domenica 14 febbraio 2016

La sedia assassina e Preside e Professore complici..

Da: La Tecnica della Scuola

Il prof: stavo alla lavagna, ho sentito un tonfo e i ragazzi che ridevano

 Sabato, 13 Febbraio 2016
“Stavo alla lavagna con una ragazza quando ho sentito un tonfo e i ragazzi che ridevano. Mi sono girato e ho visto Christian per terra con la testa tra la sedia, il banco e il muro”.
A parlare, intervistato dall’Ansa, è Lino Di Meo, l’insegnante di biologia, che ha raccontato all’agenzia nazionale Ansa i momenti drammatici della tragedia che si è consumata la mattina del 12 febbraio nell’istituto alberghiero di Roccaraso.

“Mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo e ho visto che respirava a fatica, aveva il viso bianco e a volte non respirava più o in maniera affannosa. Ho cercato di rianimarlo col massaggio cardiaco fino a quando sono arrivati i soccorsi ma ho capito subito che la situazione era molto grave. Il ragazzo è andato in arresto cardiaco 2-3 volte".

Da: Il Centro Edizione L'Aquila

Tre indagati per lo studente morto in aula a Roccaraso: omicidio colposo. Sedia fuori norma: è polemica

Le indagini sul tragico incidente all'alberghiero costata la vita a Christian Lombardozzi (17 anni). Indagati la preside, il docente in aula e il responsabile della società che si occupa della sicurezza. Sopralluogo dei magistrati nella scuola.

Questo evento, dovuto all'abitudine dei ragazzi di inclinare la sedia in cui sono seduti facendo leva solo sulle zampe posteriori della stessa, è soltanto stupidamente sfortunato, come tanti ne accadono, perché si muore anche per stupidità.

Da madre ho ripreso tante volte i miei figli maschi (la femmina era più tranquilla) quando si sbilanciavano in quel modo, temendo che la sedia scivolasse e che loro sbattessero la testa a terra violentemente, picchiando la zona occipitale. Allo stesso modo mi sono sempre raccomandata che non si sedessero sui muretti se dietro c'era un alto dislivello... Tutte raccomandazioni che ogni madre, che sa che la prevenzione è l'unico strumento che ha per difendere e proteggere i suoi figli anche da sé stessi, dalla loro sventatezza giovanile, usa sperando di essere ascoltata, e che usa anche ogni professore con il classico richiamo: "Stai composto!"
Ma poi se quello non obbedisce e lo rifà e cade e muore come si può perseguire il povero professore per omicidio colposo?

La Legge e la Giustizia stanno perdendo la brocca in questo Paese! Anzi, forse l'hanno persa da tempo!
Una ratio la Legge e la Giustizia la debbono avere!
Se viene a mancare questo, e da tempo sta mancando, non c'è più alcuna CERTEZZA DEL DIRITTO, e se manca tale certezza vengono meno anche i dettati COSTITUZIONALI.
Non sono certo un giurista, ma nella ratio della Legge e della Giustizia si tiene sempre conto della buonafede e, credo, del buonsenso.
Cosa si vuole da un Professore? Che insegni. E il Prof. Di Meo lo stava facendo: infatti era alla lavagna.
In cosa quest'uomo ha contribuito alla morte del suo studente?
L'ha soccorso, addirittura facendogli il massaggio cardiaco! Ha chiamato i soccorsi o l'hanno fatto i compagni mentre lui lo soccorreva con i mezzi che aveva.
Dunque?
Qualora si accertasse che la sedia non era a norma: cosa poteva fare il professore per sostituirla? 
Ma, ancora prima, come poteva essere compito dell'insegnante misurare "gli angoli arrotondati, o lo schienale" per stabilire che quella sedia fosse o meno a norma?
Dirò di più! Anche il Preside, pur con l'incrudelimento dei compiti e delle responsabilità gravatigli in capo con la Riforma Renzi, non può sapere se le sedie che gli danno in dotazione il Comune o la Provincia, responsabili, loro sì, degli arredi e della manutenzione degli edifici scolastici, siano a norma o meno.
A ciascuno i propri compiti e le proprie competenze.

La Legge dovrebbe accertare le responsabilità di un evento in base all'omissione di controllo là dove arrivano le competenze di chi deve controllare.

Non può, la Giustizia, ciecamente afferrare un professore o un Preside chiedendogli conto di ciò che non è nelle sue capacità di intervento.
Potevo io professore o io Preside intervenire sulla sedia? O potevano il Comune o la Provincia a seconda del tipo di Scuola?
Purtroppo esistono casi, come quello eclatante del Preside del Convitto de L'Aquila, di condanna per crollo dell'edificio e conseguente morte degli studenti, come se fosse stato compito e facoltà di chi dirigeva il Convitto accertare l'agibilità o meno dell'edificio!! Il Responsabile dell'Ufficio Tecnico provinciale per l'edilizia scolastica ha avuto una condanna di 2 anni, contro i 5 del povero Preside!
Siamo alla follia giudicante! Era nei poteri e nelle competenze del Preside stabilire se l'edificio avrebbe retto alle scosse del terremoto? O era nelle competenze dei geometri ed ingegneri dell'Ufficio Tecnico della Provincia? 

Insomma, si sta ingenerando il concetto che tu sei colpevole anche di ciò che NON POTEVI IMPEDIRE.
Su cosa si basa il Codice Penale? Sulla volontà del singolo di compiere un'azione delittuosa, oppure, in mancanza di tale precisa volontà, sull'omissione all'aver messo in atto tutte le provvidenze affinché il fatto delittuoso non si verificasse.  
A meno che un Giudice non sia pazzo, mi chiedo come possa condannare per Omicidio Colposo il povero professore intento a fare il suo dovere: lezione; oppure il Dirigente Scolastico, ex-Preside, per non aver fatto passare al vaglio del Servizio di Sicurezza tutte le sedie della Scuola, dando per scontato che il Comune o la Provincia gliele avevano fornite fuori norma!

Intanto tutti gli indagati debbono pagarsi di tasca propria un avvocato la cui spesa nessuno gli rimborserà e dovranno vivere con la tensione anche se, ma forse proprio per questo, sono perfettamente innocenti!   

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