lunedì 2 maggio 2016

Partite IVA di comodo e Partite IVA vere

Non so se sono io che, con l'esperienza di tanti anni di vita, ho acquisito una capacità sempre più sottile di percepire la falsità della nostra informazione televisiva, o se questa è aumentata fino al limite del sopportabile per qualsiasi mente senziente.

Credo che, comunque, i tempi, in cui la povera gente rafforzava gli argomenti di cui parlava con la frase "L'ha detto la televisione!", siano finiti da un pezzo, ma i giornalisti asserviti a poteri vari continuano imperterriti, nella convinzione che qualcuno riescono ad influenzarlo comunque.

Quelli come me non resistono e si alzano e se ne vanno a fare di meglio. Stamane ad Agorà, RAI 3, ho assistito all'ennesima persona invitata per essere indotta a rispondere quello che il conduttore vuole... altrimenti viene interrotta continuamente impedendole di esprimere anche il minimo concetto, ed infine congedata.
Ritengo questo modo di fare irriguardoso nei confronti dell'ospite che, evidentemente, è stato invitato solo per essere usato, ed offensivo per lo spettatore che evidentemente viene ritenuto un cretino manipolabile. 
Gerardo Greco non è nuovo a questo squallido modo di fare "giornalismo" e l'ho già stigmatizzato in un post di molto tempo fa: 
Rita Coltellese *** Scrivere: Affile ha un Sindaco che ammiro

Non è questione né politica, né di parte, ma semplicemente di rispetto degli altri, comunque la pensino!

Dunque stamane Gerardo Greco aveva invitato il Presidente di SOS Partite IVA, un'Associazione che esiste soltanto da un anno, e questi ha provato più volte a parlare delle P.I. come "fonti di produzione del proprio reddito e di eventuale reddito altrui mediante assunzione di lavoratori". Nonostante le reiterate interruzioni operate da Greco che gli hanno impedito di esprimere il suo concetto di Partite IVA, è stato evidente, dai monconi di frasi che è riuscito a ripetere nel tentativo di riprendere il discorso, che egli concepisce la P.I. come un modo di mettere a frutto un'idea che produca reddito, quindi un concetto ATTIVO del LAVORO e, se lo avesse fatto parlare, forse avrebbe detto che il Governo deve alleggerire le pratiche burocratiche e le tasse che soffocano l'INIZIATIVA LAVORATIVA ATTIVA di chi sa produrre da sé il proprio reddito! E questo è ben distinto dall'evasione fiscale che ha caratterizzato e caratterizza certe attività artigianali.
Quindi niente evasione fiscale con un'imposizione più snella ma CHE NON SOTTRAGGA IL REDDITO ARRIVANDO A PORTARSI VIA ANCHE IL 60% IN TASSE E BALZELLI VARI.
Penso che se l'avesse fatto parlare il Sig. Andrea Bernaudo avrebbe potuto dire questo, giacché questa è la realtà dei fatti.
Nulla c'entrano le P.I. che, invece, fanno comodo a certi datori di lavoro, spesso titolari di Studi di Architettura, oppure Legali, oppure Commercialisti che in questo modo coprono un lavoro dipendente di vero schiavismo di laureati, professionisti sfruttati dai titolari di Studio per tutti gli usi e per tante tante ore lavorative, non documentabili proprio perché a questi lavoratori si chiede di aprire una Partita Iva a copertura della loro schiavitù. 
Per contro Greco ha dato la parola al solito tronfio sindacalista che non sa neppure parlare in un corretto italiano, ma è molto ben pagato per il suo ruolo. Il suo intento era mettere Bernaudo in polemica con il sindacalista, ed inutile è stato che egli ribadisse più volte che non voleva entrare in polemica con il sindacalista, interessandogli tutt'altra materia, (che nulla ha a che fare con il parolaio che produce fiato), ma voleva parlare di produrre reddito e lavoro senza essere soffocato dallo Stato che, invece, dovrebbe favorire le persone che hanno il coraggio e le idee per intraprendere una qualsiasi iniziativa. 


Furlan, Barbagallo e Camusso a Genova ieri 1° maggio 2016 - Foto da Repubblica.it


Da: Il Corriere della Sera
di Aldo Grasso

Lo stipendio (nascosto) del sindacalista Barbagallo

Il leader della Uil non mostra la busta paga e attacca l’Inps


«Far e il giornalista è sempre meglio che lavorare», si diceva un tempo. La battuta di Luigi Barzini Jr rischia oggi di essere applicata ai sindacalisti: «Fare il sindacalista è sempre meglio che lavorare». 
Per ragioni retributive, da un po’ di tempo alcuni dirigenti sindacali sono presi di mira. Da quando è in crisi la prassi dell’intermediazione. Da quando si è scoperto che l’ex segretario della Cisl Raffaele Bonanni è uscito di scena con una pensione d’oro ottenuta con sapienti artifizi. Da quando Fausto Scandola, iscritto alla Cisl dal 1968, è stato espulso per aver reso pubblica una lettera in cui denunciava i mega compensi di alcuni dirigenti. Da quando l’Inps ha pubblicato il dispositivo pensionistico dei rappresentanti dei lavoratori che permette loro uscite vantaggiose. 
Nessuno mette in discussione il ruolo dei sindacati, anzi. Nella circostanza, c’è chi ha reagito bene, come Susanna Camusso, dando il via a un’operazione trasparenza (il segretario generale della Cgil guadagna 3.850 euro netti al mese), e chi male, come Carmelo Barbagallo, segretario Uil, che invece di mostrare la busta paga ha attaccato duramente la dirigenza dell’Inps. 
Barbagallo, «chiddu da tuta», quello della tuta. Si racconta che quando faceva il sindacalista alla Fiat di Termini Imerese durante un’assemblea gridò: «Se passa il terzo turno, io torno in fabbrica e mi rimetto la tuta». Gettò la tuta alle ortiche anche se il terzo turno passò. 

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