domenica 27 luglio 2014

Delitti mai archiviati

Da: Varese News
Omicidio di Lidia Macchi, la procura chiede il processo per Piccolomo
Dopo 27 anni c'è una svolta nelle indagini per l'omicidio della giovane varesina trovata morta nei boschi di Cittiglio nel gennaio del 1987. I pm sostengono sia stato l'autore del delitto delle mani mozzate

Da: La Provincia di Varese

Delitto Macchi, ecco la svolta - La Procura accusa Piccolomo
Omicidio di Lidia Macchi, clamorosa svolta: la Procura di Milano chiude le indagini e chiede il rinvio a giudizio per omicidio volontario nei confronti del killer delle “mani mozzate” Giuseppe Piccolomo. È già in galera con una condanna all’ergastolo per aver ucciso Carla Molinari, una pensionata di Cocquio Trevisago. Chiesta l’archiviazione invece per don Antonio Costabile, il sacerdote amico di Lidia che era stato a suo tempo indagato, ma che risulterebbe a questo punto estraneo ai fatti.
Lo ha rivelato ieri pomeriggio Tgcom24: il sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda ha depositato l’avviso di chiusura delle indagini per il delitto Macchi, chiedendo il processo per Pippo Piccolomo e l’archiviazione per don Antonio Costabile.
Forse finalmente la famiglia Macchi potrà conoscere la verità su uno dei più intricati e delicati “cold case” della nostra provincia.
Il caso era stato riaperto lo scorso autunno, sulla base della denuncia delle figlie di Piccolomo, Cinzia e Tina, che sostenevano da anni di essere convinte della colpevolezza del padre in quanto ricordavano di averlo sentito più volte, quando erano piccole, vantarsi di quel delitto. Dopo che la testimonianza era stata riportata dalla trasmissione televisiva di Mediaset “Quarto grado”, lo scorso novembre, i familiari della vittima avevano scritto alla Procura Generale di Milano, chiedendo un’avocazione dell’indagine, formalmente mai chiusa dalla Procura di Varese, con la speranza di arrivare ad un pronunciamento finale sulla vicenda.
Dopo un’attenta valutazione del caso, il sostituto procuratore Carmen Manfredda aveva aperto un fascicolo per omicidio volontario nei confronti di Piccolomo, che nel frattempo è in carcere. Formalmente si trattava di una continuazione delle indagini compiute a Varese, senza giungere ad una conclusione.
A questo punto, con la richiesta di rinvio a giudizio per Piccolomo, arriva una svolta inaspettata, perché le parole del killer di Cocquio Trevisago erano finora state ritenute delle possibili “spacconate”, poco credibili. Invece con questo atto di chiusura delle indagini, la Procura generale ritiene di aver raccolto sufficienti indizi contro l’uomo, per poterne chiedere il rinvio a giudizio. A Piccolomo la Procura contesta le aggravanti di «aver agito con premeditazione, di aver commesso l’omicidio per occultare il reato di violenza sessuale» e la «particolare crudeltà».
Tra gli elementi a sostegno dell’accusa di omicidio volontario, ci sarebbero anche le somiglianze rilevate con l’omicidio di Carla Molinari: simile dinamica e depistaggio. E ancora, l’imballaggio utilizzato per coprire il corpo della vittima, e la vicinanza tra l’abitazione di Piccolomo e il bosco di Sass Pinì, dove fu ritrovato il corpo senza vita di Lidia Macchi. Ma tra gli indizi a carico del “killer delle mani mozzate” ci sono anche una serie di scoperte fatte dalla trasmissione “Quarto Grado”.

Da: Il Corriere della Sera

«A uccidere la ragazza scout fu il killer delle mani mozzate»

Chiuse le indagini, un prete scagionato dopo 27 anni

Da questo blog:

martedì 26 novembre 2013

La Donna, la violenza: lotta per la civiltà


Rimando a questo post di 8 mesi fa le mie riflessioni che ora si concretizzano con un rinvio a giudizio di questo assassino che poteva essere fermato prima, salvando altre vittime, qualora si fosse stati capaci di andare oltre l'immagine di buon padre di famiglia che con abilità cinica quest'uomo era riuscito a costruirsi, a riprova del fatto che la psicologia criminale non abbisogna di cultura o mente raffinata per ingannare e fingere con lucida perfidia.

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