lunedì 29 giugno 2015

Banalizzazione della morte

L'Uomo uccide. Il mito di Caino è sempre vivo e presente. 
Il secolo scorso, in cui io sono nata, si è caratterizzato per orribili bagni di sangue in cui, anche chi non era Caino dentro di sé, ma Abele, è stato costretto ad uccidere per non essere ucciso, restandone segnato per sempre: le due Grandi Guerre ne sono stata la causa.
Essendo nata in Italia nel 1946 ho potuto godere di un momento storico in cui il Paese voleva solo la pace. Ma dopo poco più di 20 anni c'era già chi pensava di risolvere le ingiustizie sociali sparando: si pensi alle varie organizzazioni che, ritenendosi rivoluzionarie, sparavano ai servitori dell'ordine, ai magistrati, ai professori universitari, ai giornalisti... insomma anche  ad uomini inermi e disarmati, a tradimento.
Cosa c'è di più vile che sparare su un uomo disarmato tendendogli un agguato che non si aspetta mentre cammina tranquillamente per le strade del suo Paese?
Oggi una devianza nel mondo dell'islam genera mostri che, apparentemente normali, trovano "normale" sparare a freddo su persone inermi, intente a svolgere le più pacifiche attività..
Si figurano un Allah che vuole il sangue, la morte della gente che non vive secondo i precetti che loro si sono dati in nome di Allah.
La morte, certezza finale per tutti noi, viene comminata da un folle che decide, che si erge a Dio: può essere l'ingegnere mancato sconvolto dalla morte per disgrazia di un fratello colpito da un fulmine, che trova sfogo alla sua depressione nel terrorismo islamista, può essere un giovane tedesco che sa guidare macchine complesse come un aereo di linea ma che comunque è Caino, un Caino come tanti che decide della vita altrui. 
Noi, gente normale nel vero senso della parola, che cerca di vivere senza nuocere agli altri, siamo sconvolti.
Vorremmo, là dove si può, là dove la società civile non è disgregata, avere giustizia. Ma, quando Caino colpisce, non sempre ci si riesce.
Ed allora assistiamo ad una banalizzazione della Morte: diffusa sui mezzi d'informazione prende la forma della Banalità!
Lo vediamo nelle sentenze assurde, lo leggiamo in certi commenti sotto gli articoli dei giornali on line, oppure sul WEB in generale.
E' una devianza orribile del pensare comune, soprattutto in chi deve amministrare la Giustizia che tende ad essere cauto nella pena, uccidendo chi la vittima amava una seconda volta.
Innumerevoli purtroppo sono i casi ormai.
Due giovani, due fratelli, trascorrono insieme una serata di svago, già il fatto di stare insieme invece che in comitive diverse dice che sono due ragazzi che sono cresciuti in una famiglia che ha insegnato loro ad amarsi, a condividere dunque anche lo svago. Sono le due di notte, non tanto tardi per gli usi comuni nella nostra Società, e scelgono di fermarsi un poco al Gianicolo prima di rientrare a casa. Siamo a Roma e il Gianicolo è uno dei luoghi più belli da cui si può ammirare un panorama superbo della città illuminata: si vedono i monumenti, le cupole, e si apprezza il fresco degli alberi e delle siepi del Gianicolo. Fa caldo, uno scende dall'auto lasciando l'autoradio accesa, la tiene un poco alta per sentirla anche da fuori mentre prende il fresco e ammira il panorama. Al Gianicolo non ci sono palazzi, abitazioni, solo costruzioni lontane dalla strada e immerse nel verde. Dunque non si può disturbare la quiete di nessuno. Siamo in una città che è la mia città e che io conosco bene: ormai chi abita nei quartieri, del centro o in periferia non fa differenza, ai piani bassi d'estate non può tenere le finestre aperte, perché "bori" di ogni tipo ritengono loro diritto tenere "a palla" le loro autoradio sotto le vostre finestre. 
Questo giovane non poteva sapere che il Gianicolo veniva usato come "campeggio" dalla roulotte, generosamente elargita dalla Comunità caritatevole di S. Egidio, abitata da un indiano pregiudicato, il quale disturbato dalla musica è uscito e ha infilato un lungo cacciavite nella pancia del giovane sotto gli occhi orripilati del fratello. 

