sabato 11 luglio 2015

Non vedo dove è lo scandalo...

Da: Il Giornale.it

Le confidenze dell'allora neosegretario Pd al generale amico svelano le trame del rottamatore per la scalata a Palazzo Chigi, poi riuscita a febbraio del 2014


Solo ora si capisce che cosa c'era dietro il gelo della «cerimonia della campanella» del 22 febbraio 2014, quella in cui un cupo Enrico Letta passò le consegne al nuovo premier Matteo Renzi, senza mai guardarlo negli occhi.
«Lui non è capace - diceva un mese prima l'attuale capo del governo al comandante interregionale della Guardia di finanza Michele Adinolfi, in una telefonata intercettata e pubblicata in prima pagina da Il Fatto quotidiano - non è cattivo, non è proprio capace. E quindi... però l'alternativa è governarlo da fuori...».
Renzi si riferisce a Letta, naturalmente, e concorda con il generale che «sarebbe perfetto» per il Quirinale. Ma di mezzo c'è l'età, perché ha 46 anni e un presidente della Repubblica deve averne almeno 50. «L'unico problema - dice il leader Pd- è che... bisogna aspettare agosto del 2016. Quell'altro non c'arriva, capito? Me l'ha già detto». Qui si tratta di Giorgio Napolitano, chiamato «il numero uno», che «vuole andar via» ed è contrario a favorire la staffetta. La proposta verrà rifiutata da Letta, che non si fida, e tutto salta.
In questa clamorosa telefonata dell'11 gennaio 2014, giorno in cui Renzi compie 39 anni, i carabinieri del Noe di Roma ascoltano i due perché Adinolfi in quel momento è indagato (poi ci sarà l'archiviazione) e intercettato dal pm di Napoli Henry John Woodcock, per una presunta fuga di notizie, nell'inchiesta sulla Cpl Concordia per la metanizzazione di Ischia che ha portato all'arresto del sindaco Pd Ferrandino. Il «rottamatore» è amico di Adinolfi che alle 9 e 11 lo chiama sul suo cellulare (intestato alla fondazione Big Bang) per fargli gli auguri. Sono tanto in intimità che, tra battute sul calcio, Renzi gli rivela il piano che sta seguendo e si sbilancia nel suo pesante giudizio su Letta, precisando che Silvio Berlusconi, al contrario di Napolitano, sarebbe d'accordo sull'ipotesi di offrire a Letta il Quirinale, perché si faccia da parte senza troppe storie. Una contropartita.
«Cosa penso delle frasi e dei comportamenti di #Renzi rivelati dal fattoquotidiano oggi? Si commentano da soli», è il commento aspro su Twitter dell'ex premier definito «incapace». Letta non dice altro e il suo silenzio è carico di risentimento.
Le intercettazioni pubblicate dal Fatto fanno parte del voluminoso materiale trasferito per competenza dal tribunale del Riesame di Napoli alla procura di Modena. «Non hanno alcuna rilevanza penale - precisa il procuratore aggiunto reggente di Modena, Lucia Musti - né tantomeno riguardano l'inchiesta sulla metanizzazione d'Ischia della quale ci occupiamo». Però, nessuno ha stralciato ciò che non serviva, né sono stati messi degli omissis nelle 500 pagine del rapporto finale, trasferito per intero e a disposizione delle parti senza più alcun segreto. «Con gli atti - spiega la Musti- è stata inviata un'informativa conclusiva dei carabinieri, nella quale si dava contezza della complessiva attività investigativa svolta e, dunque, anche delle intercettazioni effettuate che, a volte, vengono registrate al fine di assicurare la continuità anche se non hanno rilevanza penale». Forse, adesso che ne è diventato vittima pure lui, Renzi farà presto la riforma contro l'abuso delle intercettazioni.
È il giorno, del 2014, in cui l'allora segretario del Pd Matteo Renzi lancia su Twitter l'hashtag #enricostaisereno, per tranquillizzare il premier rispetto ai boatos che dicono che lui sta per silurarlo. La telefonata intercettata tra Renzi e Adinolfi è dell'11 gennaio
È il giorno, del 2014, in cui Enrico Letta, altro che «staisereno», presenta le dimissioni da Palazzo Chigi. A sfiduciarlo, costringendolo di fatto alla resa, è la direzione del suo partito, il Pd, il cui segretario, Matteo Renzi, è pronto a prendere il suo posto
Sono i giorni di Enrico Letta presidente del Consiglio. Il governo Letta, arrivato dopo quello guidato da Mario Monti, è cominciato il 28 aprile del 2013 e si è concluso ufficialmente il 22 febbraio del 2014, col passaggio di consegne tra Letta e Matteo Renzi
Sono le volte da ministro di Enrico Letta, senza contare l'interim di poche settimane all'Agricoltura mentre era premier. È stato alle Politiche comunitarie tra il 1998 e il 1999 e all'Industria tra il 1999 e il 2001. È stato pure sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
E dove sarebbero le "trame"?
Dove lo scandalo?
Matteo Renzi, parlando al telefono con una persona amica, intercettata per l'indagine sulla metanizzazione di Ischia da cui è poi risultata estranea, esprime un'opinione su Enrico Letta condivisa da molti, dati i fatti.
Letta aveva accettato l'incarico di fare il governo con queste parole: "Non voglio galleggiare."
Per fortuna che l'ha detto perché poi galleggiava proprio!
Dove l'azione? Dove l'incisività? Mi pare che assistendo al "galleggiamento" senza nuoto Renzi si è anche dato da fare per lui segnalandolo per la Presidenza della Repubblica, ruolo che debbo dire anch'io gli vedo addosso: per il suo stile misurato soprattutto.
Che si sia offeso e che qualcuno che non può vedere Renzi ci sguazzi è roba di bassa lega: lui faccia pure l'offeso, addirittura dimettendosi da parlamentare, ma in futuro se gli offrissero la Presidenza della Repubblica vedremo se non l'accetterà...
I giornali che ci sguazzano, inventando trame e additando Renzi per aver espresso un parere condivisibile dati i fatti, sono stupidamente di parte. 
Quanto alle intercettazioni rivelatesi inutili ai fini dell'inchiesta su Ischia, ma utili per poter dimostrare "quanto è cattivo Renzi col compagno di partito", mi tornano in mente quelle di Napolitano, intercettato tramite la chiamata di Nicola Mancino, fatte cancellare... Anche se ai fini di quella inchiesta, per la quale Mancino era intercettato, sarebbero state più che interessanti...
Ma si sa come vanno le cose nel Paese... La realtà è sempre manipolabile secondo la parte in cui si sta.
Rare le persone super partes la cui opinione, per questo, è da tenere in considerazione.
Cosa doveva fare il Segretario del PD secondo questi ipocriti?
Lasciare che Enrichetto galleggiasse mentre l'Italia "si impaludava" sempre più?

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