sabato 12 settembre 2020

Dolce, piccolo Gioele...



La Psicologa e Criminologa Roberta Bruzzone mi piace molto e la stimo per i pareri professionali che dà, sempre molto attinenti alla verità dei fatti che poi si evidenzia dando ragione alle sue analisi. In questo caso dice cose ineccepibili sulla psicosi della povera Viviana, evidente per i suoi deliri mistici, che certo non può definirsi depressione come incompetenti giornalisti hanno scritto, parlando di tranquillanti presi poi smessi... Gli antipsicotici non sono tranquillanti... Quanta confusione.. Però, anche se io non ho alcun elemento professionale per non accettare quello che scrive Bruzzone, non penso che Viviana abbia ucciso il suo bambino e poi si sia uccisa. Aspettiamo i risultati dell'esame autoptico totale su lei e la sua sfortunata creatura e sapremo la verità.
Questo ho scritto sotto uno dei post che ho dedicato a questa tragedia sulla mia pagina facebook il 19 agosto 2020.
Indubbiamente la mamma di Gioele ha fatto cose di cui sfugge il senso, mettendo in pericolo il suo bambino, ultima e fatale in ordine di tempo uscire dall'autostrada avventurandosi per sentieri sconosciuti, invece di attendere l'arrivo della Polizia Stradale che avrebbe risolto tutto ed oggi lei e il suo tenerissimo bambino sarebbero ancora fra noi.
Daniele Mondello disperato al momento del ritrovamento del suo bambino

Ma mercoledì 9 settembre sera la mai abbastanza lodata trasmissione "Chi l'ha visto" ha posto all'attenzione di tutti una verità per me scioccante: la famiglia dello sfortunato padre di Gioele, Daniele Mondello, è stata ascoltata in diretta televisiva e, ribadendo che mai Viviana avrebbe fatto del male al suo bambino, ha raccontato quello che hanno vissuto il 3 agosto, giorno dell'incidente di auto di Viviana.
Non hanno potuto raggiungere il luogo dell'incidente a Caronia perché la Polizia li ha fatti uscire a S. Agata di Militello e lì suocero e cognata hanno riferito di essere stati in attesa mentre un ispettore di Polizia parlava al telefono a lungo, senza dire loro nulla. Non hanno così potuto raggiungere il luogo dell'incidente che non sapevano se fosse stato in autostrada o sulla strada statale.
Questo fatto mi appare gravissimo, giacché se i familiari avessero potuto raggiungere il luogo dell'incidente avrebbero potuto cercare nell'immediato Viviana e il bambino e forse sarebbero ancora vivi.
Penso che la notte fra il 3 e il 4 fossero già morti: come avrebbero potuto passare la notte  al buio una donna ed un bambino?
L'incidente c'è stato nella tarda mattinata del 3 e la Polizia è giunta sul posto dopo poco tempo, Viviana già si era avviata attraverso i campi in una zona di arbusti e cespugli, ma c'è stato tutto il pomeriggio e la sera estiva luminosa per poterli cercare..
Perché tenere la famiglia lontana dall'auto di loro proprietà incidentata? Incomprensibile limitazione della loro libertà e dei loro diritti forse fatale..
«Quando sono scomparsi, ci siamo messi in macchina per raggiungere l'autostrada, ma siamo stati bloccati e rimandati a casa. La prima sera era fondamentale, si poteva sentire il pianto del bambino. La notte non c'era nessuno. Sicuramente li avremmo trovati vivi "
Così Mariella, sorella di Daniele e zia di Gioele.
Come darle torto?
Misure incomprensibili da parte di chi dovrebbe aiutarci nei frangenti di pericolo, invece, in questo caso, impedendo ai familiari di raggiungere il luogo dell'incidente, hanno creato una ingiustificabile barriera fra loro e Viviana smarrita nella sua mente insieme al bambino che ha trascinato con lei in un percorso insensato.


Viviana Parisi e Gioele, l’ipotesi dell’aggressione di cani: sulle gambe della dj segni di morsi

Viviana Parisi, la pista dell'aggressione dei cani

Si aggiunge infatti una nuova ipotesi sulla morte di Viviana Parisi e sulla scomparsa di Gioele. Secondo quanto apprende l’Andkronos da ambienti giudiziari, si indaga infatti anche una possibile aggressione del bambino e della donna da parte di uno o due molossoidi, forse Rottweiler, che sarebbero stati visti nella zona.



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1 commento:

Rita Coltellese ha detto...

Una mia riflessione: l'ipotesi dell'aggressione dei cani molossoidi (i 2 rottwiler aventi come base il casolare che si incontra scendendo per il sentiero di terra battuta che presumibilmente Viviana ha preso, e che persone interrogate dalla Polizia hanno detto aver visto troppo spesso vagare liberi) è valida per spiegare perché Viviana non è tornata indietro dopo aver verificato che quel sentiero non portava a nulla: perché lei e il suo bambino sono stati aggrediti subito avendoli purtroppo incrociati sul loro cammino... Non sono mai arrivati alla notte fra il 3 e il 4 secondo me: erano già morti.