mercoledì 17 luglio 2013

Verità ed equilibrio sempre più lontani


Mentre l’ossigeno manca sempre più sul pianeta Italia per le imprese, quindi per il lavoro, per le famiglie… dei mestatori folli, come il Cappellaio Matto della favola di Alice, continuano a tirare fuori dal loro cappello stranezze di ogni tipo, perdendo tempo, mentre loro stessi, già mesi fa, dicevano che di tempo non ce ne era più, che l’ossigeno stava finendo e presto saremmo arrivati all’anossia totale.

Un uomo responsabile e pensante cerca di presentare almeno una legge elettorale in modo da essere pronti nel caso il governo Letta cada… I mestatori del suo partito gliela fanno ritirare…
Roberto Giacchetti

Nel frattempo i destini di un Paese sono legati ad un uomo discusso e alle sue vicende giudiziarie… Una cosa da tempi antichi in cui la democrazia non c’era e dei popoli non gliene fregava niente a nessuno: c'erano i signorotti, i despota, i principi, i re… Nel frattempo, qualcuno sembra non ricordarsene, ci sono state due grandi rivoluzioni: una in Francia ed una in Russia… ma ci riprovano sempre a fregarsene del popolo, infatti dopo la Rivoluzione Francese è venuto fuori Napoleone, sanguinario e nepotista… e dopo quella Russa ci sono stati mostri come Stalin e non solo… ma la Storia resta a memoria e monito dei popoli.
Grillo tuona che lui ha incanalato la rabbia del popolo in un voto civile, che gli ho dato anch’io, ma la deve smettere di insultare a destra e a manca come un volgare bullo da bar di periferia, perché, altrimenti, gli resteranno solo i voti dei bavosi e rabbiosi frustrati non solo per colpa della società e della malapolitica, ma anche e soprattutto della propria incapacità o voglia di darsi da fare civilmente per costruirsi un avvenire e per cambiare le cose nella società, non solo a parolacce.
Ricordo di aver scritto più volte sul blog di Di Pietro e IdV, quando il molisano stava “pappa e ciccia” con Beppe Grillo, che non mi piaceva il linguaggio insultante usato da Grillo e da tutti quelli che, andandogli dietro,  commentavano su quel blog contro Berlusconi chiamandolo “il nano”, “testa d’asfalto”, “lo psiconano”, incitandoli, al contrario, ad usare argomenti politici contro di lui… e ce ne sono!
Grillo non cambia, a 65 anni ancora si esprime in modo volgare colpendo a vanvera: insiste a chiamare “ebetino” Matteo Renzi. E’ desolante sentire un uomo, che per altri versi è riuscito a coagulare la protesta in forma di un voto legittimo, che si esprime con toni tanto bassi, gli stessi che usano le persone più ignoranti e barbare, usando caratteristiche fisiche per insultare, etichettare, creare soprannomi. Nel caso di Renzi di ebete non ha nulla, ma Grillo si attacca nel modo più vieto ai suoi denti sporgenti che, secondo un’icona di infimo gusto, sono caratteristica di persone poco intelligenti.

A poco meno di quarant’anni Matteo Renzi  di scemenze non ne ha fatte: ha mostrato il coraggio di andare contro l’andazzo sbagliato del suo partito, è diventato sindaco di una delle più belle città d’arte del mondo, è felicemente sposato con un’insegnante ed è papà…
Grillo, alla sua età, di cavolate ne aveva già fatte diverse, gli ricordo, e sarebbe il caso che si chiedesse se non sia lui, veramente, un poco scemino visto quante ne ha combinate.
Inoltre ha sempre tuonato anche su cose sbagliatissime, con l’arroganza senza dubbi tipica degli ignoranti: ricordo le assurdità che diceva sulla  “Cura Di Bella”, senza sapere nulla di Scienza Medica e Biologica. 
Dunque, se non vuole che il Movimento 5 Stelle faccia la fine del partito del suo amico Antonio Di Pietro, si contenga, si corregga e, soprattutto, agisca in modo concreto, altrimenti si rischia il qualunquismo superficiale ed inutile.

Girano voci, a cui danno credito anche persone intelligenti ed acculturate, sui soldi che il Movimento ha restituito con l’assegnone simbolico presentato a Piazza Montecitorio: dicono che di fatto il vero passaggio di denaro non c’è stato. SMENTITELE con dimostrazioni ufficiali e fotocopie di atti amministrativi pubblicate anche sui giornali cartacei ed on-line! 

