martedì 4 gennaio 2022

Ilda "la rossa"

Alberto Nobili, magistrato, che Ilda Boccassini nel suo libro chiama "compagno", mai marito, ma che sui giornali appare sempre come "il marito" e padre della sua secondogenita Alice, ed erroneamente spesso indicato come anche il padre di Antonio Pironti, suo primogenito frutto del suo primo matrimonio di cui l'ex magistrata parla nel libro "La stanza numero 30 - Cronache di una vita"

Di Ilda Boccassini non penso né bene né male, sapendo di lei soltanto quello che ci mostrano i media.
Certo avevo notato, in un filmato su una riunione pubblica, il suo intervento subito dopo il terribile avvenimento dell'uccisione di Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e alla scorta, tranne l'autista miracolosamente salvo, in cui Ilda non aveva nascosto il suo dolore personalissimo per questa tragica morte dicendo chiaramente che l'assassinio di Giovanni Falcone la toccava personalmente. 
Pensai a sentimento di vicinanza per il lavoro svolto insieme, per gli stessi ideali, che quella tragica morte cancellava con violenza inaudita. Pensai all'affetto e alla stima che la collega e amica personale nutriva per il grande magistrato.
Ora ella nel libro rivela che lo amava anche come donna, senza avere nulla a pretendere della sua vita intima.
Molti commenti ho letto sulla stampa su quella che a molti è sembrata essere una vera relazione adulterina fra Giovanni Falcone ed Ilda Boccassini, provocando anche la reazione della sorella di Falcone Maria: Le parole di Maria Falcone. «Quel che allarma innanzitutto - afferma - è che sembra si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore e del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti (che si sostiene essere stati autentici), poi della vita e della sfera intima di persone che, purtroppo, non ci sono più, non possono più esprimersi su episodi veri o presunti che siano e che - ne sono certa - avrebbero vissuto questa violazione del privato come un’offesa profonda».
In realtà leggendo è chiarissima la confessione di Ilda sui suoi sentimenti verso Giovanni Falcone ma nei fatti, così come raccontati, non vi è nulla di esplicito su rapporti intimi intercorsi fra lei e il magistrato ucciso, non essendo l'invito a fare una nuotata insieme e lo sfiorare una mano, o il viaggio di lavoro in aereo in top class in cui confessa di essersi stretta a lui al suono di una canzone di Gianna Nannini  beandosi di quel confortevole viaggio e della sua vicinanza, rivelazione di consumazione di un vero rapporto fra amanti...
A me possono apparire resipiscenze, ricordi, di attimi per lei, innamorata dell'uomo ammirato e stimato, preziosi, mentre per lui (ma non può confermare o smentire) forse solo cedimenti condiscendenti verso una collega per cui si prova  affetto e considerazione e di cui si avvertono il corteggiamento e i sentimenti che, non potendo corrisponderli, non si vuole offenderli con drastici gesti respingenti.
Pensare ad una consumazione di un rapporto su un aereo, quando a pochi passi ci sono le hostess e i rappresentanti delle Forze dell'Ordine facenti parte della delegazione che accompagnava i magistrati in missione, mi pare azzardato.

Giovanni Falcone era un bell'uomo anche per i miei gusti, intendendo per bell'uomo quello che per molte donne non è comprensibile: i gesti, la voce, il modo di muoversi e di esprimersi, oltre alla personalità e all'intelligenza.
Capisco quindi che Ilda Boccassini possa essersene innamorata pur avendo un compagno, il padre di Alice.
Dal libro autobiografico si evince che ella è di temperamento appassionato e focoso: è rimasta incinta che doveva ancora laurearsi pur non essendo un grandissimo amore, dato che è durato poco e, racconta la magistrata, il suo matrimonio finì presto in una separazione e lei si ritrovò a condurre un difficile ménage fra studio e concorsi con un bambino ancora piccolo.

Ha avuto amori di cui uno stabile con il padre di Alice anch'esso finito visto che nel 1993 Nobili si è creato una nuova famiglia.

Giovanni Falcone ha avuto una prima moglie sposandosi a 25 anni: Rita Bonnici. Ma lei non tenne fede all'impegno e si innamorò di un collega di Giovanni: il magistrato Genna. il matrimonio finì. In seguito conobbe Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e con lei è morto nella strage di Capaci.


