giovedì 13 ottobre 2016

Massimo D'Alema e il suo inattendibile NO


Eccolo il comunista che, come appresi tanti anni fa dalle pagine di "La Repubblica", andava in eschimo a tirare oggetti ai "ricchi" che uscivano da "La Bussola" di Viareggio, sulla sua barca da "ricco".

IL LEADER PDS: ' ANCH' IO LANCIAI UNA MOLOTOV ... '

MONTECCHIO - "Io un burocrate di partito... Ma se da ragazzo ho anche tirato le molotov". Detto da Massimo D' Alema, il freddo cinico D' Alema, fa il suo effetto, e la solita enorme platea della festa di Cuore ieri sera è restata un attimo muta. Lui ne ha approfittato per spiegare: "E' storia, Pisa ' 68, esattamente davanti alla Bussola di Viareggio. C' è stato anche un processo in Corte d' Assise".

Da: La Repubblica - 13 ottobre 2016 di GOFFREDO DE MARCHIS
Referendum, il No: da Fini a Pomicino, in fila le vecchie glorie della Prima Repubblica
Alla riunione di Italiani europei contro la legge in sala Dini, Ingroia, Civati e Salvi

Terza Bicamerale, Commissione D'Alema 1997-1998

Seconda Bicamerale, Commissione De Mita Iotti 1992-94

Prima Bicamerale, Commissione Bozzi 1983-1985



IL RISOTTO DI D' ALEMA TRAPPOLA A FUOCO LENTO

ORMAI non ci sono dubbi: c' è chi trama per distruggere Massimo D' Alema. Forse un politico invidioso dei suoi successi, forse un geloso compagno di partito, forse un antico rivale in amore. Non si sa. Ma il complotto c' è, e purtroppo per lui comincia a dare i suoi frutti avvelenati. Se ne sono accorti lunedì sera alcuni milioni di italiani, inconsapevoli spettatori di quello che sarà ricordato come "l' agguato del risotto". Teatro dell' episodio, il salotto politico di "Porta a porta", chez Bruno Vespa, ospite D' Alema. Si parlava della crisi e della Bicamerale, quando a un certo punto il viso dell' ex direttore del Tg1 s' è illuminato di un sorrisetto malizioso: "Abbiamo avuto la sensazione che in questa crisi qualcuno volesse cucinare qualcun altro a fuoco lento. E ci siamo rivolti a un esperto...". Parte il filmato, titolo "A fuoco lento". Chi sarà? Andreotti? Cossutta? Pacini Battaglia? Macché, la voce fuori campo rivela che è il solito D' Alema. Però a vederlo non è affatto il solito D' Alema. Maniche di camicia e grembiule bianco, l' uomo che sta cesellando il semipresidenzialismo appare impietosamente immortalato da una telecamera amatoriale - la faccia poco sospettosa della vittima lascia presumere che lui si fidasse del suo misterioso attentatore, e questo finora è l' unico indizio che abbiamo - mentre cucina un risotto d' emergenza. La scena è drammatica: l' uomo che ha battuto Berlusconi, domato Fini e piegato Bertinotti piange tagliando le cipolle (titolo in sovraimpressione: "Che commozione!"), il presidente della Bicamerale, che a Montecitorio invocava il doppio turno, chiede a voce alta "un coltello grosso, un coltellaccio, una mezzaluna ci vorrebbe per il prezzemolo", il leader che ha stregato il Pds rivela ai presenti il segreto del soffritto: "Invece di mettere la cipolla a sfriggere, io la lascio a bollire così perde il suo afrore". Simpatiche scene di vita quotidiana, immaginiamo un vero successo a casa del compagno Nicolino La Torre, ma riviste in italovisione danno ragione al saggio cardinal Mazzarino, che a suo tempo raccomandava ai potenti: "Non ammetter spettatori né tempi di tavola. Ciò che di tuo deve comparire in pubblico, ancorché affare di poco momento, travagliaci con tutta attenzione d' intorno, perché da una tua sola operazione dipende la tua fama per sempre". D' Alema non avrebbe mai dato il permesso di mandarle in onda, ne siamo sicuri. E invece un meschino traditore, un subdolo attentatore infiltratosi in quella cena, ha consegnato la cassetta a Vespa. Obiettivo, trasformare il "lìder Massimo" in "chez Maxim". E la trappola è scattata, inesorabile. "Non se l' aspettava, eh?" ha esclamato il padrone di casa a un segretario sempre più imbarazzato. Poi, per dare il colpo di grazia al malcapitato, è arrivato persino uno chef vero, Gianfranco Vissani, che D' Alema chiamava "il maestro", come non aveva mai chiamato neanche il professor Sartori. Dalla crisi si è così passati al dibattito sulla cotenna di maiale, e dalle asciutte domande di De Bortoli il leader pidiessino è scivolato a un brindisi con un calice di rosso. Finché, folgorato dal ricordo dell' Umbria terremotata, non ha posato in fretta il bicchiere e ha ricordato "questa terra che è stata ferita". Chiunque vi abbia assistito, non dimenticherà l' agguato del risotto. Chiunque lo abbia visto, oggi si domanda: ma chi è il traditore?
articolo di: Sebastiano Messina

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