venerdì 10 luglio 2015

Atroce

Da: La Repubblica.it

Bimbo morto nel metrò a Roma, tre denunciati per omicidio colposo

Si tratta di un addetto Atac e di due vigilantes. Indagano i carabinieri
Sono tre al momento le persone denunciate per la morte del bambino di 4 anni precipitato ieri nel vano ascensore della stazione Furio Camillo della metro di Roma. Si tratta di un addetto Atac e di due vigilantes denunciati per concorso in omicidio colposo. Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri.

Il piccolo Marco era con la madre, Francesca Giudice 43 anni,  quando è salito in ascensore per scendere sulla banchina. L'elevatore però si è bloccato, scene di panico e malori tra i passeggeri. Un addetto alla sicurezza ha provato a mettere in atto una procedura di emergenza, cercando di allineare l'ascensore bloccato a un altro per far trasbordare i passeggeri. Le porte si sono aperte all'improvviso e tra i due elevatori c'era uno spazio al centro di oltre un metro, una sorta di intercapedine che è stata fatale per il ragazzino.

E' stato un attimo. Il bimbo, forse in preda alla paura, si è divincolato ed è precipitato per 20 metri. E' piombato nella tromba dell'elevatore, ma quando sono arrivati i vigili del fuoco per il piccolo non c'era ormai più niente da fare.

Disperata la madre, tra le urla di dolore e le lacrime: "Me lo sono visto scivolare e morire mentre gridava e cadeva nel vuoto" ha detto, raggiunta dal marito, Giovanni Grandefronte, libraio a Roma, in quella metro dove la loro vita è stata distrutta.



Atroce per chiunque sappia cosa vuol dire amare figli e nipoti.

Povero piccolo, non si sa se poi le cose sono andate come scrive "La Repubblica" o come scrivono le versioni di altri giornali: se si sia divincolato o se è sfuggito dalle mani di chi lo trasbordava. Comunque non c'è più ed è morto in un modo orribile gridando di paura. Povero amore.
La madre avrà d'ora in poi un'altra vita ed è difficile immaginare se ce la farà a sopportarla... Il padre anche.. ma lei nella sua disperazione avrà anche inevitabili sensi di colpa.
Cosa si può trarre da tanto dolore?
Solo l'insegnamento che a volte è meglio aspettare soffrendo un male minore che volere un sollievo immediato.
Ma questa è la "scienza del poi" di cui son piene le fosse!
Altro insegnamento può essere che noi italiani gettiamo sempre il cuore in avanti come popolo, piuttosto che attenerci alla disciplina, ai protocolli che, se sono stati codificati, c'è una ragione: l'esperienza e la riflessione. Qualora nell'applicarli rivelino errori vanno cambiati, giacché la teoria va comunque sempre provata meglio nell'esperienza pratica, ma i protocolli servono.
L'agente di stazione o responsabile di stazione, non si sa il grado, doveva attenersi ai protocolli e non chiedere l'aiuto dei vigilantes per effettuare un'operazione tecnica che non era di loro competenza. Solo i tecnici della manutenzione degli ascensori e i Vigili del Fuoco potevano compiere un'operazione del genere: nessun altro.
Ma ormai è troppo tardi. 

Nessun commento: