mercoledì 13 giugno 2018

Ripasso di memoria

mercoledì 22 marzo 2017


Invasione dell'Italia

L'invasione continua.
E continua la propaganda sotto forma di analisi della realtà a beneficio della ineluttabilità dell'invasione, vestita di tanto in tanto anche di teorie di utilità: vedi "ci pagheranno le pensioni del domani".
La propaganda ha poi il filone del discredito di chi non accetta l'ineluttabilità e le teorie di utilità: si va dal razzismo alla xenofobia, oppure più tenuemente alla semplice paura.
Niente di tutto questo invece abita la mente di chi vede la realtà nuda e cruda per quella che è.
E la realtà è che c'è una volontà politica di radice sinistroide e clericale che per specifici fini, (soldi dei contribuenti alle ONLUS caritatevoli e cooperative sociali), porta avanti questa fintamente ineluttabile immissione di africani.
L'ho già scritto: negli anni scorsi nei TG avevano la faccia tosta di definire etnie nerissime, con i nasi camusi, "siriani" che scappavano dalla guerra. Poi qualcuno, di sicuro questo blog, ha sottolineato la risibile giustificazione come assurda e insultante per gli spettatori televisivi pensanti.
Allora hanno cambiato registro e si sono spostati su altri argomenti, alcuni vaghi (scappano dalle guerre) che, puntualizzati con i fatti che le orde vengono anche dai Paesi africani dove guerra non ve ne è, hanno retto poco, venendo poi affiancati da motivi più vicini alla realtà ma attenuati: vengono perché scappano dalla fame, sono migranti economici.
Da queste variegate giustificazioni si evince la malafede delle scelte politiche attuali. Renzi in questo ha fatto il suo massimo errore. E quando ha cercato di coinvolgere il resto d'Europa, pur facendo bene, si è vista la fuga della Gran Bretagna, grande colonialista anche in Africa, dove ha ancora protettorati, e i respingimenti dalla Francia a Ventimiglia nonostante i patetici passi forniti ai "migranti" da un Paese Schengen come l'Italia.
Eppure anche la Francia è stata colonialista in Africa, dove mantiene dei protettorati proprio in Paesi da cui provengono molti "migranti" economici, definiti dalla propaganda profughi.
Oggi ci hanno informati che gli ennesimi arrivi se li sono andati a prendere a 20 miglia dalle coste libiche.
Questa è una scelta politica.
Una scelta diversa e di responsabilità verso il popolo italianopotrebbe concretizzarsi nel pattugliamento delle nostre acque territoriali al limite di quelle internazionali. Nessuna legge del mare ci obbliga ad andare a raccattare per il Mediterraneo gente che paga i traghettatori di uomini per farsi portare in un Paese che non li vuole, tentando un'entrata illegale e forzosa. Né è accettabile l'imposizione caritatevole che "gente che ha fame va sfamata".
In tutto il pianeta ci sono infiniti luoghi dove la gente muore di fame: dobbiamo andare a prenderceli tutti e portarli qua?
L'insensatezza di una simile argomentazione è nei fatti.
E mentre la Gran Bretagna corre ai ripari per paura di Calais e ritira il ponte levatoio, noi facciamo entrare il Cavallo di Troia. E di Troia faremo la fine.
Cassandra? 
Questi che discettano in televisione argomentando e filosofeggiando "sui flussi migratori inarrestabili" e deridono Trump e la Gran Bretagna che a lui si uniforma, si sentono nel giusto e chi non è d'accordo per loro è nel torto...

Oggi pensavo a mio padre, a un ragazzo nato nel 1916 dove in questo periodo il terremoto ha distrutto tutto, che è andato a lavorare a 16 anni, che ha potuto studiare solo fino a quella che oggi si chiama scuola media dell'obbligo, e che pensava che ciò che diceva la propaganda del suo tempo per bocca di un Maestro di Scuola, diplomato, poi giornalista, quindi per i tempi uno colto molto più di lui, ci avrebbe portato alla rovina: ed aveva ragione lui e NON il Maestro di Scuola, diplomato, poi giornalista Benito Mussolini!

Rita Coltellese *** Scrivere: Immigrazione utile ed inutile

Rita Coltellese *** Scrivere: Invasione, immigrazione, negazione

Rita Coltellese *** Scrivere: I terremotati rimasti senza niente e quelli dell'arrembaggio alle nostre accoglienti coste.

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