lunedì 24 gennaio 2022

Riflessioni sul giallo Liliana Resinovich

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Cliccando sul link appare la via dove Liliana Resinovich abitava con il marito.

Il palazzo che si intravede in fondo è quello da cui è uscita per non fare più ritorno il 14 dicembre 2021.

Il Procuratore capo Antonio De Nicolo all'Ansa ha ribadito il concetto secondo cui "Prima di parlare gli accertamenti tecnici dovrebbero essere come sempre la regola. Gli investigatori devono avere la pazienza di far bene il loro lavoro e di esercitare il dovere del silenzio. Quando avremo i dati tecnici disponibili, dopo esserci fatti noi le idee chiare, sicuramente parleremo."

E ancora: "Le idee chiare ci sono sempre ma non posso trascinare la Procura della Repubblica o le forze dell'ordine in una competizione con giallisti, tuttologi e vari personaggi che vogliono dire la loro. E' giusto che l'opinione possa esercitarsi a chiedersi cosa è accaduto, noi abbiamo il dovere del riserbo fino a quando non sappiamo veramente cosa è accaduto”.

Onore alla prudenza e alla serietà del Procuratore di Trieste.

Via via che vengono fuori particolari ci si rende conto che questi, uniti ai rilievi tecnici ben fatti, fanno la differenza e idee fino a quel momento affacciatesi alla mente debbono necessariamente mutare.

Per questo ad ogni caso giallo non risolto (vedi il caso tragico di Mario Biondo) si deve ribadire che la scena del crimine va congelata, che le foto e i video di tale scena sono importantissimi, che certi oggetti vanno subito sequestrati... Eppure sentiamo il ripetersi sempre degli stessi errori.  

Apprendiamo che i cellulari della povera Liliana non sono stati sequestrati dopo la denuncia di scomparsa dato che lei li aveva lasciati a casa...

Ancora più grave fu il mancato sequestro del PC di Mario Biondo, dove la moglie e un suo cugino informatico poterono mettere le mani...

Serve l'intelligenza di chi conduce le indagini ma anche la serietà che, nel caso di Mario Biondo, non si è vista nei magistrati spagnoli che, nell'immediato, ebbero in mano l'inchiesta.

Tornando a Liliana trovo un po' troppo sopra le righe Roberta Bruzzone con la sua prorompente personalità, che a me piaceva molto, la quale si getta un po' troppo precipitosamente su ipotesi che poi vengono smentite da nuovi particolari che emergono di giorno in giorno: un esempio la fruttivendola che dice di aver visto passare Liliana quel giorno e che Bruzzone aveva inteso minimizzare con il fatto che a volte si è sicuri di un giorno ma poi si rivela che  era un altro, sbagliando in buonafede. Ora la Procura fa trapelare che una telecamera ha ripreso Liliana mentre passava poco più avanti dal punto in cui la fruttivendola dice di averla vista passare. Dunque è vero che ella è uscita di casa con le sue gambe e questo esclude possibili ipotesi che il marito, sospettato da tutti ma non dalla Procura che tace e lavora, possa averla eliminata in casa per poi disfarsi in seguito del suo corpo nel boschetto dove è stato ritrovato.

Avessero avuto la stessa serietà gli inquirenti spagnoli, prendendo in esame anche l'ipotesi dell'omicidio di Mario Biondo, oltre quella subito sposata del suicidio, oggi la sua famiglia non starebbe   a tormentarsi senza vera giustizia.

Ben venga dunque il lavoro serio e silenzioso della Procura di Trieste. 

Il luogo del ritrovamento del cadavere di Liliana Resinovich 
visto dall'esterno

   

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