giovedì 25 ottobre 2012

Scrivere di Teatro

Raramente oggi scopro una commedia, o comunque una scrittura teatrale, che mi piaccia. Stavolta ne ho trovata una: "LA MACCHINA DEI DESIDERI".
Al Piccolo Eliseo di Roma dal 9 ottobre e fino al 4 novembre una compagnia di attori, che suscita l'entusiasmo del pubblico, porta in scena questa commedia scritta da Giampiero Rappa, autore che io non conoscevo. Egli ne è anche il regista e ho trovato piacevole e intelligente l'allestimento scenico nella sua semplicità: sul palco tre punti scenici illuminati dalla luce là dove la scena si svolge, il resto nel buio. Questo consente alla narrazione di non interrompersi mai, ma di scorrere fluida nel suo svolgimento. Alcuni attori interpretano più di un personaggio. Ad esempio la madre del piccolo Eliot che passa da un letto da inferma  al personaggio di una simpatica prostituta, quando il letto cade nel buio e la scena si accende in un altro punto del palcoscenico.
Gli attori tutti bravissimi. La commedia, pur strappando sorrisi, ha una allegoria che rimanda alla struttura di cui sono fatti gli esseri umani di sempre nelle loro debolezze ma, soprattutto, fa pensare a fatti del tempo che stiamo vivendo, anche se questo lavoro teatrale è stato scritto qualche anno fa.
La storia è collocata in un luogo immaginario che può essere anche il nostro, in un tempo indefinito, che può essere anche il nostro, i personaggi sono individuabili in persone vissute e viventi nei loro atteggiamenti, follie, fissazioni, desideri... Soprattutto desideri... Tutto ruota, infatti, intorno ad una macchina che può, secondo il suo costruttore, esaudire i desideri di chiunque.
Bella la trovata di illuminare il personaggio che, a turno, esprime il suo desiderio scrivendolo su una scheda che poi dovrà introdurre nella macchina: in quel momento l'attore mostra con l'espressione del viso e della parola l'interiorità del suo animo e la luce illumina solo lui e la sua scheda, mentre il resto dei personaggi rimane inquadrato in una tonalità di luce più bassa.
Tutti bravi dicevo, tanto da far gridare "Bravi" a chi mi stava accanto, ma una menzione speciale va all'attore che interpretava il diabolico costruttore della MACCHINA, vero burattinaio nella storia.



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