venerdì 16 dicembre 2011

Amore metallaro

 Da: La Stampa.it un articolo del bravissimo Gianluca Nicoletti.
La battaglia di Ponte Milvio nel segno del lucchetto. Arriva Moccia. Gli abitanti del quartiere vorrebbero toglierli in nome del decoro

Roma è in subbuglio per la sorte dei lucchetti di Ponte Milvio. Il sindaco Alemanno ha chiesto di incontrare Federico Moccia, per essere illuminato dal grande sacerdote del casto amore inchiavardato. Il primo cittadino di Roma  vorrebbe studiare con lui una soluzione alternativa, dopo la sentenza capitale su cui il XX Municipio compatto si è pronunciato: i lucchetti siano rimossi!

Chi ama  gioirebbe nel veder allontanate le cesoie sterminatrici da quei (quasi) eterni suggelli del moccio amoroso, speranza di ogni amore moccioso  benedetto da  Moccia (e Muccino).
Gli abitanti del quartiere invece, spietati, dicono di non farcela  più a sopportare la vista di montagne di acciaio e ottone attaccate ad ogni angolo del loro ponte e da iniziali e frasi eterne scritte sulla pietra con inchiostri inamovibili.
Come pure sono stanchi di assistere al via vai di pusher di catene lucchetti e pennarelli, che alimentano la dipendenza a lasciare tracce indelebili di tenere passioni transeunti su quelle pietre  già segnate dalla storia.
L’ usanza del lucchetto di fidanzamento è tracimata nella vita comune, è oggi intesa come l'unico rituale di salvaguardia della durata di un amore. L’attribuzione di Ponte Milvio a monumento dei lucchetti  è stata resa popolare dal libro “Ho voglia di te” di Federico Moccia, ma il rituale si è propagato in ogni altra città dotata ponti e lampioni, addirittura ne è invaso l’ androne di Verona dove si visita il balcone (tarocco degli anni 60) di Romeo e Giulietta.
Qualunque sia l’ esito dell’ incontro tra i due, la chiamata in causa di Moccia un effetto lo avrà comunque: corrisponde a un riconoscimento implicito dell’efficacia di una liturgia, nata da un suo romanzo. Eleggere il creatore di un culto contemporaneo a giudice dell’ efficacia del medesimo, significa legittimarne la pratica.
Guai a chi d’ora in poi osasse, in qualunque posto del mondo, rimuovere lucchetti e coprire le scritte di pennarello; il gesto sarebbe inteso come iconoclasta da un esercito d’innamorati e scatenerebbe una guerra di religione. Con il patto del lucchetto Alemanno-Moccia il potere temporale si  piega all’ autorità spirituale, sarà così sancito il diritto di ogni adolescente di condannarsi sul nascere all’indissolubile primo amore.

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UN COMMENTO DI UN LETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA.IT SOTTO L'ARTICOLO: "I lucchetti dell'amore saranno rimossi"

Accolta la proposta del Municipio XX, portata avanti da Pd e Idv, di «liberare» Ponte Milvio LUOGO DEL CUORE

ROMA - Gli innamorati di tutta Roma (e non solo) perderanno il loro «luogo del cuore»: è stata approvata la proposta di risoluzione presentata al Consiglio del XX Municipio da Idv e Pd che chiedevano di eliminare i lucchetti da Ponte Milvio.

IL COMMENTO
"Comunque i lucchetti non li ha inventati Moccia"
12.12|17:40 Maranzino
In Italia la tradizione dei lucchetti è certamente stata introdotta dai libri di Moccia, ma nel resto del mondo esisteva già da decenni e certamente non è arrivata "Sull'onda delle traduzioni del romanzo". La pagina di wikipedia sui "love padlocks" (con citazioni dell'esistenza dei lucchetti dell'amore in Ungheria e altri stati) esiste dal 2006, se cercate su internet "lucchetti dell'amore + Lituania" troverete moltissimi articoli che deridono giustamente i giornalisti italiani che continuano a ripetere la storiella di Moccia che esporta i suoi lucchetti dell'amore in tutto il mondo.

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In mezzo a tante notizie amare e tristi, quando non drammatiche e tragiche, riflettiamo un attimo su questo "amore metallaro" che accende la fantasia delle coppie giovani e, forse, più semplici e meno poetiche. 
D'altra parte oggi chi si affida più alla poesia? Ad una lettera privata d'amore? Tutto è gridato, esibito, scritto sui muri sempre più imbruttiti da scritte disordinate... Nel vedere questa esibizione di lucchetti, non certo estetica, per chi il senso dell'estetica ce l'ha beninteso, mi viene da pensare che l'amore che va dal ferramenta piuttosto che dal fioraio è un amore che dà il senso di questi tempi... Non per tutti, non bisogna generalizzare, ma è per quelli che si bucano la pelle per infilarci chiodi e metalli con brillantini o altri monili, tipo cerchi, o che se la fanno bucare dagli aghi per lasciarci complicati tatuaggi... Un'esibizione pesante, certamente non lieve come un fiore, una poesia, un finto neo da damina... Ad ognuno la sua estetica... 
Eppure oggi hanno gli sms, passano ore attaccati ai telefoni cellulari... Dunque perché scrivere sui muri messaggi antiestetici con le vernici del tipo: "Jessica ti amerò per sempre..." Perché imbrattare il muro? Non le poteva mandare un sms? Oppure un biglietto con un cuore... Li vendono anche dal cartolaio... No, l'istinto di questo amore metallaro è esibizionista e lo è in modo pesante.

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