mercoledì 31 gennaio 2024

La Sig.ra Anteri e altre mille vite - Romanzo - Cap. IX

 La Sig.ra Anteri e altre mille vite

Capitolo IX

Non ebbero modo di parlare con nessuno di quella famiglia per capire cosa fosse successo. I giornali parlavano di indagini che andavano avanti da tempo e il trambusto che avevano sentito quella sera era dovuto al blitz che Carabinieri e Guardia di Finanza avevano preparato per sorprendere i trafficanti che, proprio quella sera, avevano appuntamento per scaricare in un capannone della fattoria un grosso quantitativo di droga. 
Tempo dopo Carmine si aprì un poco con il marito di Giulia Anteri. Si erano incontrati sulla strada e il pacato uomo di Scienza stette ad ascoltare senza pregiudizi il padre dell'arrestato Felice.
"Sai come è lui, - disse il padre - sempre aperto a tutti! Un amico gli ha detto che doveva appoggiare un carico a Roma proveniente dalla Calabria. Lui gli ha detto vieni pure! Nemmeno gli ha chiesto cosa trasportava! Vieni pure, gli ha detto, porta dentro, di spazio ce ne è tanto, all'aperto e dentro i capannoni... Adesso paga gli avvocati!"
Giulia dovette stare a sentire i commenti della solita collaboratrice domestica che raccoglieva in giro tutte le voci.
"Dicono che è sempre stato un delinquente, rubava nelle case."
Giulia ascoltava senza pensare che tale notizia fosse vera. Potevano esserci mille ragioni perché chi diceva questo lo dicesse, e queste ragioni Giulia non poteva conoscerle, dunque il suo pensiero rimaneva neutro. Quello che era reale era ciò che era accaduto: l'indagine che aveva portato al blitz di cui gli Anteri avevano sentito il trambusto quella sera, la presenza l'indomani delle Forze dell'Ordine presso la Fattoria, le notizie sui giornali che definivano Felice un trafficante insieme ad un elenco di persone con nome e cognome.
"Prendono in affitto terreni e poi non pagano l'affitto. Perché il padre fa questo? Disonesto il padre e disonesto il figlio." Continuava la collaboratrice.
Giulia si limitava a commentare: "Hanno molti ettari di terreno e non capisco che bisogno abbiano di affittarne altri..."
Un giorno incontrò Gigliola sulla strada e fu inevitabile chiederle come andasse la faccenda di Felice sul piano legale, dando per scontato che lei sapesse di quanto Carmine aveva detto a suo marito. Gigliola, un tempo loquace e aperta, si mostrò in tutta la sua reale natura proferendo poche frasi: "Niente, lui ha spiegato tutto ed è tutto a posto."
Per Giulia ormai era chiaro che quell'amicizia non lo era mai stata e non provò nessun dispiacere, come non ne provava per l'amicizia di una vita interrotta bruscamente da Fabrizia.
Entrambe quelle persone avevano spazi di insincerità dentro di loro che non la riguardavano. Lei era in pace con sé stessa.
La vita non era trascorsa invano per Giulia Anteri, sempre presente alla realtà, lucida, chiara e leale, fino a rendersi spettatrice di certi spettacoli che certa gente aveva comunque voluto dare di sé, storditamente, come se non si rendesse conto delle azioni scorrette che compiva e delle conseguenze che queste sempre hanno.
Giulia registrava nella mente senza reagire quando la bassezza dell'azione era palesemente voluta. Lasciava che l'attore agisse fino in fondo. Perché mai reagire a qualcosa fatta in perfetta coscienza di voler colpire, oppure offendere, o sminuire, o denigrare, ogni reazione è inutile verso chi è in perfetta malafede, pienamente cosciente che ciò che sta dicendo o che sta facendo è falso, scorretto, ma lo fa anche per provocare una reazione da cui trarrebbe maggiore soddisfazione dal suo mal agire. 
A volte la giustizia avveniva per una strana legge che non esiste se non nella mente dell'Uomo e dunque può dirsi una costruzione filosofica: la legge del contrappasso. Non a caso se ne è servito anche Seneca per descrivere questa giustizia degli eventi, dunque è un pensiero sulle umane cose che l'Uomo ha avvertito già in antico.
Giulia si limitava a non dimenticare e a fare in modo che chi agiva male non avesse più nulla da lei lasciandolo avvoltolarsi nei suoi stessi errori.
Nel caso in cui il male era stato fatto ai suoi figli però aveva anche agito. Dopo aver sopportato, diremmo cristianamente, molto male su di sé e suo marito fatto da gente disonesta e sconsiderata, vedere azioni ignobili nei riguardi dei suoi figli le fu insopportabile.
Leggendo su un quotidiano nazionale cartaceo, che lei amava leggere, le lodi di una nota giornalista per una persona di cui lei conosceva le trame e le falsità al fine di farsi raccomandare ad un pubblico concorso vinto da sua figlia, dopo tanta fatica, sacrificio e lavoro, ed essere riuscita costei vergognosamente a rubarglielo, prese carta e penna e scrisse alla giornalista.

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