giovedì 21 luglio 2016

Incendi sempre dolosi e prescrizioni a danno dei cittadini

Da: Il Messaggero.it

Roma, Pontina, nuovo incendio. Astral: «Situazione critica. Ma oggi alle 6 riapre in direzione Roma»


Brucia ancora la Pontina, la strada statale 148, per il terzo giorno consecutivo. E sugli incendi che paralizzano la strada che porta al litorale sud di Roma e collega la Capitale a Latina indagherà la Procura per verificare se i roghi hanno un'origine dolosa. Sterpaglie in fiamme, alberi da abbattere, tratti chiusi da lunedì e chilometri di coda sotto un sole rovente. Il bilancio è pesante, soprattutto per gli automobilisti che quotidianamente percorrono la Pontina, tra le strade più pericolose d'Italia, dai pendolari a quelli che lasciano la famiglia al mare per tornare a lavorare a Roma e che in questi giorni stanno vivendo una vera e propria Odissea. 




Pubblicato il 19 lug 2016

A seguito dell’incendio divampato, nelle prime ore del pomeriggio di ieri, nella zona di Castel Romano, in tutta l’area limitrofa al tratto della SR 148 Pontina, dal km 25,700 al km 24, il tratto della strada regionale sia in direzione Roma sia in direzione Latina rimarrà chiuso al traffico veicolare, fino al termine delle operazioni di verifica tecnica che si protrarranno presumibilmente fino al tardo pomeriggio. Le fiamme infatti, nonostante il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, hanno avvolto la vegetazione e, in qualche caso, si dovrà probabilmente procedere alla rimozione, per evitare il rischio reale di crollo. A tale scopo, le verifiche si stanno svolgendo con l’aiuto di tecnici e agronomi, al fine di tutelare l’incolumità degli utenti della strada alla riapertura al traffico del tratto interdetto alla circolazione.

http://www.ilcorrieredellacitta.com/a...




Plauso ai VV.FF., alle Forze dell'Ordine, alla Protezione civile...
Ma si può tenere una via di comunicazione fra due province, Roma e Latina, in queste condizioni?

Non parlo dell'incendio, sicuramente doloso, in quanto non credo che la banale cicca lanciata dall'incivile dal finestrino dell'auto possa innescare una simile devastazione, parlo del fatto che questi incendi, ripetuti e ravvicinati all'inizio di questa settimana, hanno messo ancora di più in evidenza la situazione dei collegamenti fra queste due città.
Una situazione vergognosa, visto come viene adoperato il denaro pubblico, che non tiene conto dell'enorme traffico che si svolge fra Roma e Latina, sia per quel che attiene le merci, sia per quel che attiene i pendolari che percorrono la strada statale Pontina avanti e indietro tutti i giorni!

Non ci sono alternative alla Pontina, se non strade laterali che si snodano tortuosamente fra i campi e conducono in direzioni lontane dalle mete di ogni giorno, costringendo i forzati del lavoro a lunghissimi e stretti percorsi, allungando nel tempo l'arrivo alla meta.

Da anni e anni si parla di fare un'autostrada, il minimo della decenza, per collegare Roma al sud del Lazio.
Quando era Presidente di Regione quel contaballe del ciccione di destra, Storace, aveva promesso la realizzazione dell'autostrada...
Promesso e basta. 

Da: Il Caffè.TV

VA TUTTO IN PRESCRIZIONE, E SI SALVANO

Autostrada Roma-Latina: 20 milioni di euro di danni, ma paga uno solo (e poco)

Erasmo Cinque, collegato ad Arcea SpA tramite il Consorzio 2050
Erasmo Cinque, collegato ad Arcea SpA tramite il Consorzio 2050
Giulio Gargano e Francesco Storace, ex Assessore ai trasporti ed ex Presidente della Regione Lazio
Giulio Gargano e Francesco Storace, ex Assessore ai trasporti ed ex Presidente della Regione Lazio
Andrea Abodi, ex presidente Arcea SpA
Andrea Abodi, ex presidente Arcea SpA
A sx: Raimondo Besson, ex dirigente Dipartimento infrastrutture Regione Lazio
A sx: Raimondo Besson, ex dirigente Dipartimento infrastrutture Regione Lazio
Raniero De Filippis, unico condannato a pagare 600 mila ? (poi ridotti)
Raniero De Filippis, unico condannato a pagare 600 mila ? (poi ridotti)



