giovedì 25 ottobre 2012

Costruire secondo le Leggi Antisismiche

Da: Repubblica.it

Terremoto L'Aquila, scienziati divisi sulla sentenza contro la Grandi rischi

Per alcuni esperti americani e giapponesi si tratta di una decisione "pericolosa". Ma per Scientific american "il giudizio non è sugli studi o sulla previsione, ma sulla comunicazione".

di PIERA MATTEUCCI


ROMA - La condanna degli scienziati italiani della Commissione Grandi Rischi , colpevoli per il tribunale dell'Aquila di aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni "imprecise e incomplete" sul sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese ad aprile del 2009, ha aperto all'estero il dibattito tra gli scienziati.



I membri della Union of Concerned Scientists, una influente Ong statunitense, si schierano contro la sentenza, definendola una decisione "assurda e pericolosa" e dicono:"Il presidente Napolitano dovrebbe intervenire". "Dopo che l'Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile ma possibile, sottolineando l'incertezza in questo campo", si legge in un comunicato sul sito della Ong. "Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. In quell'occasione l'American Geophysical Union ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall'avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia".

"Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il metereologo che non è stato in grado di prevedere l'esatta rotta di un tornado. O un epidemiologo per non aver  previsto gli effetti pericolosi di un virus. O mettere in carcere un biologo perché non è stato in grado di prevedere l'attacco di un orso. Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano", continua il testo. "Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai", è la polemica conclusione.



"Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica", è la posizione di Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, che non nasconde i dubbi per la sentenza. 


Completamente diversa è l'analisi della sentenza fatta da Scientific American: "Il processo non era alla scienza, né alla sismologia né alla capacità o incapacità degli scienziati di prevedere i terremoti. Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni 'inesatte, incomplete e contraddittorie' sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento". Non è stato mai messo in discussione, si legge nel blog, se gli scienziati potessero prevedere o meno i terremoti: sotto accusa è il comportamento degli esperti che, al termine dell'ennesima riunione, non fornirono alla popolazione elementi sufficienti per valutare il rischio: "La scarsa comunicazione è stata una grave mancanza, anche se gli scienziati dividono la responsabilità con il governo italiano". La 'colpa' degli scienziati, dunque, per Scientific American, è quella di aver lasciato che le informazioni alla popolazione arrivassero da persone non esperte. In questo, si legge ancora nell'articolo, parte della responsabilità è del governo che non ha incluso nella Commissioni Grandi rischi qualcuno in grado di comunicare adeguatamente il pericolo.
La decisione del giudice dell'Aquila ha lasciato meravigliati gli scienziati svizzeri e molte voci si sono alzate per difendere gli esperti che avrebbero agito secondo i principi scientifici. "In una situazione simile, non mi sarei comportato diversamente dai miei colleghi italiani", ha dichiarato oggi in un'intervista all'Ats Stefan Wiemer, direttore del Servizio sismico svizzero (SED). A suo avviso, è poco comprensibile che gli esperti italiani siano stati giudicati sulla maniera in cui hanno informato dei rischi. "In futuro dovremo comunicare con maggiore prudenza",
(23 ottobre 2012

Solo una nota su quanto scritto in questo articolo relativamente agli esempi di altri campi della Scienza dove non si possono fare previsioni certe: calzante quello del meteorologo, troppi i parametri variabili in gioco, calzante anche quello dell'epidemiologo, meno quello sul biologo, essendo il comportamento dell'orso materia dell'etologo, piuttosto che del biologo.
.........................................................

