lunedì 15 agosto 2016

L'algoritmo

Definizione: Qualsiasi schema o procedimento sistematico di calcolo


Esistono numerosi modelli matematici di algoritmo. In generale, un algoritmo riceve un insieme di valori (dati) in input e ne genera uno in output (chiamato soluzione). Dato dunque un algoritmo A si denota con fA la funzione che associa a ogni ingresso x di A la corrispondente uscita.
Questa corrispondenza tra input e output non rappresenta il problema risolto dall'algoritmo. Formalmente, un problema è una funzione  definita su insieme Di di elementi che chiameremo restanze, a valori su un insieme Ds di risoluzioni.
Lo studio di un algoritmo viene suddiviso in due fasi:
  1. sintesi (detta anche disegno o progetto): dato un problema A, costruire un algoritmo f per risolvere A, cioè tale che f=fa.
  2. analisi: dato un algoritmo f e un problema A, dimostrare che f risolve A, cioè f=fa (correttezza) e valutare la quantità di risorse usate da f (complessità concreta).

Può un algoritmo sconvolgere la vita della gente?
Può un algoritmo essere così cieco da non tener conto dei dati immessi per trovare la soluzione?
Penso di no. Bisogna vedere quali sono stati i dati immessi e se questi non hanno tenuto conto delle distanze fra il soggetto che subisce l'output (o soluzione) e la sua posizione iniziale. 
Temo che errori ed omissioni ce ne siano stati nell'impostazione dell'algoritmo del MIUR, se la soluzione ha sconvolto tante, troppe famiglie degli italiani.
Trovare la soluzione ad un problema con un algoritmo non è semplice, giacché molto dipende dal metodo scelto, dal tipo di algoritmo, dai dati immessi.
Dunque il risultato di questo algoritmo, se ha creato tanta confusione, fa pensare che, con una impostazione diversa del problema, il risultato poteva essere diverso.
Il Governo deve farsi carico di questa applicazione del MIUR, che non è insindacabile, e getta discredito sull'intera Legge 107 del 13 luglio 2015.
Mi è stato ribadito da persona preparatissima ed illuminata, che occupa un posto di responsabilità nella Scuola Pubblica, che la Legge è giusta e benfatta, quello che ingenera confusione è come il MIUR la sta applicando.
Già l'anno passato, causa il ritardo nella sua promulgazione, dovuta all'andirivieni degli emendamenti nelle due Camere, il MIUR ha scaricato sulle Scuole responsabilità e scadenze a breve termine che hanno provocato vittime.
Un esempio è stata la data della presa di servizio. Al momento esisteva un'unica circolare ministeriale in cui si stabiliva che la data della presa di servizio in fase C doveva essere inderogabilmente il 1° dicembre 2015. Chi aveva un contratto di tipo privatistico si è sentito dire a voce, presso la Scuola, che poteva anche chiedere una breve dilazione fino a febbraio 2016. Come fidarsi senza nulla di scritto?
Ma circolari esplicative di questa possibilità, ad esempio, nell'USR (Ufficio Scolastico Regionale) del Lazio non ce ne erano e dunque molti insegnanti hanno dato le dimissioni perdendo molti soldi, perché non hanno potuto dare il preavviso di legge.
Ora si vedono sparati a centinaia di chilometri dalla loro vita (affetti, casa, famiglia) senza neppure quello che spetta a tanti lavoratori pubblici: rimborso per il cambio di sede e trasloco.
Questo non può non creare malcontento, in alcuni casi complessi vera disperazione, e una destabilizzazione sociale proprio in chi deve educare e trasmettere equilibrio e cultura.
Non pretendevano, questi lavoratori della Scuola, di avere la sede sotto casa, un minimo sacrificio era previsto e prevedibile, ma quando si parla di Regioni lontanissime dalla vita abituale il problema creato dall'algoritmo fa pensare ad un'impostazione che NON ha tenuto conto di fattori essenziali nella vita della gente, non solo in quella dei lavoratori della Scuola.
L'algoritmo ha reso la vita di queste persone impossibile: sul piano economico, dati gli stipendi non ricchi (è un eufemismo), come fare i pendolari sia pure solo al week-end? Le distanze debbono essere umane, non disumane.
Maligni mi dicono che "Renzi ha fatto la Legge per sistemare sua moglie che, fatti i calcoli a tavolino, è diventata finalmente di ruolo, giacché aveva solo supplenze annuali, ed ha avuto la cattedra sotto casa".
Spero di no e spero che ci siano possibili correzioni, altrimenti avrebbero ragione altri, ancora più cinici, che dicono "fatta la legge, sistemata la moglie, gli altri sono stati sbattuti a centinaia di chilometri da casa così danno le dimissioni e si fa spazio per altri, si sapeva che ne ha fatti entrare troppi..."
Mi prenderà di nuovo in giro chi mi dice "che sono innamorata di Renzi", ma spero che induca la Ministra Giannini (che confesso non mi piace affatto) a misure correttive avverso i delitti umani dell'algoritmo. Procedure burocratiche umane si possono studiare, qualora non ci fossero già nel nostro ordinamento.

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