venerdì 24 luglio 2015

Omicidio stradale: quando?

Da: Il Fatto Quotidiano 24 luglio 2015

Milano, investì e uccise donna incinta e il figlio piccolo: condanna a 2 anni e 4 mesi

Due anni e 4 mesi di carcere. E’ questa la condanna inflitta all’uomo che il 20 ottobre 2013 investì e uccise con la sua auto una donna incinta di 7 mesi e il figlio di 4 anni in viale Famagosta a Milano. Il gup Roberto Arnaldi ha disposto anche 1 anno e 4 mesi di sospensione della patente.
“Siamo soddisfatti per questa sentenza, speriamo che sia uno sprone per approvare finalmente la legge sull’omicidio stradale”, ha spiegato l’avvocato Domenico Musicco, legale dei familiari della donna, di origini egiziana, parti civili nel processo con rito abbreviato, e presidente dell’Associazione vittime di incidenti stradali, sul lavoro e malasanità.
“Questa è la legge – ha spiegato il marito della vittima – penso che in Egitto la pena sarebbe stata più alta“. I familiari hanno ricevuto una provvisionale, mentre l’ammontare complessivo del risarcimento verrà quantificato in sede civile. Nelle scorse udienze la procura di Milano aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione dell’uomo.
Come era emerso con il deposito di una perizia cinematica e come riportato nell’imputazione formulata dal pm Marcello Musso, il 29enne Roberto Andrea Luciano, accusato di omicidio colposo e procurato aborto, quando investì la donna incinta e il bimbo stava viaggiando con la sua auto di sera e in una strada bagnata per la pioggia ad una velocità di circa 100 km/h, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h.
Stando alle indagini, la donna egiziana, nel tardo pomeriggio del 20 ottobre 2013, era stata colpita dalla parte anteriore sinistra della macchina e il bambino di 4 anni, Roumando, era stato sbalzato via dall’impatto per circa 40 metri. Tanto che i soccorritori non si erano accorti che anche il piccolo era un’altra vittima dell’incidente e fu trovato solo dopo un’ora, quando il padre giunto in ospedale, dove morì la moglie con il bimbo che portava in grembo, avvisò i medici che l’altro figlio era con la mamma.
“A distanza di oltre 10 anni da quando sono stati previsti sarebbe ormai opportuno installare i più moderni tutor al posto degli autovelox – ha concluso l’avvocato Musicco – dato che rafforzano ancor di più la sicurezza delle strade”.
Può succedere  ad ognuno di noi di investire involontariamente qualcuno che ci attraversa all'improvviso la strada, ma allora si tratta di Omicidio Colposo.
Non è più Omicidio Colposo se si dimostra che tenevamo una velocità superiore a quella consentita dalla segnaletica stradale in quel tratto di strada, come nel terribile caso riportato nell'articolo, come non lo è più se stavamo effettuando un sorpasso dove la segnaletica lo vieta espressamente, come non lo è più se non abbiamo rispettato un segnale di dare precedenza... Tutte cose che vedo fare ogni giorno continuamente a gente che per puro miracolo non ammazza nessuno, cosa che non toglie nulla alla gravità del loro agire al volante.
Poi ci sono i casi sempre più frequenti di gente ubriaca, drogata ecc. che guida e uccide anche innocui passanti sul marciapiede.
L'attuale Parlamento è in tutt'altre faccende affaccendato e la vita umana per esso non è così importante come le Unioni Civili per le coppie omosessuali, oppure altre leggi urgentissime.
La vita umana può aspettare. E purtroppo non è vero nei fatti quello che disse molto tempo fa l'Avv. Li Gotti e che io riportai in un mio post sempre su questo argomento: ci sono sì le aggravanti anche nel reato di Omicidio Colposo, ma esse non vengono mai applicate abbastanza, vedi in questo caso in cui l'assassino andava a 100 Km/h in un tratto in cui la velocità massima doveva essere della metà. 
21 agosto 2011 

Art. 589 Codice Penale. Omicidio colposo.

Ho firmato per la raccolta firme per istituire il reato di Omicidio Stradale. Ora sembra che vogliano istituirlo. Ma non basta mai l'informazione, giacchè leggo su "La Repubblica" del 17 agosto scorso un commento del Sen. Li Gotti di Italia dei Valori che dice che già esisteva la possibilità di dare pene consistenti a chi uccide con l'auto, non per fatalità soltanto, ma avendo messo in atto una serie di comportamenti in violazione di regole del Codice della Strada.
A questo punto mi chiedo come mai queste pene, già previste dal Codice Penale e citate da Li Gotti, non vengono mai applicate dai magistrati e come mai questi magistrati non paghino mai per la loro indulgenza verso gli irresponsabili assassini che, oltre a togliere la vita a qualcuno, spezzano anche quelle di chi quel qualcuno amava.

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