sabato 20 aprile 2013

Beppe Grillo ha ragione


APPELLO DI BEPPE GRILLO

Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. E' in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati.
Quattro persone: Napolitano, Bersani, Berlusconi e Monti si sono incontrate in un salotto e hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale, di nominare Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di Governo il documento dei dieci saggi di area pdl/pd che tra i suoi punti ha la mordacchia alla magistratura e il mantenimento del finanziamento pubblico ai partiti. Nel dopoguerra, anche nei momenti più oscuri della Repubblica, non c'è mai stata una contrapposizione così netta, così spudorata tra Palazzo e cittadini. Rodotà è la speranza di una nuova Italia, ma è sopra le parti, incorruttibile. Quindi pericoloso. Quindi non votabile.
Il Movimento 5 Stelle ha aperto gli occhi ormai anche ai ciechi sull'inciucio ventennale dei partiti. Il M5S da solo non può però cambiare il Paese. E' necessaria una mobilitazione popolare. Io sto andando a Roma in camper. Ho terminato la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia e sto arrivando. Sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese.

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Ha ragione e vorrei venire in piazza stasera, ma abito ad un'ora e mezza di viaggio da Piazza Montecitorio e non sono più una ragazzina.
Lo so, non è una giustificazione, perché anche Beppe non è più un ragazzino: ha solo un anno meno di me...
Spero comunque che siano in tanti e che così una di meno non sarà un gran danno...
Napolitano ha quasi 88 anni, è stanco e non voleva rimanere: l'ha fatto per il Paese, perché ha visto che questi disgraziati non sono in grado di fare nulla: né il Governo, né il Capo dello Stato.
Sono capaci solo di prenderci tanti tanti soldi...
L'ho scritto tanto tempo fa in un post: "La dittatura dei partiti". 

3 commenti:

Silvia O. ha detto...

Sul sole 24 ore del 14 aprile scorso è scritto quanto segue:

La sua rielezione sarebbe una «non soluzione» perché «ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro», sarebbe «ai limiti del ridicolo». In un colloquio con La Stampa il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Traccia il bilancio del suo settennato e dice con chiarezza: «Non mi convinceranno a restare».
Il Capo dello Stato invita a non attribuire «valenze salvifiche» alla sua persona e ripete che «tutto quello che avevo da dare ho dato». Niente «soluzioni pasticciate» e all'italiana, insomma, nemmeno di chi lo vorrebbe di nuovo in carica ma solo per qualche tempo, lasciando a lui la scelta di quando dimettersi.

Invece... si è lasciato convincere ed è stato rieletto! Ci sarà un governo rappresentato dalla vecchia politica e verrà seguito il programma dei 10 saggi….questo non si tocca, quell’altro nemmeno, quest’altro lo studieremo, ecc.
I cittadini chiedevano il cambiamento: volevano nelle istituzioni uomini e idee nuove perché quelle vecchie avevano portato l’Italia alla deriva. I cittadini hanno espresso il proprio desiderio per la candidatura di Rodotà, lo hanno urlato ai politici . E loro hanno risposto picche! Alcuni esponenti del PD hanno telefonato alla figlia di Rodotà invitandola a convincere suo padre a ritirarsi ! Gli altri partiti lo hanno ignorato ed escluso , eccetto SEL.
Volevano la spaccatura del paese tra istituzioni rappresentative e volontà della cittadinanza? L’hanno ottenuta, ha vinto il delirio di onnipotenza in cui si trovano i partiti. Il sistema Italia funziona solo con gli inciuci e con le stessa facce che si riciclano in ogni dove. Per noi cittadini il peggio deve arrivare. lo vedremo a breve ma non potremo fare nulla , saremo sgovernati e spolpati fino all’osso.
Grillo avrebbe voluto una manifestazione imponente a Roma per protestare ma Rodotà lo ha fermato. Ha detto che bisogna rispettare le decisioni del Parlamento. No alla marcia su Roma.

Rita Coltellese ha detto...

Sono d'accordo con le riflessioni di Silvia O. naturalmente. Perché purtroppo è così.
Voglio spendere ancora una parola a favore di Giorgio Napolitano che, pur di non mandare la nave sugli scogli, vecchio e stanco com'è, e come ha più volte detto e ribadito di essere, è rimasto, dimostrando un senso di responsabilità che la dispendiosa armata brancaleone che siede in Parlamento non ha.
I tempi non sono scaduti, sono andati oltre ogni scadenza. Il PD dovrà spiegare a chi ancora avrà il coraggio di votarlo "perché Rodotà no"! Una grande occasione mancata di poter poi fare un Governo appoggiato dal Movimento 5 Stelle. Invece ora sono nel guano più totale e spero che Napolitano non ci proponga un residuato craxiano di nome Giuliano Amato, un altro che piace a Berlusconi ed ai suoi cortigiani. Purtroppo dieci milioni di italiani hanno votato per quest'uomo e per ciò che egli rappresenta. Ma la colpa è di chi non ha saputo essere credibile dall'altra parte. I finti moralisti ipocriti come Antonio Di Pietro e la sua congrega di opportunisti (visti da vicino!), il PD che ha mostrato cosa è confinando Renzi, che non voleva il finanziamento pubblico ai partiti, che trovava scandalose le ricche prebende ai politici, ai margini del partito il quale è andato avanti ciecamente finendo sugli scogli delle sue contraddizioni. Contraddizioni dovute alla totale mancanza di sincerità, come il Di Pietro.
Ha ragione Grillo: tutti a casa!
Non sono grillina ma rivoterò la sua rivoluzione senza sangue. Qualche commentatore televisivo si è spinto a dirlo: Grillo ha salvato il Paese da una rivoluzione violenta, incanalando la protesta nel suo Movimento, perché la gente non ne può più.
Hanno chiesto a Rodotà di ritirarsi? Perché non a Marini o a Prodi? Perché nessuno ha proposto la Bonino che poteva essere un ponte fra i due massimi schieramenti? La risposta la sappiamo tutti: vuol dire che Rodotà e Bonino sono più puliti degli altri per questo non li vogliono. Sono le persone così come sono che contano, non l'idea di appartenenza.
Rodotà ha detto che non gli piacciono la marce su Roma: bisogna capire bene il senso delle sue parole, sono le parole di un uomo democratico, che non vuole imporsi e, pur ringraziando per la fiducia dimostrata dal Movimento 5 Stelle e da SEL, ha messo un freno pacato all'irruenza di Beppe.

Silvia O. ha detto...

Io sono convinta che Rodotà sarebbe stato un ottimo Presidente...il nostro Presidente, tuo, mio.. di tutti.
Forse nel link che ti segnalo ci sono le risposte "segrete" sulla sua bocciatura:

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/04/21/AP3PKIKF-poteri_fermato_rodota.shtml