Rita Bonnici Genna nel 2014









Ma il libro di Ilda Boccassini non è soltanto l'autobiografia dei suoi sentimenti: è molto di più. E' il racconto del suo lavoro impegnativo e coinvolgente che, se vi siete mai interessati a capire i fatti di Mafia, è molto chiarificatore di alcuni aspetti giudiziari di cui lei si è occupata.

Si scopre, inoltre, quanto sia difficile "fare Giustizia", come sia facile sbagliare e finire sotto accusa sia magistrati che poliziotti. 

Si scopre la cattiveria e la meschinità fra colleghi dell'ambiente giudiziario, esattamente come in ogni altro ambiente, senza eccezione, anche se scoprirlo fa paura al pensiero che costoro hanno in mano la vita della gente, come i Medici...

Ammiro le scelte fatte da Ilda Boccassini di dedizione totale al suo lavoro. L'ammiro perché le ha fatte consapevolmente sapendo di sacrificare il rapporto con i suoi figli e la sua vita sentimentale.

Io ad esempio, non avrei mai potuto allontanarmi dai miei figli, non solo per un fatto affettivo, ma ancor di più per uno spietato senso del dovere verso di loro, per i loro minuti bisogni a cui io mai avrei potuto sottrarmi o deputare ad altri. Il senso di colpa mi avrebbe distrutta, apparendomi, come è sempre stato, il tempo sottratto a loro dai miei studi o per qualsiasi cosa mi riguardasse, un atto egoistico, giacché loro, ogni loro esigenza, veniva prima di ogni cosa. La responsabilità di averli messi al modo mi ha sempre vincolato all'obbligo conseguente di dare loro tutto il possibile di me stessa, senza far mancare mai la mia presenza per ogni loro piccola o grande necessità. 

Per fare quello che ha fatto Ilda Boccassini ci vuole coraggio. Il coraggio di sopportare i propri sensi di colpa pur di perseguire quella che si sente come una missione: il suo lavoro totalizzante anche se l'ha fatta anche molto soffrire.

Quello che mi chiedo e chiedo alla Boccassini, qualora le capitasse di leggere il mio commento al suo libro, è se lei giudice trova giusto quanto riportato dai giornali sull'incidente di cui sua figlia Alice è stata protagonista: avrebbe investito un Medico mentre egli con le buste della spesa in mano attraversava sulle strisce pedonali. Il Medico è morto in seguito per i traumi riportati. Sua figlia era su un motorino. Nell'immediato sembra si sia trovato sul posto (siamo a Milano) il Capo dei Vigili Urbani che sembra lei, Ilda, conoscesse. Sono fra coloro che hanno firmato per due raccolte firme per la Legge sull'Omicidio Stradale e per quanto ne so se si uccide qualcuno non rispettando alcune regole ci sono delle aggravanti. Ma scopro che per le strisce pedonali l'aggravante non c'è: "la reclusione da due a sette anni, a carico di “chiunque” cagioni per colpa la morte di una persona con la violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale.

se si investe un pedone che si accinge o sta attraversando le strisce pedonali, non si risponde della fattispecie aggravata, in quanto l’ipotesi aggravata di reato non contempla il fatto di investire un pedone sulle strisce pedonali." Bene, ma il controllo immediato per l'alcool test e per le sostanze che alterano la mente il test si deve fare. Ma a sua figlia sembra che non fu fatto. Le sembra giusto? Infine, visto che il reato prevede la reclusione da due a sette anni come mai a sua figlia Alice sono stati inflitti solo 9 mesi?

Il suo libro è molto interessante per i tanti fatti che ci svela, visti dal suo punto di vista che sento sincero, e fra le innumerevoli faccende mi spiace e mi colpisce che per la faccenda Scarantino i giudici che gli hanno creduto sono andati prosciolti da ogni possibile accusa, mentre come al solito "volano gli stracci" e nel 2021 abbiamo ancora tre poliziotti sotto accusa.

Pentito Scarantino non ha confermato le accuse ai magistrati

di Damiano Aliprandi

 

Il Dubbio, 5 febbraio 2021

 

a Caltanissetta è in corso un processo contro tre dei poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, membri del gruppo Falcone-Borsellino che indagò sulle stragi mafiose del '92 di via D'Amelio e di Capaci. I tre, secondo l'accusa, avrebbero in qualche maniera manovrato le dichiarazioni rese da Scarantino, costringendolo a fare nomi e cognomi di persone innocenti in merito all'attentato in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta
 
Ilda Boccassini ieri





 
Ilda Boccassini oggi

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