martedì 21 luglio 2015

Fiorucci: storia

UN 'GIALLO' LA MORTE DELLA CONTESSINA

TRENTA NEGOZI NEL MONDO 80 MILIARDI DI FATTURATO MILANO - Occhio magnetico, pochi capelli sempre accuratamente pettinati, eleganza impeccabile, battuta pronta. Elio Fiorucci, 50 anni, sposato, tre figlie, da più di 15 anni è un protagonista della Milano della moda, della Milano notturna. Figlio di un commerciante di pantofole comasco, proprietario di due negozi a Milano, in via Torino e in corso Buenos Aires, Elio Fiorucci dopo una lunga vacanza nella "swinging London" torna in patria con idee rivoluzionarie. Nel ' 67 apre il negozio che ancora porta il suo nome in Galleria Passarella, capi coloratissimi, eccentrici, in materiali "poveri", che costano poco e sono alla portata di tutti. Tra i giovani, è un successo strepitoso. Per Fiorucci, da quel momento, tutto sembra facile: Parigi, Londra, New York, una trentina di negozi col suo nome vengono aperti in ogni parte del mondo. C' è un risvolto amaro: la causa che lo oppone alla madre, alla quale contende l' uso del marchio. La donna si uccide nel 1978. Attualmente nessuno dei negozi Fiorucci è ancora suo. La Fiorucci è una società per azioni: il 50 per cento venne prima acquistato dalla Standa, poi ceduto, nell' 81, a Benetton. Dal settembre ' 85 in azienda è entrato, col 45 per cento, l' iraniano Aki Nuhi. A Benetton è rimasto il 10 per cento, il restante 45 per cento è di Fiorucci. Il fatturato per l' anno scorso è stato di 80 miliardi, 25 dei quali all' estero.
di ENRICO BONERANDI  


Difficilissimo trovare sul WEB la notizia che riempì le cronache nel 1978 del suicidio tristissimo della madre dello stilista che oggi muore a 80 anni.Fu trovata morta su una spiaggia dove si era rifugiata in solitudine dopo che il Tribunale le aveva vietato di usare il suo cognome da sposata sul suo negozio: Fiorucci.Come si legge nell'unico articolo che fa cenno a quella triste vicenda Elio Fiorucci nasce figlio di commercianti che avevano negozi, poi del cognome egli ha fatto un marchio ed ha fatto causa a sua madre perché NON doveva usarlo più, essendo diventato un marchio registrato che l'aveva reso miliardario e noto in tutto il mondo. Egli oppose quale argomentazione che la creatività successiva era dovuta esclusivamente a lui.La madre ne morì per lo scoramento.Nelle interviste che ho trovato a lui fatte egli non nomina mai sua madre, parla solo del padre e dei negozi di famiglia dove lui ha cominciato.Mi ha colpito leggere che si vantava di non mangiare "i suoi fratelli animali", insomma di non nutrirsi della carne degli animali che noi alleviamo per poi ucciderli e cibarcene. 







2 commenti:

Silvia Freschini ha detto...

non mi era mai piaciuto il negozio Fiorucci in Via Mazzini, eppure era tappa fondamentale con le mie amiche... Odiavo quegli angioletti. Mica li aveva disegnati lui... vabbè... ora se n'è andato... non sapevo di sua madre. Chissà che vita.

Rita Coltellese ha detto...

Ciao Silvia, io ho molti anni e una buona memoria per questo ricordo la triste morte della madre dello stilista. Mi colpì la spietatezza di un figlio che nega alla madre di usare il nome Fiorucci sui suoi negozi; negozi che esistevano prima che lui creasse il marchio poi divenuto miliardario e noto in tutto il mondo. Il tribunale gli dette ragione e la madre dall'avvilimento si suicidò. Allora ne parlarono tutti i giornali, oggi si fa fatica a trovare la notizia, solo lodi sperticate per Elio Fiorucci.