienza e alla Cultura, distaccata dai pettegolezzi e abbastanza indifferente alle mattane del prossimo. Dunque il suo stupore, che l'ha indotto a chiamare subito sua moglie, deve essere ben motivato. 
Marito di Maria: "Quando le ho detto che tu non c'eri pensavo che la conversazione sarebbe finita lì, invece si è attaccata a me dicendomi che è disperata perché sa da due anni che Squily Brata è l'amante del marito. Glielo ha detto lui stesso quando ha avuto un infarto due anni fa ed è stato ricoverato in ospedale."
Maria (provando una maligna soddisfazione nel constatare che ha visto più che chiaro negli sporchi affari della sua vicina di casa)"Se lo sa da due anni cosa vuole da noi? Cosa c'entriamo noi? E io, credendoli delle persone perbene, ingenuamente li avevo pure avvisati di chi erano questi!"
Marito di Maria: "Ma lei l'ha detto: "Voi ci avevate pure avvisato, dobbiamo ringraziarvi!""
Maria: "Un po' in ritardo! Perché non sembrava proprio che avessero recepito. Nostro figlio mi ha anche rimproverato per averlo fatto. Frequentando quella casa evidentemente sapeva chi erano. Il marito fingeva di niente facendo il finto scandalizzato, in realtà aveva capito benissimo dove la puttana voleva arrivare, ma lei era forse cieca? Non vedeva quello che vedevamo noi tutti? In realtà sperava di trarre vantaggio dalle promesse di favori che Squily elargiva.. Che squallore di persone.. Bisogna dire che Squily, nella sua  mitomania, qualche frammento di realtà, sia pure distorta, lo metteva. Un giorno che mi aveva chiesto il solito passaggio in auto al solito scopo di parlarmi male di questo e di quello e di sciorinare tutte le sue invenzioni, sperando che io le credessi, mi disse che Vilma e Rodolfo facevano schifo, perché speravano che lui diventasse il suo amante per chiederle poi dei favori, perché lei era un donna importante!" 
Marito di Maria: "Seh!! Un'impiegatuccia fuori di testa che millanta di essere laureata, iscritta all'Albo dei Commercialisti e altre palesi assurdità data la marchiana ignoranza!"
Maria: "Lei mischia parti di realtà al suo delirio mitomane, ma i fatti di questa Vilma e suo marito mi sembrano chiari."
Marito di Maria: "Ha detto che voleva venire qui per parlare del suo problema perché ha fatto tanti sacrifici e non può ora perdere tutto. Teme che Squily Brata si installi stabilmente con suo marito e si impadronisca dei suoi soldi."
Maria: "Allucinante! Spero proprio che tu abbia ricusato questa sua assurda pretesa! Questa donna non ha dignità, né decoro, né un minimo di decenza! Lo credo che frequentava Nullo e Squily senza ripulsa: non è certo migliore di loro! Alla mitomane lei o il marito avevano riferito che io li avevo messi sull'avviso su di lei, su quello che lei stessa rivelava sperando che noi trovassimo normale il loro ménage, oltre quello che avevo appreso dal suo ambiente di lavoro. E, non te l'ho mai detto per non farti arrabbiare, a seguito di questo la Brata organizzò un pranzo con dei vicini di casa, facendo una delle sue sceneggiate volte a dire che io sono pazza e che nulla di ciò che si dice di lei  e che io ho creduto è vero."
Marito di Maria: "Quali vicini di casa?"
Maria: "Non li conosciamo, per fortuna. Confinano con la mitomane dall'altra parte della sua casa. Ma già il fatto che le diano retta, che accettino i suoi inviti, fa intuire che non siano persone a posto. Che è pazza perché dice bugie infantili in continuazione lo vede anche un ignorante, quindi o sono dei sottosviluppati o gente senza etica, o tutte e due le cose messe insieme. Fatto sta che la Brata in quel pranzo all'aperto urlacchiava  che non capiva perché io avessi detto a Rodolfo che lei aveva degli amanti al lavoro, e una invitata dalla voce chioccia e volgare insinuava che forse è perché mi era piaciuto, " 'na vorta, du' vorte..", ridendo in modo sguaiato."
Marito di Maria: "Penoso e assurdo. Ma che vuol dire?"
Maria: "Nullo era preoccupato delle insinuazioni che sua moglie stava facendo su di me e cercò di smorzare dicendo: "Ma lo conosce appena, l'avrà visto due o tre volte." Allora la loro triviale ospite, per compiacere chi l'aveva invitata a pranzo, andò oltre calcando sull'insinuazione."
Marito di Maria: "Siamo a livelli infimi, non solo morali, hai fatto bene ad ignorare queste penose sceneggiate."
Maria: "Questo non toglie che è stato pesante dover sopportare gli insulti e le calunnie di questa sudicia pazza senza reagire."
Marito di Maria: "Certo. Ma quando ci si imbatte nel fango senza averlo cercato purtroppo possono arrivare degli schizzi. Comunque ho detto a questa, che si sveglia dopo due anni che sa ufficialmente della tresca, che noi siamo molto occupati nell'allestimento della nostra casa al mare appena acquistata e dunque non possiamo riceverla."
Maria: "Ma poi cosa mai voleva da noi! Non abbiamo più rapporti con loro e quei pochi che abbiamo avuti erano sempre in relazione all'amicizia che legava il nostro figlio maggiore al loro figlio."
Marito di Maria: "Mi ha chiesto anche del marito di Squily Brata: Nullo Strano. Mi ha detto: "Ma che razza di uomo è: morale o immorale?""
Maria: "Incredibile. E che chiede a te la pagella della moralità del tuo vicino di casa? Stando dentro una simile situazione non lo capisce da sé?"
Marito di Maria: "Ha detto che il marito le ha confessato che Squily è l'amante del marito da dieci anni."
Maria: "Praticamente da subito, appena l'ha conosciuto. Le manovre erano chiarissime, per questo decisi che era il caso di chiudere drasticamente con questi vicini. E quanto ho dovuto sopportare poi da questa melma. Anche lui, Nullo, più di una volta l'ho sentito definirmi pazza."
Marito di Maria: "Che considerazione si può dare mai ad uno così: anormale e con una moglie in quello stato che dà della pazza a te."
Chiusa la telefonata, la collega di Maria, che vi aveva assistito stando nella stessa stanza, commentò:  "Questa tizia chiede se il marito di quella Squily Brata è morale o immorale? E non lo chiede di sé stessa?".