Ed ora passiamo alla vergogna. Mentre l’ossigeno finisce moriamo anche vergognandoci, grazie all’agire dei vari  “Cappellai Matti”.
Angelino Alfano - Ministro dell'Interno

Emma Bonino - Ministro degli Esteri


Enrico Letta - Presidente del Consiglio dei Ministri 



Non bastando la vergogna che ci ha gettato sulle spalle il governo precedente a questo, riconsegnando i due marò all’India che li trattiene ormai da un anno e mezzo senza chiarire nulla, ora abbiamo compiuto un atto di viltà internazionale da arrossire, e l’abbiamo compiuto con uno spiegamento di forze che ci fa dubitare di istituzioni che dovrebbero darci un senso di sicurezza…
Ci trattano come al solito da scemi e dicono cose ridicole: “Faremo chiarezza.” Ma se sono passati oltre quaranta giorni da quando, uomini delle varie forze dell’ordine, hanno caricato la bella moglie e la bambina dell’esule e dissidente con il regime del Kazakistan sull’aereo kazako… 
“Ma che me stai a pijà per cù…?” Direbbe Lorenzo, il divertente personaggio creato da Corrado Guzzanti.
Si prendono in giro da soli, però, perché la gente non è scema e ricostruisce con disincanto quello che può essere accaduto: “Berlusconi è amico di Putin, Putin è amico del dittatore kazako, Alfano non conta un cazzo e fa tutto quello che gli dice Berlusconi che, guarda il caso, in questi giorni si reca in Russia.”

DA: ANTIMAFIA2000, 16 luglio 2013

"Lascio per senso delle istituzioni", dice l'alto dirigente del ministero dell'Interno a Il Fatto Quotidiano, "contro di me attacchi ingiusti. Non ho informato io il ministro". Oggi il capo della polizia ha consegnato al Viminale un rapporto sull'espulsione di moglie e figlia del dissidente Ablyazov. Il centrodestra fa quadrato attorno al vicepremier, mentre una nota trasmessa dall'ambasciata kazaka alla questura di Roma alimenta ulteriori dubbi sulla versione ufficiale. Il Copasir: Letta riferisca.
Giuseppe Procaccini, il capo gabinetto del ministro dell’Interno Alfano, si è dimesso “per senso delle istituzioni”. E’ sua, quindi, la prima testa a cadere per il pasticciaccio brutto dell’espulsione della moglie e della figlia minorenne del dissidente kazako Ablyazov. Il 28 maggio fu proprio Procaccini a ricevere l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere: al centro della riunione Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime, già capo di un’importante banca kazaka, accusato di truffa e ricercato dal Kazakistan e anche da Mosca, come risulta dalla sua scheda inserita nel sito dell’Interpol. Muktar sarebbe a Casal Palocco. Procaccini spiega ai kazaki che la competenza è della polizia e li invia al Dipartimento pubblica sicurezza. Contestualmente al suo passo indietro, l’ormai ex capo gabinetto del Viminale, però, ha ‘protetto’ il vicepremier, assicurando che “il ministro non sapeva” dell’accaduto. La mia decisione non ha alcun collegamento con la relazione del capo della polizia Pansa, che non ho letto”, precisa Procaccini a Il Fatto Quotidiano. La decisione è maturata dopo “la lettura dei quotidiani e in particolare del Fatto, che mi riserva un attacco ingiusto”, afferma. “Ma per tutelare le istituzioni ho pensato fosse meglio fare un passo indietro”. E sul ruolo del ministro Alfano? “Di questo non parlo, dico solo che non sono stato io a informarlo del caso”. Fatto sta che più si avvicina il momento della verità sul caso, più diventa elettrica la situazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che riferirà della questione in aula al Senato alle 18 di oggi. Da una parte la relazione del capo della polizia Pansa, dall’altra la mozione di sfiducia presentata da M5S e Sel (che sarà votata venerdì mattina nell’aula di Palazzo Madama). Per quanto riguarda l’indagine interna, in mattinata il capo della polizia Alessandro Pansa, che ha convocato ieri nel suo ufficio i protagonisti di questa storia, ha consegnato oggi un rapporto sull’espulsione delle due persone. Per le 15.30, invece, è stata fissata la riunione dei capigruppo al Senato, il cui compito è quello di calendarizzare la discussione della mozione di sfiducia in cui si parlerà delle dimissioni del vice premier e numero uno del Viminale. M5S e Sel hanno chiesto il voto segreto: se la richiesta dovesse passare, Alfano rischierebbe il fuoco incrociato dei falchi Pdl e dei dissidenti interni del Pd. Con sviluppi politici tutti da valutare anche sull’altare delle larghe intese. Intanto il Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, ha chiesto a Letta di riferire sulla mancata consultazione dei servizi per questa vicenda.

