sabato 12 maggio 2012

Il mondo di François Cheng

Amo François Cheng, il suo mondo poetico. C'è poesia anche nella sua prosa. Penso che il suo libro più bello in assoluto è Le dit de Tianyi: un romanzo ampio nelle descrizioni dei luoghi, sensibile nella descrizione dei sentimenti, che sa scendere nel dolore imposto dalla vita, mai cercato, con lucida e serena analisi.
Penso che Tianyi sia un poco François o, meglio, Baoyl... Questo è il suo vero nome, quello che scelsero per lui i suoi genitori.
Egli è un Grande anche e soprattutto per la semplicità dei suoi modi: tipico dei Grandi. Non v'è narcisismo in lui, né compiacimento di sé, né affettazione... Semplice e discreta anche la sua compagna di vita: sua moglie.
E' raro incontrare persone di così discreta eleganza.

Mi ha inviato una delle sue Opere in prosa, ancora in francese, non tradotta, edita da Albin Michel: sulla copertina c'è uno dei suoi ideogrammi... Quand reviennent les âmes errantes... questo il titolo.

Vi ricorrono tre figure che mi ricordano la triade di Le parole di Tianyi: lui, il protagonista, Tianyi, l'Amante, Yumei, da lui amata di un amore mai compiuto, e l'amico del cuore Haolang...
Qui la triade è composta da Chun-niang, dolce fanciulla povera vittima degli altri, Jing Ko, uomo d'azione che va incontro alla sua sventura, Gao Jian-li, suonatore, musicista...
Nell'immaginario di Cheng la triade dunque ricorre... c'è amore da parte di entrambi i due maschi per la femmina, ma non c'è gelosia.. bensì accettazione della felicità della coppia che si compone, perché grande è anche l'amore dell'amicizia. 

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