sabato 17 dicembre 2016

Virginia appare sempre più tutt'altro che innocente

Da: Il Corriere della Sera


L’INTERROGATORIO

Inchiesta nomine, Murra dai pm:
«Le pressioni per dire sì a Romeo»

di Fulvio Fiano

L’ex capo dell’avvocatura capitolina racconta ai magistrati perché si oppose all’incarico al capo della segreteria del sindaco. «Procedura illegittima, non ho voluto cedere»
Quattro ore al cospetto del pm Francesco Dall’Olio, del procuratore aggiunto Paolo Ielo, e del capo della squadra mobile Luigi Silipo per confermare la ricostruzione di come si oppose alla nomina di Salvatore Romeo già contenuta nell’esposto della ex capo di gabinetto Carla Raineri che ha dato il via alle indagini. L’ex capo della avvocatura capitolina, Rodolfo Murra, parla da persona informata dei fatti e fornisce altro materiale all’inchiesta che tre giorni fa ha portato gli agenti di polizia in Campidoglio per acquisire gli atti su questa e altre tre nomine (la stessa Raineri, il suo successore Andrea Mazzillo, ora assessore al Bilancio, e l’avvocato Antonio De Santis collaboratore del sindaco con delega al personale). Capitolo a parte quello sul ruolo di Raffaele Marra, finito in carcere ieri per corruzione.
Murra, che secondo le ricostruzioni dal Campidoglio non è stato confermato a scadenza del suo mandato il 23 novembre per volere di Marra, ha raccontato agli investigatori le pressioni subite per avallare la nomina di Romeo. La scorsa estate la sindaca chiese all’allora capo dell’Avvocatura un parere preventivo sul dipendente comunale nominato capo della segreteria del primo cittadino, con un sostanzioso aumento dello stipendio. Murra sostenne che si trattava di procedura illegittima, ma — come raccontato dalla Raineri — «La sindaca non volle sentire ragioni. E quando realizzò che l’avvocato Murra era di avviso contrario non gli commissionò il parere scritto». Giorni dopo la Raggi ricevette analogo parere negativo dall’avvocato amministrativista Aristide Police, secondo il quale non esisteva «alcuna ragione che possa giustificare il mutamento del rapporto di servizio di un proprio dipendente o meglio, la duplicazione di tale rapporto».

Fu allora che la sindaca «si rivolse a una giovane avvocatessa sua amica (che di lì a poco avrebbe reclutato) la quale trovò un precedente costituito da un altro parere dell’Avvocatura capitolina e da un regolamento del Comune di Firenze», mai recepito dal Campidoglio. «Con questi documenti mi contattò sottoponendomi a pressanti domande per indurmi a cambiare opinioni», ha ribadito ieri Murra. «Ma io rifiutai esponendomi alle conseguenze». Autore di questo pressing sarebbe stato anche il vicesindaco Daniele Frongia, fedelissimo della Raggi, anche ai margini di una riunione di giunta, in presenza dell’allora assessore al Bilancio, dimessosi assieme alla Raineri, Marcello Minenna. «Il tentativo di convincermi durò quasi un’ora, ma io non cedetti».

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