sabato 27 febbraio 2016

Figure nere. Madri scuola?

Da: La Stampa

Delitto Rosboch, un pensionato: “Comprai casa a Gabriele e sua madre. Ma erano soldi miei”

Torino, Silvio Chiappino: “271 mila euro perchè la amavo”
L’AMANTE SOTTO TORCHIO  
Si chiama Silvio Chiappino. È un pensionato, vive con la madre anziana in una cascina con orto e pollaio. È un uomo semplice, ma in banca dice di avere un milione di euro. S’è innamorato di Caterina, più giovane di una quindicina d’anni. Ieri è stato ascoltato per ore dai carabinieri e i suoi legali erano già pronti ad assisterlo, perché da teste rischiava di trasformarsi in indagato, sulla questione dei soldi di Gloria, truffati da Gabriele e finiti chissà dove. Ma l’uomo ha passato, per ora, l’esame degli inquirenti. Ha acquistato e ristrutturato quella casa con una spesa di 271 mila euro. Nell’atto notarile risulta proprietario Gabriele per i 9/10, il resto è intestato al fratellino. Chiappino ha spiegato di avere dato quei soldi a Caterina, che ama, anche per questioni fiscali. Oggi per quella villa e gli altri beni di Gabriele e mamma Caterina, saranno avviate le pratiche di sequestro.

L’EX COMPAGNO
Una vecchia causa, iniziata nel 2011 e poi finita davanti al giudice di pace di Cuorgnè. L’aveva intentata la Abbattista nei confronti del suo secondo compagno, Sergio M., l’operaio meccanico di Bairo dal quale ha avuto il secondo figlio, oggi tredicenne.
Sergio M. se lo ricorda bene quel pomeriggio. «Gabriele urlava come un matto, altro che terrorizzato, ci diceva: bastardi, ve la faremo pagare, via ammazziamo tutti». Dopo la storia dell’omicidio che ha spalancato le porte del carcere all’ex compagna e a Defilippi, il figlio più piccolo è tornato a casa con lui. «Ora è felice – racconta attraverso le parole del suo avvocato, Andrea Bertano – e vuole soltanto ritrovare un briciolo di serenità, perché in quella casa non stava bene per niente». Vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle: «Abbiamo la casa assediata dai mass media, mio figlio, ora, ha soltanto bisogno di tranquillità».
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Nella foto a sinistra Caterina Abbattista, infermiera nel Reparto di Pediatria dell'Ospedale di Ivrea.
Le cronache parlano di una donna con diverse storie con uomini finite male e due figli di padri diversi.
Da uno aveva ottenuto però addirittura una casa intestata ai suoi figli, pur non essendo lui il padre di nessuno dei due, segno che la fragilità attribuitale da alcuni giornalisti non esiste, ma esiste una capacità di trarre vantaggio da una storia sentimentale.
Credo che indubbiamente Gabriele Defilippi sia una personalità disturbata, ma credo che questo non lo renda incapace di intendere e di volere e non punibile.
La personalità della madre a mio avviso spiega molte cose della personalità del figlio.
Continuano separatamente la loro tragica e malata recita: lei dicendo che non lo vuole più vedere perché la picchiava pure, quando lo ha assecondato in tutte le sue imprese tendenti a manipolare gente che si faceva manipolare, lui architettando un goffo tentativo di suicidio e mostrandosi depresso al suo avvocato.
Una personalità fortemente narcisistica, in questo momento in cui ha capito che la sua onnipotenza è finita, non può che avere un crollo depressivo.
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Altra Madre Scuola è indubbiamente Ester Arzuffi, madre dell'uomo che ha lasciato il suo DNA sul corpo di una povera bambina: Yara Gambirasio.
Tre figli nessuno dei tre del marito e lei continua a dire che il DNA non conta, conta quello che dice lei.
Ester Arzuffi


La figlia, gemella di Massimo Bossetti, sostiene che comunque il padre è colui di cui porta il nome: e questo si può umanamente capire. Con lui sono cresciuti, a lui hanno voluto bene e per loro era il padre... I legami mentali-affettivi sono tutto. L'accertamento genetico che attribuisce, almeno alla coppia gemellare, come vero padre biologico l'autista di corriere morto da tempo, non può certo sostituire un affetto per il padre putativo..
Ma questa sorella gemella (ovviamente biovulare) del probabile assassino della piccola Yara ha una tendenza alla menzogna, alla mistificazione, avendo denunciato più volte di aver subito aggressioni che alla verifica degli inquirenti non hanno dato alcun riscontro.
La menzogna ostinata della madre, giunta fino al ridicolo, è comunque una scuola.

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