lunedì 28 aprile 2014


Italiani dovete subire e pagare

Ho firmato per la petizione voluta dalla sfortunata ma coraggiosa mamma di questo ragazzo, Carlo, ucciso da un indiano a cui la Comunità di S.Egidio aveva dato una roulotte sistemata al Gianicolo (neanche fosse un campeggio) che, ritenendo di essere disturbato da Carlo e da suo fratello che si erano fermati alle 2 di notte, di ritorno da una serata insieme, proprio lì, ha ficcato un lungo cacciavite nella pancia di questo giovane davanti agli occhi sgomenti e orripilati del fratello.



Ciao Rita,

Sono qui per annunciarvi che grazie alle vostre firme avremo un albero per Carlo. Grazie! 
Due giorni dopo il lancio della petizione sono stata contattata dal Sindaco Marino, il quale sabato mattina è venuto a visitarmi a casa. È stata una visita ufficiale, nella quale il Sindaco ci ha annunciato che l’amministrazione capitolina è al nostro fianco. E tutto grazie alla petizione. 
L'assessore all'urbanistica Caudo ha effettuato con me un sopralluogo in Piazza di San Pietro in Vincoli per stabilire dove mettere a dimora un albero in memoria di Carlo. In attesa dei passaggi burocratici, il professor Giovanni Longobardi dell’Università di Roma Tre si è già messo al lavoro per un nuovo disegno della piazza, che preveda il posizionamento dell’albero. Inoltreuna targa ricorderà Carlo nel luogo dove ha perso la vita
Il nostro avvocato infine sarà contattato dall’avvocatura comunale per capire quale tipo di sostegno l'amministrazione potrà dare nel percorso giudiziario. 
Cinquantaduemila grazie. 
Giuliana
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Questa la petizione dal mio sito su facebook:

Rita Coltellese
24 aprile tramite Change.org

Sono tutt'altro che razzista ma l'accoglienza non 

vuol dire SOCCOMBENZA.

Ai politici dico: diamoci una regolata!

A tutte queste organizzazioni cattoliche che si 

danno tanto da fare per gente che qui non

dovrebbe starci perché senza lavoro, senza

cittadinanza italiana, senza permesso di

soggiorno, dico metteteli tutti dentro il Vaticano 

se siete tanto caritatevoli.

Il Vaticano, Stato che non accoglie nessuno, che 

mantiene le sue strade ed i suoi giardini pulitini,

perfetti! Ma dice a noi di accogliere gente che

non ha motivo di risiedere nel nostro disastrato

Paese: pieno di immondizia nei giardini, nelle 

strade... senza soldi neppure per chi ci è nato e 

paga le tasse da 4 generazioni! 


Oggi, una madre ferita, allibita, viene umiliata nel suo dolore dalla sentenza: l'assassino deve scontare solo 14 anni di carcere!!

Se un italiano qualsiasi si fosse fermato a campeggiare al Gianicolo penso che sarebbero subito intervenuti i Vigili Urbani per farlo sloggiare pena una grossa multa.

Perché quella roulotte era lì stabilmente, Sindaco Marino?
Ma lei si è mai fatto un giro per la città che pretende di amministrare guardando e vedendo come è tenuta? Gli illeciti sono ovunque.

Si è preoccupato di Via dei Fori Imperiali, di andare a dare la sua solidarietà al Gay Pride, che un uomo di equilibrio e buongusto come Zeffirelli giustamente definì già anni fa "un troiaio", di trascrivere i matrimoni fra omosessuali contratti all'estero sui registri dello Stato Civile di un Paese che non ha questa Istituzione... Ma non si è preoccupato della gente come Carlo e un albero non basta per ricordarlo, perché la gente perbene lo ricorda comunque giacché pensa: poteva accadere a mio figlio!  

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