Prendo lo spunto da questo articolo, che sottolinea come il capo di imputazione per la Commissione Grandi Rischi non sia "di non aver "previsto" la grande scossa, (fatto impossibile per tutta la comunità scientifica internazionale) quanto di: " 
Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni 'inesatte, incomplete e contraddittoriesul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento"."
Ora mi dispiace per Scientific American (che io conosco come rivista scientifica generica e non specializzata su uno specifico ramo della Scienza, come sono molte riviste internazionali) ma trovo l'affermazione quanto meno illogica.
Infatti, se non posso prevedere come quando e dove si verificherà una scossa devastante della terra, come mi si può imputare di "non aver correttamente informato" la Protezione Civile incaricata di una eventuale evacuazione dei luoghi? 
Si pretende qualcosa che non si poteva dare.
La Repubblica.it, poi, pubblica un audio di una telefonata intercettata fra il Responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e il Prof. Enzo Boschi titolandola: "Bertolaso a Boschi "Non si deve dire la verità". Come se ci sia una verità da nascondere! Il TG3 delle h. 14:20 di oggi ha informato che tale telefonata è successiva alla prima devastante grande scossa e che, sembra, dagli scienziati Bertolaso voleva sapere se ce ne potevano essere altre. 
Ma se i terremoti non possono essere previsti per i numerosi parametri in gioco, quale verità si sarebbe voluta nascondere?
Se avessero avuta in mano una VERITA' stavano a cavallo: evacuazione e stop, con plauso di tutti ed oggi Bertolaso lo facevano Presidente della Repubblica e a Boschi davano il Premio Nobel per essere stato, unico al mondo, in grado di fare un'esatta previsione dell'intensità di un terremoto con giorno e luogo.
Ascoltando la telefonata si sente invece Bertolaso che usa la parola "verità" probabilmente in modo improprio, come spesso facciamo tutti quando parliamo e le parole ci escono non sempre adeguate ai concetti che vogliamo esprimere. E Boschi che, rispettoso per il ruolo del Responsabile Nazionale della Protezione Civile, prova ad obiettare qualcosa che l'altro neppure gli fa dire, perché è evidentemente preoccupato di procurare allarme e teme che il pronunciamento degli scienziati possa incrementare il panico. Boschi gli dice di non preoccuparsi, non perché sia un criminale che vuole sterminare gli aquilani, ma perché non ha, come non ce l'ha nessuno al mondo, gli strumenti per dichiarare un simile allarme.
Se non si è capito questo c'è da preoccuparsi sempre più per la capacità di giudizio di certi magistrati.

Nel luogo dove vivo per due lunghi anni, molto tempo fa, c'è stato uno sciame sismico ininterrotto. La sera vedevamo la TV su un divano che ballava... Debbo denunciare qualcuno perché non ci hanno evacuato? Anche allora la gente aveva paura. Ricordo una donna anziana che, al mercato, impaurita chiedeva ad un vigile urbano: "Ma è vero che aspettano la scossa?!" E quello che le rispondeva: "Ma và!"

Qui si spostano i termini del problema: ed il problema è che si debbono rispettare i parametri antisismici per la costruzione di edifici, muri di recinzione ecc. ecc. nelle zone dichiarate a rischio sismico, praticamente in quasi tutta l'Italia.
In galera, ma veramente, dovrebbero andarci gli Amministratori dei comuni che non operano i dovuti controlli sull'abusivismo o che, peggio, consentono che si rilascino concessioni edilizie senza rigidi controlli.

Quanti sanno che, anche per un muretto di recinzione, si deve presentare il progetto, stilato da un geometra, all'Ufficio Tecnico del comune di zona a rischio sismico?
Quanti sanno che un tale muretto NON può superare i cm. 50 di altezza?
Nel 1978 in una tale zona, a km. 40 da L'Aquila, ho dovuto pagare un geometra per una semplice recinzione che DOVEVA essere sottoposta all'approvazione della Commissione edilizia del comune. Fu concessa l'autorizzazione, ma il muro non poteva essere costruito più alto di cm. 50.
Abito in una zona sismica e sottoposta al previo controllo delle Belle Arti per avere una concessione edilizia, eppure intorno a me, in  33 anni, ho visto e continuo a vedere sorgere edifici senza che appaia neppure l'ombra di un cartello con il numero di concessione edilizia, Direttore dei Lavori o quant'altro. I muri di recinzione superano di gran lunga i cm. 50... Qualcuno mi informa (ma non ho controllato) che persino il sindaco sta facendo costruire un muro di recinzione della sua casa piuttosto alto... Forse le leggi antisismiche sono cambiate dal 1978? Oppure questa zona, pur essendo a rischio sismico, è soggetta a limiti di edificabilità diversi dalla zona a km. 40 da L'Aquila?

Può un Paese serio lasciare la briglia sul collo di chiunque voglia costruire come gli pare e piace, infischiandosene delle leggi che rimangono sempre solo scritte, e poi prendersela con la Scienza?
Puo' se ha smarrito insieme al senno ogni sentimento di responsabilità.    

Nessun commento: