domenica 9 agosto 2015

Morire imbrattando le Cose Pubbliche

Da: Repubblica.it Torino

Writer travolto e ucciso da un treno mentre fa un graffito su un vagone

Il dramma nella notte ad Arona: la vittima aveva 20 anni e abitava a Somma Lombardo. L'allarme dagli amici

Travolto da un treno merci mentre stava dipingendo con lo spray su un vagone. Così è morto stanotte alla stazione di Arona, sul lago Maggiore, un writer di Somma Lombardo. Si chiamava Edoardo Baccin, aveva vent'anni. È stato investito dal un treno cargo mentre con altri tre amici stava dedicandosi alla sua passione: disegnare graffiti. Sono stati gli altri tre coetanei - con i quali spesso Edoardo andava alla stazione di Arona a disegnare - a dare l'allarme ma quando sono arrivati i soccorsi per il ragazzo non c'era più nulla da fare.
I carabinieri hanno ricostruito la dinamica in questo modo: Edoardo Baccin era sui binari quando ha sentito avvicinarsi una motrice e si è nascosto sotto il treno fermo in stazione. Il rumore della locomotiva ha coperto quello del treno merci che arrivava subito dopo. Lui non si è accorto di questo secondo convoglio ed è uscito dal suo nascondiglio troppo presto: il macchinista lo ha visto, ha cercato di frenare, ma non ha fatto in tempo.

L’incidente che ha causato disagi nella circolazione dei treni sulle linee Domodossola-Milano e Arona-Milano. Nove treni regionali hanno subito ritardi fino a 50 minuti, altri quattro sono stati cancellati. Ritardi anche per un Euronight diretto a Parigi. Sul posto sono arrivati anche i genitori del ragazzo. Il padre, Marco Baccin, è stato un professionista di ciclismo.

Non è chiaro se Edoardo Baccin stesse disegnando con lo spray la fiancata di un treno fermo, come emerso in un primo momento dalla ricostruzione dei carabinieri, o se si fosse incamminato lungo i binari per ammirare il graffito di qualcun'altro. "I ragazzi non erano lì per disegnare", racconta Carla Tognella, mamma di uno dei quattro writer. I quattro ragazzi costituivano un gruppo di writer piuttosto affiatato. Erano conosciuti dalle forze dell'ordine del posto per i loro frequenti blitz nelle aree ferroviarie. Sembra che al momento dell'incidente Edoardo fosse lontano dai suoi tre amici, che hanno assistito alla scena e che ora sono sotto choc.

L'incidente è avvenuto poco prima delle 4. "Abbiamo preso la macchina e siamo andati a bere qualcosa, come facciamo spesso", hanno detto gli amici della vittima ai carabinieri, che li hanno ascoltati a lungo. "Non volevamo fare nulla di male, ci piace solo disegnare con le bombolette", hanno aggiunto tra le lacrime. Ad un certo punto Edoardo, il più appassionato dei writer, si è allontanato dagli amici e si è incamminato sui binari. Qualche minuto dopo il tragico incidente, con il macchinista del treno merci che prova a frenare, ma riesce a fermare la corsa del convoglio soltanto dopo un centinaio di metri. "Abbiamo sentito un rumore strano, non lo saprei descrivere, e abbiamo capito che era capitato qualcosa - hanno detto gli amici -. Edoardo non si trovava più e anche al cellulare non rispondeva".
Sulla sciagura c'è già una presa di posizione del Codacons che in un comunicato denuncia come "le istituzioni siano incapaci di fermare il fenomeno dei writer: questa è una morte annunciata".  Ma spesso si associa la parola writer a quella di vandalo. E gli amici di Edoardo si ribellano: "Il disegno era tutta la sua vita. Non chiamatelo vandalo, era un bravissimo ragazzo". Lo stesso messaggio parte da "The corner of the bomber", il negozio di Somma Lombardo frequentato dalla vittima: "Era un ragazzo solare, che amava l'arte e che aveva una grandissima passione per il writing".



La morte ci aspetta tutti, ad ogni età e nei modi più diversi e fantasiosi. E' crudele quando non è in alcun modo cercata ed arriva per colpa di altri, o per disgrazia, tipo un fulmine che ti incenerisce mentre passeggi su una spiaggia anche se ancora non piove: ricordo di un giovane che morì così, mentre aveva accanto a se la moglie incinta...
Puoi allora dire che è il fato, a cui nessuno di noi può sfuggire.
Ma non è il caso di questo giovane che a 20 anni non trovava niente di meglio che andare ad imbrattare i treni, oggetti costosissimi di proprietà pubblica. Trovo allucinante quello che scrivono queste due giornaliste e quello che dice con imbarazzante franchezza la madre di uno degli imbrattatori abituali: parla di DISEGNARE.
A me è sempre piaciuto disegnare. Volevo fare per questo il Liceo Artistico. Mio padre, uomo pratico, la pensava diversamente e così gli obbedii ed è rimasto solo un hobby. Ho una figlia e dei nipoti che disegnano molto bene... Ma noi usiamo tele, colori, fogli e matite che compriamo con i nostri soldi. Ci sembrerebbe pura pazzia andare a sfogare questo bisogno sui muri altrui, sui treni ecc. ecc.. Qui, invece, vogliono farlo passare come normale: andare alle 4 del mattino girando armati di bombolette spray (per altro costose) come ladri, nascondendosi nel buio a "disegnare" sui finestrini, sulle fiancate... Senza pensare che da quei finestrini nessuno potrà vedere l'esterno.
Qui si parla di pazzie facendole passare per normali!
Morire a 20 anni così poi... Forse era meglio che avesse acquistato tele e colori e avesse dipinto a casa sua, o all'aperto in un parco montando un cavalletto come hanno sempre fatto i VERI artisti di tutti i tempi.

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