giovedì 2 luglio 2015

Con tutta la simpatia per Matteo... però...



Cari compagni e amici del PD,
da domani l'Unità torna in edicola. Era un mio impegno personale, oggi è una promessa mantenuta.
Ha poco senso oggi piangere sul latte versato (e sui tanti denari versati). Purtroppo le vicende del passato non si possono sistemare. Ma il futuro è nelle nostre mani. E allora abbiamo lavorato con passione – grazie innanzitutto al tesoriere del PD Francesco Bonifazi, alla proprietà, al direttore Erasmo d'Angelis – per riportare in edicola questa testata gloriosa. Per darle un futuro. Perché la nostalgia è un sentimento nobile, ma costruire la speranza è ancora più bello.
Non sarà solo l'Unità cartacea. Ma anche il sito, la web-tv (Unità TV prende il posto di YouDem), le feste che già dallo scorso anno sono tornate a chiamarsi Festa dell'Unità. Abbiamo bisogno di un partito che rafforzi i suoi ideali ma anche la sua organizzazione. La discussione partito liquido-partito solido non ha senso: ormai la differenza è tra un partito organizzato bene e uno organizzato male. E noi dobbiamo migliorare a Roma, come in ciascuno dei circoli.
Ho chiesto che l'Unità sia uno spazio di libertà, di confronto, di discussione. Che ci aiuti a raccontare l'Italia bella, quella che non si arrende, quella dei tantissimi circoli che fanno iniziative di livello, quella del volontariato e dell'associazionismo. L'Unità che vuol bene all'Italia.
Vorrei che gli iscritti e i circoli la sentissero come loro patrimonio. Non solo dando una mano sia negli abbonamenti che nella diffusione alle feste. Ma anche partecipando. Scrivendo, commentando, criticando, proponendo.
L'abbiamo riportata in edicola. Adesso tocca a tutti noi averne cura.
Conto, come sempre, sul vostro impegno
Grazie,
Matteo




Da: La Repubblica - 24 marzo 2015

L'Unità, via libera del tribunale alla riapertura

Il giornale potrà tornare in edicola. L'annuncio dato su Twitter dal tesoriere del Pd Francesco Bonifazi

Il concordato, per evitare il fallimento della Nuova Iniziativa Editoriale, attuale proprietaria della testata, era stato modificato dopo la decisione del collegio dei giudici di configurare l'operazione come una cessione di ramo d'azienda e non come una semplice vendita della testata. Ciò aveva aperto la strada all'accordo siglato tra la nuova proprietà e il cdr, che prevede la riassunzione dalla vecchia redazione, composta da 56 giornalisti (in cassa integrazione a zero ore per due anni), di 16 giornalisti con rapporto di lavoro dipendente (10 a Roma e 6 a Milano) e 9 giornalisti con rapporto di collaborazione. Sarà il direttore ad avviare i colloqui e fare le scelte. I poligrafici riassunti saranno invece 4.

La cordata, che fa capo a Guido Veneziani, editore di magazine come 'Stop' o 'Vero' (detentore del 60% delle quote), vede in campo anche il Gruppo Pessina, che comprende non solo le aziende di costruzioni ma anche le acque minerali (detentore del 35%), e il Pd con la Fondazione Eyu, acronimo di Europa-Youdem-Unità (con il 5%). L'offerta è di dieci milioni per l'iniziale affitto del ramo d'azienda (con un canone di 90 mila euro al mese) e la successiva acquisizione definitiva, che dovrebbe avvenire dopo l'indizione di un'asta a dicembre. Le somme dovrebbero servire a soddisfare solo parte dei creditori della Nie, gravata da debiti totali per oltre 20 milioni di euro.

"Il via libera del Tribunale alla riapertura dell'Unità è una buona notizia per i giornalisti del giornale e per tutta l'editoria, che sta attraversando una crisi senza precedenti - ha commentato Stefano Pedica del Pd - L'auspicio ora è che il giornale torni presto in edicola e che vengano salvaguardati tutti i posti di lavoro. Neanche una persona deve restare a casa".


La politica è necessariamente compromesso... Purché sia a fin di bene. Nel senso che se Matteo, che firma la lettera che mi è giunta nella posta di oggi, si deve piegare a tante cose per arrivare al fine di rendere un buon servizio al Paese, come lo vedo io, posso abbozzare.
Per il resto BASTA all'editoria finanziata con soldi pubblici: BASTA!!
Dall'articolo esplicativo di La Repubblica SEMBRA che di soldi pubblici non ce ne siano e che quel 5% del Partito sia, probabilmente, quello che ancora rimane nelle casse dei partiti, dopo la ventilata abolizione del finanziamento pubblico, rispettosa dell'esito del Referendum...
Staremo a vedere.
Per ora noto ancora una volta come certa gente si ricicli invece di andare a casa, come pare che faranno i parlamentari del M5S per non vivere di Politica soltanto: Stefano Pedica, naufrago dell'IdV, pur di essere rieletto ha cambiato di nuovo la casacca e il PD, che si prende tutto, pure Nencini PSI, se lo è preso.
Staremo a vedere... 

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