Giulio Gargano e Francesco Storace, ex Assessore ai trasporti ed ex Presidente della Regione Lazio
C’era chi si era messo a piangere quando scoprì che il tracciato del Corridoio Tirrenico Meridionale passava proprio sopra la casa che aveva appena acquistato con un mutuo. Altri avevano impiantato un frutteto per la produzione di kiwi che finalmente stava per entrare in produzione ed altri ancora si ritrovarono con l’azienda tagliata a metà dal progetto dell’arteria autostradale, senza poter accedere direttamente da una parte all’altra. Gli ambientalisti erano inferociti dal fatto che il tracciato andava ad incidere pesantemente sulla tenuta di Castel Porziano, sul Parco Regionale di Decima – Malafede e sul Parco Nazionale del Circeo. La rabbia di tutti gli interessati confluì nella più grande manifestazione di protesta che si è mai tenuta a Latina: era il 28 febbraio 2004. Poi il progetto fu modificato una decina di volte fino a farlo coincidere con l’attuale Pontina, che dovrebbe così diventare l’autostrada Roma – Latina (l’iter è ancora in corso). Ma era tutta una bufala per sperperare denaro pubblico con progettazioni e incarichi che finora non hanno fatto muovere neanche una carriola. 
DANNO DA 19,4 MILIONI DI EURO
La sezione del Lazio della Corte dei Conti ha accertato un danno erariale di 19,42 milioni di euro in capo a coloro che all’epoca erano i responsabili politici e amministrativi della Regione Lazio (vedi box), oltre ai componenti di nomina pubblica di Arcea, la società pubblico-privata che avrebbe dovuto costruire e gestire l’opera insieme alla bretella Cisterna-Valmontone. Solo uno degli undici condannati però, Raniero De Filippis ex Direttore del dipartimento Territorio della Regione, attualmente sospeso dall’incarico perché arrestato nello scandalo rifiuti dell'affaire “Cerroni”, dovrà pagare 600mila euro: pena peraltro ridotta perché secondo la Corte non è stato l’unico ad omettere i suoi doveri d’ufficio. Tutti gli altri quindi, pur ritenuti responsabili del danno arrecato alle casse pubbliche, non pagheranno nulla perché il reato è stato prescritto.
"SCHEMI ILLECITI" IN STILE CRICCA
Altrettanto inquietante però è l’accostamento fatto dal magistrato contabile, Rosa Francavilla, che nel luglio scorso aveva chiesto la condanna degli imputati a risarcire lo Stato gabbato. Per la vicenda della Roma-Latina si erano ravvisati “gli stessi schemi illeciti” riscontrati nel gigantesco scandalo del MOSE a Venezia; scandalo che aveva portato in carcere, tra gli altri, il Sindaco della città lagunare Giorgio Orsoni e l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan. Secondo il PM del processo MSE le condotte illecite e omissive erano “tese a favorire il socio privato di Arcea, che ha avuto l’incarico di progettazione grazie ad un affidamento diretto”. Un giudizio così pesante si giustifica con un semplice fatto: in entrambe le vicende ci sono di mezzo persone rimaste per lo più in ombra. Lo si desume da un attento approfondimento degli atti.
I BURATTINAI NELL'OMBRA
