sabato 29 agosto 2015

Nessuna Giustizia per il giovane Mohamed Sow

Da: Chi l'ha visto?

Mohamed Sow: Assoluzione definitiva per i datori di lavoro


Torino, 25/8/2015 - La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Verbania contro la sentenza della Corte d'Assise d'appello di Torino che il 9 luglio 2014 ha assolto dall'accusa di omicidio i titolari della ditta in cui lavorava Mohamed Sow, Domenico Rettura e Rocco Fedele. Determinate per la Cassazione "il mancato accertamento del movente". Prescritto il reato di occultamento del cadavere. 
Mohamed Sow



Mohamed è morto, non è scomparso, è stato ucciso ed il suo corpo fatto sparire. Lavorava regolarmente in Italia, era venuto dal Senegal. L'unica cosa che la Giustizia Italiana è stata capace di accertare è che il datore di lavoro gli aveva fatto firmare un foglio in bianco, dove poi aveva fatto scrivere una finta lettera di dimissioni. Ma questo e il fatto che egli aveva mentito nel dire che il ragazzo il giorno della sua scomparsa si era presentato al lavoro dando le dimissioni, non sono state prove sufficienti per la giustizia (il minuscolo non è casuale). Questa la sua triste storia di lavoratore sfruttato:Mohamed Sow, 28 anni, giovane cittadino senegalese da tre anni in Italia, è misteriosamente scomparso da Invorio, un piccolo paese della provincia di Novara, poco distante dal lago Maggiore. La mattina del 16 maggio 2001 Mohamed è uscito, come sempre, per andare a lavorare a Paruzzano, un paese distante circa dieci chilometri. Lavorava in una ditta di rubinetti da bagno, e questa per lui era l'unica fonte di sussistenza. Quel giorno stesso però Mohamed avrebbe deciso di licenziarsi, firmando una lettera che lo stesso datore di lavoro gli aveva già preparato. Una decisione importante, della quale stranamente il ragazzo non aveva parlato con nessuno. Qualcuno racconta di aver sentito litigare i due uomini, una circostanza smentita dal datore di lavoro. Un operaio dello stabilimento ha dichiarato di aver accompagnato Mohamed ad Invorio in macchina alle 18,30, lasciandolo a circa cento metri dalla sua abitazione. Non solo il giovane non è mai arrivato a casa, quello che è davvero incredibile è che nessuno lo ha visto passare. Eppure a quell'ora, nel paese, c'è sempre molta gente, e tutti lo conoscono perfettamente. Svanito nel nulla, dunque, con indosso la tuta da lavoro e senza il passaporto, che è rimasto a casa. Tra chi lo conosce, non c'è una sola persona che creda a un suo allontanamento volontario.

8 gennaio 2002

Le indagini condotte dalla procura di Verbania sulla scomparsa di Mohamed Sow hanno svelato una terribile verità. Il suo datore di lavoro, Domenico Rettura, aveva raccontato che il giovane aveva firmato spontaneamente una lettera di dimissioni. Ma con un approfondito esame tecnico si è scoperto che si trattava di un falso: il giorno dopo la scomparsa di Mohamed, Rettura si era infatti recato allo studio che teneva la contabilità della ditta con un foglio bianco firmato dal ragazzo senegalese, per farselo "completare" con una falsa lettera di dimissioni. I rilievi della polizia scientifica hanno successivamente portato a una drammatica scoperta. Nella fabbrica sono state trovate evidenti tracce di sangue: con la prova del Dna si è arrivati alla conclusione che si trattava proprio del sangue del povero Mohamed. "Quel 16 maggio - spiega Fabrizio Argentieri, sostituto procuratore del tribunale di Verbania - il ragazzo probabilmente è stato trattenuto con una scusa, ed è stato ucciso. Il suo corpo è stato poi occultato da qualche parte dove è molto difficile che venga trovato. La molla scatenante dell'omicidio sarebbe stata una discussione avvenuta perché Mohamed si era lamentato per dei soldi - poche decine di migliaia di lire - che non gli erano stati riconosciuti in busta paga". Domenico Rettura, e il suo dipendente Fedele Rocco - quello che aveva raccontato di aver accompagnato Mohamed ad Invorio il giorno della scomparsa - sono indagati per omicidio volontario. Il datore di lavoro e l'operaio hanno sempre respinto con decisione ogni accusa nei loro riguardi. Attualmente si trovano in libertà perché l'ordine di carcerazione del tribunale di Torino è sospeso in attesa che diventi esecutivo.

12 luglio 2004

Il 23 giugno scorso il Giudice per l'Udienza Preliminare ha disposto il rinvio a giudizio di Domenico Rettura e Fedele Rocco, attualmente latitanti, per il 7 ottobre prossimo presso Corte d'Assise di Novara. Il corpo di Mohamed Sow non è stato ancora ritrovato.

21 febbraio 2005

Dopo oltre tre mesi di udienze, la Corte d'Assise di Novara ha assolto Domenico Rettura e Rocco Fedele, accusati di omicidio volontario aggravato. La Corte ha anche revocato l'ordinanza di custodia cautelare a suo tempo emessa e alla quale i due erano sfuggiti rendendosi latitanti dal 2002. E' stato assolto dall'accusa di favoreggiamento anche un terzo imputato, Massimiliano Surace (Ansa).

Il 6 marzo 2009 la Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza della Corte d’Assise di Novara ed ha condannato a 16 anni di carcere Domenico Rettura e Rocco Fedele per omicidio preterintenzionale. A questa conclusione si e’ giunti grazie alle indagini condotte dal RIS di Parma.

19 giugno 2010

E' stata annullata dalla Cassazione la condanna per omicidio inflitta dalla Corte d'Appello ai due imprenditori processati per il giallo della scomparsa di Mohamed Sow. Sarà necessario un nuovo processo. A dare notizia della pronuncia della Suprema  Corte è l'avvocato Antonino Napoli, difensore degli imputati insieme al collega Alessandro Gamberini. Domenico Rettura e Rocco Fedele erano stati condannati a sedici anni per omicidio preterintenzionale. La tesi era che Sow fosse stato aggredito durante una discussione per delle somme di denaro non presenti nella busta paga. Il corpo, poi, venne nascosto. Rettura e Fedele, però, hanno sempre negato questa ricostruzione dei fatti.

9 luglio 2014

Sono stati assolti dalla Corte d'Assise d'appello Domenico Rettura e Rocco Fedele, originari di Taurianova (Reggio Calabria), i due imprenditori processati per la scomparsa di Mohamed Sow, l’operaio senegalese scomparso il 16 maggio 2001 da Invorio (Novara).I titolari della ditta di lucidatura metalli di Paruzzaro dove lavorava il senegalese erano accusati di omicidio preterintenzionale.

25 agosto 2015

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Verbania contro la sentenza della Corte d'Assise d'appello di Torino che il 9 luglio 2014 ha assolto dall'accusa di omicidio i titolari della ditta in cui lavorava Mohamed Sow, Domenico Rettura e Rocco Fedele. Determinante per la Cassazione "il mancato accertamento del movente". Prescritto il reato di occultamento del cadavere.

Questa è la giustizia che un Paese, che vuole dirsi civile, ha riservato a questo giovane che lavorava e che si era ribellato per quello che dalla paga gli era stato sottratto. Dopo aver reclamato un suo diritto egli è scomparso.
Dopo 14 anni la giustizia fallimentare italiana si conclude con un nulla di fatto.

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