lunedì 24 marzo 2014

La Casta dei Sindacalisti

Da: www.dorinopiras.it



mar232014

moretti
Penso di non essere stato l’unico ad avere qualche curiosità sulla storia passata di Mauro Moretti, capire come si possano formare certe idee sul rapporto tra il lavoro che uno svolge e il suo salario, soprattutto a fronte del risultato del servizio sotto gli occhi di tutti. Soprattutto avevo un vago ricordo di un Moretti sindacalista e mi rodeva il dubbio. Purtroppo ciò che mi rodeva era corretto, perchè questo Moretti qui è lo stesso che per una decina d’anni ha scalato la CGIL fino a divenirne Segretario nazionale del settore trasporti. In contemporanea galoppava verso i vertici delle Ferrovie dello Stato fino a uscire dal sindacato ed entrare nelle grazie di Necci fino a sostituirlo quando questo cadde in disgrazia. Forse potrebbe essere il famoso caso dell’eterogenesi dei fini: «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali».

Da: Il Messaggero
La protesta di Moretti contro i tagli ai mega-stipendi dei manager: se lo fanno me ne vado

!!!!!!!!!!!!


Appena sentita la notizia, a parte il plauso per Matteo Renzi che ci piace sempre più, il mio sarcastico commento è stato: "Minaccia di andarsene? Prego quella è la porta!"
Poi ho scoperto di essere in buona compagnia in questa opinione.
Ho dedicato molti post alle Ferrovie dello Stato, in particolare a quei servizi che necessitano ai pendolari che, qualora decentemente funzionanti, lascerebbero volentieri l'auto a casa. Ma il Moretti, tanto bravo a promuovere se stesso, dei normali viaggiatori lavoratori, studenti ed altro se ne fotte e lo dimostrano i fatti.
Non di sole Frecce Rosse, Argento ecc. vive l'italiano medio, bensì dei treni locali su cui conta, ma essi non hanno orari, sono notoriamente carri bestiame ecc. ecc..

E si permette pure di parlare Moretti!!!
"Ma va' a da via e ciap!" 
Ora apprendo da questo sito di Dorino Piras che proviene dal sindacalismo!
Eh bravo! Quasi tutti quelli che ritroviamo in posti ambiti ed in politica provengono dal mondo sindacale: hanno usato il potere che veniva loro dall'essere parolai, più o meno con una professionalità (ma anche senza fa lo stesso), per farsi molto bene gli affari loro e della loro discendenza.
L'Italia è stata rovinata dai parolai a discapito di chi sapeva lavorare ed agire.
Basta con le parole e le finzioni: quello che deve contare sono i risultati concreti ed i fatti.



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