La relazione di Pansa, le accuse di Scajola e Maroni
Ritornando alla relazione del capo della polizia, a farne le spese rischiano di essere i vertici del dipartimento di Pubblica sicurezza, del Viminale, o della questura di Roma. Tra i più a rischio oltre a Procaccini che ha già annunciato le proprie dimissioni, ci sono il segretario del dipartimento di sicurezza, Alessandro Valeri; il capo della polizia pro tempore, Alessandro Marangoni. Il vicepremier Angelino Alfano, intanto, continua a negare ogni responsabilità. Ma per il ministro dell’Interno i rischi sono concreti, soprattutto se dovesse passare la richiesta di un voto segreto. Il Popolo delle libertà fa intanto quadrato attorno ad Alfano, con falchi e colombe schierati nelle ultime ore ufficialmente al suo fianco. Ma c’è anche una voce fuori dal coro. “Come fa un ministro a non essere informato?”, si chiede l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola in un’intervista al Fatto Quotidiano, sottolineando l’importanza del rapporto di fiducia e del contatto costante con il proprio capo di gabinetto e concordando (“non ci sono spiegazioni alternative”) con l’ipotesi formulata dall’intervistatore, secondo cui Alfano sapeva e ha agito male oppure non sapeva e non controlla il ministero. Simile la presa di posizione di Roberto Maroni: “Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro ha detto il governatore della Lombardia, che poi, scendendo nel particolare, ha sottolineato che il governo non potesse non sapere. “Mi pare difficile – ha sostenuto il leader della Lega – che un’operazione così complessa, rapida e spettacolare sia stata fatta senza che il governo sapesse. Io penso che il governo sapesse”. Maroni, infine, ha apecificato di aver “chiesto chiarimenti anche sull’atteggiamento del ministero degli Esteri, i funzionari avrebbero detto di non sapere nulla dello status di protezione diplomatica della signora: ci sono tanti misteri da chiarire, da cittadino mi auguro vengano chiariti”.

La presa di posizione di Guglielmo Epifani. Franceschini: “La relazione di Pansa sia pubblica”
Più rivolta alle conseguenze politiche la presa di posizione del segretario del Pd Guglielmo Epifani. “Se sapeva e ci sono fatti acclarati va da sè; ma se non sapeva realmente, io mi domando perché è stato fatto a sua insaputa, cosa c’è dietro e sarebbe stato più inquietante” ha detto il segretario democratico. Epifani, poi, ha commentato il passo indietro di Giuseppe Procaccini, sottolineando che le dimissioni del capo gabinetto di Alfano non sono “un fatto usuale, non ricordo uno con un ruolo così importante dimissionario”. Per il resto, ha continuato il leader democratico, “vediamo le carte e capiamo cosa il governo decide di fare e poi faremo una valutazione corretta”. Sulla mozione che chiede le dimissioni di Alfano, per l’ex sindacalista di tratta di un atto “comunque prematuro”: “Qui – ha detto – c’è la corsa a far subito”. Si sarebbe dovuto attendere che il governo riferisse e poi “sulla base di quello si decide la mozione di sfiducia verso chi e perché”. E se Alfano decidesse di dimettersi? A sentire Epifani, in tal caso ci potrebbe essere una crisi di governo: “Immagino che il Pdl trarrebbe qualche conseguenza, ma tutto sta a cose che emergeranno” sulla vicenda.
Il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda, invece, ha specificato che “il Pd deciderà la linea da seguire sul caso Ablyazov-Shalabayeva solo dopo aver ascoltato l’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano”. “Il segretario ha detto che se sapeva va da sè? La penso come lui” ha aggiunto Zanda. Dal fronte Pd nel governo, invece, il ministro Dario Franceschini ha chiesto di render pubblica la relazione del capo della polizia: “Su questa vicenda, nell’interesse di tutti, serve la massima trasparenza – ha detto Franceschini – Per questo il governo ha chiesto che la relazione del capo della polizia fosse resa pubblica dal ministro dell’Interno”.

