martedì 24 settembre 2013

In un Paese normale...

Da fortunata pensionata ora posso alzarmi con calma la mattina, fare colazione con tranquillità vedendo anche la televisione e, puntualmente, vedo passare sullo schermo di tutto e di più: come è ovvio, come è nella vita di tutti i giorni, bastando uscire di casa.

Solo che mi aspetterei che, dato che gli studi televisivi non sono la strada, ci fosse un minimo di selezione su chi portare davanti alle telecamere con la pretesa di far ascoltare a milioni di persone quel che dice.

Stamane, girando fra un ripetitivo telegiornale ed un dibattito tipo gallinaio come è diventato ad esempio Agorà, sono finita su La7, rete che propone, di solito, programmi di un certo livello... Ma ci sono rimasta solo pochi minuti quando ho visto che si ascoltavano le opinioni del mitomane Oscar Giannino il quale, con un mai dismesso (nemmeno per la vergogna delle sue menzogne) sorrisetto di superiorità, disquisiva ancora su questioni economiche dicendo: "In un Paese normale..."

Ecco, in un Paese normale, lui non ci starebbe più in uno studio televisivo a rispondere a domande sull'economia con altre persone, perché dopo le sue note vicende di millantati ed inesistenti titoli nessuno studio televisivo lo inviterebbe più!
Invece eccolo lì!
D'altra parte in un Paese normale una intera Nazione non starebbe a baloccarsi per decidere tramite le sue Istituzioni se un evasore fiscale, condannato in via definitiva, debba o meno restare in Parlamento, quando nei Paesi "più normali" basta aver copiato una tesi di Dottorato per essere squalificati e non più credibili.

Siamo diventati il Paese della confusione: tutto si mischia, il falso ed il vero, l'onestà e la corruzione, tutto si sfuma senza confini netti.
A voi la risposta su a chi giova.

Io parlo con chi ha preso la vita sul serio, con chi si è impegnato, ha studiato, ha lavorato e, qualsiasi strada abbia intrapreso in questo Paese rovinato dalla menzogna e dalla corruzione, dalla falsificazione e dall'ipocrisia assurta al posto della morale, è scontento, critico, esasperato, perché tutto questo toglie, soprattutto, la Libertà!
La Libertà di autodeterminarsi, la Libertà di veder riconosciuto il merito, la Libertà di non vedere sotto i propri occhi, senza poter far nulla, calpestato il diritto del lavoro nonostante i sindacati, la Libertà di poter denunciare le ruberie a tutti i livelli che gonfiano la spesa pubblica senza rischiare di finire in un tritacarne...
   
Cambio canale e cancello la faccia del mitomane querulo, questa libertà mi è rimasta, e vado sul viso di un giornalista che a me piace: Duilio Giammaria. Un raro esempio di professionalità, buona educazione, misura, dimostrate sul campo anche in reportages non facili da zone di guerra.
Duilio Giammaria

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