lunedì 23 gennaio 2012

La bara Costa Concordia

DA: TGCOM24
"Comandante Schettino siamo con te" è il testo di uno striscione apparso nel settore ospiti dello stadio Artemio Franchi - Montepaschi Arena poco prima dell'inizio della partita di campionato di serie A tra Siena e Napoli e firmato club Napoli Meta (il paese d'origine del comandante Schettino).Foto 1

La partigianeria e la superficialità regnano sovrane nelle menti meno eccelse di questo Paese.
Anche se ci sono colpe della Società armatrice e della Guardia Costiera che permetteva l'una e tollerava l'altra questi pericolosi avvicinamenti alle coste di navi di grande stazza e relativo pescaggio, il Comandante Schettino era colui che ha comandato la manovra in manuale, come risulta dai verbali degli interrogatori degli ufficiali in servizio ed in plancia quella sera. Egli doveva sapere dove stava conducendo la nave e conoscere gli scogli "Le Scole" segnalati sulle carte nautiche e non ignoti.
Un Comandante ha la responsabilità della sua nave e, anche se la Costa Crociere, informata da lui dell'urto, ha temporeggiato, solo lui era sul posto e sapeva che 5 (cinque) compartimenti erano allagati quando la nave può resistere solo con 3 (tre)  reparti invasi dall'acqua. Dunque SOLO LUI poteva decidere il da farsi. Cosa lo ha frenato dal pensare solo ed esclusivamente ai passeggeri ed all'equipaggio a lui affidati? La risposta, qualsiasi essa sia, non giustifica il suo attendere "non si sa cosa" che ha provocato la vera tragedia. 
Aveva sfasciato la nave, aveva fatto una grande sciocchezza, ma non ci sarebbero stati morti se avesse fatto immediatamente quello che gli competeva e che lui, proprio per la sua preparazione ed esperienza, sapeva che doveva essere fatto subito data la situazione dell'acqua nella sala macchine.
Invece ha agito come se volesse rinviare irresponsabilmente le conseguenze di quello che aveva fatto. Paura? Panico? Paralisi mentale da shock? Asservimento ai dettati lontani dell'incaricato dell'armatore che non era sul posto e non era il primo responsabile della nave e degli esseri umani in essa trasportati?
Qualunque sia stato il motivo egli ha dimostrato di non saper essere un Uomo con la U maiuscola che, in un simile frangente, constatato l'errore, doveva agire subito per il rimedio dando i giusti comandi agli ufficiali.
Le voci che si levano, irresponsabilmente, in sua difesa non tengono conto che lo scoglio era lì, segnalato e lui doveva saperlo.
Ciascuno si identifica con chi gli somiglia e questa gente che difende in modo plateale un altrettanto plateale e non scusabile errore, con conseguente comportamento successivo che va contro l' obbligo di un Capitano, sancito dal Codice di Navigazione, di essere l'ultimo a lasciare la nave, è gente diffusa nella nostra società: gente che nel profondo non ha molta fiducia in sé stessa e teme di incorrere nell'errore, cosa che può accadere a chiunque, anche se in misura diversa qualora si mettano in atto tutte le provvidenze perché l'errore non accada, e che non vuole pagare per le proprie debolezze, non ne vuole rispondere, preferendo vivere in una superficiale irresponsabilità perché rende più facile l'esistenza.
 CARTA NAUTICA
Le scole: ecco gli scogli sulle carte nautiche
Cerchiati di rosso gli scogli di fronte al porto dell'isola del Giglio: proprio qui, secondo alcune testimonianze, la nave Costa Concordia avrebbe urtato il fondale.  Il comandante ha dichiarato che la roccia non era segnalata nelle carte nautiche. (Da: La Repubblica - Firenze)
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Intanto la bella e costosa nave, abbandonata su un fianco, racchiude in sé probabilmente i corpi di chi non si trova più. Il mare quasi sempre è pietoso e restituisce i cadaveri... Ma forse essi sono racchiusi nella nave, dove muretti e balaustre possono agire da fermi dei corpi impedendone il trascinamento a mare. 
Così la nave del lusso si è trasformata in una bara: mentre il turismo dell'orrido si fa fotografare con la sua pietosa immagine sullo sfondo.
In fondo tutto cambia ma l'uomo no: è rimasto quello che andava al Circo Massimo a vedere i gladiatori uccidersi fra loro o  ad essere sbranati dalle belve. 



Dayana l'unica bambina che non si è salvata. Sandro Cinquini, direttore sanitario della Costa Concordia, riferisce in varie interviste video che il padre della piccola correva da una parte all'altra trascinando con sé la bambina, perché era molto preoccupato di  poter portare con sé i farmaci che gli occorrevano, dato che era un trapiantato e temeva che al Giglio non avrebbe potuto reperirli la mattina dopo. Della "scienza del poi son piene le fosse", recita un antico detto, ma avrebbe potuto affidare la bimba a qualcuno che l'avrebbe messa su di una scialuppa come gli altri bambini che si sono salvati tutti, e lui continuare a correre per la nave nel tentativo di recuperare i suoi farmaci; preoccupazione inutile, perché appena sceso a terra elicotteri del soccorso l'avrebbero trasferito in ospedale dove avrebbero avuto sicuramente i farmaci che gli occorrevano. 

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