La nota che fa preoccupare Alfano
Un nuovo dettaglio, intanto, rischia di mettere i bastoni tra le ruote al ministro. I riflettori sono ora puntati su una nota trasmessa dall’ambasciata kazaka alla questura di Roma che alimenta ulteriori dubbi sulla versione ufficiale. La missiva, come spiega il Corriere della Sera, rivela nuovi punti oscuri nella procedura che ha portato all’espulsione delle due persone. In quella lettera la donna viene infatti indicata con il suo nome da sposata e non con quello da nubile che invece era sul passaporto mostrato di fronte ai poliziotti. Il documento ricostruisce la storia del dissidente, indicato come “ricercato inserito nel bollettino rosso internazionale”, e si conclude con la “richiesta di arresto”. Gli addetti dell’ambasciata scrivono che “nel febbraio 2012 in Gran Bretagna, come una decisione della Corte suprema di Londra, gli è stata attribuita la detenzione in carcere per un periodo di 22 mesi per mancanza di rispetto della Corte, ma lui è fuggito dalla giustizia inglese”. Non solo. Nella missiva, dopo aver fornito l’indirizzo “dove Ablyazov attualmente soggiorna”, i kazaki chiedono di “identificare le persone che vivono nella villa. Non è escluso che nella villa conviva sua moglie, cittadina del Kazakistan, Alma Shalabayeva, nata il 15 agosto 1966″. Alla luce del contenuto della nota ci si chiede quindi perché non si decise di fare un ulteriore controllo trasmettendo anche il nominativo completo, così come compariva nei documenti ufficiali messi a disposizione dalla diplomazia, per verificare che si trattava della moglie del rifugiato molitico. I punti da chiarire, quindi, si moltiplicano. Mentre iniziano le scommesse su quali saranno le teste prossime a cadere.

Le nuove accuse del legale di Alma Shalabayeva
”In questa vicenda c’è stata una violazione evidente dei diritti umani e non mi pare neppure del tutto esatto quel che si dice nel decreto di revoca dell’espulsione, cioè che non si sapessero certe cose: chi operava aveva gli elementi per sapere chi fosse Alma Shalabayeva“. Parola di Riccardo Olivo, legale della donna espulsa in Kazakistan, che oggi sarà in audizione dalla commissione diritti umani del Senato. Non solo. “Non abbiamo avuto un vero accesso agli atti e questo è un fatto grave” ha detto Olivo nel corso dell’audizione, in cui ha spiegato che da parte di Alma Shabalayeva ”nella fase precedente al blitz non è stata presentata una richiesta di asilo”, ma questo è stato fatto “nella fase topica, dopo che lei è stata fermata, ma è stato impossibile: questa possibilità ce l’hanno sottratta oltre ad aver sottratto fisicamente la donna prima che iniziasse l’orario di ricevimento al Cie dove poter formalizzare l’istanza.
ilfattoquotidiano.it


Tutto come in passato: pensate al caso Ustica. Tutti gli italiani hanno sempre capito tutto mettendo insieme i fatti  che non hanno potuto occultare e quelli, come i tracciati radar di molti aeroporti militari e non, che hanno occultato. Però attendiamo ancora la "“VERITA' UFFICIALE”!!
Continuano a trattarci da scemi ma gli scemi irresponsabili non siamo noi popolo.
Come difenderci da questi “Cappellai Matti”?
Come ottenere che spariscano dalle poltrone del Potere dove fanno solo danno e ci coprono di vergogna e di ridicolo?
Pensate a Calderoli. Qui stiamo molto peggio di Grillo che affibbia soprannomi come si fa fra i contadini più retrivi dei paesetti: qui siamo alla barbarie del Ku-Klux-Klan e, quest’uomo che somiglia non tanto vagamente ad un suino, si giustifica scusandosi “perché l’ha detto così… era un comizio…”. E che è una giustificazione? Doveva dare biada alle bestie che lo stavano ascoltando in modo da mantenere interessato il suo elettorato? Ha insultato una donna, un medico, un Ministro, per il colore della sua pelle.
A me piace più nera che rosea come la sua suinesca, guarda un po’!!
Come mai cerchiamo tutti di abbronzarci e somigliare quanto più possibile a chi ha la pelle nera? 
Perché nero è bello!  



Nessun commento: