domenica 20 ottobre 2013

Non lo vuole nessuno

Da: AGORA VOX
diAldo Giannuli

Priebke: dove seppellirlo?

Non c’è molto da dire su un personaggio come Priebke o sul suo complice Karl Haas, morto anche lui in tardissima età, nel 2004. A differenza del secondo, che collaborò con i servizi segreti americani e (anche se nessuno lo ricorda) con l’Ufficio Affari riservati del nostro Ministero dell’Interno, Priebke si limitò a collaborare con Odessa (l’organizzazione di solidarietà degli ex ufficiali delle Ss), ma non sembra che abbia mai offerto la sua opera a qualche servizio segreto.
La Chiesa (che ha qualcosa da farsi perdonare in tema di salvataggio di criminali di guerra nazisti) ha giustamente rifiutato le esequie in uno dei suoi ambienti, trattandosi di persona che non ha mai espresso alcun pentimento per quel che ha fatto. Ora si pone il problema di dove seppellirlo.

La comunità ebraica romana non lo vuole a Roma, comprensibilmente, ritenendo offensiva una sua tomba qui dove ha partecipato tanto alla retata dell’ottobre 1943 quanto al massacro delle Ardeatine.L’Argentina, in un tardivo sussulto di dignità, non vuol saperne di riaverlo; non sappiamo che ne pensano inGermania.
Credo che la cosa vada vista da un’angolatura diversa e si debba riflettere su una scelta del tutto oppostaa quella che istintivamente è quella di ogni ebreo e di ogni antifascista: e se lo seppellissimo proprio a Roma, presso le Fosse Ardeatine a perenne ricordo del crimine cui ha preso parte? E con una lapide adeguata, che lo qualifichi esattamente per quel che è stato tecnicamente: il boia delle Ardeatine, mai pentito. Un monumento al suo perenne disonore di uomo e di soldato.
Ovviamente, occorrerebbe studiare una sistemazione che eviti fisicamente che possa trasformarsi in un luogo di pellegrinaggio dei nazisti (ci mancherebbe!). Perché non prendere in considerazione questa idea? Poi, forse, sarebbe meglio regolarsi diversamente, ma perché non pensarci un attimo?
Ovviamente, questo richiede che la cosa non sia sentita come una profanazione di un luogo sacronon solo alla memoria della comunità ebraica romana, ma di tutti gli antifascisti italiani, ma, al contrario, come un modo di rafforzare l’impatto emotivo in chi visita le Fosse Ardeatine.
Ai fini dell’effetto educativo e di conservazione della memoria, il risultato potrebbe essere anche maggiore di quel che non sia oggi.
+++++++++++++++++++++++++++++++
Ho scelto questo articolo perché, ora che i telegiornali ci dicono ad ogni ora che il cadavere del boia delle Fosse Ardeatine NON LO VUOLE NEPPURE LA SUA GERMANIA, mi è venuto un pensiero estremo, che ora vedo scritto già il 16 ottobre da questo discusso storico, Aldo Giannuli.
Il pensiero estremo che mi era venuto era di seppellirlo in un cantuccio all'esterno del Sacrario delle Fosse Ardeatine, con una lapide spoglia che lo ricordi come uno degli autori di quella storica atrocità: monito ed esempio di vergogna della Storia. 
Forse questo pensiero non lo avrei mai espresso se ora non l'avessi visto scritto da uno che scrive anche sull'Unità, quindi al di sopra di ogni sospetto.
Non è dunque un pensiero tanto azzardato: "Qui giace l'assassino mai pentito, esempio di vergogna della Storia".
Quali nazisti folli oserebbero rendergli omaggio in tale luogo senza finire immediatamente ingabbiati?!
Invece, l'ingombrante fardello che nessuno vuole, ora si dice che vogliano tumularlo in un luogo segreto!
Eh no!!!! Il popolo vuole saperlo! Ne ha il diritto! Non vogliamo ritrovarcelo fra i piedi chissà dove! E, soprattutto, non vogliamo che i folli che girano con le svastiche e le croci uncinate trovino dove lo vogliono mettere "segretamente" e ne facciano un luogo di lugubri pellegrinaggi!

Nessun commento: