giovedì 2 aprile 2015

Politica dissennata e familista

Dal 1998 al 2013 nascita e morte di IdV.


Alle elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio Rivoluzione civile raccoglie il 2,2% di voti alla Camera e l'1,8% al Senato: non riesce ad eleggere nessun deputato e nessun senatore e lo stesso Antonio Di Pietro resta quindi fuori dal Parlamento. Negli stessi giorni delle politiche si svolgono anche le elezioni regionali in tre regioni: alle regionali laziali l'IdV appoggia il candidato di Rivoluzione Civile Sandro Ruotolo, ma non viene eletto nessun consigliere regionale; alle regionali lombarde aderisce alla coalizione di centro-sinistra a sostegno di Umberto Ambrosoli, ma anche in queste elezioni viene eletto nessun consigliere; alle regionali in Molise invece viene eletto come consigliere il primogenito di Di Pietro, Cristiano.


Oggi


Ignazio Messina presenta Davico, "confronto costruttivo con governo" L'Italia dei Valori, con l'adesione dal gruppo Gal del senatore Michelino Davico, torna a Palazzo Madama,  

Da: CN Targato CN - Quotidiano on-line della Provincia di Cuneo

POLITICA | mercoledì 01 aprile 2015, 06:31

L’incredibile “pesce d'aprile” di Michelino Davico: un tempo sottosegretario agli Interni della Lega Nord, oggi senatore dell’Italia dei Valori



Il 51enne braidese sposa il partito “dei magistrati” proprio mentre la Procura di Torino indaga su un presunto finanziamento sospetto da 50mila euro alla “Monviso-Venezia”, la società presieduta da Davico ed organizzatrice del “Giro ciclistico della Padania”

Michelino Davico, a destra, qui con Renzo Bossi sul palco del "Giro ciclistico della Padania"
Niente futuro in casa Angelino Alfano – sotto la bandiera del Nuovo Centro destra – per Michelino Davico come invece si voleva e si vociferava da tempo. Bensì l’Italia dei Valori di quell’Antonio di Pietro che la cronaca ricorda più per essere stato il PM dell’inchiesta milanese soprannominata “Mani pulite” che non per il suo peraltro neppure troppo lungo fare parte del Senato della Repubblica. Cinquantaquattro anni da un mese esatto, Davico era stato eletto alle ultime politiche nelle liste della Lega Nord ma è passato nel gruppo Misto dopo aver votato la fiducia al governo di Enrico Letta. In passato, con il quarto Governo Berlusconi aveva ricoperto il prestigioso incarico di sottosegretario all’Interno. Ora quello che un tempo, quando ancora si era soliti stupirsi dei cambi di casacca a partita iniziata, si sarebbe chiamato il “salto della quaglia”.
Che è così strano ed abnorme da odorare di “pesce d’aprile” lontano un miglio.

Il dettato Costituzionale "senza vincolo di mandato", secondo i Padri Costituenti, doveva essere una cosa buona: una garanzia che, qualora il Partito nelle cui liste si era stati eletti avesse fatto scelte non compatibili con la propria coscienza, il deputato o senatore poteva discostarsene ed esprimere liberamente il proprio voto alla Camera o al Senato della Repubblica.
Ma, nel degenerare dei valori in questa nostra Società senza etica, questo dettato Costituzionale è diventato la scusa per giustificare il più vieto opportunismo.
Di esempi gli Italiani ne hanno sotto gli occhi tutti i giorni e capiscono benissimo le ragioni VERE che stanno dietro a questi "salti della quaglia".
Ne sorridono ormai con realistico inevitabile cinismo.
Di fronte a questa deriva del costume, anche politico, verso un'etica inesistente il disincanto è inevitabile. 
In questo singolarissimo caso un Partito, quel che rimane di Italia dei Valori, che è rimasto fuori dal Parlamento alle ultime politiche (secondo me più che meritatamente), rientra solo perché un individuo, chissà con quali speranze e future promesse, decide di aderirvi.
E' un voto in più da giocarsi bene! 
Gli Italiani idealisti, onesti e puliti hanno poche speranze di essere rappresentati.
Il M5S, ancora pulito, continua a "pazziare"...
Renzi, a cui ho voluto dare fiducia, comincia a tirare fuori riforme a me non comprensibili: non che me ne importi granché della riforma RAI, come penso alla gran parte della gente che ha ben altri problemi,  ma renderla più libera nel governarla con 2 designati dal Governo, 2 dalla Camera, 2 dal Senato, e 1 solo dai lavoratori RAI è un pesce d'aprile anche questo?!  

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