giovedì 15 ottobre 2015

"Canone RAI" in bolletta elettrica? Renzi se lo levasse dalla testa!!!

Da: Il Fatto Quotidiano 6 ottobre 2015

Canone Rai in bolletta, Enel boccia piano di Renzi: “Difficile da molti punti di vista”

La presidente del gruppo energetico rileva problemi "sia tecnici sia giuridici". Secondo Assoelettrica, l'associazione delle aziende produttrici, "il consumatore non saprebbe più che cosa sta pagando e le imprese non riuscirebbero più a fare il loro mestiere". Protestano anche i consumatori.

L’idea di inserire il canone Rai nella bolletta elettrica, rispolverata domenica da Matteo Renzi, incassa la bocciatura di EnelPatrizia Grieco, presidente del gruppo energetico, ha spiegato che “è difficile da molti punti di vista”, “tecnicamente, per i sistemi di fatturazione, e probabilmente anche dal punto di vista giuridico“. Tutto considerato, “non so dire se questi problemi siano risolvibili o meno”, ha concluso la manager. Ricordando poi che questa è anche la posizione di Assoeletterica, l’associazione che riunisce 200 produttori di elettricità. Società che secondo il premier, che ha promesso contestualmente una riduzione dell’imposta da 113 a 100 euro, dovrebbero riscuotere il canone per conto dell’azienda pubblica riducendo così un’evasione che vale circa 600 milioni l’anno.
Lunedì Assolettrica ha definito “un gran pasticcio” l’inserimento in bolletta del canone spiegando che “il consumatore non saprebbe più che cosa sta pagando. E le imprese elettriche non riuscirebbero più a fare il loro mestiere”. “Si tratta di una proposta che riemerge periodicamente e contro la quale Assoelettrica e tutte le altre associazioni del settore si sono sempre schierate”, ha ricordato il presidente Chicco Testa. “Il mercato elettrico è completamenteliberalizzato dal 2007: oggi l’elettricità è venduta ai clienti finali da centinaia di operatori privati. La gestione del canone Rai da parte di questi soggetti privati risulterebbe estremamente complessa ed onerosa, tenendo conto anche del fatto che i clienti finali oggi possono cambiare fornitore, e anche più volte, nel corso dell’anno”.
Inoltre, “la proposta contrasta con il principio di uguaglianzastabilito dalla Costituzione perché tratta in modo identico situazioni oggettivamente diverse, equiparando di fatto le utenze elettriche con i soggetti che devono pagare il canone. Mentre gli intestatari di bollette elettriche non in possesso di apparecchi radiotelevisivi o di comunicazione sarebbero comunque sottoposti al pagamento del canone, i possessori di apparecchi che non sono anche intestatari delle bollette elettriche ne risulterebbero esentati”. Il risultato sarebbe un “pressoché certo contenzioso costituzionale” che “potrebbe portare, in caso di dichiarazione di incostituzionalità, all’apertura di moltissimi giudizi civilistici/tributari per la restituzione delle somme indebitamente percepite, con inutile aggravio per il sistema giudiziario”.
Non solo: “Se un utente non paga il canone cosa succederebbe? Si potrebbero generare dei mancati abbinamenti tra fatture e pagamenti, con conseguente avvio di azioni di sollecito e distacco delle forniture per mancato pagamento di importi che nulla hanno a che vedere con la fornitura elettrica, con il rischio di incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio. Ne deriva che le società di vendita non potrebbero interrompere il servizio di fornitura di energia elettrica, né avrebbero titolo per perseguire tale cliente, vista la natura di imposta del canone Rai”. Non per niente lo scorso anno, quando l’esecutivo ha proposto la stessa cosa, è stato lo stesso presidente dell’autorità per l’energia Guido Bortoni a rilevare come una soluzione del genere sia “impropria”.
Lunedì sono arrivate critiche anche dalle associazioniconsumatori e dai sindacati, che hanno annunciato ricorsi nel caso l’idea si concretizzasse. Il Codacons ha sostenuto che “legare il canone Rai alla bolletta elettrica sarebbe un provvedimento illegittimo e incostituzionale e, in quanto tale, impugnabile nelle competenti sedi”. In base a un regio decreto legge del 1938 l’imposta si applica solo a chi possiede un apparecchio adibito alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano, spiega l’associazione, per cui “snaturare il canone vincolandone il pagamento a una bolletta sarebbe illegittimo, poiché non garantisce il verificarsi della condizione essenziale per il pagamento dell’imposta, ossia il possesso di un televisore o altro apparecchio atto a ricevere frequenze tv”. Il presidente dell’associazione Carlo Rienzi ha definito l’inserimento in bolletta “una forma di violenza nei confronti degli utenti”. Anche Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, ha sottolineato che “è illegale senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che ha introdotto” il canone.
Infine la Cgil ha scritto in una nota che si tratta di “un modo improprio e discutibile per riscuotere il canone che andrà ad incidere ulteriormente sul costo delle bollette elettriche, su cui le accise gravano già per il 14%”.
Matteo Renzi si togliesse immediatamente dalla testa questa idea malsana e incostituzionale di farci pagare il cosiddetto "canone RAI" sulla bolletta elettrica perché io sarò la prima a fiondarmi presso la Federconsumatori Lazio e a chiedere un ricorso per INCOSTITUZIONALITA'.
Se "La presidente del gruppo energetico rileva problemi "sia tecnici sia giuridici" io, utente, me ne infischio dei loro problemi tecnici ma ho ben presenti i problemi giuridici.
Il "canone" è giuridicamente un'IMPOSTA sul POSSESSO di un'apparecchiatura atta alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive".
Un'IMPOSTA è un tipo di tributo, cioè una delle voci di entrata del bilancio dello Stato, costituita da un prelievo coattivo di ricchezza dal cittadino contribuente non connesso ad una specifica prestazione da parte dello Stato o degli altri enti pubblici per servizi resi al cittadino e destinata alla copertura della spesa pubblica.
Nei paesi eredi del diritto romano è distinto dalla tassache è invece legata a una specifica prestazione. La parte delle entrate statali costituita dalle imposte è detta gettito fiscale.
Ciò detto appare evidente che un'imposta sul possesso di tali tipi di apparecchiature NON può giuridicamente essere spalmata dentro il conteggio del consumo elettrico.
Andiamo sull'esempio pratico: il contratto elettrico nella abitazione di famiglia è intestato a me, il cosiddetto "abbonamento RAI" a mio marito, il quale ha intestati a suo nome due contratti per la fornitura di energia elettrica in altrettante case.
Anche se Renzi e compagni togliessero l'imposta da una delle due forniture intestate a mio marito, per non far pagare 2 volte il mantenimento della RAI al medesimo utente, rimarrebbe il fatto che a me, per l'utenza della casa dove viviamo entrambi essendo coniugi, farebbero pagare un'altra imposta per la RAI!!!
Da questo esempio pratico, peraltro diffuso a tante situazioni familiari, si vede bene che Renzi si è messo in testa un'idea impraticabile, a meno che nell'abbassare tale imposta ad euro 100 non abbia pensato che tanto facendolo pagare su ogni contratto elettrico avrebbe incassato 200 oppure 300 euro dal medesimo intestatario di abbonamento RAI!!! Ma allora dovrei pensare alla sua perfetta malafede e rivedere tutte le mie speranze su di lui! 

Come persona coniugata dovrei dunque pagare 2 o 3 imposte RAI?
Come potrebbe lo Stato, in codesta ottica, tenere conto che l'intestatario dell'attuale abbonamento RAI vive nella casa dove sua moglie ha il contratto per l'elettricità intestato a lei?
Ai fini del Reddito complessivo della coppia coniugale si tiene conto del cumulo dei 2 redditi e per questo io non posso usufruire di sgravi sui ticket sanitari per reddito a cui, con la mia sola pensione, avendo io solo poco più di 26 anni di contributi, potrei  accedere!
Siamo coniugi solo per toglierci degli sgravi di spesa sanitaria però Renzi ci vuol far pagare doppio mantenimento RAI.... se non addirittura triplo!

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