Arcea SpA infatti, era una società mista dove la Regione Lazio deteneva il 51% delle azioni: il restante 49% era in mano ad una un’Associazione Temporanea d’Impresa, composta da Autostrade (34%) del gruppo Benetton, dal Consorzio 2050 (10%) e dal Monte dei Paschi di Siena Merchant (5%). Il Consorzio 2050, a sua volta, era composto dalla Società Costruzione Strade Moderne Srl che fa capo ad Erasmo Cinque (storico amico di Francesco Storace), dal Consorzio Coop. Costruttori della Lega delle Cooperative (le 'rosse'), dalla società di ingegneria Spea (Gruppo Autostrade) e dalla Ingegneri Associati. Era proprio il Consorzio 2050, secondo la Corte dei Conti, il beneficiario degli illeciti. Il presidente di questo sodalizio all’epoca era Erasmo Cinque, mentre alla Vicepresidenza c’era un uomo della Lega delle Coop. Tra gli altri Consiglieri del CdA del Consorzio 2050 però si trovava anche Duccio Astaldi, Presidente dell’omonimo colosso delle costruzioni che, curiosamente, oggi fa parte di una delle due cordate che hanno presentato offerte per la realizzazione della Roma – Latina.
CEMENTO, AFFARI E POLITICA
Lo stesso Astaldi, in quanto Presidente del Consorzio Venezia Nuova, insieme al suo ex suocero Paolo Bruno (già Presidente della società Condotte SpA, deceduto lo scorso anno) e al poliedrico Erasmo Cinque, anche se non indagato ufficialmente, è citato più volte nella richiesta di arresto di Giancarlo Galan depositata presso la Camera dei Deputati dai magistrati veneziani. Tra gli arrestati nell’inchiesta MOSE c’è uno dei “fortunati” della sentenza della Corte dei Conti. È l’ex Magistrato della Acque di Venezia Patrizio Cuccioletta che a suo tempo era anche dirigente della Regione Lazio: dopo l’arresto avrebbe ammesso di aver preso soldi in cambio della omissione dei controlli sull’esecuzione dei lavori. Con molta probabilità quindi è questo l’accostamento che ha voluto indicare la sentenza della Corte dei Conti.
Ultima coincidenza: il MOSE e la Roma – Latina sono entrambe dei “project financing”, rispettivamente da 5,2 e quasi 3 miliardi di euro. Progetti in cui, sulla carta i privati anticipano i soldi in soccorso degli enti pubblici, ma rivelatisi troppo spesso delle bufale per aggirare la concorrenza e accollare i debiti ai cittadini. Montagne di soldi dove tra appalti, sub appalti, consulenze, collaudi e pareri, è facile incappare in omissioni d’atti d’ufficio. Ma tanto poi arriva la prescrizione.
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POLITICI E DIRIGENTI SALVATI DALLA PRESCRIZIONE
1) Francesco Storace, all’epoca dei fatti Presidente della Regione, ex Ministro della Salute e attuale Consigliere regionale;
2) Giulio Gargano, ex Assessore ai Trasporti che ha patteggiato una pena di 4 anni e 4 mesi per lo scandalo di Lady ASL (l’unico che è sparito di scena)
3) Raimondo Besson, ex Dirigente del dipartimento Opere, Mobilità e Infrastrutture della Regione Lazio, ex Consigliere di Acea Ato 2 SpA, attuale Amministratore delegato di Acqualatina SpA per nomina del socio privato;
4) Bernardo Maria Fabrizio, attuale Dirigente del settore mobilità su gomma dell’Assessorato Opere, Mobilita e Infrastrutture della Regione;
5) Patrizio Cuccioletta, ex Magistrato delle Acque a Venezia ed ex Capo Dipartimento del Territorio della Regione Lazio, in attesa di processo per lo scandalo MOSE;
6) Andrea Abodi, ex Presidente di Arcea, la società pubblico-privata incaricata della realizzazione e della gestione dell’opera, attuale Presidente della Lega Calcio di serie B;
7) Ruggiero Borgia, Amministratore Delegato di Arcea nominato dal socio privato;
8) Flavio De Luca, Roberto Serrentino e Aurelio Saitta, a suo tempo Consiglieri di Amministrazione di parte pubblica in Arcea.

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